Ilario Alicante, toscano di Livorno, uno dei nostri più grandi prodotti d’esportazione. Ragazzo formatosi presto grazie alla grande intraprendenza e alla voglia di mettersi in gioco a soli 18 anni. Comincia tutto in fretta, di corsa, giovanissimo parte per Berlino, un classico, la ricerca di nuovi orizzonti che lo catapulta subito in una realtà megalitica com’è Cocoon. Passano gli anni, l’esperienza aumenta e Ilario diventa artista più costruito e completo, riscoprendo anche i suoi lati più complessi all’interno di nuovi progetti via via più sperimentali. Il tempo scorre ma il talento rimane sempre lo stesso, un talento pulito e apprezzato ad ogni latitudine e con ancora qualche sogno nel cassetto. Un classico per noi italiani, ce la caviamo ovunque. Una chiacchierata su tutto e di più, passato presente e futuro.
Ciao Ilario, per noi è sempre un piacere avere talenti italiani su Soundwall. Come va? Sappiamo che recentemente sei stato negli States e in Canada, com‘è la situazione laggiù?
Ciao ragazzi! Piacere tutto mio! Si, devo dire che se fino a qualche anno fà la scena elettronica era poco sviluppata in quell’area, adesso tutto sta cambiando. Nel nostro meeting annuale che facciamo in Cocoon, dando uno sguardo ai vari mercati per la nostra musica, abbiamo notato un’esponenziale crescita del mercato negli states ed in Canada. I promoters e le persone in generale, sono più interessate alla nostra scena e c’è un notevole incremento di feste e festival. L’ultimo locale dove ho suonato nel piccolo mini tour che ho fatto qualche mese fa, è stato lo Stereo Club a Montreal. Il locale è veramente bellissimo, un sound system eccezionale e un design veramente innovativo. E’ stato proprio un piacere suonare con quell’impianto. Pensate che avevamo a disposizione un equalizzatore in consolle tutto per noi, solo per le monitor.
A oggi sei uno degli artisti italiani di maggior talento, soprattutto perchè hai iniziato da giovanissimo. Come è nato tutto? A chi ti ispiravi? Cosa ti ha spinto a fare il passo? Ti capita di mettere ancora “Vacaciones En Chile”?
Questa è una domanda alla quale mi ritrovo a rispondere spesso, ma è sempre un piacere ricordare come tutto iniziò. Mi ritrovavo spesso con gli amici a suonare percussioni al di fuori di uno stabilimento balneare della mia città. Tutti magari erano a fare il bagno al sole mentre noi eravamo rintanati in questa “sciepre” (una sorta di grande cespuglio) a suonare djembe e derivati. Dopodiché, andai in un capannone di un mio amico, dentro al quale, visto che sua madre è una cantante, trovai all’interno un mixer voci e altre strumentazioni che lei usava. Mentre suonavamo le nostre percussioni, decidemmo di accompagnare il tutto con un po’ di musica. Da lì, collegando un normale lettore cd ad un Ipod, mi scattò qualcosa che mi fece decidere di comprare due giradischi. Il tempo passò, andavo ancora alle superiori e avevo circa 15/16 anni. Un giorno marinai la scuola (beh più di un giorno a dire la verità) e ad una manifestazione incontrai un ragazzo che lavorava in un locale vicino Livorno. Mi proposi, ebbi un incontro con il promoter ed iniziai a mettere i dischi per la prima volta al Pachamama Club. Da lì iniziai a girare, dopo poco tempo mi ritrovai a partire per Ibiza. Poi la storia la sapete. Mi capita ancora in alcune situazioni, di mettere Vacaciones. Nonostante ormai sia passato tanto tempo dall’uscita di quel disco, è incredibile come le persone ci siano ancora attaccate. Per me è sempre un piacere suonarla perchè è inutile dire, che ho un grande legame con quel disco. E’ sempre come riavvolgere il nastro e vedere in quei minuti in cui la suono tutto il percorso che mi ha portato fino a dove sono adesso. Ci vedo una sorta di romanticità nella cosa.
Iniziare da giovani è importanti, ma esser subito catapultati in un mondo difficile e pieno di luci e ombre non è cosa semplice per un giovane. Cosa ne pensi?
