Ci sono alcuni motivi per considerare Fabio Brocato, alias Broke One, un piccolo patrimonio della scena di casa nostra. Per la bravura, certo: come dj tiene perfettamente la pista, anche quella più riottosa e – ahimé – commerciale, senza rinunciare mai a suonare materiale di qualità. Appunto, la qualità: anche nei momenti più bui, quando o suonavi un certo tipo di electro chiassosa o ti rifugiavi nei facili minimalismi tanto di moda, Broke One è stato sempre attento a non scegliere la strada (apparentemente) più facile, stando sempre focalizzato sul cercare suoni, artisti e soluzioni che per lui rappresentassero la qualità (…anche per noi, per inciso), vecchi o nuovi che fossero. Poi, altro fattore, il tipo di persona: umile, cortesissimo, mai intento a fare chiassose e petulanti pr di se stesso. Che poi è anche il motivo per cui finora ha ottenuto meno di quanto ha meritato. Se gli parli non è uno che sbandiera conoscenze “giuste” (pur avendone, volendo), non è uno che ostenta ascolti che sono la-cosa-giusta-del-momento (pur non facendosi sfuggire nulla), e se cita Lone e Machinedrum, beh, sappiate che lui li ascoltava quando si era veramente in tre carbonari a farlo, mica come adesso. Ne siamo testimoni. Soprattutto, date un occhio alle risposte che dà quando si parla di dancefloor e di “crisi”, o del perché non gira ancora con un live. Ecco: queste sono le persone che potranno alzare il livello, qua dalle nostre parti. Se glielo lasceranno fare. Se glielo lascerete fare. Intanto, tenetelo davvero sott’occhio.
Passo numero uno: qual è il disco o la traccia che ti ha cambiato la vita? La primissima. Quella che ti ha fatto capire che la musica era veramente un’emozione particolare, più intensa di altre.
Credo fosse il 1996 e avrei dovuto avere più o meno 10 anni. Mio cugino (molto più grande di me) aveva appena comprato l’album “Travelling Without Moving” dei Jamiroquai ed entrai nella sua stanza proprio mentre partiva la ghost track “Funktion”. Rimasi letteralmente folgorato. Fu quello il momento in cui scoppio la scintilla, il momento in cui capii che la musica era qualcosa di estremamente potente.
Passo numero due: quando hai capito che la musica, produrla o suonarla, sarebbe stata una parte fondamentale della tua vita?
Banalmente potrei dire intorno ai 12 anni, quando cominciai a “giocare” con il primo sequencer. Ho avuto la fortuna di imparare le basi grazie a mio fratello, che oltretutto in quegli anni se la cavava egregiamente anche ai piatti. Ad un tratto mi accorsi di passare molto più tempo su Fast Tracker 2 (il sequencer) piuttosto che uscire di casa (ahimè), giocare a calcio e soprattutto adempiere ai miei doveri di scolaro…
Passo a margine: quali sono stati i momenti di maggior crisi, nel tuo rapporto con la musica?
Non posso definirla una vera e propria crisi ma c’è stato un periodo in cui pensavo che la mia musica avesse poco da dire, che si fermasse al “dancefloor”, senza arrivare effettivamente alla testa e nel cuore di chi l’ascoltava. Priva di un messaggio più concreto insomma. Penso sia una cosa normale dopotutto, facendo un certo genere musicale.
Passi importanti: quali sono stati finora i momenti più importanti, nella tua carriera?
Ce ne sono stati tanti. Rischio di risultare molto banale anche qui ma penso ad esempio alla prima volta in cui vidi il mio nome su un flyer scritto a caratteri cubitali, oppure alla prima volta che trovai un articolo intero dedicato alla mia musica su un blog d’Oltreoceano. Per non parlare dei primi set all’estero o della volta in cui suonai sul palco di Electrovenice (pace all’anima sua).
Passi per prendere un po’ d’aria e trovare ispirazione ed energia: quali sono le tue altre passioni? Come le sviluppi? Quanto tempo riesci a dedicare loro?
Sono un gamer accanito. Ho un’enorme collezione di videogiochi e nonostante riesca a giocare solo al 10% dei giochi che compro passo decisamente troppo tempo col joystick alla mano. Ad ogni modo riesco però a trarne ispirazione, che sia grazie ad un’ambientazione, i personaggi, le storie o le colonne sonore stesse dei giochi.
Passi perduti: quali sono finora i tuoi più grandi rimpianti, musicalmente parlando?
