“As usual with Work Them and Parker himself, Change Yo Beat is uncomplicated, raw house music written for the dance floor”. Eh no, furbetto, così non vale. Non basta mettere le mani avanti e dichiarare che hai steso un bel tappetone house di quelli un po’ grezzi e un po’ ammiccanti per cavartela senza conseguenze, senza sentirti dire che questa volta per puntare sulla semplicità hai finito per far scopa con la banalità. Non puoi passarla liscia, specie se ti chiami Spencer Parker e per anni c’hai fatto divertire con dischi belli, belli per davvero.
Eh sì, perché “Change Yo Beat”, ottava uscita del catalogo Work Them Records, sarebbe un disco onestamente trascurabile se non fosse che al fido Ryan Elliott è stato chiesto di metterci mano per tirar fuori un remix dei suoi. L’americano, da mesi ormai uno degli artisti più richiesti e influenti dell’intera rosa di dj che gravita intorno al Panorama Bar, riesce in un mezzo miracolo: via il synth chord che più “easy” di così c’è solo la deep house d’alta classifica su Beatport, via il loop di voce e giù con una cascata di piattini. Qui, la cassa secca e il drone gelido scelti cambiano totalmente ambientazione al disco; “Change Yo Beat” cambia stagione, cambia colori e cambia odori sotto i colpi della techno cruda e imbastardita che caratterizza la discografia di Ryan Elliott.
I noise che dovrebbero lanciare le ripartenze e le braccia al cielo del dancefloor, poi, fanno il resto. Anche se queste ripartenze, come da costume elliottiano, non ci sono e non ci saranno mai.