Crumbs: un nuovo modo di pensare la condivisione delle notizie musicali. In “briciole”, appunto, per seguire l’accelerazione intrapresa nell’era di internet da nuove uscite, eventi, aneddoti e opinioni a cui siamo interessati. “Troppe release da ascoltare, troppe informazioni da seguire ogni giorno” è la difficoltà che ci accomuna più o meno tutti, da fruitori come da divulgatori di contenuti. Per questo oggi inauguriamo una nuova modalità comunicativa: rapida e scattante, capace di coprire in un sol colpo le segnalazioni del momento in poche righe facili da leggere, come cultura web ci insegna. Perché siam tutti nella stessa barca, circondati da un ciclone di informazioni su cui vogliamo restare sempre aggiornati, e quel che serve è uno spazio in cui tali informazioni possano passare, anche nell’arco di pochissimi minuti. Da oggi questo spazio è Crumbs, e lo faremo crescere insieme a voi.
Oggi il tema sono i ritmi del nostro paese: una nuova mini-lista di personaggi squisitamente nostrani che in questo periodo stan dando il meglio di sé, stavolta incentrata sul versante ritmico. I beatz italiani son forse la realtà più variegata e stimolante che abbiamo, con un ampissima gamma espressiva che nel tempo si è andata ampliando e arricchendo di nuovi nomi. Quelli di cui si parla questa settimana sono qui. Streaming alla mano, of course.
[title subtitle=”Mudimbi, The Clerk e quel rap sporco, molto sporco”][/title]
Erano entrambi due nomi già rispettati e conosciuti nel giro underground, ma da quando han tirato fuori questa famigerata “Supercalifrigida” son diventati praticamente gli eroi nazionali: la traccia ha avuto diffusione virale fin dal primo giorno, la segnalazione tra le pagine della Mad Decent è diventata subito motivo di orgoglio e la messa in onda su Radio Deejay è stata la conferma di un fenomeno dalle dimensioni fuori dal comune. Anche perché il pezzo è una bomba a mano di quelle che capitano molto di rado. Fatta con quel poco che serve, un giro sintetico minimalissimo, un ritmo essenziale, una parte rappata che è una slavina cattivissima di insolenza a luci rosse e tanti saluti ai paladini di perbenismo e femminismo del nostro paese. Da questa settimana c’è anche il video, così diamo un volto ai nemici della strada che circolano tra noi. La provincia è un posto pericoloso, se hai paura resta a casa e ascolta Moreno…
[title subtitle=”Digi & Colossius: dove ti portano le freak passions”][/title]
In quel di Firenze i beats sanno inventarseli alla grande. Il suolo toscano è quello che più si è aperto alle contaminazioni più disparate e le uscite ormai si affastellano al ritmo minimo di una al mese, sempre con lo sguardo rivolto lontanissimo dalle normali radici musicali che si possono pensare. Un eclettismo che non conosce confini, Digi G’alessio e Colossius ne son la testimonianza sempre viva: il primo spazia tra ritmiche esotiche, afro, funk e freaky praticamente da sempre (mentre live è completamente un’altra persona, una schizofrenia stilistica che fa impazzire molti), il secondo bazzica su linee intelligenti e affinità dub da dieci anni e passa, da solo come negli Ether. Questa settimana è la volta della Thailandia: su Ragnampiza trovate trenta minuti di mix a doppia firma su tema “corda Thai”, uno di quei viaggi di fantasia e ingegno che ti fanno sentire un occidentale piccolo e limitato. Da ascoltare preferibilmente in spazi aperti, ‘ché la mente avrà di che espandersi.
[title subtitle=”HLMNSRA: armonie meridionali a Londra”][/title]
Raimondo “Hello My Name Is Ra” Taibi dà proprio l’impressione di saper pensare in maniera differente da tutti. Fino all’anno scorso era solo un nome che spuntava qua e là tra i featuring degli altri beatmakers italiani, poi quest’anno di colpo le interviste e l’ingresso nella ferratissima Fresh Yo!, che la settimana scorsa ha pubblicato la prima release ufficiale, “Untidy Tiles”. Dentro ci senti tutta la capacità di ragionare su orizzonti ‘altri’, come solo un siciliano trapiantato a Londra può fare: beat raffinatissimi che sentono nel sangue l’Europa delle sperimentazioni post-dubstep, ma un senso di appartenenza ancora forte alla comunità italiana (la compila “Beat.it” del 2011 resta ancora il principale riferimento strutturato nella scena, sebbene ormai sia stato superato dalle direttive di ricerca di tutti i partecipanti di allora). E in “WU” ci sono anche i vocalizzi vaporosi di Kae, che ormai dovreste conoscere bene. Sentite che eleganza.
[title subtitle=”Vaghe Stelle, il signorotto di Torino”][/title]
Se siete assidui frequentatori del Club2Club, avrete notato che il nome “Vaghe Stelle” non manca mai in line-up. Di più: se bazzicate spesso le serate torinesi, non vi sarà sfuggito il fatto che il buon Daniele Mana sta sempre lì, dentro ogni serata che conta. I suoi set son sempre un ottimo lubrificante, scorrono tra geometrie accattivanti ma mai troppo complesse, perfette sia per scaldare il pubblico pre-serale che per condurlo lungo le ore tarde. Settimana prossima esce il nuovo EP, “Hope”, per quei mattacchioni di Gang Of Ducks (non sapete chi sono? Nessuno lo sa, ci si basa solo su una manciata di produzioni e su video come questo in bilico tra The Blair Witch Project e Sinister). Gira già un estratto, “10th Hope”, che fa trapelare la matrice technoide della release. Stuzzicante come sempre.