“E chi non vorrebbe suonare al Tenax”. E’ stata questa la risposta data ad un noto dj che chiedeva di suonare nel famoso club fiorentino.
Sarò di parte, ma passano gli anni, passano le mode, cambiano i tempi, il Tenax rimane uno dei locali più belli della nostra penisola. Di club ne ho visti tanti, ma pochi riescono a regalare quello che regala il Tenax. Lo amo per il suo pubblico sempre pacato nel modo giusto, per la sua capienza ideale, per la sua console perfetta, per il suo impianto che non delude mai.
Ricordo quando avevo 14 anni e il sabato sera, di nascosto dai miei genitori, inventando mille scuse, scappavo per passare qualche ora in quello che era considerato uno dei club più all’avanguardia del periodo. Era il Tenax, e lo è ancora adesso.
Quando sono in giro e lo nomino, la gente mi guarda e sorride. Perché chi c’è stato, chi ci ha suonato, sa che l’atmosfera che si respira lì, si respira da poche parti in Italia.
Ogni volta che torno a casa, a Firenze, il fine settimana, che ci suoni o meno, non riesco a non passarci il sabato sera, è un po’ come casa mia, accogliente, familiare.
Ricordo la prima volta che ci ho suonato: credo l’emozione più forte mai avuta, essere lì, nella console dove ho visto, fin da piccola, suonare i nomi più grandi della scena, ed ogni volta che ci risuono, la sensazione è sempre la stessa.
Arrivo al locale presto, (forse troppo), stanca, dopo un viaggio interminabile da Budapest. Ancora vuoto, lo osservo, e mentre lo guardo, così, senza nessuno dentro, mi chiedo come quel semplice club, possa trasformarsi tutti i sabati e trasmettere tale energia.
Inizio a suonare e, tempo di alzare gli occhi, in quella che era stata preannunciata come una serata difficile, il locale è pieno. Approfitto dell’impianto per “testare” un Loto’s remix che uscirà a breve e do un bel voto 9 ad un Santos “San Francisco”. Sempre un po’ restia alle serate con più donne in console (mi sa sempre troppo di fissa italiana), all’arrivo di Ellen Allien, mi rendo conto di con che donna dividerò la console. Scherza, ride, balla, e ha sempre il sorriso sul viso. Mi sorprende la sua semplicità, il suo prendere subito confidenza in modo spontaneo e non con la solita falsità tipica del mondo dei dj. Inizia a suonare e dopo la prima ora di serietà, da vera professionista internazionale quale è, stupisce il suo scherzare con la gente in pista, fare versi a tutti, il suo alzare le mani e scherzare con chi le sta intorno. Un’ottima persona, cordiale, simpatica, dalla quale, a mio avviso, molti dovrebbero imparare. Passa dalla techno più estrema, a dischi fuori dal comune, con voci melodiche che danno un tocco di femminilità al suo set.
Ultimo disco, a mio avviso, di una super serata, ed Ellen mi guarda, stanca, ma quasi come per dire “ricomincerei a suonare da capo”. Ma in fondo: e chi non vorrebbe suonare al Tenax?