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[tab title=”Italiano”]Louisa Pillot questo è il suo vero nome. Artista contemporanea, che fa della sua musica un mezzo espressivo potente. Profonda e spinta da una grande passione in tutto ciò che fa, combattiva e lucida. E’ questo che si desume dalle sue parole. Amica di Brodinski e Gesaffelstein, parte della francese Bromance Records. Le sue produzioni sono fresche e nuove, e proprio fra qualche giorno uscirà il suo ultimo lavoro “Traces” insieme alla sua anima gemella, come la definisce lei, Maelstrom. In attesa di cosa ci riserba il futuro, conosciamola meglio.
LOUISAHHH!!! Un grido di battaglia o un urlo di gioia… E’ questo lo spirito che hai durante le tue performance? O in generale nella vita? Hai una doppia anima?
Non credo che la dualità sia una frattura, o una scissione, ma bensì un modo per dimostrare integrità. E’ cliché, ma qui non c’è luce senza ombra, nessuna serenità senza sofferenza. Io cerco di incarnare l’intera totalità quando creo, non solo un elemento.
Tu canti, e hai un’educazione da musicista. Suoni il piano e la chitarra. Perché la dj? Come hai iniziato? Chi ti ha influenzato artisticamente?
Ho iniziato a fare la dj poco dopo aver scoperto la vita notturna, quando avevo circa diciassette anni. Sembrava essere la cosa più ovvia da fare, non solo a causa del mio background musicale ma anche perché una volta ho sentito Lauren Flax descrivere “essere dj” come: “essere solo grande fan della musica”. Mi sentivo senza paura ed eccitata quando suonavo le canzoni di altre persone in modo diverso da come suonavo le mie cose per gli altri. Questo è più o meno com’è cominciato.
Ho letto che hai avuto qualche problema di droga in passato, che ti ha portato da NY alla California. Come pensi che un ambiente influisca sul percorso di crescita e nel tuo caso artistico? Adesso ti dividi tra LA e Parigi?
Sono per lo più a Parigi ora, nonostante sia in tour costantemente, il che ha richiesto molto adattamenti – è una sensazione di straniamento che ho sempre desiderato, ma che, una volta trovata, mi ha fatto sentire molto sola, è stato difficile. Alla fine mi sono abituata al suo ritmo e ora mi deprimo un po’ quando mi trovo nello stesso posto per troppo tempo. Io credo che dove sei, con chi stai lavorando o la comunità che ti circonda, l’atmosfera del luogo, l’energia, le stagioni, tutto influenza l’arte. Per molto tempo ho erroneamente creduto che essere un’isola significhi non essere influenzata dal mondo intorno a te, un po’ stoico come pensiero. Di recente ho capito che le isole sono costantemente interessate dai sistemi meteorologici. Sono nel bel mezzo del fottuto oceano, che fondamentalmente disintegra la massa. Questo forse il modo in cui il posto in cui vivi influisce sul lavoro.
Com’è tornare a casa, a NY, a suonare?
Torno a casa molto spesso, in realtà, soprattutto perché NYC è molto più vicina a Parigi che Los Angeles. E’ stato pazzesco vedere come il sogno e la notorietà di Bromance sia cresciuta dopo ogni concerto fatto qui; è veramente un piacere suonare per persone così educate ed entusiaste. Mi auguro solo che tutti mettessero giù quei loro dannati telefoni e ballassero di più, alla fine di tutto.
I testi dei tuoi pezzi, sono tuoi? Che rapporto credi debba esserci fra le atmosfere create dalla musica con il significato del testo? Deve esserci una coerenza o sei più per il contrasto?
Scrivo tutti i miei testi. E’ fondamentale per legare le sensazioni alle parole, anche se il collegamento alla fine è contrapposizione.
Quanto sei ossessionata dal beat?
Il beat è un sinonimo, un codice. Ho sentito un’intervista ad un vecchio batterista jazz, non ricordo chi, e lui ha ripetuto più volte: “The beat is the law, man. The beat is the law”. Adoro questo.
