Musica di gran classe quella che compone l’ultimo disco di Lawrence, artista teutonico in orbita Cocoon, Smallville, Dial e Kompakt. Anche se non è la nota label col pallino nero ad aver prodotto questo LP dall’impatto quasi cinematografico (in questo senso trovo il titolo davvero azzeccato), si tratta invece dell’ottima Dial, già madre di svariati dischi di alto livello. Artisti come Efdemin, Roman Flugel, Pantha du Prince e lo stesso Lawrence sono solo alcuni dei nomi del catalogo Dial. Ma torniamo a noi, è il momento di assaporare le undici canzoni che compongono il disco.
“The Opening Scene” è l’intro che da il via a un trittico di pezzi dall’aria rilassata, quasi stanca ma non annoiata, come in certe scene trite e ritrite che però, e non so spiegare perchè, ti rilassano tutte le volte e ti appagano inesorabilmente. Un esempio? Fasci di verde e pini squarciati da luce iridescente si danno il cambio alle spalle di un vetro cristallino mentre te ne stai seduto comodamente al posto finestrino del treno che ti sta portando via di qui, altrove, lontano, con un libro aperto sopra le ginocchia e le cuffiette fissate ai buchi delle orecchie. E vai, vai, vai all’infinito seduto su quel treno, fino “In Patagonia”, passando per gli occhi vivi di “Marlen” e tante altre piccole luci brillanti più che mai, fino a due pezzi di vita composti apposta per te, “Kurama” e “Angels At Night”. Sono loro le gemme di un disco che scalda, spinge e ti porta via con se, in un orgia di sensi perfettamente collegati fra di loro, dominati dall’udito. Suoni ovattati, primordi di gioia. Echi sinistri che solo pochi producers. Talento vero quello di Lawrence, che nel suo crescendo di house, chill out e breakbeat vagheggiante (difficile definire con precisione il tutto, almeno per me) si spinge ben oltre le pareti di un dancefloor e ben oltre uno studio di registrazione. Vita vera per momenti veri, ecco.
Certo, ogni disco ha il suo neo e qui c’è una traccia che proprio non capisco perchè, come una nota stonata che… ma chissenefrega, il disco è bello ragazzi. Onore al ‘Creator’, come impone la chiusura.