Quarto singolo estratto dal pregevole The Orbserver in the Star House, album dello scorso anno, e quarta infornata di remix. L’originale è la traccia che apriva l’album, e metteva da subito in chiaro i punti saldi della collaborazione fra le due leggende: fondali dub/house luminosi impregnati del noto tocco psichedelico di Paterson e Fehlmann, e sopra il vecchio Scratch a declamare a modo suo (e in gran forma, va detto).
In confronto, suonano molto meno ricche e avventurosi i due remix pressochè identici (ribattezzati “Nyah Version” e “Nyah Dub”) di Deadbeat, asso della techno più dubbata qui probabilmente in soggezione, che posiziona la traccia sui tempi rallentati e le atmosfere eteree a lui congeniali, ma lì sostanzialmente si ferma. Volendo restare in territori dub tutto sommato canonici, meglio fa il veterano reggae Mad Professor. Anche lui in doppia configurazione vocale/strumentale, e in lucida dimostrazione di cosa sia la scuola digitale britannica da lui praticamente fondata una trentina di annni fa. Quella tenue frase di piano elettrico spinta nei gorghi dell’eco, e fatta suonare come fosse la melodica di Augustus Pablo, la dice lunga.
Volendo allontanarsi, invece, ecco il trattamento migliore. Quello firmato dal beatmaker irregolare Dabrye, uno che non si fa vedere troppo in giro, ma quando lo fa lascia il segno. Il suo remix parte proprio dallo stesso piano elettrico, incastrato su un ritmo spezzato e circondato da eleganti e mai banali coloriture jazzy, rubate dai riff di fiati, dai ricami di chitarra elettrica, dalla voce di Perry.