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[tab title=”Italiano”]Franck Roger sta alla house music come un vinile al suo piatto: un legame indissolubile e un suono autentico che negli anni è rimasto fedele a quello di New York, Chicago e Detroit. Un’ispirazione e una devozione che si traducono anche nell’utilizzo di strumenti analogici tanto durante i suoi live che nella realizzazione dei suoi dischi e che hanno fatto di Franck un rappresentate della cultura house lontano dagli approcci modaioli e da facili hype. “Home Invasion” è quindi il suo nuovo progetto nato con l’intento di sintetizzare le idee fondanti l’house music e di ottenere un suono in cui la precisione scientifica e calcolata dei beat cede il posto ad un approccio più organico: ogni strumento suonato vive e contribuisce all’armonia come un attore sulla scena rende il palco vivo e dinamico. E Franck Roger è il regista. Pronti per la Home Invasion?
C’è stato un momento in cui hai pensato: “voglio fare il dj”? Chi ti ha inspirato?
Non ho mai avuto questa sensazione o la pretesa di essere un DJ con le maiuscole, volevo solo suonare in camera mia, a casa, e goderne io per primo. Poi, negli anni ’90, ho iniziato a farlo in alcuni locali… poi sapete cosa è successo. Allora andavo a vedere DJ Deep al Rex Club di Parigi per i suoi leggendari party, e Laurent Garnier in qualche altra serata parigina. Questo mi ha ispirato molto…
Sei un esperto e amante del vinile. Cosa rappresenta per te?
Ci sono cresciuto. Allora il vinile era l’unico supporto per ascoltare musica indipendente come la house, per me quindi rappresenta tutto. È qualcosa di reale che possiedi, tieni nelle mani e metti nella tua collezione. Poi ha quell’odore così speciale e così via… può essere difficile trovarne uno se tutte le copie sono sold out, è qualcosa di unico. Non volatile come un file MP3 che puoi condividere facilmente.
Stai per uscire con “Home Invasion 02”, un disco che si concentra sulla musica prodotta con attrezzature analogiche. Che rapporto hai con l’analogico?
È come avere tanti attori proprio di fronte a me, io sono il direttore artistico e ognuno di loro
ha il proprio ruolo – “ok, oggi ragazzi suoneremo e parteciperemo tutti insieme”. Strumenti
americani, giapponesi, differenti brand e suoni che offrono migliaia e migliaia di possibilità.
“House Invasion” è un concetto basato sugli ideali fondamentali della house music. Ce ne vuoi parlare?
Come ho detto, sono cresciuto con il vero suono della house music, l’unico da NYC, Chicago e Detroit, quella è stata ed è ancora la mia ispirazione. Per me quindi realizzare questo progetto è come tornare alle mie origini, con un tocco moderno, naturalmente, e la mia visione di quello che vorrei trovare nei negozi di dischi oggi. Lontano da questa etichetta di deep house che le label danno, e che non mi piace molto.
Cosa ne pensi della scena house oggi?
Possiamo ancora chiamarla house music? Non per me, house music ha un significato diverso per me ed è la mia opinione. C’è un sacco di buona musica oggi, un sacco, è anche un sacco di musica di merda. L’unica cosa che so è che hai bisogno di sapere dove vuoi andare, musicalmente parlando, perché in questa Amazzonia di musica elettronica rischi davvero di perderti.
Quando nel 2004 inizi l’avventura della Real Tone con Lionel Marciano, quale era il tuo obiettivo? E oggi?
Abbiamo creato l’etichetta innanzitutto per produrre la nostra musica, dal momento che io sono molto produttivo. Eravamo giovani e nulla ci poteva trattenere, motivati dalla passione rilasciavamo quasi ogni pezzo che creavo. Poi abbiamo iniziato ad aprirci a molti altri artisti e, con il tempo, abbiamo avuto anche nomi nuovi. La nostra riflessione sulla nostra etichetta oggi è forse quella di affrontare le cose più lentamente, guardare indietro a quello che abbiamo fatto e concentrarci su cosa possiamo dare alla gente per mantenere l’etichetta creativa e in evoluzione.
Quante ore passi in un negozio di dischi?
Finché ne ho bisogno, diciamo circa un’ora a settimana, se si tratta di una buona settimana. E’ anche l’occasione per vedere alcuni amici, altri djs, prendere un caffè insieme. Sono abbastanza rapido quando valuto i vinili – quando è possibile passare da una traccia all’altra puoi davvero capire in 10 secondi se quel disco è per te oppure no…
C’è un disco che ha cambiato la tua prospettiva di musicista?
Non proprio, diciamo che ci sono molti artisti che hanno influenzato la mia musica oggi – tutti i tipi di musica, è davvero varia. L’elenco è lungo e avrei bisogno di molto tempo per farti i nomi.
