La parola sperimentare può arrivare a significare diversi concetti tutti però con un unico filo conduttore: l’innovazione. Trovare nuovi stimoli, nuove ispirazioni è da sempre il motivo che ci porta lontano, in situazioni sconosciute, fuori dalla normale visione della realtà. Presso l’Auditoriun di Roma il 12 Gennaio 2008 all’interno del Mit in Town musica per Roma, organizzato da Snob Production, è andato in scena “Carl Craig & the Innerzone Orchestra”.
Questo live rappresenta uno spaccato netto tra due generi musicali così diversi tra loro, ma molto vicini. Di sicuro non ha bisogno di presentazioni, Carl Craig, dj unico nel suo stile, precursore della techno di Detroit, sempre pronto a regalarci nuove performance e alla ricerca continua di una propria personale strada, ispirandosi talvolta al funk, passando per il jazz fino ad arrivare al soul. Con lui ci sono Francisco Mora (batteria), Francesco Tristano (piano), Kelvin Sholar (tastiere) e Damon Warmack (basso). Pensate per un attimo ad unire sonorità da club accompagnate con un suono caldo ed avvolgente come quello degli strumenti classici. Il risultato è garantito. Provate a chiedere a Leonardo Bazzucchi e Massimiliano Vana, forse loro sapranno darvi delle notizie in più. Questi due ragazzi, già impegnati in altre edizioni del Mit presentando con alcune clip il profilo di alcuni artisti, hanno pensato di racchiudere questo live all’interno di un documentario. Con la sponsorizzazione di una nota azienda di vestiti, la “Carhartt”, e la successiva realizzazione a cura di una casa di produzione indipendente “Ladafilm” il documentario raccoglie in soldoni quelle che sono state le sensazioni a caldo dei protagonisti che si sono esibiti. Una sorta di dietro le quinte, che ha accompagnato gli artisti per tutta la permanenza nella capitale. Esemplare l’intro del documentario: un fantastico scenario come quello dei fori imperiali, rappresenta una veduta sul futuro, così come chiarisce Carl Craig: “la techno oggi è l’inizio per il futuro”.
Il filmato è stato divulgato un po’ in tutta Europa (dove forse più che in Italia la passione verso la musica elettronica è molto più sentita), riscuotendo addirittura molto successo anche in Giappone. Un esperimento così non è da tralasciare anzi, va approfondito e divulgato. Cari ragazzi a quando la prossima…???
Valerio Spinosa
Si definisce un’audiocassetta TDK dove nel lato A c’è tutta la passione per l’elettronica fina quella che più di tutte strizza l’occhio ad un certo tipo di ambient per intenderci. Nel lato B invece le più strane deviazioni Italo-trash prendono forma e camminano su un sentiero tutto parallelo. Sogna la salsedine ma il grigiore nord europeo lo circonda.
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