Quanto tempo passi in studio?
Ad essere onesta, non molto. Ho la regola di scrivere e cantare ogni giorno, e poi cerco ispirazione da altri artisti, attraverso mezzi diversi, ogni giorno. Quando qualcosa è pronto, vado in studio per una settimana per un “bootcamp” con Maelstrom che mi aiuta ad articolare queste idee, o le scriviamo insieme.
Come ti sei avvicinata a Bromance?
Louis (Brodinski) era un mio amico, ha sentito il lavoro che ho fatto con Danny Daze e ha deciso di voler collaborare. Il tutto è iniziato chiedendomi di lavorare sul “Let the Beat Control Your Body”, ed è finito per essere Bromance #1, la prima release sull’etichetta. Il resto è storia, suppongo.
Quali sono, se ci sono, le qualità o le caratteristiche che bisogna avere per far parte di questa famiglia?
Per la mia esperienza non ti sarà chiesto di essere qualcosa di diverso da quello che sei, ma non ti sarà nemmeno permesso di essere se non il meglio che puoi essere.
Il vostro è un “genere” ibrido a mio avviso. Tu che ne sei la fautrice, come potresti definirlo, come lo spiegheresti a chi si sta avvicinando alle vostre produzioni?
Direi che è qualcosa fra la techno pesante e la deep house. Cerco di non utilizzare “generi” perché ritengo siano assurdi e limitanti. Cerco solo di capire quali siano le mie idee e i modi di cui hanno bisogno per uscire fuori usandomi come se io fossi un contenitore.
Fra poco uscirà il nuovo EP sempre su Bromance Records con Maelstrom, Bromance #15 “Traces”. E’ un seguito di “Translation”. Cosa dobbiamo aspettarci?
“Traces” non è un sequel ma piuttosto lo sviluppo del mondo che abbiamo costruito insieme. “Translations” è stato divertente ed organico, un insieme di cover o remix o variazioni su cose che già esistevano. “Traces” è qualcosa del nuovo tutto. Penso che sia ad oggi il nostro miglior lavoro.
Hai lavorato parecchio con lui, che tipo di alchimia si crea?
Maelstrom è la mia anima gemella musicale. Sembra banale, ma è vero. Ho difficoltà ad articolare questo concetto oltre quanto detto, ma è il mio DJ preferito e il mio amico veggente, il migliore sulla piazza. Trovo che quando lavoriamo insieme succeda qualcosa di diverso che non ho mai vissuto in esperienze precedenti. E’ una benedizione nella mia vita.
Translations EP Transcend EP. E’ un caso che la locuzione sia “Trans” che indica movimento, uno spostamento da una parte all’altra, andare oltre… è una sorta di messaggio in codice?
Sì. “Trans”, scientificamente , significa anche “lontano dal sole”. Questo introduce anche l’oscurità intrinseca del progetto.
Ho notato che sei particolarmente attenta al look, sbaglio? Qual è l’outfit giusto per una dj dietro la consolle? Come vedi quelle che puntano molto sul loro aspetto?
Credo che siamo intrattenitori oltre che artisti, ed è un piacere mostrare questo lato anche nelle scelte sui vestiti. Il mio outfit è la mia armatura quando sono sul palco. Ovviamente non ha a che fare con la mera scelta dei capi; le nostre priorità sarebbero completamente disallineate se così fosse. Se la moda può aiutare a diffondere vibrazioni positive o a creare un’esperienza trascendente o sublime, allora si sta facendo la cosa giusta. Mi sento più forte se mi vesto per una performance mantenendo tutto questo ben a mente.
Non mi ci metto neanche a chiederti come vivi da donna questo ambiente. Le dj donna però stanno piano piano prendendo piede e imponendosi nel mercato. Pensi che sia ancora una questione di genere? E’ ancora così importante?
