Chiamare battibecco la disputa acida che, a colpi di cinguettii e comunicati stampa, sta vedendo protagonisti Four Tet e il management di LateNightTales richiede un bell’esercizio di fantasia. Sarebbe come dire che in realtà la carriera del norvegese Haland non si è chiusa a causa di Roy Keane, dal momento che il capitano dello United lo aveva a malapena sfiorato.
Nella fattispecie la storia suona più o meno così: nell’ormai lontano 2004 viene commissionata a Kieran Hebden una compilation della collana LateNightTales; lui fa il suo – lo fa molto bene a dire il vero – tanto che il suo CD spopola e, com’è costume dalle parti della label britannica, a distanza di anni vengono mandati in stampa i vinili per la gioia dei collezionisti. Non sia mai, apriti cielo. Four Tet si risente, disconosce i vinili e, addirittura, invita i suoi fan ad ignorarli a vantaggio del download gratuito della compilation – oltre ad offire a tutti i suoi follower la cover di “Castles Made Of Sand” di Jimi Hendrix. Perché? “Non mi hanno nemmeno fatto sentire i master!”. I ragazzi di LateNightTales rispondono diplomaticamente, ma le loro parole suonano un po’ come “bello mio, tanto hai fatto tant’è oggi, perciò tagliamola qui”.
In tutta franchezza, come andrà a finire la faccenda non mi interessa più di tanto. Ciò che mi preme sottolineare, invece, è che ormai le star della musica elettronica cominciano a prendere posizione (anche in modo scomodo e talvolta impopolare) come mai prima d’ora. Sarà tutta colpa di Twitter e dei demoniaci social? Mmm, sarebbe come dire che il vecchio Roy, nel colpire il “povero” Haland, quel pomeriggio all’Old Trafford è solo scivolato.