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[tab title=”Italiano”]Questa volta intervistiamo Maurizio Schmitz, scuderia Cocoon. Metà italiano, nato e cresciuto a Bonn, Maurizio ha iniziato a costruire il suo stile verso la fine degli anni ’90 e da quel momento ha accumulato una serie di residenze in tutta la Germania. Grazie alla stretta amicizia e collaborazione con il boss di Cocoon Sven Väth, lo ha seguito ovunque, ospitato negli opening act. Venuto a contatto con il mondo della musica elettronica quasi per caso, il suo stile si caratterizza per l’interesse nell’esplorare terreni diversi ed è stato interessante sentire da un addetto ai lavori che fare il dj non significhi “soltanto mettersi a scratchare”.
Iniziamo subito con una domanda diretta: come sei diventato un dj?
Ho avuto i primi contatti con la vita notturna a 14 anni. All’epoca mia madre lavorava in un club dove c’era anche un ristorante. La domenica il club era chiuso, ma il ristorante rimaneva aperto. Mentre i miei genitori erano a mangiare, ero libero di entrare nella cabina dj per ascoltare i dischi che il dj comprava ogni settimana. In quel periodo infatti i dj non portavano i loro dischi, ma li compravano per il locale, che rimaneva il legittimo proprietario. Quindi ogni domenica ascoltavo pop, funk, soul, musica anni ’80 e registravo le tracce che mi piacevano di più. Però non immaginavo che sarei diventato un dj. Molti anni dopo, nel 1993, ho iniziato a frequentare serate techno e in poco tempo la musica elettronica è diventata la mia grande passione. Cercavo sempre nuova musica in radio e la registravo, poi un mio amico, dj già avviato, mi portava a molte delle sue serate. Una volta trasferito a Monaco nel 1995, ho iniziato a comprare i miei dischi, ho acquistato il mio primo setup da dj e ho lavorato sui primi mixtape. Un anno dopo ho fatto la mia prima apparizione e successivamente una residenza settimanale al Labor Club… In quel momento ho capito che la musica sarebbe stata la mia vita e il mio lavoro. Non solo come dj, ma come parte integrante della scena.
Da quel momento hai avuto molte residenze, dopo Monaco, c’è stato FrequenzBerater ad Amburgo, ma soprattutto il tuo party mauromusica al Rheingarten di Bonn.
Le mie residenze sono state sempre connesse alle città in cui ho vissuto. Studiavo a Monaco quando sono stato al Labor, poi sono ritornato a Bonn, mia città d’origine, dove ho fatto diverse residenze, suonando praticamente in ogni club, al ritmo di tre/quattro serate a settimana. Nel 1999 ho trovato un lavoro ad Amburgo sempre nel settore musicale, mentre sono diventato resident al FrequenzBerater. Ad Amburgo ho avuto l’opportunità di suonare nei migliori club della città al fianco di alcuni tra i più influenti artisti sulla scena. Mi sono ritrovato a suonare fianco a fianco con quelli che erano i miei miti e così mi sono costruito una buona reputazione! Di conseguenza sono stato ingaggiato da una serie di locali in tutta la Germania e nel 2004 ho inaugurato la mia serata mauromusica a Bonn.
In riferimento proprio a mauromusica, da cosa è iniziata questa esperienza e ti ricordi qual è stata la serata migliore in assoluto?
Mauromusica è nata come un regalo che ho voluto fare alla mia città natale e ai miei amici di Bonn. A metà anni ’90 c’era una buona scena club cittadina, ma avevo realizzato che non c’erano più locali interessanti per il nostro tipo di musica. A questo punto ho deciso di organizzare la mia serata. È nata così, tra amici, senza un interesse commerciale, solo come un buon motivo per ritrovarsi e divertirsi insieme. La prima serata è stata inaugurata nel 2004, in occasione del compleanno di una mia amica e abbiamo invitato Karotte e Tobi Neumann a suonare… I primi anni sono stati veramente difficili, all’inizio veniva veramente poca gente tolti gli amici. Ho investito tempo e soldi per tenerla in vita e alla fine è decollata fino a diventare una istituzione a Bonn. Sono orgoglioso di sapere che mauromusica abbia poi avuto una certa influenza per molte persone. Dj più giovani si inventavano nuovi party e i loro promoters venivano a chiedere di essere ospitati da noi e ancora altri dj famosi – che altrimenti non sarebbero mai capitati a Bonn – hanno accettato i miei inviti. Ora nel 2014, dopo ormai dieci anni, non faremo più serate al Rheingarten, che verrà chiuso a breve. Continuo comunque la mia residenza a Koblenz (non distante da Bonn) e ci saranno ancora serate targate mauromusica in altri locali.
