Da oltre dieci anni pioniere della trance nostrana, braccio destro di un mostro sacro come Paul Van Dyk, un collaudato live set con pochi eguali nell’EDM e il secondo album da solista fresco di uscita. Per introdurre Giuseppe Ottaviani dicendo tutto, ma proprio tutto, non basterebbero i caratteri a disposizione per l’intervista.
Ciao Giuseppe, non puoi immaginare il piacere di intervistare un artista trance del tuo calibro, potendo parlare in Italiano: ti senti un pò un portabandiera, in questo senso? Come vedi, da fuori, la scena trance italiana?
Beh, dai, non sono l’unico in Italia, ma ovviamente cerco sempre di tenere alta la bandiera. La scena trance italiana non è la più grande in assoluto, almeno non per quello che è stata finora la mia esperienza, dal momento che torno a suonarci all’incirca ogni due anni: ogni volta, però, è memorabile! E’ bello vedere come, se pur lenta, la crescita sia costante, anche se siamo ancora lontani dall’avere eventi regolari.
Parliamo del tuo album Magenta, uscito il 27 Maggio: dalle prime reazioni si preannuncia uno dei lavori più influenti dell’anno nel panorama trance, cosa ci puoi dire in proposito?
Si, sono molto felice, sembra che ci sia stata una grande risposta, finora. Ci ho messo più di 15 mesi per mettere insieme quest’album, non è stato facile lavorare mentre ero in tour in giro per il mondo, anche considerato il gran numero di collaborazioni, ma finalmente ce l’ho fatta. Contiene 15 tracce, cinque strumentali e dieci vocal, ed è impreziosito da collaborazioni importanti.
Nella tracklist leggo un sacco di featuring eccellenti, da Ferry Corsten ad Aly & Fila, passando per Audrey Gallagher, Linnea Schossow ed Eric Lumiere: come hai scelto gli artisti con cui hai collaborato in quest’album?
Sta tutto nell’essere a proprio agio con le persone. Sono stato in contatto per molto tempo con tutti loro, e ci è venuta l’idea di fare dei pezzi insieme. E’ stato un processo lungo, ed è una delle ragioni per cui ho avuto bisogno di molto tempo, per completare l’album. Mi sento fortunato ad aver avuto a bordo artisti di questo calibro, in particolare per l’opportunità che ho avuto, di lavorare insiee ad uno dei pionieri della musica dance, Ferry Corsten.
Ascoltando le preview su Youtube, sono rimasto colpito da una cosa: ogni traccia ha come sfondo un muro bianco, su cui compaiono dei neon che formano parole come “love”, “harmony”, “immagination” “change”, “passionate”, “positivity”, “energy”, “love”. Qual è il filo conduttore tra queste parole e la tua musica?
L’idea dietro il concept dell’album era quella del significato dei colori. Ogni colore ha un significato, e quello del Magenta include tutte quelle parole che compaiono negli sfondi delle preview. La musica, in quest’album, intende promuovere la vera essenza di questo colore.
Una domanda forse un pò scomoda: come mai hai deciso di rilasciarlo su Black Hole, anziché sulla storica Vandit?
Volevamo tutti il meglio per quest’album e la via più veloce e semplice per ottenerlo era attraverso la Black Hole, per una serie di ragioni. E’ stata una decisione che abbiamo preso tutti di comune accordo.
Sei legato a Paul Van Dyk da più di dieci anni, ormai, se non sbaglio il vostro primo incontro risale alla Love Parade del 2002, quando ancora eri una colonna portante dei Nu NRG. Come descrivi questo rapporto? Quanto ha influito sulla tua carriera?
E’ stato un punto di partenza, nella mia carriera, e se ora sono qui a fare questa intervista con voi, è in gran parte merito di Paul. Non smetterò mai di ringraziarlo per avermi supportato fin dall’inizio. Abbiamo sempre avuto un ottimo rapporto e continueremo senza dubbio a lavorare insieme, in futuro.