Finché ci sono differenze di sesso, ci sarà la “questione di genere”. Le donne in questo settore, come in qualsiasi altro settore, sono “le altre”; creiamo l’idea di genere con la nostra presenza, essendo la minoranza. La mia natura, la mia sessualità influenza come e cosa suono più di ogni altra cosa, probabilmente, e non in maniera negativa. Traggo la mia forza da essa: posso farne leva o attenuarla, giocare con l’energia e l’apparenza mascoline o femminili. Penso che parte del processo di modernizzazione di questo elemento della nostra cultura, specialmente nella musica dance, ne stia permettendo la fluidità e l’interesse, proponendo punti di vista meno rigidi di quel che sia mai stato fino ad ora. Sono entusiasta di approfondire questi temi nei miei prossimi lavori.
Poco tempo fa hai suonato qui in Italia. Come ti sei trovata e che tipo di risposta hai avuto dal pubblico? E’ quello che ti aspettavi?
L’Italia è fantastica, super calda e fatta di persone gioiose.
Cos’è il progetto NYCPARTYINFO? E’ ancora in corso?
NYCPARTYINFO è un mio progetto con il talentuoso Stevie Be from Pipes. E’ lui ora il capitano della nave perché viviamo lontani e entrambi siamo molto occupati, ma NYCPARTYINFO non morirà mai.
C’è un obbiettivo lavorativo che vorresti raggiungere?
Certo.
Come vedi il tuo futuro? Che progetti hai?
Sono concentrata su un grande progetto segreto in questo momento. Sono così eccitata che sto per esplodere. State attenti, lo sto per rivelare, spero presto.[/tab]
[tab title=”English”]Louisa Pillot this is her real name. She is a contemporary artist, who makes her music as an expressive powerful vehicle. She is deep and driven by a great passion in everything she does, combative and lucid. That’s clear from her words. Friend of Brodinski and Gesaffelstein, part of the french Bromance Records. Her productions are fresh and new, and soon will be out her last release “Traces” with her musical soulmate, this is how she calls him, Maelstrom. Looking forward to what the future proposes, let’s know her better.
LOUISAHHH!!! It’s a war cry or a shriek of delight… Is this the spirit that you have during your performance and your life in general? Do you have a double personality/core?
I don’t think the duality is a rift, or a split, so much as a way of demonstrating integrity. It’s cliche, but here is no light without shadow, no serenity without suffering. I try to embody the whole when I create, not just one element.
You sing and you’ve got an education as a musician. You play the piano and the guitar. Why the dj? How did you start? Who has influenced you artistically?
I started djing shortly after I discovered nightlife, when I was about seventeen. It seemed to be the obvious thing to do, not only because of my musical background but because I once heard Lauren Flax describe djing as “just being a huge fan of music for a living”. I felt fearless and excited when I was playing other peoples’ songs in a way that I hadn’t experience playing my own music for audiences. That’s kind of how it began.
I read that you had some problems with drugs in the past that led you from NYC to California. How do you think the environment affects the growth and especially the artistic growth? Now are you divided between LA and Paris?
I’m mostly in Paris now, although I am touring pretty heavily, which took a lot of adjusting – it’s a feeling of placelessness that I had always wanted, but that when I finally got felt very lonely and hard. Finally I’ve settled into its rhythm and now I get depressed when I’m in the same place for too long. I do think that where you are, who you’re working with or the community surrounding you, the feel of the place, energy, seasons; it all affects the art. For a long time I was under the misconception that to be an island is to be unaffected by the world around you, kind of stoic. I have recently observed that islands are constantly affected by weather systems. They’re in the middle of the fucking ocean, basically disintegrating landmass. This is perhaps how place affects work.
How is to come back to your hometown and play?
I come home quite often, actually, especially because NYC is so much closer to Paris than LA. It’s been crazy to watch the dream and notoriety of Bromance grow with every gig here; really a delight to play for such an educated, eager crowd. I do wish that everyone would get off their damn phones and dance, though.
The texts of your tracks are yours? What kind of relationship do you think there should be between the atmosphere created by the music and the meaning of the text?
I write all of my own lyrics. It is paramount to connect the feel to the words, even if the connection is juxtaposition.
