Sapete, ho stilato una classifica. Anzi, a dire il vero non l’ho fatta io: ho chiesto a tutti i miei amici di darmi un voto, poi ho accumulato i risultati e da lì tiro fuori la classifica. La classifica più figa del mondo. Perché, sapete, io ho tanti amici. Migliaia e migliaia sparsi in tutto il mondo. Molti di essi magari fan parte di nicchie che condividono una passione sfegatata per un’unica cosa. Molti altri magari non capiscono un cazzo di niente. Tra i miei amici ci sono anche degli espertoni, ma capite bene che sono una minoranza. Le mie amicizie sono estremamente eterogenee e questo rende la mia classifica piuttosto imprevedibile nei dettagli, sebbene a grandi linee più o meno tutti sanno cosa ci finisce dentro.
Ah, non vi ho detto di cosa tratta la mia classifica: è la top-100 dei piatti più buoni.
No, non specifico il tipo di piatti. Non vincolo la scelta a recenti invenzioni o grandi classici. Non me ne importa un fico secco. Io non faccio altro che accumulare i risultati e pubblicarli.
Ora, quando si ha a che fare coi grandi numeri, come nel mio caso, le dinamiche son note. Tra chi vota ce ne sono tantissimi che, se volete un mio giudizio, non possono essere definiti esattamente dei “palati raffinati”, e non si sbattono particolarmente a cercare la creazione culinaria più innovativa. A questi se ne aggiungono tanti altri che mangiano giusto per sopravvivere e di cucina ne sanno abbastanza poco. E infatti ogni anno nella mia classifica non mancano mai cose come gli spaghetti alla carbonara o il riso alla cantonese. Ma anche la cassoeula e il filetto di renna selvatica. Perché, ve l’ho detto, votano da ogni parte del mondo, e anche le realtà isolate, se compatte, vengono fuori. Poi certo, un mio amico dell’Inghilterra occidentale mi ha anche votato le vongole scottate al pepe rosa e mandarino caramellato. Ma con l’enormità di voti che ricevo, ovviamente non resta traccia di un piatto come quello. E poi, cosa volete che ne capiscano di cucina in Inghilterra.
Anche quest’anno è uscita la mia classifica, e ovviamente ne parlano tutti. Evito di raccontarvi tutte le cento posizioni, ma ecco le più significative:
1° – Cotoletta di maiale con patate al forno
2° – Frittura di calamari
3° – Meringa alla fragola
5° – Zucchero filato
11° – Gulasch
22° – Tonno in scatola (quando non dai regole vengon fuori cose stranissime…)
44° – Pizza con ketchup
46° – Cocktail di gamberi (scontato ma pur sempre un classico)
76° – Pane e mozzarella (all’inizio era la mozzarella in carrozza, ma la preparazione è stata un po’ stravolta)
89° – Marshmallows
Perché pubblico regolarmente questa mia classifica un po’ bizzarra? Per diverse buone motivazioni. Tra le prime ce n’è una facile facile: perché così posso fare un post con la parola “classifica” nel titolo, e questo mi dà una visibilità venti volte maggiore che un post con scritto “riflessione ontologica sui conflitti interiori dell’essere contemporaneo”. Se scrivo classifica, scommetto dieci a uno che tu ci clicchi sopra. E se sei arrivato fin qui, come vedi ho vinto. Poi, perché la mia classifica è una delle cose che mi rende famoso anche in luoghi dove non si parla mai né di me né del materiale che tratto. Quindi sarei proprio uno stupido ad abbandonarla. E di ragioni potrei aggiungerne tante altre, ma voglio dirvi la più sottile: perché la mia classifica è insensata. So benissimo che è insensata. Ma è proprio questo a renderla la più affascinante al mondo. Perché ognuno può leggerci quel che vuole. Chi mangia solo da McDonald’s la scorrerà alla ricerca del suo Big Mac. Chi è vegetariano conterà disgustato quanti pochi piatti di verdure compaiono. E chi si ritiene un professionista della cucina, avrà finalmente la possibilità di lanciarsi in critiche acide e nervosissime, con cui potrà attestare la sua condizione di superiorità di fronte a certe cose.
Dovreste vederli, che spasso i commenti di questi ultimi. Dicono peste e corna della mia classifica, ma non perdono mai occasione di leggerla ogni anno, posizione dopo posizione. Ne hanno un bisogno essenziale, gli serve dannatamente, per ribadire il loro collocamento nella scala gerarchica dei Grandi Conoscitori del Verbo Assoluto. Nell’ottica della propria soddisfazione, han più bisogno di me che della nuova opera del loro beniamino preferito. E io ogni anno ci sono, scateno un putiferio di commenti e discussioni, rispondo in un modo o nell’altro alle esigenze di tutti quelli che mi cliccano. E resto la classifica più chiacchierata dell’anno. Venitemi a parlare di dignità e autorevolezza, su, accomodatevi…