Siamo lieti di presentarvi un ciclo di interviste ai personaggi chiave che si celano “dietro” le etichette musicali, fuori dai rumors del music biz, pizzicando manager o direttori di label che hanno fatto o stanno facendo la storia della musica elettronica. L’intento è quello a noi caro di guardare oltre, in questo caso specifico di capire come si muove l’industria discografica, direttamente dal suo interno, attraverso le decisioni dei responsabili coinvolti nelle scelte che contano. Inauguriamo il progetto con le parole di Philipp (dei M.A.N.D.Y.) anche A&R della Get Physical, la comunità di musicisti elettronici fondata da Arno Kammermeier & Walter Merziger (Booka Shade), Philipp David Jung & Patrick Bodmer (M.A.N.D.Y.), Thomas Koch (DJ T.) e Peter Hayo.
La label, fondata nel 2002, può essere considerata come una comunità di produttori dediti alle diverse sfaccettature della musica elettronica atmosferica/emozionale, con una predilezione per quella da club (quindi dal carattere “fisico”), giusto?
Si, puoi considerarla così. Abbiamo sempre riservato molta attenzione sul lato fisico. La danza, il contatto, sangue, sudore e lacrime.
Cosa ha spinto i fondatori del progetto, nomi importanti della scena elettronica come Booka Shade, M.A.N.D.Y. e DJ T., a condividere questa esperienza?
Avevamo tutti un background molto diverso, ma condividevamo la stessa visione e la passione per questo tipo di musica. Così abbiamo deciso di unire le forze e di condividere le nostre esperienze per iniziare questa avventura insieme. Soprattutto per pubblicare la nostra musica e non dipendere più da altre persone.
Come vengono prese le decisioni in uno scenario così complesso? La tua figura professionale probabilmente è proprio quella di mediatrice…
E’ complesso, hai detto bene. Ecco perché prima facevo riferimento a “sangue, sudore & lacrime”. Un gruppo di sei persone con quote e diritti paritetici, ognuno ha dato il massimo per far nascere il progetto e per mantenerlo vivo. In fin dei conti abbiamo sempre avuto il nostro obiettivo ben chiaro davanti agli occhi e per fortuna riusciamo a trovare di volta in volta il modo di accordarci. Almeno fino ad oggi.
Ci piace molto l’idea dell’etichetta di essere aperta agli stili più vari (dal suono elettronico-orchestrale di Raz Ohara dallo sballo-house oriented dei Nôze; dall’elettronica electro-house dei Booka Shade alla tech-house dei M.A.N.D.Y. solo per citarne alcuni). Come si diventa parte di questa famiglia?
Credo che sia importante sopratutto cercare di dimostrare di avere un proprio carattere e che non si sta cercando di emulare qualcosa di già esistente. Non si può reinventare la ruota, ma si può lavorare molto sull’aspetto generale del proprio suono e poi aggiungere un 30% di ulteriore sforzo proprio quando si crede che una traccia sia già completa. Suonarla e poi risuonarla agli amici, ottenere consigli dal mondo esterno e poi lavorarci su ancora. Amiamo le sorprese, essere sorpresi noi per primi.
Avete un osservatorio dove tenete d’occhio i nuovi talenti?
Passa tutto attraverso i nostri canali, parlando con i colleghi, i promoters, i proprietari di club e contattando direttamente coloro con i quali crediamo sia possibile una collaborazione. Passare ore sui blog e su Soundcloud ecc, ecc. Nulla di particolare, solo molto lavoro e un buon lavoro di squadra.
Parlaci del momento in cui avete capito che stavate davvero lasciando il segno, quando è avvenuto?
Penso che sia stato nel 2004, quando Pete Tong selezionò un nostro brano (“Tonite” di M.A.N.D.Y.) per ben tre volte di fila nei suoi Essential Mix show. Quello era il momento in cui capimmo di avere gli inglesi dalla nostra parte, una cosa sempre molto importante. Una bellissima sensazione, veramente. Ma questo è solo un punto di partenza. Un sorta di attracco, che poi hai voglia di ripetere ancora, e ancora.
La componente visuale – il particolare logo con la donna di profilo – avrà influito all’identificazione dell’etichetta e quindi alla sua diffusione. Raccontaci qualcosa su chi cura questa immagine e com’è nata l’idea dell’illustrazione.
Mmmhhh. Il tutto risale a tanto tempo fa, non so se riuscirò ad essere precisissimo. Eravamo in cerca di un logo o immagine già da un anno e mezzo e credo sia stato Patrick ad avere l’idea per primo e tutti ne fummo soddisfatti. Lo stesso avvenne con la nostra etichetta sorella, “Kindisch”. Per mesi non riuscimmo a concordarci su nome e logo, davvero frustrante, però fummo d’accordo nel ritenere il nostro comportamento simile a quello dei bambini, infantile, così nacque il nome del progetto (la parola “Kindisch” in tedesco vuol dire letteralmente “fanciullesco” NDR). Ci andò bene però…
Il catalogo dell’etichetta comprende anche diverse compilation (la nostra preferita è “Body Language” che ha coinvolto nel tempo nomi di prim’ordine quali Dixon, Junior Boys, Matthew Dear, Modeselektor, DJ Hell, Azari & III). Lo fate per portare in scuderia le esperienze di artisti “amici” o per allargare le influenze dell’etichetta o per un mix di motivazioni.
