A volte è necessario fermarsi e fare il punto della situazione. In un momento come quello in cui viviamo, per la scena techno molte cose sono cambiate da quando questa musica è entrata a far parte della nostro ascolto quotidiano. Abbiamo quindi interpellato una vera e propria istituzione del genere, Chris Liebing, fondatore di CLR, grande ricercatore di suoni, e conoscitore della techno fin dalla sua nascita. Un vulcano in termini di produzione, il suo stile ha avuto una portata immensa e ci ha fatto amare una techno contemporanea, non priva comunque di quei richiami industrial che ricordano molto gli anni ’80. Parliamo quindi di come oggi dobbiamo ascoltare questa musica e di cosa ci aspetta nel prossimo futuro. Ecco cosa ne pensa Chris della situazione attuale, della sua musica e di come creare quel feeling che tiene dj e dancefloor incollati insieme.
Sei uno dei più importanti esponenti della scena techno, che cosa ne pensi quindi della situazione attuale? Tantissimo è cambiato in questi oltre 20 anni di musica, quali pensi siano oggi le richieste del pubblico ed il compito, l’obiettivo del producer?
Beh penso che i cambiamenti siano di per sé sempre buoni e tutto cambia così rapidamente, soprattutto per quanto riguarda la musica elettronica, dove le cose si evolvono molto velocemente. Penso che il momento che stiamo vivendo sia veramente fantastico, c’è talmente tanta bella musica in circolazione, ottima tecnologia e tante idee per il futuro. Sono convinto che il pubblico riceverà da qui in avanti suoni migliori, maggiore scambi di emozioni nei set e viaggi sonori ancora più belli. Per quanto riguarda il lavoro del producer, la scommessa attuale è quella di trovare, di elaborare una musica che sembri realmente non arrivare da questo mondo, ma da lontano, astratta, impalpabile, che possa però essere capita e magari anche ballata. L’aspetto più importante della musica elettronica è la sua portata illimitata. Puoi fare in pratica quello che vuoi, sia che funzioni o meno. Penso che facendo leva sempre di più su questa caratteristica, andremo a scoprire mondi sconosciuti e, per questo motivo, posso dire che questo è un momento eccezionale.
Dalla sua parte il pubblico chiede sonorità sempre più profonde, vuole andare oltre, anche se forse a volte riceve forse troppa melodia. Quando invece si ascolta la tua musica, quello che si percepisce è la presenza di uno strato preponderante di ritmo e percussione che interagisce con suoni in continua evoluzione. Ci parli un pò più a fondo del tuo processo creativo?
In realtà non ho niente contro l’uso di vocals e melodie, basta che siano funzionali e che suonino bene e questo – è una mia opinione – capita molto poco. Ma quando invece sono efficaci allora sono il primo ad usarle e a suonarle, e se si ascoltano i miei ultimi set ci si accorge che ci sono alcuni elementi melodici qua e là. A volte cerco anche di crearne di nuovi aggiungendoli a quelli già esistenti e insieme i vari suoni si mescolano e generano una specie di melodia. Se vuoi che spieghi come funziona il mio processo creativo, allora direi che uso molti loop e che mi tengo sempre aggiornato sulla musica recente. Uso questi elementi per generare una bella atmosfera e fare in modo che chi ascolta si lasci prendere dalla linea melodica, a cui sovrappongo la componente ritmica che fa il resto. Come dici, io cerco di aggiungere suoni, di trasformarli, di sorprendere in certi punti, in pratica di trovare dei modi piacevoli per divertirmi con il pubblico. La mia strumentazione mi aiuta a farlo e ogni volta che inizio a suonare per me è sempre una novità, perché cerco costantemente di ottenere dei risultati diversi dalla volta precedente e di raggiungere nuovi orizzonti. A volte funziona bene, altre meno, ma questo è normale.
In termini di tecnologia oggi non ci sono più freni alla creatività del producer, cosa ci dobbiamo aspettare in futuro?
