“Deep Shadows” o, ancor meglio, “Nautic Walking” se preferite il nuovo orientamento quattro quarti di Cuthead, sono le perle di “Everlasting Sunday”, il nuovo EP / quasi-album firmato da Robert Arnold.
Elettronica intelligente e senza confini quella del produttore di Dresda. Uno che in piena crisi economica si mette a scavare a cielo aperto negli archivi del proprio background musicale, passando per le strade polverose e interminabili del vecchio movimento underground della Germania dell’Est. Gli archivi parlano per lo più di hip pop, breakbeat, house acida e gonfia di bassi, melodie jazz e sonorità grezze, quasi preistoriche. Senza rinunciare a irrobustire i suoi temi tradizionali con possenti dosi di classe esecutiva, fantasia e mestiere, Cuthead si avvicina con la testa sulle spalle e la schiena dritta a questo nuovo modo di fare elettronica.
In “Deep Shadows”, prima traccia lato A del disco, rimaneggia un classico con intelligenza e senza snaturarlo. Questo pezzo trafugato dal repertorio della cantante Little Ann, viene esplorato dal produttore ed è in tal senso un esempio di classe cristallina, dove senza sprecare neanche una nota e incastrando il tutto con maestria, vuole creare spazi immaginari e musica che apre la mente ai ricordi. I cinque minuti di “Nautic Walking”, dominati da una linea di basso sali-scendi, gommosa ma affilata, sono una piacevole e spensierata ballata notturna di cosmic house, fatta di suoni nervosi ma puliti, che aggiorna all’anno 2013 il repertorio di Cuthead, sempre più tendente a orientarsi verso queste sonorità.
Si tratta di un lavoro di un artista che ha tutte le carte in regola per entrare nell’Olimpo dei producer elettronici di talento. Uno che da diverso tempo ci tortura i timpani con molteplici e instancabili progetti di qualità, costruiti in mille modi e con una certa grazia esecutiva che ne celebra, appunto, la luminosa bellezza. Il segreto di questa ennesima operazione riuscita sta proprio nel dedicarsi alle geometrie variabili e ai suoni scattanti delle macchine che si sentono inconfondibilmente. La differenza che rende questo disco zampillante di idee, avvolgente con tutte le frequenze rilasciate dall’uso delle strumentazioni, è proprio l’uso delle stesse e il saper accostare generi diversi con tanta abilità e disinvoltura.
Splendido Cuthead, splendida questa release farcita di sonorità centrate, disseminate di salti e cambi di prospettiva che non deformano l’immagine nitida del sound dell’artista, ma lascia comunque sbalorditi.