Si tratta sia di persone che conosciamo da molto tempo che di artisti con i quali avevamo intenzione di collaborare. Lavoriamo sempre a stretto contatto con gli artisti al fine di pubblicare un mix che rispecchi l’etichetta e, naturalmente, l’artista. Non è sempre facile, ma penso che ci siamo riusciti abbastanza bene nel corso degli anni.
Com’è nata l’esigenza di fare da “etichetta ombrello” a realtà quali Kindisch e Poesie Musik? Si direbbe che state diversificando la proposta per farvi conoscere da una platea ancora più ampia.
Kindisch è un’etichetta adatta ad un momento diverso della notte. E’ più per le ore tarde, oppure per il giorno, che non disprezziamo assolutamente. Così i brani non devono essere per forza strutturati pensando principalmente al lato A. Sono più d’atmosfera e possono funzionare coinvolgendo in un modo delicato. Poesie invece è un’etichetta per i giovani produttori, che presentano una musica leggermente differente da quella che diamo alle stampe normalmente. E’ importante concertarsi sul nuovo e continuare a sperimentare ed il lavorare con questi ragazzi è anche fonte di profonda ispirazione.
Dal 2002 ad oggi quali sono state le tappe più importanti di crescita per la Get Physical?
Ad essere onesto non riuscirei nemmeno a nominarle tutte. Sono così tante le sfide e le piccole vittorie e naturalmente anche le sconfitte. Siamo felici per il solo fatto di riuscire a fare ancora quello che facciamo e di aver passato momenti fantastici. Ci sono 10 persone nel nostro ufficio a Berlino e tutti sembrano felici di essere lì. Noi amiamo la nostra squadra e non la cambieremmo per nulla al mondo. Tenere unita questa famiglia è probabilmente il più grande successo. Anche perché posso assicurarti che la paga non è sorprendente. Puoi credermi sulla parola.
Ci riveli una tua scelta strategica operata nella Get Physical della quale vai particolarmente fiera?
Credo che la più grande decisione è avvenuta due anni e mezzo fa, quando Booka Shade e DJ T. decisero di lasciare l’etichetta. Portare avanti un progetto come il nostro è molto faticoso, ci si fa un culo enorme e non si vede un soldo. Soprattutto se si dispone di una struttura articolata come la nostra. Così la scelta era di abbandonare tutto oppure di andare avanti con un sacco di debiti. Sono molto felice che abbiamo deciso di continuare questa battaglia, di proseguire all’avventura spericolata con la nostra amata ciurma.
Dacci una manciata di brani per comprendere al meglio l’evoluzione della Get Physical fino ad oggi.
M.A.N.D.Y. vs Booka Shade – Body Language
Chelonis R. Jones – I don’t know
DJ T. – Freemind
Samim – Heater
Djuma Soundsystem – Les Djinns (Trentemoeller Remix)
Junior Boys – Kinda Man
Hot Since 82 – Like you
Tim Green – So in love with you
Raz Ohara – Kisses
Noze -You have to dance
e molti molti altri che amiamo e che ci piace suonare…
Programmi per il prossimo futuro? Magari puoi svelarci qualche gustosa novità.
Metterci di nuovo per bene a lavorare in studio. Da quando siamo tornati dall’Europa con Patrick siamo stati molto in studio per terminare il nostro nuovo album. I nuovi ragazzi sulla breccia, AndHim, stanno curando il prossimo Body Language, direi che siamo pronti per affrontare al meglio questo 2014.
English Version:
We are pleased to introduce you a series of interviews with key people that stand “behind” the music labels, off the rumors of the show biz, pinching managers or label directors that have made or are making the history of electronic music. The intent, dear to us, is to look beyond, in this particular case to understand how the music industry moves, directly from within, through the decisions of people involved in the choices that matter. This project starts with the word of Philipp (from M.A.N.D.Y.) also A&R of Get Physical, the electronic community founded by Arno Kammermeier & Walter Merziger (Booka Shade), Philipp David Jung & Patrick Bodmer (M.A.N.D.Y.), Thomas Koch (DJ T.) and Peter Hayo.
The label, founded in 2002, can be considered as a community of producers that evolve different electronic moods – atmospheric/emotional sides – with a predilection for the club sounds (and therefore “physical”), right?
You can say so. We always had a strong focus on the physical side. The dance, the haptics, the blood, sweat and the tears.
What led the founders of the project, big names of the electronic scene as Booka Shade, M.A.N.D.Y. and DJ T., to share this experience?
