Nel sottobosco delle decine di festival estivi, non può mancare di segnalare il Krake Festival di Berlino. Una settimana di cultura musicale elettronica a tutti gli effetti che, la città, si divide tra un paio dei suoi club più rappresentativi e un finale all’aria aperta, quali il Berghain e la sua sede storica; il Suicide Circus, più un opening al Passionskirche con line up di Monolake e Christian Vogel e una chiusura open air in un bosco sulla riva di un lago fuori dal centro cittadino, cui si potrà godere, dal pomeriggio a notte fonda, di un plotone di guest, tra i quali un live di Nathan Fake e un altro di Max Cooper.
Il Krake è alla terza edizione, fondato e organizzato dall’etichetta KilleKill con un unico, se vogliamo semplice, motivo, come spiegano direttamente da loro: “Strictly challenging artist, no bullshit, no boredom.” Forse un po’ troppa spocchia, ecco, ma la line up parla chiaro riguardo le intenzioni di questi signori. La serata ospitata dal Berghain Kantine s’intitola “A Night of Glitter and Penis” e, non a caso, in consolle troviamo gente come Hard Ton, Furfriend e Anklepants, tutti rigorosamente live. Prima del finale in riva al lago, le due serate presentate al Suicide Circus, i nomi: Untold, Dasha Rush, Dopplereffekt, Phon_O, Bill Youngman, Fennesz e Traversable Wormhole, quest’ultimo uno dei progetti paralleli di Adam X.
Non mancheranno, naturalmente, le decine di promesse che ogni anno Berlino sforna come pane doppio fatto il venerdì per la domenica e di cui si prende cura, come se fossero anch’essi, l’arte ricostruita di una città in perenne fermento culturale.
Un festival creativo questo che, come i tentacoli del “Krake”, il polipo, afferra e stringe i diversi lati della capitale senza distinzioni particolari sui generis, dalla techno, alla breakcore, all’ambient, l’importante è la cultura della musica, come spesso accade a chi organizza, in questo lato di mondo.