Non solo la fondatrice, insieme a Larry Sherman nel 1983, del leggendario marchio TRAX. Marchio alle fondamenta della house tutta, acid soprattutto, se mai ce ne sia stato uno, e del quale è attualmente presidente. Non solo una “scenester” attivissima, che secondo la leggenda ha introdotto al genere un buon numero di dj, e ha insegnato a rappare a Joan Jett. Rachael Cain si è guadagnata – o si è autoassegnata, i resoconti non sono chiarissimi sulla questione – il titolo di “original Queen of House Music” anche grazie a una serie di uscite discografiche, realizzate in collaborazione con pezzi grossi veri: Marshall Jefferson, Joe Smooth, Farley “Jackmaster” Funk, Afrika Bambaataa.
“Fun With Bad Boys”, “The Real Thing”, “Rock Me”, “Dance All Night”… in questa retrospettiva monstre di trentadue tracce ci sono tutte, insieme a un buon numero di rarità e inediti. Si parte negli anni ’80 e si arriva fino ai giorni nostri o quasi (con un mix speciale della sua collaborazione con Todd Terry, “U Used To Hold Me”), si passa dal suono TRAX delle origini all’esplosione festaiola della hip house, si sfiorano territori vicini a certa disco mutante newyorkese e si torna indietro fino agli inizi punk di Rachael (“Punk e house non solo vivevano a un isolato di distanza, ma erano anche mescolati da gente come Frankie Knuckles alla Warehouse”, parole sante), senza negarsi cose pop e commerciali al limite dell’imbarazzante. Dico, ci sono etichette che piazzano odiose vocine “promo only” dappertutto e voi non ne mettete una che avverta prima di roba come “Please Don’t Make Me Lonely”? Tipo “skip the next track bro, it sucks”, o qualcosa del genere. Era necessario? Dal punto di vista storico, assolutamente. Per l’ascolto, considerata anche la non eccezionale capacità vocale della signora, e nonostante la roba d’epoca abbia un suono immortale (occhio all’inedita “Let’s Play House” ad esempio), meglio dirigersi sul resto del catalogo TRAX.