Il duo Dusky è solo uno dei prodotti figli del cambio di rotta voluto da Will Saul e Fink per la loro Aus Music, label britannica che da mesi strizza insistentemente l’occhio a quel genere ibrido un po’ UK bass, un po’ deep e un po’ classic house. Progetto giovane e tutto sommato pieno di vita quello messo su da Alfie Granger-Howell e Nick Harriman che, dopo una manciata di uscite su Anjunadeep e Naked Naked, sembrano aver trovato la loro dimensione proprio in Aus Music, pronti come sono alla loro seconda release.
Quando si fa uscire un disco di successo come “Nobody Else” e quando si fa parte di un roster di artisti validi come Midland, Bicep e Deetron (giusto per buttar giù un terzetto di nomi con cui si spartiscono il catalogo di Aus Music) la fregatura è dietro l’angolo, fregatura che fa rima (non solo in modo figurato) con spalmatura: si spalmano le uscite tra gli artisti, si spalmano le release degli artisti. E così si finisce per correre il rischio di confondere dischi e facce, scelte stilistiche e prese di posizione musicali. Praticamente una label/famiglia finisce per diventare un contenitore che mensilmente bussa alla porta delle nostre borse dei dischi, senza tuttavia rinnovare la sua proposta. Si rischia meno (perché farlo?) e ci si annoia un pochino di più, uscita dopo uscita, così come in passato è toccata al manifesto più parlante di questo fenomeno poco onorevole: Crosstown Rebels.
O mio Dio che catastrofe. No. Perché Aus Music qualche nota veramente lieta continua a regalarcela – essere esigenti è un conto, diverso è fare gli stronzi spocchiosi per partito preso – e in questo caso l’accento lo mette “Rise For Love”, disco che fa dell’abbraccio tra giro (scemo-scemo) di piano e vocal il suo punto di forza. Semplice e diretto come tutti i dischi che fanno la differenza. E allora compriamo pure questo, c’avete convinto anche a questo giro.