Pascal Terstappen, classe 1987, è un produttore olandese che negli ultimi 5 anni ci ha regalato grandi gioie per le orecchie. Un giovanotto che a guardarlo sembrerebbe appena uscito da Lords of Dogtown o meglio, viste le atmosfere che costruisce la sua musica, da Paranoid Park. “A Slave’s Commitment”, suo primo album come ‘Applescal’ uscito nel 2009, fa trasparire l’essenza dell’artista, ben presente anche nei suoi ultimi lavori (anche se in maniera più razionale e controllata): atmosfere ariose, casse assenti, spezzate o dritte, synth a tappeto e suoni stile Border Community, eterogeneità e discontinuità (due degli aspetti che più apprezziamo di questo giovane artista). Ma la gioia più grande sta nel poter rintracciare in queste caratteristiche, e nel modo in cui vengono assemblate, la sua giovane età: la grazia e la genuinità dell’esuberanza artistica. Con l’ultimo album “Dreaming In Key”, uscito quest’anno sulla sua Atomnation, Applescal va a ridisegnare un pò il suo tocco, lo rende più ballabile, più deciso e omogeneo. Un album che abbiamo ascoltato con piacere ma che, lo dobbiamo ammettere, ci ha fatto venire il dubbio che l’artista avesse l’intenzione di intraprendere strade più comode. Ascoltando “Beaming Flowers From India”, un album-raccolta delle tracce scartate dal lavoro sopra citato e uscito con l’alias Yoshiba ’87, tutto torna alla normalità e Dreaming In Key acquista un’identità diversa da quella che avevamo ipotizzato inizialmente. Oltre ad essere un artista da noi molto apprezzato, come si sarà ben capito, Pascal è anche una delle 5 menti dietro RTFKT, un juke box online basato su una selezione elettronica di ottimo livello e a cui dovreste dare un’occhiata, soprattutto vista la recente prolificazione di “servizi musicali” simili. Passati 4 anni dal suo primo album, noi speriamo che il ragazzo continui così, sia musicalmente che umanamente: lunga vita all’esuberanza, quella genuina.
Vorrei iniziare dal tuo ultimo lavoro, “Dreamin In Key”. Abbiamo seguito la tua crescita e dobbiamo dire che questo tuo ultimo sforzo si pone proprio a capo di una progressiva maturazione. Cosa ci puoi dire su questo album, qual è l’idea alla base dell’album, c’è un filo conduttore?
L’idea fondamentale su cui si basa l’album è stata: creare qualcosa di ballabile ma al contempo di complesso e non troppo difficile da ascoltare.
Un album frutto di ben 3 anni di lavoro. Come mai tutto questo tempo? Sei uno di quelli che trova sempre qualcosa da aggiungere, qualcosa da migliorare?
Esatto, è esattamente questo il motivo: volevo continuamente migliorare il mio lavoro. Ti dico solo che ho finito l’album 3 volte in realtà (ride). La terza ero abbastanza soddisfatto!
Trovo interessante il fatto che continui a fare produzioni fatte in casa, per così dire. Come mai, a parte ovvie motivazioni economiche, questa scelta di non sfruttare un vero e proprio studio?
Mi piace lavorare in un luogo dove mi sento sicuro e comodo. Inoltre solitamente produco veramente molto, è per questo che il mio studio e la mia camera da letto coincidono. E’ tutto più semplice così, e spesso mi sento anche più ispirato stando lì. E’ più immediato andare in studio quando lo studio è in camera da letto!
Inoltre una volta hai detto “non importa cosa usi, ma come lo usi”. Frase semplice, ma verissima. Descrivici lo spazio dove produci e il tuo modo di approcciare alla produzione.
Produco in una camera 3 metri per 3. Ho molte bass trap e altri accessori di questo genere. Ho degli ottimi diffusori (Adam a7). Quando creo una traccia provo sempre a farla su una linea di basso insolita, non sentita e risentita. Questo intendo con “it doesn’t matter what you use”, l’importante è creare qualcosa di originale e sfruttare al 100% le tue idee. Per far questo ciò che è fondamentale è conoscere affondo la tua strumentazione, i tuoi effetti e synth, come fossero il tuo migliore amico; è l’unico modo per creare un suono che sia esattamente la riproduzione di ciò che hai in testa.
Quindi possiamo dire che lavori così fin dagli inizi. Cosa ci puoi dire sull’origine della tua passione? Come mai un giorno hai deciso di metterti davanti a software e macchine?
