Le strade per arrivare ad essere prima considerati e poi apprezzati e stimati possono essere molte e diversi possono essere i modi di intraprenderle. Ci si può arrivare per fortuna o per bravura, ci si può arrivare in fretta o è anche possibile attendere molto tempo prima di vedersi riconosciuto ciò che si merita. “Non voglio seguire percorsi che non mi appartengono” afferma Ripperton, scelta emblematica che rivela la personalità, l’identità con cui è stato affrontato il tragitto che l’ha portato a divenire l’artista di oggi. Identità costruita nel tempo, dal successo del progetto Lazy Fat People alle decine di tracce e remix rilasciati su etichette di prim’ordine del panorama house e techno (Connaisseur, Liebe Detail, Green, etc…), per non dimenticare i tre decenni di musica di cui è testimone. Un’identità che richiama fortemente la magia delle lunghe melodie costruite sopra ritmiche crescenti, che permeano le sue produzioni e suoi dj set. Una personalità sviluppata con lavoro e dedizione, trasmessa nelle sue due label, Perspectiv e Tamed Musiq, e svelata, in parte, nel suo ultimo album “A Little Part Of Shade”.
All’alba dell’uscita del tuo nuovo album “A Little Part Of Shade” la prima domanda mi sembra d’obbligo: da dove nasce l’idea di quest’album, che cosa rappresenta e come si può interpretare quella piccola parte di oscurità che da il nome al tuo album?
Il processo dietro un album è davvero un qualcosa di misterioso. Lavori per anni su delle tracce quando improvvisamente alcune di queste stanno bene insieme ed ecco che hai il tuo album. Così ha funzionato per me con “A Little Part Of Shade”. Spero che il titolo sia abbastanza misterioso per poter dare l’idea di ciò che volevo dire con questo. Ognuno possiede una piccola parte di oscurità.
All’interno di questo album sono presenti anche numerose collaborazioni: dalle melanconiche, emozionanti melodie costruite da Germain Umdenstock, alle tonalità più profonde apportate da Hemlock Smith, passando per la voce di Masaya e il contributo del talentuoso scrittore, musicista e grafico Van Hai. Il tutto perfettamente incastonato in quelle (mai scontate) ambientazioni sonore da te abilmente costruite. Potresti raccontarci come si sono sviluppate queste collaborazioni e se in qualche modo ti hanno influenzato nella definizione del tuo ultimo lavoro.
Vi è una stretta amicizia con tutte le persone che hanno collaborato a questo album e credo che ciò dia omogeneità all’intera concezione di quest’ultimo. Avendo prodotto e registrato l’intero progetto non ci sono problemi in termini di coesione, idee e sonorità. Come potete evincere dall’ascolto, ”A Little Part Of Shade” è un album davvero personale. Ogni collaboratore è un artista a sé stante. Ho solo utilizzato il talento di ciascuno per farlo mio. Tutti i testi sono stati scritti dagli artisti stessi in base ai loro personali punti di vista. Il fare un passo ulteriore e l’ascoltare l’intero lavoro mi dà l’impressione che stessimo andando tutti nella stessa direzione pur non realizzandolo. E tutto ciò, è l’aspetto magico di questo genere di progetto. Spero che quest’album trasmetta all’ascoltatore il desiderio di scoprire ogni artista presente in questo: Hemlock Smith ha già rilasciato alcuni album meravigliosi, così come mio fratello Van Hai e Andi Ersnt mentre Masaya porta avanti con ottimi risultati Mina Records. Germain Umdenstock sta collaborando con diverse bands, impartisce lezioni di chitarra e raccoglie fondi da destinare all’insegnamento della musica nei paesi più poveri. Vorrei semplicemente che l’ascoltatore sia curioso e ricerchi la musica che gli piace senza che si aspetti di essere appagato dalla tv o dalla radio.
Dopo aver visto alcuni video della vostra esibizione al label Suisse party sono curioso di sapere se hai in programma un tour in cui porterai anche questo album live?