How much are you obsessed by the beat?
“The Beat” is a synonym, a code. I heard an interview with an old jazz drummer, I forget who, and he was just saying over and over again, “The beat is the law, man. The beat is the law”. I love that.
How much time do you spend in the studio?
To be honest, not much. I have a discipline where I write and sing every day, and then seek inspiration from other artists, across different mediums, every day. When something is ready, I go into the studio for “bootcamp” with Maelstrom for a week and he helps me articulate these ideas, or we write together.
How did you come to Bromance Records?
Louis (Brodinski) was a friend, he had heard work I did with Danny Daze and wanted to collaborate. Eventually he asked me to work on “Let the Beat Control Your Body”, and that ended up being Bromance #1, the first release on the label. The rest is history, I guess.
What, if any, are the qualities or characteristics that you must have to be part of this family?
My experience is that you will not be asked to be anything than what you are, but you will not be allowed to be anything but the best you can be.
Yours “genre” is a kind of hybrid, in my opinion. You who are one of the producers, you are making it, how can you define it? How can you explain it to anyone who is approaching to your productions?
I would say it is somewhere between hard techno and deep house. I try not to use genres as I believe they are both absurd and limiting. I try to set intention and allow what needs to come out to use me as a vessel.
On the 17th of march will be out Bromance #15 “Traces” your last EP with Maelstrom. It’s a sequel of Translations EP. What should we expect?
“Traces” isn’t a sequel so much as an expansion of the world we have been building together. “Translations” was fun and organic, covers or remixes or variations on things that existed. “Traces” is something new entirely. I think it is both of our best work to date.
You have worked a lot with Maelstrom, what kind of alchemy is created?
Maelstrom is my musical soulmate. It sounds cheesy but it’s true. I have a hard time articulating it beyond that, but he is my favorite dj and my psychic friend, the best in the game and only getting better. I find that when we work together something different is there that I haven’t experienced in prior working relationships. He is a blessing in my life.
Transcend EP and then Translations EP. They both starts with “Trans” that usually indicates movement, a shift from side to side, go beyond… it’s a kind of coded message?
Yes. “Trans”, scientifically, also means “far from the sun”. This says something about the inherent darkness of the project.
I noticed that you are particularly careful to fashion, right? What is the right outfit for a dj behind the console, your outfit? How do you see those female djs who give great importance on their appearance?
I believe we are entertainers in addition to being artists, and it is a pleasure to step up to the task of dressing as such. My outfit is my armour when I go on stage. Of course it’s not ‘about’ the clothing; our priorities would be out of line if it was. If the fashion can help get the vibe of the music across, or create a transcendent or sublime experience, it is the right thing. I feel stronger when I am dressed for the job.
I don’t wanna go into the “women situation” in the club industry but it seems that female djs are slowly increasing their success and importance. Do you think that it is still a gender issue? It’s still so important?
As long as there is gender differences, there will be a “gender issue”. Females in this industry, in any industry, are “the other”; we create the idea of gender with our presence, being the minority. My gender, my sexuality, inform how and what I play more than anything else, probably, and not in a bad way. I derive my strength from it, I can lean into it or away from it, play with a boyishness or a feminine look or energy. I think part of modernizing this element of our culture, especially in dance music, is allowing this to be more fluid and interesting, looking at it and playing with it in a less static way than we’ve seen thus far. I am excited to address this more in my coming work.
Recently you have played here in Italy. How did you get and what kind of response have you had from the people?
Italy was great, super warm and joyful audience.
What is the project NYCPARTYINFO? It’s still alive?
NYCPARTYINFO is me and the incredibly talented Stevie Be from Pipes. He is now captaining the ship as we are living so far away and both of us are very busy, but NYCPARTYINFO will never die.
Is there a working goal that you would like to achieve?
Of course.
How do you see your future? What are your plans and projects?
Focused on a big secret plan right now. I am so excited that I am bursting with it. Pay attention, it’s unfolding, hopefully soon.[/tab]
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