Quando ho iniziato a produrre vivevo a casa dei miei. Avevo 13 o 15 anni, non ricordo con precisione. Producevo così tanta musica che contrassi l’RSI [Repetitive Strain Injury, ndr]. Ero e sono ancora un vero e proprio fanatico del produrre. Sono sempre stato un ragazzo molto competitivo negli sport, nei giochi e lo stesso vale per la musica. Quando mi impegno nel far qualcosa voglio essere, o diventare, il migliore; se mi rendo conto che quell’obbiettivo non è realizzabile lascio tutto. Decisi di dedicarmi 24 ore su 24 alla musica. Poi iniziò a diventare un lavoro più che un hobby. Ora ho 25 anni e sono ancora felice e soddisfatto di fare quel che faccio. Questa è stata la mia unica decisione: fare musica, full time.
Al tempo quali erano le tue principali influenze musicali?
Fundacion di Sasha è il disco preferito della mia giovinezza. Mi ricordo con piacere anche di un vecchio mix di Ozgur Can (metteva veramente ottimi dischi a quel tempo). Ascoltavo anche i Boards of Canada, James Holden, Coldplay. Diversi generi musicali. Ora non ho un artista preciso che amo particolarmente. C’è così tanta musica che posso dire solo di voler ascoltare quella migliore.
All’età di 24 anni avevi già 3 album alle spalle. Com’è stato farsi strada per un giovane artista come te nel tuo Paese? Ci sono buone possibilità?
Qui da noi devi lavorare veramente sodo per uscirne vincitore. Ci sono un’infinità di artisti e dj, di città in città; è una scena composita, è veramente difficile stargli appresso. Oltre a questo, c’è da dire che il mio Paese non è poi così grande, almeno non come l’Inghilterra, la Francia o la Germania… Quindi solo alcuni, pochi, ce la fanno.
Nato a Haarlem, ti sei trasferito prima a Breda ed ora ad Amsterdam. Parlaci un pò della scena della tua attuale homebase. Quali sono i club, le realtà più interessanti a tuo parere?
(Ride) Vi siete informati bene eh!? Tutto esatto! Mi sono trasferito ad Amsterdam velocemente, da un momento all’altro, è stato abbastanza eccitante! La mia ragazza ha trovato un lavoro qui, così ci siamo trasferiti assieme e io ho tirato su un nuovo studio. Per me è come una nuova sfida. L’Olanda è piena di posti interessanti. Se vieni da queste parti devi farti un giro al OT301, Doornroosje, Tivoli De Helling, Trouw…
Oltre al tuo alter ego “Applescal” produci anche sotto il nome di Yoshiba 87. Come mai la necessità di distinguere queste tue due personalità artistiche, in cosa differiscono l’una dall’altra?
Non volevo pubblicare tutto il materiale del mio ultimo album come Applescal, perché oltre alle tracce un pò più dance di questo album ne ho ultimate altre su sonorità differenti. Inoltre non volevo produrre sempre e solo sotto il peso del mio alias “Applescal”. Per come la vedevo un secondo alias era l’unico modo per completare il mio progetto Yoshiba. Detto ciò, non penso di produrre altro come Yoshiba 87, non voglio abusare di quel concept per un altro progetto.
Vorremmo sapere di più su due progetti che ti riguardano: la Antomantion e RTFKT. Iniziamo dalla prima, come mai hai deciso di dar vita a questa etichetta, cos’è che la caratterizza?
Ho dato vita a Atomantion assieme ad un mio caro amico. Ci siamo resi conto che online c’è moltissima musica che non riceve l’attenzione che invece secondo noi meriterebbe. Così abbiamo deciso di creare un’etichetta e dare a quella musica una maggior visibilità. La label è nata in maniera abbastanza naturale, proprio 3 giorni prima che Yoshiba 87 uscisse. da quel giorno l’abbiamo semplicemente continuata a curare con molta naturalezza e tranquillità. Abbiamo materiale ottimo da rilasciare, fra cui un nuovo EP firmato Applescal.
Interessante il progetto RTFKT, un juke box online con una selezione musicale particolare e decisamente degna di nota. Come nasce questo progetto? Come avviene la selezione dei brani?
RTFKT è un progetto che abbiamo ideato in 5. Tutti noi amiamo la musica elettronica da molto tempo. Postiamo lì tutta la musica che ci piace e che troviamo sul web. Vogliamo dar supporto ai giovani talenti, dargli una voce. La cosa bella è che io stesso mi pongo nella classe appena definita! Inoltre stiamo facendo dei cambiamenti, stiamo lavorando per portare qualche novità. Proprio in questi giorni infatti aspettatevi una nuova versione del sito, con qualche nuova caratteristica e con la creazione anche di qualche bell’evento in giro per l’Europa.