Il mio unico rimpianto finora è forse quello di non essere mai riuscito a preparare un live. Lo vedo come un obiettivo ancora lontano. Un live è qualcosa che deve essere studiato nei minimi particolari e di certo non deve essere quel solito lancio di clip da Ableton che tanti producer si ostinano a presentare.
Passi che consiglieresti: quali sono secondo te i dieci album (o brani) che consiglieresti e che non dovrebbero mancare nella discografia di tutte le persone a cui vuoi bene o che stimi?
Boards of Canada “Music Has The Right To Children”
Daft Punk “Homework”
Minnie Riperton “Les Fleurs (Anthology)”
Jamiroquai “Travelling Without Moving”
Michael Jackson “Off The Wall”
Lone “Galaxy Garden”
Machinedrum “Room(s)”
Q-Tip “Kamaal The Abstract”
Martyn “Ghost People”
RAMP “Come Into Knowledge”
Passi in biblioteca o videoteca: quali libri o film consiglieresti?
Purtroppo non sono un granché come lettore. Ho appena iniziato a leggere “Ma gli androidi sognano pecore elettriche?” di Philip K. Dick quindi potrei consigliarvi quello. Restando in tema, come film consiglierei (se ci fossero ancora esseri umani a non averlo visto) “Blade Runner” (attenzione, che sia rigorosamente la Director’s Cut), “Moon” ed “They Live”.
Passi fondamentali: qual è il risultato artistico di cui finora vai più orgoglioso?
Di sicuro aver preso parte a Red Bull Music Academy nel 2011 come partecipante. Due settimane che hanno cambiato drasticamente il mio modo di vivere la musica.
Passi virtuali: come stai vivendo l’onnipresenza del web nelle nostre vite in questi anni? Visto tra l’altro che questa è una intervista che stiamo facendo per un media on line…
Il web? E’ un’arma a doppio taglio. Io stesso posso dire di essere nato dal web dopo aver condiviso la mia musica sull’ormai defunto (almeno per gli artisti) MySpace circa 7 anni fa. La cosa è sicuramente positiva, tanti bedroom producers hanno l’opportunità di farsi un nome, di diffondere la propria arte e ci sono centinaia di canali per poterla mostrare. Il problema è che in questo enorme calderone risulta enormemente difficile riuscire ad emergere.
Passi in compagnia: quali sono i dj e producer con cui senti più affinità, e con cui vorresti sempre e comunque condividere parole, progetti, obiettivi?
Per assurdo credo di trovarmi meglio con artisti con cui ho poco in comune musicalmente, a livello di produzione. Ad esempio a Madrid, durante la mia permanenza Red Bull Music Academy, ho preferito chiudermi in studio con artisti legati a generi diversi da quello che faccio io tipo il footwork, il soul, persino jungle! Rimane però un mio desiderio poter lavorare con artisti super prolifici come Lone e Machinedrum.
Passi incrociati: qual è la situazione, musicale e non, più assurda che ti è capitato di vivere?
Ottima domanda. Mi trovavo a Parigi, ero diretto verso l’hotel dopo aver suonato a “La Machine du Moulin Rouge” ma trovai l’insegna al neon spenta, porta sbarrata e buio totale in reception. Dopo aver passato circa un quarto d’ora attaccato al campanello senza alcun risultato decisi di chiamare i ragazzi che organizzavano il party ed è qui che il mio cellulare decise di smettere di funzionare. Fortunatamente non avevo lasciato nulla in stanza in hotel così presi un taxi e passai le successive 12 ore in aeroporto ad aspettare il volo di ritorno. Esperienza illuminante.
Passi sbagliati: quali sono le cose che più di danno fastidio nella scena musicale italiana?
Il fatto che una scena, di fatto, non esista. Il venire spesso snobbato dai principali festival italiani dove ci sono o grandi nomi esteri, o piccoli pr che si improvvisano dj. E’ una cosa che non capirò mai e sono certo che all’estero (senza andare troppo lontano Francia o Inghilterra) queste cose non succedono.
Passi che stai per compiere: quali sono i tuoi prossimi progetti?
Nei prossimo mesi dovrebbe finalmente uscire il mio EP su Magic Wire Recordings. In cantiere ho altre uscite importanti, tra cui un mini album che potrebbe vedere la luce molto presto. Per quanto riguarda le date sarò fra una ventina di giorni al Rashomon di Roma. Poi al Social Club a Parigi il prossimo mese e sempre in aprile al Turn Off Festival a Pisa con Mosca e Dark Sky.
Passi sinestetici: salutaci non con delle parole, ma con una traccia, non importa se tua o di altri – metti qua sotto un link a YouTube o Soundcloud.
http://www.youtube.com/watch?v=zVWcptE6UAI