Il tanto atteso “cambio di stagione” non c’è ancora stato e forse dovremo attendere ancora diverse settimane prima che avvenga, se ne facessero una ragione quelli che di questa-techno proprio non vogliono più sentirne parlare, sintomo di un suono radicato anche lontano da Berlino, un suono intransigente e prepotente che proprio non vuole saperne di farsi da parte. Scuro, duro e rabbioso, parla la lingua di chi si sbatte e s’affanna ogni giorno, capisce chi si impegna e chi lotta e, soprattutto, sa che non c’è ancora un cazzo da festeggiare.
L’estate può attendere insieme alla hierba buena e il rum chiaro, ce lo dicono i ragazzacci qui sotto.
[title subtitle=”Legowelt – Crystal Cult 2080 (Créme Organization)”][/title]
“Crystal Cult 2080”, la nuova raccolta firmata Legowelt e prodotta da Créme Organization, è la celebrazione della musica dell’intramontabile produttore olandese attraverso la “voce” del leggendario Roland JV2080, sintetizzatore acquistato di seconda mano per pochi dollari durante un viaggio a Tokyo e utilizzato in gran parte dell’album, e del compressore “DIY germanium crystal”. Composto a due anni di distanza da “The Paranormal Soul”, l’album su Clone che ha rappresentato un vero e proprio momento cruciale per la carriera di Legowelt, il nuovo lavoro di Danny Wolfers ha il merito di rappresentare un elemento di continuità con il vecchio long play, ripresentandone diversi aspetti “vincenti” come gli incastri melodici, pur suonando più scuro e profondo. E’ innegabile poi – e forse sta proprio qui la specialità di “Crystal Cult 2080 – come l’utilizzo del vecchio sintetizzatore Roland abbia reso irresistibilmente fumose e mistiche le atmosfere delle dodici tracce che compongono la raccolta. “Excalibur R8MK2”, “How I Live”, “Fundamental Superstition” e “When The Spring Comes Again” rendono bene l’idea.
[title subtitle=”John Heckle – Laid Away EP (Scenery)”][/title]
Chiudete gli occhi e lasciatevi guidare dal remix che Ksoul e MuteOscillator hanno confezionato per John Heckle. Roba da uscire di testa: groove deciso, beat ruvido e melodie eleganti rappresentano i tratti distintivi di un lavoro letteralmente imperdibile che ha il merito di trasformare un EP “normale”, nelle sue originals, nell’uscita del mese. Di dischi così belli e validi non ne escono molti, allora giù il cappello di fronte a questo duo italiano che meriterebbe certamente ben altre attenzioni (e riconoscimenti) da tutta la nostra scena. Grazie ragazzi.
[title subtitle=”Omar S – Romancing The Stone (FXHE Records)”][/title]
Ecco il nuovo LP di Omar S, zitti tutti.
https://www.youtube.com/watch?v=visMDEjY2hs
[title subtitle=”Joey Anderson – After Forever (Dekmantel)”][/title]
E’ davvero bello questo album d’esordio di Joey Anderson sull’olandese Dekmantel. Intenso, elegante e mai banale, “After Forever” ci dice ancora una volta come l’americano sappia essere sempre all’altezza dell’incarico commissionatogli, presentando una raccolta ricca, coerente e trasversale. Nelle undici tracce che lo compongono – nove nel doppio vinile, dove mancano le già uscite “Sky’s Blessings” e “Heaven’s Archer” – è possibile, infatti, ammirare tutti i colori della musica di Joey Anderson: c’è tiro (quasi sempre) ma non si tratta di beat “facili”, pensati per il solo uso nei club, no. E’ techno, ok, ma è techno fatta proprio bene, dove è tangibile l’equilibrio tra l’anima (le melodie) e il corpo (i groove). “Space Between Curtains”, It’s A Choice”, “Maidens Response” e “Archer’s Ceremony” sono tracce fuori dal comune. Fossi in voi correrei a comprare “After Forever”, è appena uscito.