Tornando al tuo ultimo album, lo abbiamo trovato più composto e compatto rispetto ai precedenti; senza dubbio è molto più vicino al dancefloor, ma non tralascia le atmosfere spaziali e nostalgiche che ti caratterizzano. Con l’aumentare della tua notorietà ti senti più costretto entro limiti che potrebbero esser rappresentati dall’opinione e dalle aspettative del pubblico, delle etichette e della critica?
Ormai avendo una mia etichetta una cosa di cui sicuro non mi preoccupo sono le pressioni dei produttori. E ti dirò, sinceramente mi interessa poco di quello che pensa la critica. Mi preoccupo più che altro delle persone che sono interno a me, che ascoltano la mia musica e che la suonano in giro. Questa è la gente a cui voglio fare la corte. Devo ammettere che spesso sono un po’ insicuro delle mie nuove produzioni. Ma cerco sempre di ricordare che alla fine la gente ti ricorderà sempre per le tue tracce migliori, non per le peggiori.
Riguardo alle tue live performance: come si trasforma Applescal quando si trova in consolle, come strutturi i tuoi live set? Ti senti libero in queste situazioni?
I miei live set sono degli imponenti Ableton set basati su circa mille diverse launch scenes. E’ un progetto che ha 6 anni, sempre in evoluzione. Quando ho nuove tracce cerco di inserirle. Ovviamente altre volte ne sostituisco direttamente alcune. Quando sono sul palco ed il vibe è buono mi sento totalmente libero.
Per concludere, cosa hai in progetto per il futuro? Pensi di concentrarti più sugli show ora o stai già lavorando a nuove produzioni?
Ho 5 nuove tracce che sono completamente finite e masterizzate! Quindi preparatevi ad ascoltare nuovi lavori, non so bene quando usciranno ma abbastanza presto, penso… Forse prima dell’estate, forse dopo. E poi ovviamente ho intenzione di fare quanti più eventi possibile. Adoro suonare in giro e gironzolare con gente forte, semplice!
English Version:
Pascal Terstappen, born in 1987, is a producer from Netherlands who in the last five years has given us great joy to our ears. A young guy who seems just emerged from the film Lords of Dogtown or better, basing on the atmosphere that his music assembles, from Paranoid Park. “A Slave’s Commitment”, his first album as ‘Applescal’ released in 2009, exudes the essence of the artist, essence that is clear also in his latest works (although in a more rational and controlled way): airy atmospheres, absent, irregular or regular kicks, synth and sounds in Border Community style, heterogeneity and discontinuity (two of our favourite aspects of this young artist). But the greatest joy lies in the chance to find out his young age from this features, and from the way they are assembled: a grace and genuine artistic exuberance. With the last album “Dreaming In Key”, which was released this year on his Atomnation label, Applescal goes to re-design a bit his touch, making it more danceable, rational and homogeneous. We have listened to it with pleasure but, I have to admit, we thought the artist wanted to undertake more comfortable ways. Listening to “Beaming Flowers From India”, a collection of discarded tracks from the work mentioned above and released with the alias Yoshiba ’87, everything returns normal and Dreaming In Key acquires a different identity from the one we had previously expected. In addition to being a very appreciated artist by us, as you’ve probably understood, Pascal is also one of the 5 masterminds behind “RTFKT”, an online juke box based on an excellent electronic selection. You should check it out. It’s been 4 years since his first album, we hope this guy continues like this, both musically and humanly: long live to the exuberance, the good one.
Let me start from your last work, “Dreamin In Key” (out on your label “Automnation”), a record that we really enjoyed. We followed your growth and we have to say that your last effort is the head of a great progressive maturation. What can you tell us about this album, are you satisfied with the final product? What is the idea behind the album, is there a thread that binds all tracks?
The idea behind the album was to make something danceable, something complex. But also something easy to listen to.
It’s the result of 3 years of work. Why all this time? Are you one of those who always finds something to add, something to improve?
Yep, the reason was because i wanted to improve my work. I finished the album album three times, haha. The third time i was satisfied enough.
I find it interesting that you continue to make “homemade” productions. Why, apart from the obvious economic reasons, don’t you use a classic studio and you prefer to use your own spaces?
I like to work in a place i feel safe and comfortable. I also like to make a lot of music and that’s why my studio is at home. It’s easyer, as sometimes i get inspiration spontaniously. It’s easy to go to the studio then when it’s in your bedroom.
Also, once you said “no matter what you use, but how you use it”. Simple statement, but really true. Can you describe us the space where you produce and the way you produce?
I produce in a small room, 3 by 3 meter. With a lot of acoustic bass traps and material like that. And good speakers (adam a7). When i make a track i always try to create a crazy bassline that isn’t normal, or cheesy. That’s what i mean by ‘it doesn’t matter what you use’. You have to create something original. and get 100% out of your ideas. To do that, it’s important that you know your synts and effects well. So you can make the sound exactly the way you have it in your head.