Mi piacerebbe davvero moltissimo. Però sapete ora come ora è un periodo così nero per l’industria musicale che quasi tutti i musicisti hanno un lavoro o danno lezioni di musica oltre a produrre. Non vi è alcuna possibilità che faccia questo tour senza le persone che hanno lavorato con me sull’album. Se riuscissi ad ottenere un numero sufficiente di date e di compensi lo farei senza dubbio. Niente può essere comparato all’essere su un palco, con i tuoi musicisti, a suonare la tua musica live. Vorrei solo fare in modo che vi siano buone condizioni per tutti e allo stesso tempo creare alcuni buoni visuals.
Nel corso della tua carriera hai avuto modo di rilasciare la tua musica su diverse label, tutte di una notevole importanza, mi vengono in mente Border Community, Music Man, la stessa Green per cui uscirà “A Little Part Of Shade” giusto per citarne qualcuna. Ma da alcuni anni ormai porti avanti anche alcuni imprint personali: in primis Perspectiv e da un paio di anni Tamed musiq. Cosa ti ha spinto a creare queste piattaforme, quali sono i vantaggi che esse ti offrono?
E’ vero sono stato fortunato. Voglio dire, vedere James (Holden) portare avanti la Border Community è stata una grandissima fonte di ispirazione. Si può essere grandi e comunque rimanere fedele alla tua visione e onesto con i tuoi artisti. Non ci sono molte persone in questo business che rispetto tanto quanto James. La nostra scena dovrebbe contare più persone come lui. Ho lavorato con tante label che di fatto sono solo un business, rilasciano materiale ogni due settimane e ricevono ottima musica da tutto il mondo perché sono di grandi dimensione. Ho smesso di fare ciò, il creare remixes per “salvare l’uscita povera” mi stava prendendo troppa energia senza darmi nulla in cambio. Con Perspectiv abbiamo rilasciato quasi 30 uscite in 6 anni, e siamo stati inseriti nelle migliori compilation in giro per il mondo; lavorare con artisti incredibili ed essere suonati da tutti i djs intorno non è stato poi così male per una label svizzera e un’artista svizzero, non credi? Successivamente ho percepito che l’interesse per questa etichetta andava scemando. La gente vuole sempre qualcosa di nuovo, in particolar modo in questo periodo. Indi per cui ho deciso di sospendere Perspectiv e creare qualcosa di fresco e riservato alla mie produzioni; da qui la nascita di Tamed Musiq. Ma ben presto si è ripresentato il mio vecchio demone di rilasciare anche musica proveniente da altri, da coloro che bussavano alla porta e proprio per questo fine ho creato Xtra Tamed. Pubblico forse 2 o 3 uscite all’anno ma è mia intenzione continuare a mantenere un alto profilo e rilasciare su di essa solo i lavori migliori. Una volta Laurent Garnier disse che il miglior negozio di dischi sarebbe quello con solo white label. La gente verrebbe e comprerebbe la musica che apprezza senza alcun tipo di pregiudizio. Amo questa idea e la condivido al 100%.
Mentre per lungo tempo, il percorso di un’artista, dj o producer che fosse, prevedeva una sorta di migrazione obbligatoria verso le città capitali della musica elettronica (vedi Londra, Berlino) le tue scelte mi sembra di poter dire siano sempre andate in una direzione opposta, rimanendo ancorato alla tua Svizzera e promuovendo, sviluppando le realtà emergenti ivi presenti. Quanto è importante per te “lavorare” sul tuo territorio e contribuire a diffondere su di esso questo genere di cultura?
