Sono ben tre anni che seguiamo attivamente il Dour Festival, alle volte con i piedi affaticati nel fango e altre appoggiandoci su un terreno solido e sull’erba fresca. Pensandoci bene forse è, assieme al Sonar, il festival estero a cui presenziamo con costanza da maggior tempo. E’ scontato dire che ormai ci siamo profondamente affezionati, meno scontato è dire che siamo orgogliosi di esserlo. Quest’anno, nel 2013, il Dour Festival compie 25 anni… Esatto, stiamo parlando di uno dei festival più anziani di tutta Europa. E dico “uno dei” solo perché so di non poter conoscere tutte le realtà nate 25 anni fa e che oggi continuano a pulsare come fossero appena sbocciate (posso però asserire fermamente che se ce ne sono si contano sulle dita di una mano, a dir tanto). Ebbene, dal luglio 1989, a pochi km dalla città di Dour in Belgio, vicino il confine con la Francia, questa realtà è arrivata ad attirare 160 mila giovani, giovanissimi, meno giovani e decisamente meno giovani di tutta Europa semplicemente perché fa… Musica. Hip-hop, hardcore, metal, techno, dub, reggae, rock, indie, drum and bass, jungle, jazz, blues… musica, musica ad una sola condizione: che, nel suo insieme, non si perda nel commerciale, che non dia al suo pubblico solo ed esclusivamente ciò che vuole. Il Dour non è semplicemente un festival, è un modo di sentire la musica, è una via per capire cosa sta succedendo intorno a noi, è veramente condivisione, non è per gente da hotel4stelle-lenzualastirate-sveglialle18-aranciatina-dancefloor-sinfimento-hotel, no. Il Dour, come anche altri festival seri, richiede anche intelligenza, autocontrollo, organizzazione e tenacia; in cambio avrete notevolmente arricchito il vostro bagaglio musicale/culturale, ve lo assicura anche solo il fatto che noi, al fine di arrivare in loco preparati, stiamo ascoltando artisti e band a noi sconosciuti da più di due mesi (e sappiamo che nonostante questo saranno molte le note che scopriremo sul posto). Chiacchierando (chiacchiere di cui chissà, magari prossimamente sentirete parlare) abbiamo scoperto che uno degli obbiettivi dello staff è generare situazioni uniche e regalare splendidi momenti al pubblico. Tanto per fare un esempio: ascoltare Bon Iver iniziare “Perth” con dietro il sole che tramonta liberandosi finalmente dalle nuvole e riflettendo il suo calore sul fango è stata un’esperienza magica ed irripetibile per noi. Quest’anno saranno molte le sorprese e le novità che lo staff ha preparato per festeggiare questa venticinquesima edizione. La musica come sempre è di ottimo livello e, soprattutto, varia! Vogliamo buttare lì qualche nome a caso?! Let’s do it: Tomahawk, Yeah Yeah Yeahs, Wu-Tang Clan, The Vaccines, Sub Focus, Jurassic 5, The Smashing Pumpkins, Trentemoller, Jackson And His Computer Band, Pendulum, Klaxons, Gold Panda, Bonobo, Amon Tobin, Nathan Fake, LFO, Booka Shade, Alborosie, Gramatik, Modeselektor, Skream and Sgt Pokes, Ben UFO, Four Tet, Joy Orbison, Venetian Snares, Fritz Kalkbrenner, Paul Woolford, Nina Kraviz, Len Faki, Carl Craig, Dave Clarke, Black Sun Empire. Questi sono 31 nomi su 230, potete star certi di aver altre grandi sorprese dando un’occhiata alla line-up completa. Detto questo, noi fremiamo come dei bambini, ansiosi di immergerci nel vibe di uno dei festival più belli d’Europa e vivere, ancora una volta, emozioni che negli ultimi anni solo il Dour ci ha saputo dare.
Jacopo Villanacci
Nasce a Roma in una famiglia caratterizzata da profonda passione musicale e quindi abituato da sempre all’ascolto di Jazz, Blues, Rock ed alle prime sperimentazioni elettroniche degli anni ’70. Cresce studiando percussioni e frequentando per anni il Saint Louis College of Music. Inoltratosi prima nell’elettronica sperimentale e solo successivamente in quella più fisica e dance, collabora con rilevanti realtà della musica elettronica e dal gennaio 2010 è componente effettivo della famiglia Soundwall Magazine, occupandosi, di interviste e festival review.
Share This
Previous Article