A volte ai producer serve avere dei limiti, perché questo li obbliga a concentrarsi su qualcosa in particolare per ottenerne il risultato migliore. Essere invece senza limiti può anche essere positivo, perché ti rende libero di fare quello che vuoi in un preciso istante ed è proprio quello di cui c’è bisogno adesso. Tutta la tecnologia di cui disponiamo da sola non serve a niente, finché non c’è qualcuno che la sappia usare e che riesca a tradurre le sue idee in musica. Più la tecnologia fa passi avanti, più questo diventa facile, quindi spero che in futuro possiamo avere musica sempre più bella, profonda ed espressiva.
L’eterna querelle tra cultura underground e produzione commerciale. Pensi che ci sia ancora bisogno di questa divisione? E possiamo sapere qual è il trucco per cui riesci a portare la tua musica ad un pubblico così ampio?
Beh penso che in realtà non serva a niente mantenere una distinzione tra commerciale ed underground. Piuttosto io farei distinzione tra la musica che mi piace da quella che non mi piace. Ho potuto rendermi conto che quando la musica non mi piace è perché non nasce da un’idea profonda, ma è fatta solamente per soddisfare un’esigenza di mercato. Questo purtroppo accade spesso. C’è ovviamente anche spazio per quel genere e ci sono molte persone a cui piace. Penso che il trucco per far piacere sonorità underground a persone che magari non le conoscono sia prenderle e condurle verso quelli che all’inizio possono sembrare beat astratti, scombinati e far loro capire perché lo fai. Non puoi essere troppo diretto con il pubblico, ma devi cercare piuttosto di essere invitante e dire “hey, buttatevi nel beat, lasciatevi andare e vedete quello che succede”. Tutto questo è molto interessante e stimolante per un dj, anzi è proprio lo scopo del suo lavoro, offrire alle persone non solo quello che si aspettano, ma anzi cercare di andare oltre e offrire sempre cose migliori.
Si sa che nei tuoi set porti molto materiale e anche tutto il tuo hardware. Puoi dare agli appassionati alcune indicazioni sulla tua attrezzatura?
Certo, suono con due computer, due controller K2 Allen & Heath e il mixer Xone92 Allen & Heath. Uso anche un controller Maschine e un Faderfox per gestire i singoli banchi di suoni del Maschine. Se siete interessati ad una descrizione più dettagliata di tutta la mia attrezzatura, potete guardare quest’intervista girata lo scorso anno a San Francisco. Ha ricevuto dei buoni commenti e sono sicuro di aver spiegato in maniera completa come organizzo il mio set. Questo è il link.
Il segreto di un buon set sta nel trovare la giusta sintonia con il dancefloor. Tu spesso dici che non prepari precedentemente le tue performance, perché così facendo il risultato sarebbe troppo freddo e tecnico, ma ti affidi al momento. È proprio così? Aspetti fino all’ultimo?
Eh sì, lascio proprio tutto al live. Certo a volte capita che arrivi in un club e che abbia già in mente le prime tre o quattro tracce che voglio suonare, che preparano la strada al mood che voglio creare in seguito nel mio set. Posso comunque sempre cambiare idea, anche al primo istante. Posso decidere che in quel momento voglio fare qualcosa di completamente diverso e cambiare il mio approccio, il che vuol dire trasformare completamente anche quello che accade dopo. L’attrezzatura che uso è abbastanza complessa, quindi se anche volessi organizzare il mio set in partenza, finirei per creare qualcosa di assolutamente diverso perché non seguirei mai alla lettera quello che ho preparato. Non avrebbe nemmeno senso, perché il bello sta proprio nel creare live la propria musica.
