Se ripenso alla serata che ha visto protagonista Lee Van Dowski durante il party Bizzarro lo scorso 19 Marzo mi viene subito in mente un aneddoto: ero lì in console ad attendere che Lee iniziasse il suo set, mente Max Scoppetta stava mettendo gli ultimi dischi. Lee si volta verso di me ed esclama testualmente: “What a fuckin’ dj!”. Beh, quella che doveva essere la notte sua notte, del suo sound a cavallo tra la deep house più mentale e quelle sonorità un po’ francesi e un po’ latine, si è ben presto trasformata nella notte di Max. Troppo facile, direte voi, giocare in casa e suonare per l’ennesima volta davanti al proprio pubblico. No, non è così: il curriculum di Lee Van Dowski parla chiaro e non ammette giustificazioni. Il dj francese, uno degli artisti di riferimento dell’intero roster Cadenza, ha suonato praticamente ovunque, ha tastato con le proprie mani svariate consolle prima di giungere alla Saponeria e da lui, francamente, ci si attendeva di più, soprattutto per quanto fatto da Max Scoppetta in apertura. Non sempre, soprattutto in Italia, la fama e l’hype che accompagnano gli artisti rispecchiano il suo vero valore, troppo spesso l’essere un buon produttore fa rima con l’essere un buon dj. Non voglio essere troppo critico, non voglio stare qui a fare chissà quale crociata a favore degli artisti italiani: so da me che una serata storta può capitare a chiunque, ma quel venerdì niente mi toglie dalla testa che l’esperienza e l’invetiva di Max Scoppetta ha di gran lunga battuto il carisma e la notorietà di Lee Van Dowski, il quale (come conferma la sua esternazione alla fine del warm up) sapeva benissimo che difficilmente sarebbe riuscito ad eguagliare la performance del resident di Bizzarro. Mentre sono qui che scrivo sto ri-ascoltando il suo dj set. Sì ok, devo ammettere che quanto ho scritto sopra potrà sembrarvi eccessivamente duro, in fondo durante le due ore che hanno visto protagonista il dj francese di buoni dischi ce ne sono stati parecchi (niente di sconvolgente, sia chiaro). Per i primi ottanta minuti Lee cavalca quelle sonorità house che stanno andando per la maggiore: groove accantivante, ritmo coinvolgente e melodie ipnotiche hanno la meglio su quel sound decisamente troppo “cattivo” che poi prevarrà fino a chiusura. Ecco a voi “Total Departure” di Christian Smith e John Selway e di lì a poco “Confronted” dei Pan Pot. Un Drumcode? Un sound così aggressivo da parte di un Cadenza? Confesso di non aver capito il suo set e di averlo apprezzato solo in parte, giudicando eccessivo quanto proposto nell’ultima ora. Lee però il suo sei e mezzo in pagella lo strappa con il remix di Luciano di “Teen Angst” degli M83. Troppo facile suonare in casa? E chiudere con una delle perle firmate dal proprio mentore?
Marco Ricci
Appassionato sin da sempre di musica iniziando dal revival ’80/’90 e al moonwalk di Michael Jackson, fino alla tanto amata musica elettronica arrivando al punto di fondare per gioco (con i compagni d’avventure dancerecce Antonio Fatini e Matteo Cavicchia) il blog Pillole Elettroniche prima e ad oggi insieme ad Antonio quello che leggete ogni giorno. Su Soundwall faccio un po' di tutto per il bene del portale e della musica elettronica.
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