Quanta parte del tuo lavoro è teoria, e quanto è pratica?
Lavorano insieme, suppongo. Non penso mai a queste due parole, io accendo i miei strumenti e il mio cervello, faccio un viaggio più lontano che posso e cerco di divertirmi – che è l’aspetto più importante per me oggi. Il risultato è la musica che ne viene fuori, instant house. Pensare troppo a volte uccide la creatività e i risultati.
Cosa significa essere un musicista oggi?
Non pretendo di essere un musicista, anche se ho imparato molto da loro e dai loro consigli in passato. Di cosa hai bisogno? Sicuramente di avere un buon orecchio perché molta della roba che ascolto oggi non è in tono o è molto dissonante e io non la chiamerei musica. Hai bisogno anche di una buona sensibilità per la musica e avere qualcosa da dire, dopo di questo, il mondo è tuo.[/tab]
[tab title=”English”]Franck Roger is at the House Music as a vinyl on his turntable: an unbreakable bond and an authentic sound which over the years has remained faithful to the one in New York, Chicago and Detroit. An inspiration and devotion that also result in the use of analog instruments during his live and in the realization of his records and that did of Franck a representative of the House culture away from approaches fashionable and easy hypes. Home Invasion is then his new project created with the intent to synthesize ideas founding house music and get a sound in which the scientific precision and calculated, robotic beats are swept to one side in favour of a more organic output: every instrument played live and contributes to the harmony as an actor on the stage makes the stage alive and dynamic. And Franck Roger is the director. Are you ready for Home Invasion?
There was a time when you thought: “I want to be a dj?” Who inspired you?
I never had that feeling or pretension to be a DJ with the big letters, I just wanted to spin in my room at home and have it as pleasure for myself first. Then I started to play in few bars in the 90s you know what happen after that. At that time I was going to see DJ Deep at Rex Club in Paris for his legend parties and Laurent Garnier at a few parties in Paris. That was very inspiring for me…
You are an expert and lover of vinyl. What does it represent for you?
I grew up with it. At that time vinyl was the only material for us to listen to independent music like House, so for me it represents everything. It’s something real that you own, you hold in your hand, and store in your record collection. It has that special wax smell and on and on… it can be hard to found if all copies are sold out, it’s something unique. Not volatile like an MP3 file that you can share easy.
You’re about to release “Home Invasion 02”, a record that focuses on music produced with analog equipment. What is your relationship with the analog?
It’s like having many actors right in front of me, I’m the artistic director and each one has his own role to play – “ok today guys we’re all gonna share and play together” …U.S equipment, Japanese equipment, different brands and sounds that give thousands and thousands of possibilities.
Home Invasion is a concept based on the core ideals of house music. Can you explain the core ideals?
Like I said I grew up with the real House music sound, the one from NYC, Chicago and Detroit, that was my inspiration and still is. So for me this project is like back back to where I come from, with a modern touch of course, and my own vision of what I want to hear in the shops today. Far away from this “Deep House” tag that they label house with, which sounds not really good to me.
How do you feel about the house music scene right now?
Can we still call it House music? Not for me, house music has a different meaning for me and it’s my own opinion. There is a lot of good music today, a lot, and a lot of shit music. The only thing I know is that you really need to know where you’re going musically because in this Amazonia of Electronic music you can really get lost.
In 2004, when you start the adventure of Real Tone with Lionel Marciano, what was your aim with the label in the beginning? And today?
We created the label first to put out my music, as I was very productive. We were young and had nothing holding us back, motivated by passion and almost releasing every piece of music that I was doing. Then we started to open the label up to many of our artist and, over time, we had some new names on the label. Our reflection of the label today is to maybe take it slower, to look back at what we did, and focus on what we can give to the people to keep this thing progressing and creative.
How much time do you spend in a record store?
As long as I need, let’s say around an hour a week if it’s a good week. It’s also the chance to see some friends, other djs, grab a coffee together. It’s also a meeting point for artists. I’m quite rapid when checking vinyl – when you skip through a record you can really know in 10 seconds if this record is for you or not.
Is there an album that changed your perspective as a musician?
Not really, let’s say many artists influenced me in my music today – all kind of music, it’s really varied. The list is long and I’d need a lot of time to give names.
How much of your work is theory? How much is practice?
They work together I guess, I don’t really think about those two words, I just turn on my gears and my brain, take a trip as far as I can go and have fun with myself – that is the most important aspect for me today. The result is the music that comes out, instant house. Too much thinking sometimes kills the creativity and the results.
What does it mean to be a musician today?
I don’t pretend to be a musician, even if I learn many good tips by working with many of them in the past. What do you need? Definitely to have a good ear because a lot of stuff that I hear today is not in tone or it’s very dissonant and I don’t call it music. It also really needs sensibility to the music and has something to say as well, after that the rest of the world is yours.[/tab]
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