Sei stato poco fa al Muretto e a Trieste, l’anno scorso hai suonato a Torino – una città che ha il suo dire in termini di elettronica – per il Movement Festival e sei stato ospite al Time Warp Italy per due anni consecutivi. Sbaglio o ti piace abbastanza il nostro paese? Da quello che hai conosciuto, che idea ti sei fatto della scena elettronica italiana? Anche a Berlino, dove vivi, ci sono diversi musicisti italiani, come Lucy e i Dadub di Stroboscopic Artefacts…
Sì è vero, io amo l’Italia. Per anni è stato uno dei miei paesi preferiti dove venire a suonare. Trovo sempre un’energia enorme, uno scambio forte di emozioni con il pubblico e anche una grande apertura mentale nei confronti della musica che viene offerta. Avete un’incredibile cultura dance nel vostro paese, che unita alla sua storia, alle città stupende e alla vostra cucina, mi fa sempre venire voglia di tornare. Sono molto contento di avere una base così fedele di fan in Italia. Colgo anche l’occasione per ringraziarvi tutti quanti per rendere queste emozioni possibili e per condividere quelle fantastiche serate dove ci divertiamo tutti quanti un mondo. È questo il motivo, divertirsi. L’Italia in questo senso è speciale per il desiderio di godersi questi momenti piacevoli e sono sempre felice quando vedo nella mia agenda che ci sono delle date italiane. Sì, mi piace un sacco l’Italia! Conosco anche molti producer italiani in questo momento. Come per il paesaggio, ammiro molto anche le persone. Non ho ancora incontrato nessuno con cui non si sia instaurato un bel rapporto, Joseph Capriati, Lucy, Sam Paganini, sono tutte ottime persone. L’atmosfera che viene dalla scena elettronica in Italia è veramente particolare.
Parlando invece della tua residenza mensile all’Amnesia di Ibiza, hai da poco iniziato le tue serate, che aria si respira da quelle parti?
Molto interessante, direi. L’intera stagione è iniziata molto bene quest’anno, c’è molto fermento per le nuove serate e, per questo, quelle storiche hanno voluto alzare il tiro. Cocoon è arrivata alla quattordicesima edizione, le idee non si esauriscono mai e sono molto contento di partecipare anche quest’anno. La mia prima performance è stata bellissima e non vedo l’ora di tornare per le altre serate. È un’esperienza decisamente intensa e ringrazio di esserne parte e, ancora una volta, grazie in particolare ai mie fan italiani che popolano l’isola, specialmente ad agosto. Quindi, aspetto solo che arrivi agosto!
Altri progetti per l’estate?
Prenderò una breve pausa per stare un pò con i miei figli, quindi per almeno tre settimane a luglio dovrei avere del tempo libero. Ottima cosa, poi subito dopo la mia agenda estiva è piena di appuntamenti, partendo con New York, dove mi esibirò in una serata Pacha sulla Governors Island, durante l’Hyte Park Festival. Ci tengo molto a quell’occasione e poi in agosto suonerò praticamente ogni giorno, quindi sarà una delle estati più impegnate che abbia mai avuto, ma letteralmente non vedo l’ora.
Parlando invece della tua label CLR, ormai da tempo ogni lunedì ci regali i podcast con alcuni dei tuoi migliori musicisti, come Monoloc e Drumcell, per nominarne alcuni. Dopo l’EP Cycles di Rebekah, che cosa è in uscita nei prossimi mesi? Ci sono altri musicisti che entreranno a far parte di CLR?
Sì, Drumcell ha iniziato a collaborare con CLR, se posso dirlo così, con un album programmato in uscita per la fine di agosto. Prima però usciranno dei remix del suo primo singolo Disturbance, di cui due sono di Pfiter, già entrati nella mia colonna sonora dell’estate, e un altro di Tommy Four Seven. Poi abbiamo una nuova release di Monoloc con alcuni remix di Skudge del brano Try dal suo ultimo album. All’orizzonte abbiamo anche un nuovo remix di Black Asteroid e poi ancora molte altre release, talmente tante che non posso citarle tutte adesso, posso solo dire che ci saranno molte produzioni di qualità. È un momento di grande attività per la nostra label, grazie!