https://soundcloud.com/dkmntl/dkmntl017-joey-anderson-after-forever
[title subtitle=”Marco Dassi – Traslation (Claque Musique)”][/title]
Bello, bello davvero questo nuovo Claque Extra e più lo ascolto e più mi convinco che Carola Pisaturo abbia fatto bene ad affidarsi, dopo Federico Grazzini, al giovane Marco Dassi per la ventesima release della sua serie digitale. Quattro tracce per quattro sfumature del suono del produttore varesino: “Traslation” è fondamentalmente un EP da pista, questo è vero, ma è innegabile che Dassi abbia saputo trovare un equilibrio invidiabile tra il groove rotondo e deciso (“What I Can Do”) e la sensualità della sua house (“In The Wood”). Qualità ed efficacia per una release che non avrebbe sfigurato nel catalogo “fisico” di Claque Musique. Bravo Marco.
[title subtitle=”Szare – Lost Shapes (Frozen Border)”][/title]
Szare, il duo di Manchester che risponde ai nomi di Andrew Diaczuk e Jack Coulton, torna in orbita Frozen Border dopo aver contribuito due anni fa alla compilation “Minutes In Ice” e dopo aver pubblicato nel 2009 un EP sul Horizontal Ground con l’alias 19.26.1.18.5. “Lost Shapes” è un LP che mostra l’anima più percussiva e groovosa dell’etichetta britannica, piattaforma che in passato ci ha abituati a suoni ben più rigidi e atmosfere taglienti come coltelli. Ma qui no, è diverso; o meglio, lo è solo in parte: gli Szare tirano fuori dal cilindro sei tracce che sembrano il compromesso perfetto tra un suono dub (Hessle Audio vi dice qualcosa?) e il beat marcato dei Frozen Border più cazzuti e feroci. Lo state ordinando, vero? Bravi.
[title subtitle=”Ayarcana – Warewolves & Warehouses (Intellighenzia Electronica Records)”][/title]
In “Warewolves & Warehouses” c’è praticamente tutto per farci del male: beat assassini, synth nevrotici, groove arrugginiti e tanta cattiveria. Il nuovo EP di Ayarcana per Intellighenzia Electronica, che può vantare i bellissimi remix di M23, Emmanuel e Xhin (questo davvero sorprendente), è un concentrato bastardo di musica ingrugnita composta appositamente per clubber affamati (e malfamati). Tenetevi alla larga da “Illusion Seekers”, la mia preferita, se non siete al top della forma. E dire che è la più tranquilla tra le sei tracce..
[title subtitle=”Inigo Kennedy – Lullaby / Petrichor (Token)”][/title]
La quarantunesima uscita di Token rappresenta l’antipasto di “Identify Yourself”, il quinto attesissimo album di Inigo Kennedy. Musica vibrante e ricca di sfumature quella dell’intramontabile produttore inglese che, ancora una volta, da prova del suo talento incredibile con un EP imperdibile. La sua non è semplicemente musica da ballo fatta come Mamma Techno comanda, ma il mezzo attraverso il quale accedere a quel tipo di esperienze che solo l’elettronica con la “E” maiuscola sa regalare. Prendete “Petrichor”: è classe pura, in una manciata di minuti si va e si torna dalla luna. Dischi così ti cambiano la nottata, cazzo che bello.
[title subtitle=”Josh Wink – Are You There Remixes (Ovum Recordings)”][/title]
Atteso per mesi dopo esser stato “presentato” nella sua compilation Fabric, il remix di Ben Klock per “Are You There” di Josh Wink sta finalmente per uscire, inserito in un EP che festeggia nel migliore dei modi il ventennale di Ovum. Oltre al remix del tedesco, che dopo esser stato suonato in lungo e in largo dalla “creme” mondiale dei dj techno non ha bisogno di ulteriori presentazioni, in “Are You There Remixes” potete trovare anche i pregevolissimi lavori di ROD e Harry Romero. Insomma, ce n’è per tutti.