Oggi è il Record Store Day, il giorno dedicato ai negozi di dischi indipendenti, per i quali escono, in vinile, edizioni e ristampe speciali.
E’ sempre più un fenomeno importante, mediaticamente e commercialmente, in cui tutto però rimane inserito negli schemi del sensazionalismo dei nostri tempi, con cui si cerca di aumentare i volumi di vendita di prodotti e servizi creando eventi e dandogli un’aurea di esclusività: il giorno annuale dei negozi di dischi, per cui solo quel giorno possono acquistati selezionate raccolte, ristampe, album, live. Che poi tutta la roba che esce oggi, 19 aprile, sia materiale valido o meno, lo lasciamo decidere a voi.
L’esclusività sposta il focus sul prodotto e ci fa scordare che il problema non riguarda solo il supporto, non è un problema solo di differenti caratteristiche audio. Al netto della capacità del portafoglio, oggi puoi comprare un vinile in qualunque parte del mondo arrivi un corriere a portartelo, puoi spulciare tutta la musica esistente dovunque arrivi internet, ma sei solo contro una quantità quasi infinita di musica su plastica nera, su formato digitale: mp3, snippet, video. Troppa scelta, uguale nessuna scelta. In un negozio di dischi questo non potrà mai succederti, lo spazio è finito e necessariamente il negoziante che diventa il filtro, il redattore di scelte obbligate: un motore di ricerca fisico a cui affidarsi, con cui creare un rapporto di fiducia quando diventa continuato, anche se ha meno uscite. Il sapere e la cultura si diffondono in maniera più incisiva attraverso persone fisicamente prossime. Questo non solo con chi vende ma anche con gli altri avventori, le chat non potranno mai avere lo stesso valore/condizionamento/empatia delle persone conosciute realmente, in carne ed ossa. Non è solo questione di musica, c’è anche l’aggregazione sociale, i rapporti umani da valorizzare, perché diventare degli ottimi intenditori e fruitori, rimanendo solitari cercatori di musica sul web, non porterà molto avanti, sia per la massa di informazioni a cui siamo sottoposti ma anche perché il confronto, la condivisione, si creano e si abbandonano facilmente. Basta un click, nascosti dietro un monitor, e da cui può dire di tutto, evitare la controbattuta, fare l’hater senza conseguenze, ecc.
Non vogliamo sconfinare nella nostalgia, sarebbe da folli senza ragione, semmai vogliamo invitare all’equilibrio. Per questo motivo abbiamo deciso che il Record Store Day 2014 di Soundwall dovesse dare la parola ai negozi di dischi stessi, i luoghi maggiormente deputati a questo ruolo, non limitandoci a parlare solamente delle uscite in vinile o di quale evento in negozio risulti migliore di altri. Non potevamo intervistare tutta Italia, perciò ne abbiamo presi alcuni, gli abbiamo chiesto del Record Store Day, certo, ma anche sostanzialmente del mercato dell’usato e del nuovo, di come si rapportano alle potenzialità del web, di come sono nati e chi sono: Le Disque Record Store di Verona, Serendeepity di Milano, Disco d’Oro di Bologna, Music Box di Perugia e Ultrasuoni di Roma.
[title subtitle=”Verona”]LE DISQUE RECORD STORE[/title]
Le Disque Record Store è un negozio storico per tutto il Veneto, figlio delle stagioni cosmic del Lago di Garda, è aperto da più di 25 anni in quel di Verona. Una longevità che non è frutto del caso ma, in primis,della forte passione che porta a una evoluzione costante del catalogo che permette di essere ancora, dopo 25 anni, un punto di riferimento.
Qual è stata la molla che ha fatto scattare il desiderio di aprire un proprio negozio di musica?
Frequentando i clubs alternativi come Cosmic, Typhoon, Les Cigales, e trascorrendo intere giornate ad ascoltare musica di ogni genere, la fame di conoscere nuove sonorità era sempre più forte, unita alla difficoltà nel reperire informazioni e dischi. Così, dopo una decina d’anni di costante e divertente approfondimento, nel 1988 decisi di aprire Le Disque Record Store a Verona: un posto dove poter trovare musica di vari generi, provenienti da tutto il mondo. Ovviamente, oltre a tutto questo, ero e sono tuttora molto motivato da una profonda e vera passione per la musica, aiutato anche dal fatto che in tutti questi anni, sono usciti molti dischi che hanno continuamente alimentato il mio interesse. Oltre ai generi che da sempre mi accompagnano come il soul, la disco, Il funky, l’hip hop, l’house, la techno, il Detroit e Chicago mood, ora sono molto attento a tutto quello che succede intorno allíelettronica in senso lato.
Avete un vostro cliente tipo?
I nostri clienti sono principalmente dj, producer, musicisti, collezionisti e vinyl lover, direi aggiornati, attenti alla continua evoluzione e giustificatamente esigenti e noi felici di interagire con loro, ogni giorno ci sono molte cose da imparare sia dai più esperti che dai più giovani.
Com’è cambiata la vostra clientela da quando il negozio è stato aperto?
È cambiata radicalmente, il web ha regalato a tutti noi una risorsa di informazioni infinita, quindi ogni cliente in funzione della propria finalità ha una idea precisa di quello che desidera proporre, collezionare o semplicemente ascoltare, mentre una cosa che per fortuna non è cambiata nella nostra clientele è l’interesse per il vinile.
