Iniziamo con un po’ di retorica da bar: per quelli come me, che vivono il Natale e tutto il suo carrozzone con un pizzico di malcelata malinconia, questo rappresenta il periodo dell’anno in cui si sente ancor di più il bisogno di cercare una sorta di conforto (il termine è volutamente forte) in ciò che abbiamo di più caro, anche se il bilancio dell’anno appena trascorso può dirsi positivo. Spesso e volentieri tale conforto è dato dalla musica, almeno nel mio caso.
A Natale più che mai, quindi, non c’è nulla di male a buttarsi a capofitto nella ricerca del disco giusto e sfruttare la tredicesima per coccolarvi. Questi vizi sono sani e giusti, venitemi a dire il contrario.
[title subtitle=”Ø PHASE – Frames Of Reference (Token)”][/title]
Album maturo, di quelli a cui l’artista è arrivato col tempo e con la consapevolezza di aver costruito un percorso coerente e fatto di passi sempre fermi e misurati. L’amico Ashley Burchett, insomma, c’ha consegnato una raccolta di quelle da prendere e mettere in borsa senza esitazioni: proprio ora che il mercato è inondato da roba che punta a traguardi industrial-catastrofici, infatti, c’è bisogno di musica che stacchi il rumore a cui spesso siamo costretti e questo nuovo bellissimo Token fa esattamente questo: la differenza.”Just Another Dance” o “The Bwiti Initiate”, fate voi…it’s techno time.
[title subtitle=”Juho Kahilainen – Dyson Sphere (M_Rec LTD Grey Series)”][/title]
Uno dei dischi più belli tra quelli che mi sono capitati tra le mani negli ultimi tempi. Subdole nel loro ipnotismo e avvolgenti con i loro synth acidi: “Xemx” e “Coronal Loop” sono due viaggi senza ritorno di una bellezza indiscutibile e ineccepibile. Chi ama la space techno e se lo lascia sfuggire è uno stronzo.
[title subtitle=”Psyk – Eclipes (CLR)”][/title]
E’ il primo CLR che compro in vita mia e non so se questo è un bene o male, fatto sta che ho scoperto una passione per l’adorabile caciara che è solito firmare Psyk. Ma la sua musica ha sempre avuto questo tiro e questa incisività o sono semplicemente cascato dal pero io?
[title subtitle=”Amir Alexander – Don’t Go EP (secretsundaze)”][/title]
Amir Alexander ci consegna l’ennesimo EP spacca pista. Sostanza, qualità e immediatezza: Londra chiama, Chicago risponde.
[title subtitle=”Graze – Edges (New Kanada)”][/title]
Ho un debole per New Kanada e questa nuova raccolta a firma Graze non fa che confermare quanto la fiducia che ripongo (a scatola chiusa, incondizionatamente) nella label tedesca si ben ripagata. In “Edges” ce n’è di roba buona, qualche nome? “Stack Array”, “Skip/Crush”, “Airror” e “Scrap” (per i più “audaci”).
[title subtitle=”V.A. – 50WEAPONSRMX01-09 (50Weapons)”][/title]
Non sono il tipo che ama le super raccolte natalizie che è solita proporre 50Weapons – men che mai quelle che le label tendono a propinarci prima dei grandi eventi (leggere titoli del tipo “Super Sonar Sampler” o “ADE Special Compilation”) – eppure questa qui è riuscita a vincere la mia iniziale diffidenza e a fare centro. Sarà per i quattro inediti, tra cui spicca un remix davvero notevole a firma Tale Of Us per “Vertigo” di Cosmin TRG, ma qui a spopolare sono le tracce contenute negli EP di remix con cui la label dei Modeselektor ci ha letteralmente preso a sberle a suon di beat animaleschi. Perla del doppio CD è il remix di Bambounou per “Negativity”: da rispolverare assolutamente.
[title subtitle=”Pip Williams – Mode#7 (Brokntoys)”][/title]
Interessante prima release per Brokntoys che per l’occasione si affida al britannico Phil Ventre. Beat spezzettati serviti su tappetoni/pad elettronici rappresentano l’anima delle validissime “Pleasure Deficienty” e “Ashburton”. Per cambiare un po’, mica male!
[title subtitle=”So Inagawa – Logo Queen (Cabaret Recordings)”][/title]
Si tratta dell’uscita numero uno per la label dello stesso Inagawa. Ho ascoltato “Selfless State” dopo aver ricevuto una brutta notizia, ho avuto i brividi e confesso di aver avuto per un istante gli occhi lucidi. Non nego di essere fin troppo emotivo, ma questo disco è meglio di una carezza.
[title subtitle=”Synkro – Lost Here EP (Apollo Records)”][/title]
Mattè, ascolta questa…sembra Burial!”. Effettivamente è proprio così: “Questions”, uscita su Styrax un paio d’anni fa, m’è sembrata immediatamente un lavoro scappato via da “Untrue”. E questo, in fin dei conti, non è necessariamente un male. Così Joe McBride ha conquistato la mia attenzione; ma dopo un po’ di ricerca e qualche ascolto in più non ho potuto fare a meno di notare che la musica dell’artista di Manchester ha molte altre sfumature, tutte valide. Basta prendere “In My Arms” da questo nuovo EP su Apollo Records: a voi non ricorda un po’ Jamie Woon?
[title subtitle=”V.A. – Hard Dreamers EP (Fortezza Records)”][/title]
Prodotto tutto italiano nuovo di pacca che esordisce con un V.A. di ottimo spessore. Per noi “Mofo” di Andrea Guazzeroni, aka Speakdeep.