Rimbalza rapidamente, di sito in sito, di blog in blog. Il mio feed di Facebook, dedicato alla musica elettronica, è già pieno: come un virus. A sorpresa, su Rinse.FM, 8 ore di Four Tet: gli inediti di Anthony Naples, Caribou, Souleyman e alcuni estratti del nuovo album e soprattutto l’inedito con Burial.
Tutto molto alla Burial e con il sample protagonista, preso da Mariah Carey, ma qualsiasi generale opinione su eventuali evoluzioni nella musica dei due, con 5 minuti di inedito, mi sembra prematura. Tutto comunque molto bello, con le valide considerazioni fatte su Beautiful Rewind da Emiliano Colasanti.
Qui però vorrei sottolineare la gestione che Kieran Hebden fa e ha fatto di Four Tet, in questi mesi. Come il più navigato degli uffici stampa ha lasciato briciole qua e là, per non interrompere mai del tutto l’attenzione: vuoi l’estratto dall’album, le cose dette a metà/non dette, la produzione di un altro artista o un nuovo estratto dell’album, una polemica con qualcuno o la notizia flash alla domenica. Briciole che sono aumentate via via che si approssimava la data di rilascio del nuovo lavoro e che, messe su calendario, mostrerebbero come Four Tet sia riuscito a mantenere un flusso comunicativo continuo con l’esterno, aumentato in prossimità di una data importante come il lancio di Beautiful Rewind, gestendo in modo sapiente la propria immagine, le notizie che lo riguardano, senza far venire meno la soglia di attenzione o essere vittima di una eccessiva esposizione. In queste condizioni, la ciliegina sulla torta con la trasmissione di ieri e il traino di Burial. La popolarità di Rinse.FM, Twitter e la viralità nei social network hanno fatto il resto.
Tutto ciò si chiama promozione, non si è inventato niente chiaramente. Anch’essa fa parte delle direzioni marketing di ogni casa discografica, azienda o personaggio pubblico, artista di un certo livello o politico. Come lo è un video ibizenco di un Richie Hawtin qualsiasi o la preview di un festival. La sola differenza sta nel target di riferimento e nella tipologia di attività o canale scelto ma l’obiettivo resta uno: favorire la vendita un prodotto, più o meno valido artisticamente, ma comunque spendibile sul mercato. Non c’è niente di male in questo, basta esserne coscienti.
Per questo la prossima volta che condividerete uno stato di Four Tet, una foto dei Boards Of Canada, ecc, ecc… chiedetevi qual è la differenza con la comunicazione di massa dei Daft Punk, l’ego smisurato di Kanye West o la guerra a colpi di nudo tra Miley, Rihanna e Lady Gaga.