E’ una scelta idealista. Mi piace rimanere vicino a dove sono e alle mie radici. Non voglio seguire percorsi che non mi appartengono. Voglio condurre la mia carriera in prima persona e per intero. Non è una scelta facile, in modo particolare quando ti trovi in Svizzera. Recentemente ci sono stati davvero molti cambiamenti e non in una buona direzione. Ma devo dire che, anche se rappresentiamo una piccola realtà, sono veramente molto orgoglioso di quello che realizziamo in termini di produzioni. Siamo tutti differenti, produciamo in modo diverso e siamo originali. Un sacco di volte mi è stato domandato: ”Hey, ma cosa mangiate in Svizzera per produrre una musica del genere?” Giusto per citare alcuni dei ragazzi che davvero adoro, mio fratello Agnes, Kalabrese, Masaya, St Plomb, Crowdpleaser o Quarion. Quando ricevo una bella traccia da un amico, è veramente un piacere possedere un’etichetta discografica in modo da poterla pubblicare. Amo quella sensazione di far uscire musica che apprezzo, velocemente e in buone condizioni, prodotta da persone a cui voglio bene. E’ qualcosa che non ha paragoni. Per me non è una questione di business,è passione. Sono poi davvero fortunato ad essere aiutato per varie questioni dai fantastici ragazzi della Clone Distribution e dal mio PR di Berlino.
Una caratteristica delle tue produzioni è quella di saper trasportare e coinvolgere l’ascoltatore tramite la costruzione di estese melodie. Puoi raccontarci come avviene normalmente il processo che porta alla realizzazione di una tua traccia e qual è la strumentazione da te utilizzata?
Melodie e armonie sono per me le più importanti e sono contento te abbia posto l’attenzione su ciò. Costruisco tutte le mie tracce attorno ad esse, sempre. Per me è veramente importante che i miei lavori possano essere ascoltati sia in un club sia in un ambiente più domestico. Non ha veramente troppa importanza che tu produca a 128 o 118 bpm fin tanto che costruisci la tua traccia intorno a qualcosa di consistente. Non uso quasi mai samples perché poi mi ritrovo ad essere bloccato, senza via d’uscita. Il comporre tutto personalmente (dalla battuta iniziale al mixdown finale) ti dischiude molti più percorsi. E’ possibile che inizi una traccia con una certa idea e che poi la concluda a milioni di km di distanza da quella iniziale; come quando suono mi piace lasciar scorrere, fluire, la creatività. E’ tutta una questione di tempo, magia e lavoro.
Oltre che pregiatissimo produttore, anche raffinato dj; a tal proposito vorrei chiederti cosa influisce nella preparazione di un set, nella selezione delle tue tracce? Quali locali/party hai visitato di recente e ti sentiresti di consigliare?
Non preparo troppo i miei set. Durante la settimana aggiungo alcune nuove tracce che mi piacciono alla mia già esistente selezione (queste non sono troppe se comparate con tutti i promo che ricevo). Dopodichè lascio semplicemente fluire la mia creatività in totale libertà. Questa è la più grande differenza tra i djs con esperienza e quelli nuovi. Sento ormai di avere sufficiente confidenza con le mie selezioni in modo tale da poter suonare liberamente e presentarmi alle mie serate senza più la pressione di una volta. Non credo che “picchiare tutta la notte” sia un qualcosa di necessario per avere un buon party. Preferisco essere mentale, introspettivo, piuttosto che sentire la gente urlare sopra un enorme, bianca, pausa rumorosa. Perlopiù mi sento un dj da club, non uno da “rave” .
Sei cresciuto negli anni 70’, inizi a suonare nei primi anni ’90 e a partire dal 2000 comincia la tua carriera da produttore; secondo l’esperienza che hai maturato in questi anni, quali sono gli aspetti più virtuosi del clubbing odierno e quali invece i pericoli più prossimi?
Penso che sarebbe un pò troppo pretenzioso dire ciò che è giusto e ciò che è sbagliato. Ho ancora il piacere di suonare belle tracce di fronte ad un pubblico altrettanto piacevole, con buoni sound system; ho piena fiducia nel fatto che i clubbers, dall’underground, possano ancora riconoscere, da se stessi, la differenza tra spazzatura e buon materiale.
Ci sono in programma altre collaborazioni o progetti futuri per le tue label?