Chi inviti in genere a mauromusica? Scegli artisti che provengono sempre dalla scena minimal o apri le porte anche ad altri generi?
Invito solo artisti che conosco personalmente e che mi piacciono! Non ho mai chiamato qualcuno a caso tanto per avere un nome. Le mie scelte sono motivate esclusivamente dal rapporto personale con gli artisti e dalla stima reciproca. Vedendo quali sono i nostri ospiti comunque si capisce che ci concentriamo principalmente su generi come house e techno underground.
Ci puoi dire come si è sviluppato a tuo giudizio il tuo gusto per la techno e l’elettronica in generale?
Sono molto aperto mentalmente fino a quando trovo della qualità nella musica che ascolto. In sostanza sono un dj house, ma non è semplice racchiudere tutti gli stili che mi influenzano in un’unica parola: mi piacciono l’ambient, l’house classica, minimal, techno, progressive, disco… tutto questo finisce insieme quando scelgo le tracce per i miei set. Dipende dal mood del momento e dalla situazione. Per questo cerco di avere un sound che sia flessibile e adatto per qualsiasi occasione, dal warm up, main act, after fino alla nottata intera. Mi trovo bene in ogni caso perché sento di avere le qualità adatte per ogni occasione.
E come riesci a gestire il tuo lavoro di Event Manager per Cocoon con la tua carriera da dj?
Il mio lavoro ‘diurno’ in realtà ha la corsia preferenziale! Non mi sentirei soddisfatto se facessi solo il dj. Organizzo l’agenda in modo tale da tenere liberi alcuni weekend per suonare e molte volte mi capita di coniugare lavoro e dj. Una bella opportunità! Sono in una condizione avvantaggiata che mi permette di non dover fare il dj per vivere, così posso prendere solo gli ingaggi che mi interessano veramente.
So che i tuoi set sono molto lunghi, penso che sia importante per la musica minimal e ambient, perché penso che ci vada tempo per entrare nel mood della musica. Trovo che sia una specie di terapia, quando si va a ballare si sente la necessità di lasciare tutto il resto alle spalle, dimenticare tutto quanto e lasciare che la musica faccia il suo effetto. Sei d’accordo?
Assolutamente vero! La musica ha bisogno di attenzione se si vuole viverla appieno! Suonare in set lunghi mi permette di portare musica molto diversa e dare una sapore particolare alla serata, non si tratta solamente di scratchare facendo un set da main stage. Penso che suonare sia come raccontare una storia, bisogna sorprendere le persone, far ballare loro musica che non si aspetterebbero mai di ballare. Ho imparato dalla ‘vecchia scuola’ dei dj, come resident suonavo per tutta la notte praticamente ogni weekend, mentre oggi invece i dj vengono chiamati per suonare solo per un paio d’ore. Funziona anche così a dire il vero, perché concentri tutta l’energia in quelle poche ore, però – ad essere sincero – se posso scegliere, preferisco suonare per tutta la notte.
Come ti muovi quando prepari un mix e come organizzi il set durante i warm up?
Dipende dalla situazione, ho catalogato la musica per genere e quando mi preparo per un set ho già più o meno il 50% delle tracce che ho messo da parte e che userò di sicuro, mentre il restante 50% le scelgo durante la performance, in base a come reagisce il dancefloor. Mi piace sorprendere anche me stesso mentre sto suonando, trovo che il momento più artistico sia quella fase ‘creativa’ della serata.