Non è facile sicuramente. Io mi ritengo fortunato ad aver avuto fino ad adesso la testa di non cadere nella miriade di tentazioni che ha questo mondo. Sappiamo tutti che il nostro mondo della notte è tanto bello quanto pericoloso, specialmente per chi lavora e per chi come me ha iniziato prestissimo, l’immaturità a volte può giocare brutti scherzi. Però tutto questo ti fa crescere in maniera molto più veloce. Mi sono sempre trovato a rapportarmi con persone molto piu grandi di me e in situazioni a volte, non del tutto gradevoli, ma con le quali ho imparato a convivere e superare con cervello. Non bisogna mai farsi prendere da un successo e non bisogna mai farsi abbattere da una sconfitta. La pericolosità di questo lavoro è che ti può far sentire alle stelle un giorno e nelle stalle un altro. Basta trovare il proprio equilibrio e basta sapere che a volte la realtà in questo mondo è distorta. Però, come avete detto nella domanda ci sono ombre si, ma anche luci. E’ stato bellissimo per me avere la possibilità di girare moltissimi locali, città ed incontrare una miriade di belle persone. E’ fondamentale comunque, equilibrio per rimanere ancorati al suolo. Tutte le cose vissute nella giusta maniera, sono belle.
Giovane lo sei ancora, ma a cinquant’anni dove ti vedi?
Dove di preciso ancora non lo so. Tutto cambia, tutto è in continua evoluzione, trasformazione. Sono sicuro al 100% che rimarrò con la passione che mi rende vivo e felice, la musica. Se il fisico melo permetterà, magari sarò ancora dietro a due giradischi. A volte è più facile guardare indietro al passato anziché avanti verso il futuro. Non si è mai sicuri, è sempre un’incognita. Però mi vedo anche felice, con al fianco una donna che mi ama e un paio di figli. Sara più avvincente ed impegnativa la cosa, vista la freneticità della vita che potrei sempre avere, però sicuramente vorrei avere una famiglia solida a quell’età. E viaggiare, viaggiare tantissimo nella spettacolarità di questo mondo.
Sei livornese e quindi toscano, la tua terra è una sorta di isola felice per la musica elettronica italiana. Cosa ne pensi della scena Toscana? Che rapporto hai con gli artisti che la popolano?
La Toscana come tutti sappiamo è stata molto importante per la scena elettronica, sia ieri che oggi. Ho un grandissimo rapporto con tutti gli artisti del passato techno toscano. Ricordiamo tutti, chi per sentito dire, chi per vissuto, i tempi dell’Insomnia, del Jaiss e del Tenax. Mi fa sempre piacere quando incontro i ragazzi della Metempsicosi, per esempio. Sono veramente delle grandissime persone con un gran cuore. Ancora mi sento con alcuni di loro ed è sempre un grandissimo piacere. Poi ci sono i nuovi ragazzi, di oggi, con una grande voglia di fare. Ho un bel rapporto con tutti e sono felice di vedere infinite persone con la solita passione.
Dall’Italia a Berlino il tuo passo è stato abbastanza automatico. Che cosa cercavi quando sei partito?
In realtà quando sono partito, cercavo solamente di ampliare la mia esperienza, di estendere la mia visione musicale e generale. Mi è sempre piaciuto un sacco viaggiare a prescindere dal lavoro e provare nuove esperienze. Credo che viaggiare è una delle cose che ti fa crescere di più, rapportandoti con nuove realtà, a volte, completamente diverse dalle proprie. Necessitavo di un cambio, volevo nuovi stimoli, e li ho trovati devo dire.
In particolare la Germania per te significa Cocoon, cos’è per te far parte di Cocoon? Com’è stato aggregarsi alla crew storica di Sven Vath? Ma soprattutto come vivi Cocoon oggi?
Per me Cocoon è stata una delle cose più importanti. Come mi piace sempre ricordare la prima volta da clubber lì, è stata a soli 17 anni. Mai e poi mai avrei pensato di aver messo i dischi, alla serata di chiusura definitiva di quel locale. Mi viene un nodo alla gola se ci penso. Sven, comunque è sempre stato un punto di riferimento, ha creato qualcosa di veramente unico, solido e longevo negli anni. Potete immaginare come posso vivere Cocoon oggi. Sto mettendo e metterò tutto me stesso per portare avanti questa struttura insieme a tutta la nostra crew. Per me è molto importante tutto questo. E’ stato uno dei giorni più belli fino ad adesso per me, ricevere così giovane, quella telefonata da un pioniere come Sven.
Sei uno di quelli che è partito verso uno dei più grandi centri musicali, come è Berlino. Per un giovane è sempre importante recarsi verso questi luoghi, Berlino, Londra, Barcellona, o è possibile comunque trovare la propria strada anche rimanendo aggrappati alle proprie origini? E in questo senso come vedi l’Italia musicalmente? Chi secondo te è sulla buona strada o già pronto per esplodere?
Penso che sia veramente importante viaggiare e visitare anche questi posti, come ho detto prima. Però ovviamente, lo si può sempre fare, rimanendo aggrappati alle proprie origini anzi, direi che deve essere così. Siamo quello che siamo anche grazie alle nostre origini, per quale motivo dovremmo disfarcene? La strada giusta si trova secondo me, trovando il giusto compromesso. Non dobbiamo mai scordarci da dove veniamo, perché è anche grazie a quello, che siamo quello che si è. In Italia abbiamo grandissime potenzialità e devo dire che, a differenza di qualche anno fa, ci stiamo muovendo bene. Ci sono una grande quantità di ottimi produttori e valide persone. Diversi sono pronti per esplodere, vedrete.