Tornando ai Nu NRG, invece, volevo chiederti, quando hai capito che avresti dovuto lasciare il gruppo e intraprendere una carriera solista? Quali sono stati i motivi della tua scelta? Cosa è cambiato nel tuo sound, e cosa invece è rimasto?
Arrivi al punto in cui ti accorgi che se non metti in atto un cambiamento radicale, la tua carriera va in un vicolo cieco. Non è stato facile dividerci, ho dovuto pensarci su per più di un anno, ma allo stesso tempo non riuscivo a vedere un futuro radioso per entrambi, se fossimo rimasti insieme, quindi ho preso la decisione. Musicalmente non è cambiato molto, almeno all’inizio. Credo che il grande cambiamento sia stato nel 2008, quando ho fatto la mia prima traccia vocale. Da allora non ho mai smesso.
Sicuramente uno dei background che ti sei portato dietro da quell’epoca è il tuo live set, che ancora oggi rimane qualcosa di unico in ambito EDM, paragonabile forse solo a quello del maestro Paul: come è composto il tuo set-up, e quali sono i vantaggi di un set del genere, in confronto ad un comune dj set?
Si, beh, il mio setup è leggermente diverso da quello di Paul. La caratteristica principale del mio live è che suono soltanto la mia musica, che siano mie produzioni o remix. Il punto è che ho la necessità di preparare una “versione speciale” di ogni traccia, per il mio setup, dal momento che ho bisogno di poter controllare tutte le diverse parti della traccia stessa. Per esempio, il suono principale, che può essere il riff, il lead, gli strings o un suono di pianoforte, lo suono sempre dal vivo, con la mia tastiera. Posso controllare il groove, e trasformare la traccia che sto suonando in un pezzo break beat principalmente, c’è una cosa che posso fare con il mio set-up e che è impossibile in un normale dj set: l’improvvisazione. Assomiglia più ad un vero e proprio concerto EDM, piuttosto che ad un dj set, ed è per questo che ogni show è unico.
In studio invece, sei un purista dell’analogico?
Si, sono abbastanza old school, da quel punto di vista, sono uno di quelli che pensa che le vere tastiere suonino meglio dei plug-in. Ho un setup analogico al 100%, che comprende la consolle di missaggio, tutti gli outboards, e veri sintetizzatori. Qualche plug in lo uso, naturalmente, ma non sono abbastanza bravo a fare i suoni soltanto con dei click del mouse, preferisco di gran lunga sedermi davanti ad una tastiera e suonarla per davvero. La cosa buona, secondo me, è che cerco di ottenere il meglio da entrambi, sia analogico che digitale, mecolandoli per ottenere il miglior risultato possibile.
Che progetti hai per l’immediato futuro? Porterai l’album in tour, magari anche in Italia?
Al tour, ci stiamo lavorando al momento, quindi non posso dire molto. Oltre al tour, ho già iniziato il lavoro per il prossimo progetto, e sto costantemente allargando il mio radio show a nuove stazioni. Ci sono un sacco di cose in programma, ma per ora, godetevi Magenta!
English Version:
An italian trance pioneer from more than ten years, Paul Van Dyk’s right-hand man, a well-tested live set which is unique in the EDM scene, a brand new artist album. The words of a single interview won’t be enough to introduce Giuseppe Ottaviani as he deserves.
Hi Giuseppe, it’s a pleasure for me to interview a great trance artist like you, by talking in italian: do you feel like a standard-bearer? What do you think about our trance scene?
Well I’m not the only one in Italy, but obviously I always try to keep the flag flying. The Italian trance scene isn’t the biggest one, at least not the biggest one for me, since I usually play only once every two years, but whenever it happens it’s a memorable show. It’s cool to see that it’s slowly but constantly growing, though we are still far to have our regular events.