Il prossimo mese sarò impegnato con il mio moniker Headless Ghost. Per quanto riguarda Tamed ho appena rilasciato una traccia davvero fantastica di Isolee, con al seguito un grande remix di Baikal; ho molti progetti in serbo, per me e per persone che veramente apprezzo ma voglio mantenere il segreto fino a quando il tutto sarà pubblicato!
English Version:
The streets to get first considered, then appreciated and estimated are numerous and there are as many ways to get to those streets. You can get there by luck or by bravery, you can get there in a jiffy as you can wait a long time before to get any deserved recognition. “I don’t want to follow any directions that are not mine” says Ripperton, emblematic choice that is pretty revealing of the character and identity that helped him facing the journey he had to become the nowadays artist. A identity built through time, from the huge success of the Lazy Fat People’s project, to the dozen of tracks and remixes released on first class House and Techno labels (Connaisseur, Liebe Detail, Green, etc…) not to mention the three decades of music he witnessed. An identity reminding highly the magic of his long melodies built on crescent rhythms, melodies that impregnate all his productions and dj sets. An identity developed with work and dedication, carried on through his two personal labels, Perspectiv and Tamed Musiq, and slightly disclosed, in his last album “A Little Part Of Shade”.
On the eve of the release of your new album “A Little Part Of Shade” my first question had to be so: How did the idea of this album come to you, what does it represent and how is that little part of shade, that named your album, to be read?
The process of an album is really mysterious. You work for years on tracks and suddenly few of them work together and you got an album. That’s the way it worked for me on “A Little Part Of Shade”. I hope the tittle is mysterious enough to giving you the idea of what I wanted to say about it. Everybody got a little part of shade.
Within this album, many collaborations can be counted: from the melancholic and emotional melodies built by Germain Umdenstock, to the deeper shade carried by Hemlock Smith, not to mention the voice of Masaya and the contribution of the multitalented writer, graphist and photographer Van Hai. All that perfectly embedded in your cleverly built soundscapes. Can you tell us about how these collaborations have developed and if in some way they got an influence on the creation of your last work?
I’m close friend with every of the collaborators on this album and I guess this is giving the unity of the whole project. As I produced and recorded the whole project there are no problems in terms of unity, ideas and sounds. As you can hear it, ALPOS is a really personal album. Every collaborator on it is a real artist in his own way. I just used of the talent of everyone to make it mine. All the lyrics as been done by the artists themselves, according to their own visisons. Making a step and listening to the whole thing is giving me the impression that we were are all going in the same direction without realizing it. That’s the magic part of this kind of project. I hope that album will give the listeners the desire of discovering every artist on it: Hemlock Smith has releasing many great albums already like my brother Van hai and Andi Ernst. Masaya’s running Mina Records and doing great job with. Germain Umdenstock is working with various bands, giving guitar lessons and helping to raise money for music lessons for children in poor country. I just want the listeners to be more curious and search for the music they like. Not waiting on radios or TVs to be feed in a healthy way.
After seeing some videos of your exhibitions at label suisse party I’m curious to know if you plan to make a live tour?
I would love to do it. You know right now the music industry is so bad that almost every musician has a job or give music lessons in top of doing music. There is no way that I do that tour without the people who worked with me on it. If I get enough tour dates and money I will do it for sure. Nothing can compare to go on stage with your musicians and playing music live. I just want to make it in good conditions for everybody and doing some nice visuals in top of it.
Along your career, you had the chance to release your music on various labels of significant importance; I’m thinking of Border Community, Music Man and of course Green, the one that will release “A Little Part Of Shade” just to mention some. But since a few years, you tend to highlight your own personal imprint: first with Perspectiv and for a couple of years Tamed musiq. What pushed you to create those platforms and what kind of benefits do they offer you?
