Indubbiamente astro del firmamento della club culture (quella seria, fatta di concetti e super club, nuove culture e mille miglia), Cassy è riuscita senza grandi sforzi a raggiungere nel corso della sua carriera discografica importanti traguardi. Uno di questi, fuor di dubbio, è quello di firmare una delle compilatio della collana Fabric, vera icona del clubbing londinese a cavallo tra meta ambita e Olimpo del movement. Londinese di nascita ma Viennese di adozione dal 1975, Catherine Britton inizia la sua carriera come “Cassy” al seguito di Dave The Hustler producendo “Her Dream” su Mental Groove nel 2002. Un neonato Luciano le chiede un vocal per “La Ondita” e Cassy sfiora uno degli album piu parlati degli ultimi dieci anni di Peacefrog: “Blind Behaviour”. Da qui il percorso è in discesa (per difficoltà) ma, qualitativamente, in ascesa totale. Perlon, Playhouse, Dessous completano il quadro di un artista che, trovandosi nel posto giusto al momento giusto, è stata indubbiamente in grado di approfittare di tutto quello che le è stato offerto. Già! Perché si fa presto a giudicare un artista da ciò che è, da quelli che sono i suoi rapporti odierni con il pubblico e gli addetti ai lavori, ma il più delle volte conta ciò che è stato, ciò che realmente ha influito nella sua carriera. Basta cercare un po nel profondo e appare limpida un’altra grande esperienza di Catherine, che senza dubbio avrà inciso pesantemente sulla sua formazione Djing: lavorare per Hard Wax di Berlino. Chi ti da contatto, conoscenza e l’inevitabilmente dimestichezza con mixer e pich, nel comporre un set, se non un negozio di dischi?
Ma veniamo a noi. “I brani di tutto il mix rappresentano ciò che amo della musica elettronica e quello che mi piace suonare. Semplicemente, ogni traccia è bella singolarmente – non c’è molto altro da aggiungere. Tutti i produttori sono speciali a modo loro. Il progetto è arrivato in un momento perfetto per me, nel momento esatto in cui mi sento in grado di comunicare dove mi trovo in artisticamente. Ho l’obiettivo di tornare alle radici e ciò dovrebbe essere una prerogativa per ogni Dj – vale a dire suonare dischi per l’amore di suonare dischi”. Questo ci dice Cassy quando parla del suo lavoro, ed è effettivamente quello che si percepisce ascoltandolo.
Come ci aspettavamo, infatti, il “Fabric 71” costituisce una panoramica sul suono puro, grezzo e acido di Cassy. Livio Improta, ItaloJohnson, ma anche Arttu (con cui apre), Marco Zenker, Emptyset (“Completely Gone” è forse uno dei dischi più belli del cd), Duster Valentine, Alex Cortex e Talabot sono parti (singolarmente attive) di un discorso più ampio portato dalla riccia inglese. Aprendo in classico “warm Cassy” tra melodies e colpi duri di house ruvida, arriva in alcuni casi a parlare una lingua techno raffinatissima. Indubbiamente il settantunesimo out della serie, insieme a Catherine, conquista la visibilità che gli spetta. Ormai sono molto pochi quelli che credono in una giustizia divina, lavorando sodo per ottenere feeds planetari. Oggi si sa, esistono due vie al successo: la prima è quella dei soldi; la seconda, ma ben più onesta, è quella della gloria. E a Catherine questa non manca.