Probabilmente è importante seguire la propria di strada e ascoltare le proprie necessità, in questo senso tu di certo hai fatto la tua parte anche costruendoti un’etichetta come Deep Moves. Cosa c’è dietro questo progetto?
Dietro questo progetto c’è la voglia di proporre tanta musica di qualità all’ascoltatore. Senza limitazioni di generi e senza etichettarsi mai. Come avete potuto sentire le uscite variano molto di release in release. Questo a volte, può portare a dire che una label che fa questo può non avere un’identità precisa. Però sotto c’è un filo logico ed una linea solida, permettendo che questo non accada. Sono molto felice nonostante ci sia stato un periodo lo scorso anno dove mi ero fermato un attimo per altri impegni. Siamo ripartiti alla grande e prossimamente abbiamo un sacco di belle uscite. E’ veramente importante per un producer/dj avere una propria label dove esprimere i propri gusti senza freni. Credo che una label sia un pò lo specchio di chi la possiede.
Parlando di progetti recentemente hai anche lanciato ILL–R, il tuo altergo e oltre a questo hai avuto intensi contatti con Pushmaster Records. Cosa ci puoi dire riguardo a questi progetti? Cosa ti ha spinto a creare tutto ciò e cosa ci puoi dire riguardo alla tua evoluzione musicale in questo senso?
Mi è sempre piaciuto fare di tutto dal punto di vista musicale. Sia in studio che dietro una consolle. Ho sentito la necessità di dare vita a questo mio alias per esternare il lato più malinconico e musicale di me. Mi piace molto, a volte, creare atmosfere downtempo con più melodia. Molte produzioni sotto il nome ILL-R sono nate di notte o comunque durante un mio particolare stato d’animo. Sono felice del risultato fino ad oggi. Appena avrò del tempo svilupperò un live con questo alias. Ho già diverse idee in mente. Per quanto riguarda invece il mio contatto con Pushmaster, quando ho conosciuto Mattia (il proprietario della label) sono stato colpito dai suoi gusti musicali e dalla serietà ed impegno sulla cosa. Abbiamo avuto l’idea di far partire questa serie techno intitolata “V_Chronicles”. Abbiamo in uscita un EP con grandi remixers come DJ Rolando e Skudge. La prima release è andata molto bene con diverse ristampe, sicuramente porterò avanti questa cosa nel tempo. La spinta a creare tutto ciò è stata appunto la necessità di esprimermi su diversi generi musicali senza fossilizzarmi su un genere solo. Questo mi fa stare bene, alzarmi e produrre quello che sento al momento.
Hai un sogno musicale nel cassetto? C’è un’artista con cui ti piacerebbe lavorare, condividere lo studio o la consolle che però per ora non hai avuto modo di incontrare? E perché proprio lui?
Sogni musicali ce ne sono diversi nel cassetto. Ci sono moltissimi artisti che stimo e con i quali vorrei collaborare. Ricardo Villalobos e Mathew Jonson sono sicuramente due di questi. Hanno entrambi un incredibile metodo di lavoro ed una grande creatività. Adoro il modo di usare i modulari per quanto riguarda Ricardo e la straordinaria capacità di sviluppare melodie e atmosfere per quanto riguarda Mathew. Spero che avrò la possibilità in futuro di collaborare con questi due grandi artisti.
Parlando di evoluzioni musicali e sogni sicuramente si può dare uno sguardo al futuro, cosa bolle in pentola in questo senso? Programmi per l’estate? Cosa ci puoi svelare?
Sono veramente eccitato per questa estate che verrà. Sono felice che Sven e Cocoon mi abbiano dato in mano una festa tutta mia ad Ibiza. E’ una grande opportunità. Si chiamerà FLASH e prenderà forma nella spiaggia della Sal Rossa a Playa D’En Bossa, tutte le domeniche. Avremo diversi artisti Cocoon e tanti artisti che inviterò durante il corso della stagione. La festa sarà daytime dalle 17 a mezzanotte. Inaugureremo il 23 giugno con me e Dorian Paic. Abbiamo rinnovato la location con un nuovo soundsystem ed altri allestimenti. Sono veramente contento di tutto questo. Poi prenderò parte ad uno dei festival piu importanti per la nostra scena, il Love Family Park. Due date all’amnesia di Ibiza, diverse per Cocoon Formentera, il Sonne Mond Sterne Festival, Barrakud Festival e tante altre in giro per il mondo. Sarà un’estate impegnativa e carica di nuove cose, tutto questo mi da ancora più stimoli per fare meglio. Last but not least, avrò l’onore di mixare una parte dell’annuale compilation Cocoon per la stagione estiva.