English Version:
It’s sometimes a good thing to sit down and see what has been done up to now. Today much has changed in the techno scene since this kind of music became part of our listening and a main player in club culture. For this reason we called in a techno institution, Chris Liebing, head of CRL, sound manipulator and who has followed the whole path of this genre for the past decades. A volcano when it comes to production, his music has reached every continent and made us love the most contemporary techno, still influenced by that ‘80s industrial sound. Here we talk about how we should listen to electronic music at its best and what we have to expect from the near future. Find out what Chris thinks about the present situation, his way of making music and of creating that certain feeling that keeps the DJ and the dancefloor bound together.
You are one of the best and longest players on the techno scene, what do you think is the situation of electronic music right now? I mean, things have changed so much in these (more than) 20 years, what do you think are the audience’s requests and the producer’s job at the moment?
Well, I do believe that change is a great thing and things are constantly changing, especially in the electronic music world, where things develop so quickly. I think the state we are in right now is a really amazing state. There is so much great music out there, great technology, great ideas of what’s gonna be happening in the future and how things can proceed. I think the audience can expect better sound systems, better flows in sets and better journeys to be experienced. When it comes to the producer’s job at the moment, the challenge is to come up with some really “out there” music which can still be understood and maybe even danced to. The great thing about electronic music has always been that it is kind of limitless. You can do whatever you want and either it works or it does not work. I think the longer this goes on, the deeper we are digging into areas we have not been before, so it definitely is a pretty amazing time right now.
People are asking for deeper and harder techno pushing to extreme boundaries but sometimes they get maybe too much melody. Listening to your music what we get is a strong layer of rhythm and percussion blended with constantly evolving sounds. Can we get a bit more inside your creative process?
I actually have nothing against vocals and melodies, they just have to be the right vocals and the right melodies, and in my opinion those are pretty rare. But if they are there, I am totally up for using them and playing them, and if you listen to my recent sets you probably find some melody bits in them. Sometimes I even try to create them by adding some sounds to other existing sounds, which together add up to some sort of a melody. If you want me to share some of my insights of how my creative process is running, I would say that I have a lot of loops and I always check the latest music to create a nice atmosphere with those elements, to make it easy to just hop on this train, go with it and let the rhythm take over. As you basically say, I try to add sounds, modify sounds, surprise with sounds and grooves at some point, to find new ways to go on a fun journey with the crowd. My set up helps me to do this, and every time I start playing it’s a whole new thing for me, as I am always trying to do something different than last time to get to new places. Sometimes it works well, sometimes it works not so well, that’s also normal.
Technically speaking nowadays there are no limits to the producer’s creativity, what can we expect from the future?
Sometimes limits are a good thing for a producer, because it makes them stick to something and make the best out of it. On the other hand being limitless can also be a very good thing, because it lets you do whatever you feel like in that moment and that’s basically what is needed. All of the technology alone does not really do anything until there is someone who knows how to use it and who knows how to turn the ideas in his head into music. The better technology we have, the easier that might be, so I hope we can expect even better sounding, bigger, nicer, deeper, more emotional tunes in the future.
The eternal querelle between underground production and a somewhat much more commercial mainstream. Do you think we still need this kind of distinction? And what is the trick to deliver your pummelling and underground beats to a very wild public?
Well, I don’t really think that we need the distinction between commercial and underground. I much rather distinct between music that I like and music that I don’t like. I noticed that usually the music that I don’t like does not really come from the heart, but was rather produced in order to satisfy some sort of a market place. This is sadly happening very much. There is obviously space for it and there are a lot of people who enjoy that too. I think the trick to get people up and running on some kind of an underground vibe they might not know, is by taking their hand and leading them through what they might consider some crazy, abstract beats, and just basically show them why you do this. You can’t be too hard or demanding on them, but rather be welcoming and say – “hey, let yourself drop into the beat here and see what happens”. That is a very nice and challenging thing and I think that this is kind of the job of a DJ, to show people not only what they expect, but something even better.
You are known for playing really huge sets and to bring your own hardware with you. Can you give tech-lovers a hint of your equipment setup?
Yes I can explain this to you, I play with two computers, I have two K2 controllers by Allen & Heath and I use a Xone92 mixing desk by Allen & Heath. I also use a Maschine and a Faderfox controller in order to control the individual banks of the Maschine. But if you are really interested in a more detailed description, I actually describe this in a video you can find on the internet, which was shot in San Francisco last year. It has received quite good comments and I think that I manage to explain my setup pretty well in this clip. This is the link.