C’è un producer o un dj che stai seguendo al momento?
Ce ne sono una marea in realtà, ne seguo molti, ma non sarebbe giusto nominarne solo alcuni.
Veniamo alla ormai strutturata collaborazione con il pioniere della techno Sven Väth, che tipo di rapporto c’è tra di voi? Quanto trovi che ti abbia influenzato e che cosa hai imparato da lui?
È da cinque anni che lavoro insieme a Sven, ma posso dire che ha avuto una grandissima influenza su di me a partire dai primi anni ’90. Ero e rimango tuttora un fan di Sven e non sarei mai arrivato dove sono senza di lui. Mi stima e si fida di me come dj e questo lo considero un vero privilegio. Ma, più che altro, è un onore poter collaborare con lui e un piacere portare avanti la nostra amicizia! Ha tanti aspetti da condividere: non solo la sua musica, ma anche l’aura che lo circonda, la sua profonda esperienza e inoltre con lui si riesce a lavorare duro e a divertirsi un sacco allo stesso tempo. Poi essere in tour con lui è sempre una lezione di vita! Non potrei chiedere di meglio!
Qualche album o tracce in vista?
Non sono per produrre, ho scritto alcune tracce in passato, ma la mia strada è quella del dj, vale a dire cercare musica, scegliere le tracce e portare il mio stile al pubblico. Semplicissimo![/tab]
[tab title=”English”]This time we catch up with Maurizio Schmitz from the Cocoon team. Half-Italian, he was born and raised in Bonn and developed his own DJ taste in the end of the 90s starting a long record of residencies throughout Germany. He later developed a strong partnership with Cocoon’s boss Sven Väth, being booked on a regular basis for his opening acts. Getting in touch with electronic music almost by chance he shaped a very particular taste for exploring different grounds and it was a real pleasure to hear from an insider that djing doesn’t mean “just scratching the surface”.
Let’s start with a very opening question: how did it happen you became a dj?
My very first contact with the nightlife was at the age 14 years, my mother was working in a club (including a restaurant) for some years. On sundays the club was closed, but the restaurant was open. While my family was eating in the restaurant I was allowed to enter the dj-booth and listening to the records that the resident-dj bought week by week. That time the clubs owned the records, djs where not bringing their own records, they bought the records for the club. Almost every Sunday I was listening to pop, funk, soul, 80’s and disco-vinyls and recorded the ones that I liked. But that time I never thought I would become a dj. Many years later in 1993 I started going to techno parties frequently and very soon electronic music became my biggest passion, I started searching and recording the music from the radio and a good friend of mine who was already a well booked techno-dj took me to some of his gigs. When I moved to Munich in 1995 I started buying records myself, brought my first dj-set up and created my own mixtapes. Just one year later I had my first official gig and a weekly residency at the Labor Club… That time I decided that I want to make a living out of music. Not only as a dj, but as integral part of the scene.
Seems you’ve had lots of residencies, since Munich then it was the time for FrequenzBerater in Hamburg and above all, your own clubnight mauromusica at Rheingarten in Bonn.
My residencies where connected to the cities I was living in: I was studying in Munich when I got into “Labor”, then moved back to my hometown Bonn where I had various dj-residencies and played almost every club there, 3-4 gigs per weekend was usual. Later in 1999 I got a job in Hamburg in the music industry. Apart of that I became dj at “FrequenzBerater”, they gave me a platform to play alongside the most influential artists of our scene in the best clubs of Hamburg. Suddenly I was playing with all my heroes and builded my reputation! In result many clubs all over Germany booked me, in 2004 I started to establish my own clubnight “mauromusica” in Bonn.
Right, speaking about mauromusica, how did it all begin and which has been the best party you can recall so far?