We had all a very different background, but shared the same vision and passion for this music. So we decided to join forces and put all our experiences together and start this adventure together. Mainly to release our own music and not be dependent on other people anymore.
How did they make decisions for the label in such a complex scenario? Your professional figure probably is to mediate some aspects…
Complex is the right wording. That is why I wrote ‚Blood, Sweat & Tears‘. We were 6 people with equal shares and rights, so we fought a lot to get this baby on the road and to keep it on the road. But at the end we always had our goal in front of our eyes and luckily we most of the time came to an agreement. Up to this date.
We really like the idea of the label to be open to different styles (from the orchestral-electronic sound by Raz Ohara to the party-house by Nôze; from electro-house by Booka Shade to tech-house by M.A.N.D.Y. only naming a few). How can one become a part of this family?
I think it’s just important to really try to show that you have your own character and you don’t try to copy what is already there. You can’t reinvent the wheel, but you can put lots of work into sound design and put an extra 30% of work into the track when you think it’s finished. Play it out, play it to your friends, get feedback from the outside world and work it again. We love surprises, so surprise us.
Do you have a kind of observatory where you keep an eye out for new talents?
It’s just going through your own collection, talking to colleagues, promoters, club owners and contacting the kids yourself and ask for a possible cooperation. Spending hours on blogs and sound cloud etc etc. No magic, just lots of work and networking.
Tell us about the moment you realize that you were really leave a mark, when did it happen?
I think it was in 2004 when Pete Tong picked our song (Tonite by M.A.N.D.Y.) for his essential mix show 3 times in a row. That was the moment we knew we have the English on your side which is very very important up to this day. Great feeling by the way, really it is. But that is only the starting point. It gets you hooked and you wanna prove you can do this again and again.
The visual factor (the particular logo with the woman in side view) has affected the identification of the label and its outspread. Tell us something about who cares about this aspect and how did the idea of this illustration come out.
Mmmhhh… This is so long ago, not sure if I recall it so well. I know we were looking for logos and fonds for half a year and I think it was Patrick who came up with that idea and we were all happy with it. The same with our sister label ‚kindisch‘. We couldn’t agree on a name and logo for months, it was really frustrating and we all agreed we are like little kids, very childish, so that is how the name came up. Worked well at the end…
The label’s catalog also includes various compilations (our favorite is “Body Language” which involved over time top names such as Dixon, Junior Boys, Matthew Dear, Modeselektor, DJ Hell, Azari & III). The reason is to spread the experiences of artists considered “friends” or to wide the influences of the label or for a mix of reasons.
It’s either people we know for a long time or people we wanted to get in touch with since a long time. We always worked closely with the artists in order to provide a mix that is still representing the label and of course the artist. Not always easy, but I think we achieved it quite well over the years.
Wherefore the need to act as an “umbrella label” to Kindisch and Poesie Musik? Maybe diversify to introduce you to an even wider audience.
Kindisch is a label for a different time of the night. It’s more for the late hours or day parties which we love to play as well. So the songs don’t have to be so A-side driven. It’s more about the vibe and it can work on a very subtle way. Poesie is a label for the youngsters who produce a little different music than we would usually put out. But it’s important to not loose touch and experience new things and to work with those kids is great and inspiring too.
Since 2002 to date which were the most important growing stages for Get Physical?
To be honest I can’t even name them. There are so many challenges and little victories and losses of course. We are just very happy to still do what we do and have a great time with it. We are 10 people in our office in Berlin and everyone seems happy to be there. We love our team and we don’t wanna change it for nothing. To keep this lil family together is probably the biggest achievement. Because I can tell you so far the pay is not amazing. Working on that.
Can you reveal to us one of your strategic choice inside Get Physical of which you are particularly proud of?
I guess the biggest decision was 2,5 years ago when Booka Shade and DJ T. decided to leave the label. Doing a label is very tiring and you work your bum of for no money at all. Especially if you have an infrastructure like ours. So it was the decision to leave everything or to continue with a lot of depts. But I am very happy we decided to continue and take the battle on and continue the wild adventure with this lovely crew.
Give us a handful of tracks to better understand the evolution of Get Physical to date.
M.A.N.D.Y. vs Booka Shade – Body Language
Chelonis R. Jones – I don’t know
DJ T. – Freemind
Samim – Heater
Djuma Soundsystem – Les Djinns (Trentemoeller Remix)
Junior Boys – Kinda Man
Hot Since 82 – Like you
Tim Green – So in love with you
Raz Ohara – Kisses
Noze -You have to dance
and many many more that we still love and play out…
Plans for the near future? Maybe you can tell us some tasty news.
Working a lot in the studio again. After I got back to Europe Patrick and me are in the studio a lot to finalize our album. We have some very nice new EPs lined up for GPM and some interesting and surprising album projects for Kindisch. The new kids on the bloc AndHim are doing the next Body Language, so i guess we are all set for 2014.