That’s true I was lucky. I mean seeing James doing BC was great inspiration. You can be big, stay true to your vision and honest with your artists. There is not so much people in this biz that I respect as much as James. Our scene should have more people like him. I worked with many label that are only business ones, they release every 2 weeks and get great music from around the world cause they’re big. I stopped doing that too like doing remixes to “save the poor release” it was taking me too much energy for nothing. With Perspectiv we did almost 30 releases in 6 years, We were compiled on all the best compilations around the world, working with amazing artists and played by almost all the djs around that was really not bad for a Swiss label and swiss artists isn’t?I felt the interest for this label going down lately. People always want something new, especially right now. So I decided to stop Perspectiv and make something fresh and exclusive to my production and so I started Tamed Musiq. Soon after my old demon of releasing music from the other was knocking at the door, so I I created Xtra Tamed for that. I release maybe 2-3 releases by year, I want to keep it high and release only the best work on it. Laurent Garnier said once that the best shop should be a shop with only white label, People will come in and buy music they like without any prejudice. I love that idea and I 100% agreed.
For a long time, the career of an artist (dj or producer) seemed always to take a mandatory journey towards the main cities of electronic music (like London or Berlin). However, your choices seemed to aim an opposite direction: staying in your country Switzerland, promoting and developing local productions. How far does it matter to you to work on your own territory and to help spread this kind of culture there?
It’s an idealistic choice. I like to stay close to where iam , from where I belong. I don’t want to follow any directions that are not mine. I want to lead my own carrier by myself in its entire. Its not an easy choice, specially in Switzerland. Things changed so much lately in the club scene and not for the good. But I have to say even if we have a small scene here, in terms of productions I’m very proud of what we do. We are all different, we produce differently and we are original. I heard so many times: “Hey, what are you eating is Switzerland to make music like that?” To name few guys I really love, there’s my brother Agnès, Kalabrese, Masaya, St Plomb Crowdpleaser or Quarion. When I get a nice track from a friend, it’s a real pleasure to have a label than can release it. Fastly and in good conditions I love that feeling of putting out music I like from people I love. Nothing can compare. Its not a matter of business for me, its about passion. I’m lucky enough to have the wonderful guys at clone distribution helping me a lot with the business side along to Berlin’s PR Tailored.
One characteristic of your productions is the ability to transport and involve the listener through the construction of extended melodies. Can you tell us more about the working process that leads you to the creation of your tracks and the kind of instrumentation you’re using?
Melodies and harmonies are the most important for me, I’m happy that you put your finger on it. I build all tracks around that, always. Its really important for me that my work can be both listen in a club and home environment. It doesn’t really matter if you produce at 128 or 118 as long as you build your track around something consistent. I almost never use samples because then I’m stuck in a corner. When you play all by yourself (From the kickdrum to the final mixdown) it opens so many kind of paths.I can start a track with an idea and finishing it a one billion km from there. Like djing I like to let my creative flow going. It all matter of time, magic and work.
In addition to a prestigious producer, you’re also a refined dj. In this regard, I wanted to ask you what are your influences for the preparation of a set and for the selection of your tracks? Which clubs/parties have you been to recently and would you recommend?
I’m not preparing my sets that much. During the week I collect few new tracks I like to my existant selection (which arenot that much if I compare to the huge amount of promo I get). Then I give my flow total freedom to play. That’s the best difference between djs with experience and and the new ones. I feel confident enough in my selection to play freely and coming to the gig without any pressure anymore. I don’t’ think that “banging all night” is necessary to have a good party. I prefer to go mental than hearing people screaming on huge white noise break. Most of all, I’m a “club” dj not a rave one.
You grew up in the 70’s, begun to play music in the early 90’s and in 2000 started your producer career. With your acquired experience, can you tell us what is good to keep and good to throw away in nowadays clubbing?
I think it gonna be pretencious to said what is good and what is not. I still have pleasure to play nice records for a nice crowd in a good soundsystem, I have good faith that clubbers from the underground can make the difference between garbage and good stuffs by themselves
Are there any new featuring or future projects on the cards for your labels?
I’m gonna focus on my Headless Ghost moniker for the next month. About Tamed I just released a fantastic release from Isolée coming with the great Baikal remix, I have a lot of project in the pipeline, for myself and for people I really like but I want to keep the mystery till the releases!