I started the mauromusica night because I wanted to give something back to my hometown and to my friends in Bonn: In the mid nineties the city had a good nightlife, but later I realised there where no cool clubs left for our kind of music, so I decided to host my own night. It was as pure family thing, no commercial interest, just coming together and having a good time. The fist party was in 2004, a friend of mine celebrated her birthday and we invited Karotte and Tobi Neumann to play… The first years have been really hard, besides our friends only very few people came to the parties. I invested a lot of time & money to keep the party going, and finally the event became an institution for Bonn: I can be proud of being told that my event has influenced many people. Young djs created their own nights, other promoters came into the venue to do parties there as well, famous djs that usually would never have taken Bonn into consideration to play followed my invitation. Now in January 2014, after 10 years, I stopped the party at Rheingarten, the venue will be closed down. I continue my residency in Koblenz (not far from Bonn) and will host a few selected mauromusica parties in various locations.
Who do you generally invite as guest artists for mauromusica? Do they all come from the ambient and minimal scene or do you leave space to other genres?
I do only invite artists that I personally know and like! I never did any booking just to book a “name” to the club. The personal relation & respect for the music of an artist is the only reason for any of my bookings. Seeing the list of guest artists you will recognize we focus on underground house & techno.
Can you trace back for us how your taste for techno and electro developed through the years?
I am very open minded as long as the quality of the music is good. Basically I am a house dj, but it’s difficult for me to put all my influences into one word: I like ambient, classic house music, minimal, techno, progressive, disco, percussive music… All that comes together when I select music for my sets. It depends on my mood and on the situation. This is why am very flexible with my sound, I play from warm up sets, over peak-time, afterhours or all night long, I love all of those situations because I have the skills to choose the right music for those moments.
How do you cope your job as Event Manager at Cocoon with your intense dj activity?
The “daytime” job has preference and more importance to me! I would not be happy just djing. Thanks to my schedule I am able to keep some weekends free to dj, many times I can combine job & djing, that’s a gift! I am in the lucky position that I do not need to make out a living of djing, so I can focus just on the bookings I really love to do.
I know you like playing long sets, I think that’s important especially when it comes to ambient and minimal, because it takes time to get into that very deep mood. It’s like a therapy, people need something to leave their life behind, forget everything and let the music flow. Do you agree?
Yes I totally agree! Music needs your attention if you want to get into it! Playing long sets allows me to present a variety of music and building a party, not just scratching the surface by playing a 2 hour peak time set. I think it’s important to tell a story when playing, to surprise people, to make them dance to music that they wouldn’t expect to dance to. I learned the “oldschool” way of djing: as a resident I was playing all night long almost every weekend, nowadays most djs are just booked to play a couple of hours. It’s cool as well as you focus all your energy on that few hours, but if I could choose I would always prefer playing “all night long”.
What is your general approach when dropping a mix and how do you manage your sets during warm ups?
It depends on the situation, I have sorted my music into the various styles and when I prepare for a gig there is like 50% of tracks I highlighted and want to play for sure, and the other 50% I choose during the set, depending on what is happening on the dancefloor. I like to surprise myself as well when playing, for me the most artistic part is the “creative moment” during the party. Playing a warm up set is so nice because I feel it is very important how a night starts, getting people into the right mood, playing particular music you couldn’t play later at night.
Is there a producer or dj you put your eyes on at the moment?
I have a huge list of artists/labels I always follow, but it would be unfair just to mention a few names.
Now on your fully-formed collaboration with Sven Väth, how is the relationship between you and the techno pioneer from Frankfurt? Did his influence changed things a lot to you? What did you learn from him?
I’m working now since over 5 years for Sven, but he has been influencing me from the beginning of my career in the early nineties. I was and I am still a fan of Sven and I wouldn’t be at that point of my career without him. He trusts in me as a dj, which is a privilege. But furthermore it’s an honour working with him and a pleasure to cultivate our friendship! He has a lot of things to share: not only his music, his aura, the knowledge, and lots of joy & fun but working hard at the same time. So touring with him is always a lesson in life as well! I couldn’t imagine any better!
Do you have any upcoming releases and tracks you’d like to tell us?
I’m not keen on producing music, I produced a few tracks in the past, but djing is what I’m really up for: searching music, selecting the tracks and presenting my personal taste to the people, simple as that.[/tab]
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