So, can we say that you work in this way since the beginning, more or less!? What can you tell us about the early period of your passion? Why, one day, did you decide to stand before softwares and machines?
When i started to make music i lived at my parents place. I was 13 or 15, i can’t remember. i made so much music that i got RSI (strain injury). I was really really fanatic (im still fanatic). I alsway have been very competitive in sports and games, and that’s also what i have with music. When i commit to do something i want to be or become the best, and when i feel that’s not realizable, i quit. when i was 22 i quit school. I decided to go full time on music. Music became more a job instead of a hobby then. Now im 25 and im still happy with what i do. That’s the only choise i made. Doing music full time.
At that time, what were your main musical influences?
Sasha’s CD Fundacion is my favourite CD of my youth. Also an old mix of Ozgur Can (he used to played really nice tracks that time). I also liked boards of canada, james holden etc, radiohead, coldplay. All this kind of music. Right now i do not have someone in specific i really like. There is so much music and like to listen to the best of all of this.
At the age of 25 you had already 3 albums behind. How was find the way for a young artist like you in your country? Are there a good opportunity for new artists in Netherland?
You have to work really hard in the netherleands. There are so many artists and dj’s. especially local djs. And also different scenes. It’s insane haha. Beside that, the netherlands is not really big, like England, or France, Germany, usa…. so only a few dj’s in the netherlands can make a living out of it. When you want to make a living out of music it’s important you also have gigs outside the netherlands.
You was born in Haarlem, than you moved in Breda and now in Amsterdam. Tell us something about your current homebase. What are most interesting clubs and realities where you live now? What can you tell us about the scene?
You are well informed, that’s all correct. i’m moving to berlin in a few weeks. Pretty exciting! My girlfriend found a job there so we move there in together and build a new studio there. For me it’s like a new challenge. The netherlands has some nice places i’m going to miss. If you’re around you have to check out OT301, Doornroosje, Tivoli De Helling, Trouw.
Besides your alter ego “Applescal” you produce also under the name of Yoshiba 87. Why did you decide to differentiate these two aspect of your artistic personality?What are differences between Applescal and Yoshiba?
I didn’t want to finish this release as applescal, because i had a lot of tracks of my new album behind that were more dance orientated. And i wanted to make music without feeling the pressure of my applescal alias. For me, a different name was the only way to finish the Yoshiba project. I also don’t tink i ever going to release for Yoshiba 87 again as i don’t want to abuse the altr ego for another project.
We would like to know more about two projects: you label, the Atomantion, and the RTFKT project. Let’s start with the first one, why did you decide to give life to this label? How would you describe it, what are its characteristics?
I run atomnation together with a good friend of mine. We found a lot of good music online that didn’t got the attention we thought it deserved. So, we decided to create a label and plug the music on the good spots. The label started spontanious, 3 days before yoshiba 87 came out. On from then we just keep on rolling. We have a lot of nice releases coming up again, including a new applescal EP.
The project RTFKT it’s interesting: an online jukebox with a particular and good music selection. How was this project born? What is the goal?
RTFKT is a project i do together with 5 friends. We all love electronic music for a long time. We post the music we love and find on the web. We want to support young talent. Give them a voice. The cool thing about the project is that I keep on top of new music and talent. i discover music before a lot of others do. That’s nice. Right now we’re doing some innovations behind the scenes. So we’re going to relaunch a new version with some new features! And try to some cool events around europe.
Going back to your last album, we found it more orderly and compact than previous works; no doubt, it’s closest to the dancefloor, even if it doesn’t omit spatial and nostalgic atmospheres that characterize your style. With the increase of your reputation, do you feel more constrained within limits that could be represented by audience and label expectations, critics and so on?
I run my own label now so i have no pressure at all. i also don’t care too much about the criticts. Haha. I do care about the people who follow me closely and play my tunes a lot. That’s the people i want to please. Sometimes im insecure about new music. Then i try to keep in mind that people remember your best songs, not your worst.
Talking about your live performances: how does Applescal change when he is in console? How do you structure your live set? Do you feel free in those situations?
My liveset is a big ableton set with about 1000 launch scenes haha. It’s a project that’s 6 years old. It’s an ever evolving thing. when i have new tracks, i put them inside the set. And sometimes i change tracks. when im on stage and the vibe is cool, i feel totally free.
Finally, what plans do you have for the future? Are you now planning to focus more on performances or are you already working on new stuff?
I have 5 new tracks that are 100% finished and masterd! So, new work is on the way. Don’t know when it’s coming out exactly, but soon enough. Maybe after summer, maybe before summer. And of course trying to do as many cool gigs as possible. I’d love to play and hang out with cool people! Cheers!