Quella di Brendon Moeller è un’idea di contaminazione verace e sfacciata, apparentemente non classificabile dalla critica o dalle classificazioni per genere come “ambient” o “dub techno”; piuttosto un accostamento di generi ruvidi, di tradizioni ed origini che quando avvicinate generano spinte maleducate ed energiche, senza che si ricerchino a tutti i costi dei nomi per definire questa musica. Divertente e rozzo, la musica di Brendon Moeller è al tempo stesso elegante nella sua incontenibile eccentricità, che coerentemente non prevede alcun obiettivo se non quello spontaneo di immergere l’ascoltatore nella profondità dei suoi mondi fatti di suoni sintetici.
“Storming Heaven” è il nuovo album di casa Prologue, e non poteva essere altrimenti. Da diversi anni questa sinergia tra l’artista sudafricano e la label bavarese sembra aver trovato degli accordi importanti, tanto da disegnare le linee guida della techno più ricercata. Gioviale ed ipnotico, ballabile e complesso: un’ora e mezzo di immagini strappate alla quotidianità, che ci accompagnano per tutta la durata nelle strade tortuose, a tratti ripidissime di Moeller, il tutto servito con un calice di nostalgia.
Chef techno a New York (città dove vive e si evolve musicalmente), plasma un caos maestoso e pensante, amalgama con sapienza bassi e acuti con i potenziometri delle sue macchine e sempre evitando il senso di disordine ci regala questa successione implacabile di suoni dinamici e ogni pretesto è buono per dare forma ad una tensione continua e logorante. La traccia “M13 + DPO” è un’espressione triste e disperata, una sofferenza continua che chiede per otto minuti di fermarsi almeno un secondo a pensare. “Tricks Of The Shade” è una splendida chiusura elettrica a tema, oscura e cavernosa, carnale e volutamente sussurrata, perfetta nel suo scorrere a 33 giri: ipnotica, vorticosa e rarefatta come la nebbia.
Sceneggiata in bianco e nero di un King Kong che attacca aerei da guerra da sopra una torre ne fa da copertina. Per voi Moller è un pilota dell’aviazione o il mostro peloso? Non credo importi: “Storming Heaven” m’è proprio piaciuto e credo si sia capito.