Let’s talk about your forthcoming album “Magenta” wich released on May 27th: according to the first reactions it seems to be one of the most influent artist abum in 2013, can you reveal something about it?
Yeah I’m happy to see what it looks like as there has been great feedback so far. It took me over 15 months to pack together the album, and it hasn’t been that easy considering the amount of collaborations while still touring around the world, but I finally made it! The album contains 15 tracks, 5 instrumental and 10 vocals and it features some brilliant collaborations.
In the tracklist, I can see a lot of excellent featurings, like Ferry Corsten, Aly and Fila, Audrey Gallagher, Linnea Schossow, Eric Lumiere and many others: how did you choose the artists to collaborate with?
It’s all about feeling comfortable with those people. I’ve been in touch for a while with all of them, and we came up with the idea of making a track together. It’s a long process that’s why it takes so long sometimes to finish an album. I feel lucky to have all of these artists on board and especially for the chance I have had to collaborate with one of the pioneers in dance music: Ferry Corsten.
By checking out the previews on Youtube, I was struck by the backgrounds of the videos: a white wall on which neon lights make up words like “love”, “harmony”, “immagination” “change”, “passionate”, “positivity”, “energy”, “love”. Which is the link between those words and your music?
The idea behind the album concept was the colours’ meaning. Each colour has it’s meaning and the Magenta one includes all those words shown in the preview background. The music on this album intends to promote the very essence the colour does.
This one might be a thorny question: why it’s gonna be released on Black Hole instead of Vandit?
We all wanted the very best for this album and the best, fastest and smoothest way to get it done was through Black Hole Recordings for a bunch of reasons. It’s a decision we all made together.
You’ve been linked with Paul Van Dyk since 2002, if I’m not wrong, when you still were a member of Nu NRG. How can you say about this relationship? How much it influenced your carreer?
It’s been the starting point of my career and if I’m doing this interview with you now it most likely because of Paul van Dyk. I will never stop to thank him for supporting me since the very beginning. We always had a very good relationship and we will definitely continue to collaborate together in the future.
Going back to Nu NRG, when did you realize that you were about to leave the group and begin a solo act? How did your sound change and what did you keep?
There is a point when you realize there is a wall in front of your career unless you make a big change. It wasn’t easy to split up and it took me over a year to make that decision, but at the same time I didn’t see any bright future for the both of us being together and I made my decision. Musically wise it didn’t change much at the beginning. I guess the big change was in 2008 when I made my very first vocal track. Since then, I’ve never stopped making songs.
One of the backgrounds you brought with you is your live set, for sure, which is still something unique in the EDM scene, maybe comparable only to Paul’s one: which is your setup? And what are the advantages of it, compared to a classical dj set?
Well it’s even different from Paul’s setup. The main thing is that I only play my music which obviously includes productions and remixes. The point is that I need to prepare a special version for each track for my setup since I need to be able to control different parts of the track itself. As an example, I always play the main sounds, say the riff, lead, strings or piano from my keyboard. In this way I can even play a different melody or play it in a different way. I can control the groove and I can turn a track in a break beat track.
There’s mainly one thing that I can do with my setup and that regular dj set cannot, it’s called improvisation. It’s more like an EDM live concert than a dj set that’s why each show is unique.
And what about your studio set up? Are you more into digital or analog devices?
I’m an old school guy and one of those that believes real keyboards sound better than plugins. I have a 100% analog setup, including a big mixing desk and all outboards and real synths. I also use some plugins of course, but I’m not that good in making sounds with mouse clicks. I much prefer to jump on a keyboard and play it. The good thing is that I try to get the best from both domains, analog and digital, and blend them together for the best result.
What plans do you have in store in the near future? Will you bring “Magenta” on tour, maybe also in Italy?
We are working on the tour at the moment, so I can’t say much yet. Besides touring, I’ve already started to work on the next project and I’m constantly expanding my radio show to new radio stations. There’s a lot to come but let’s enjoy Magenta for now.