The secret stands all in finding a good flow with the dancefloor. So you say you don’t prepare a set as it may then sound too artificial, do you always leave it to the very live moment?
Yeah, I actually do leave it to the very live moment. Of course sometimes you get to a club and you kind of know the first three or four tracks you want to play, as they are sort of the pathway into what you would like to create later on into your set, but it could change in the second I start my set. I might decide that I want to do something completely different and change my approach, which would also change everything that will happen afterwards. My setup is actually quite complex, so even if I would prepare my set it would end up sounding completely different as I could never precisely follow up on what I had prepared. It also would not make much sense, as the fun part of it, is to create something live in the very moment.
You’ve recently been playing at Muretto and in Trieste, last year you were in Turin – a quite lively town when it comes to electro – for Movement Festival and you’ve attended Time Warp Italy for the last 2 years. You seem to like our country pretty much, am I right? What is your word then about the Italian situation of electro? And you also know some Italian producers living in Berlin, like Lucy and Dadub from Stroboscopic Artefacts…
Oh yes, I really love Italy. For years it has been one of my favourite countries to go to and play. The energy is always really amazing, the love you get there is amazing, the understanding of music and the open-mindedness of what everyone wants to listen to is pretty outstanding. You have such an incredible dance culture in your country, which combined with such a big history, beautiful cities and excellent food makes me always want to come. I am really happy that I have such a great, loyal fan base in Italy. Maybe I should take this opportunity to say thank you to all of you, for making this possible, for sharing those great moments when the night is going well and we all have a fun time together. That’s what it’s all about. Italy, for some reason, is very special in this respect and I am always extremely happy when I look into my calendar and I see Italian gigs coming up. Yes, I really like Italy! And of course I also know quite a lot of Italian producers by now. Just as much as I like the country, I also like the people from there a lot. I have not met a single person who has not been nice. Joseph Capriati, Lucy, Sam Paganini, they are all so nice. The whole atmosphere around the electronic music in Italy is a really positive and good one.
Speaking about your monthly residency at Amnesia club in Ibiza, you began the Coocon night last Monday, what’s the mood over there?
I think the mood is pretty good. The whole season started really good on Ibiza this year. There is a big buzz about new nights and that’s why the old nights are pimping up their game too. Cocoon is going into their fourteenth season, the ideas are never ending and I am really happy to be a part of it this year again. My first gig was already extremely fun and I am very happy to go back there to have more great parties on this island. It’s such an amazing thing to experience and I am very thankful to be able to experience this – and again, I do know that this is to a good part due to all my Italian fans who come out there, especially in August. So I am already looking forward to August!
And other plans for this summer?
I will take a little break to spend some time with my kids, so for three weeks in July I will have quite some time off. This is great, but once I come back from this little break, I have a very busy summer schedule that basically starts in New York, where we do an event together with Pacha on Governors Island, called “Hyte Park Festival”. I am very much looking forward to that, and in August I almost play every day. So it is going to be one of the busiest summers I have ever had, but I am really looking forward to it.
Let’s turn to your label CLR, you deliver awesome podcasts every Monday and feature great artists like Monoloc and Drumcell to name a few. After last Cycles EP by Rebekah, which will be the next releases for the incoming months? And is there anyone else jumping in CLR?
Well yes, Drumcell is jumping on CLR – if I can say that this way, with an album that is going to be out by the end of August. Before that we will release some amazing remixes of his first single “Disturbance”. Two of those remixes are by Pfirter, which have already become two of my summer anthems, and another one is by Tommy Four Seven. Then we have a new Monoloc release coming up with Skudge remixes of his latest album track called “Try”. Besides that there is a new Black Asteroid remix on the horizon and many many more. So many releases that I can’t even mention them all, but towards the end of the year we have a lot of great things coming up. It’s a really exciting time for the label right now… Thank you!