Cosa avete in serbo per il Record Store Day?
Partecipiamo a questo evento fin dall’inizio, l’anno scorso, in coincidenza con i 25 anni di attività, abbiamo presentato la prima release della nostra etichetta, quest’anno com’è nella nostra filosofia daremo spazio a dj set, tanti amici, molti dischi rari da proporre ai nostri clienti…e birrette!
Quale dj è entrato nel tuo negozio e non ti aspettavi e che gli hai detto/consigliato?
Molti dj italiani e internazionali, famosi e non, hanno fatto visita al mio store, la lista sarebbe interminabile! In alcuni casi ho suggerito, in altri ho imparato molto. Poi alcuni di loro una volta capita la nostra filosofia acquistano regolarmente presso di noi, sia in store che attraverso il web.
A cosa è dovuto secondo voi il ritorno d’interesse verso un supporto come il vinile?
Probabilmente sono molteplici i fattori del ritorno al vinile, per alcuni dj probabilmente è come dichiarare una speciale attitudine nel fare un mestire/professione, per i vinyl lover il fatto di possedere una selezionata collezione di vinili può essere motivo di cultura e relazioni, altro caso può essere la consapevolezza nella superiorità della qualità audio e non sottovaluto l’ipotesi di un semplice momento più modaiolo.
I dati di vendita del vinile, a livello mondiale, sembrano essere più incoraggianti rispetto a qualche anno fa, è un trend che avete registrato anche voi?
Certo, tra l’altro anche di generi che da noi erano fermi da un po’, come l’hip hop e il dub, inoltre ho notato un discreto aumento nelle vendite di 7 pollici.
Da esperti del settore, collezionisti e venditori di vinili, quanto incide l’usato sulle vendite totali?
Occupandoci del nuovo, nel nostro caso, la seconda mano non supera il 20/25% e, proprio perché questa è una piccola percentuale del nostro lavoro è molto selezionata. Ci piace proporre classici soul, disco, boogie, funk, come ci piace altrettanto proporre rarità del periodo cosmic, elettronica, wave per passare alle pietre miliari di Detroit e Chicago house.
Continuare ad avere un negozio fisico in un mondo digitalizzato è sicuramente arduo. Avete un vostro corrispettivo on line?
Un negozio di dischi oggi è un attività molto esclusiva e direi pure molto impegnativa, non per essere di parte ma lo ritengo una risorsa unica da sfruttare al meglio, per avere un confronto diretto con il mercato vero, che è fatto di persone, emozioni e prodotto. Poi, nessuno di noi può ignorare che il mercato è cambiato significativamente e, per questo motivo, anche il nostro sito viene aggiornato quotidianamente nei contenuti, novità, blog, proposte di nuovi prodotti, mentre all’occorrenza vengono implementate nuove funzioni per semplificare sempre di più l’operatività e, per noi con un negozio fisico da anni, avere un sito che funziona è un ottima opportunità per mantenere un rapporto ravvicinato con i nostri clienti.
Come pensate ci si possa difendere dalla forza di webstore come Juno o Decks?
Credo fortemente nella specializzazione, nella ricerca e sopratutto nella selezione personalizzata di ogni cliente, cosa che i grandi webstore non possono fare. In questo ultimo anno abbiamo ricevuto parecchie richieste di dischi, informazioni e voglia di avere un referente anche da parte di dj molto affermati che dopo avere sperimentato la via di questi webstore generalisti o quella dellímp3, ricevevano una massiccia quantit‡ di informazioni parecchio confuse, si sono rivolti a noi per dare una logica al lavoro nel suo insieme.
[title subtitle=”Milano”]SERENDEEPITY[/title]
Serendeepity, in Corso di Porta Ticinese, è un negozio relativamente giovane ma che è già il punto di riferimento per gli appassionati di vinili e di musica, a Milano. Qua, oltre all’elettronica vi sono ampie sezioni dedicate alla musica black, ma anche ai vestiti e al design. Un punto d’incontro tra diverse settori artistici.
Qual è stata la molla che ha fatto scattare il desiderio di aprire un proprio negozio di musica?
Solo ed esclusivamente la pura passione per la ricerca musicale. Di conseguenza, la volontà di creare un punto di riferimento per artisti, dj e appassionati, in una città come Milano che fatica a creare comunità in questo senso. Il desiderio di diffondere più input possibili, una sorta di intelligenza collettiva in cui si ha lo scopo di educare le persone a stili e sonoritò diverse.
Avete un vostro cliente tipo?
Sì, il vero appassionato.
Com’è cambiata la vostra clientela da quando il negozio è stato aperto?
Sono passati 5 anni ormai, in termini musicali i giovani crescono e maturano, gli uomini diventano sempre più saggi, ma la fotta è sempre quella, anzi…
Cosa avete in serbo per il Record Store Day?
Oltre alle palate di dischi, in uscita esclusivamente per RSD 2014, presenti in negozio, è in programma lo showcase dell’ultimo progetto dell’amico Mass Prod ovvero sia Wo-land con Herva, Barking Dogs, Dukwa, Modus, Pearl River Sound…e birrette.
Quale dj è entrato nel tuo negozio e non ti aspettavi e che gli hai detto/consigliato?
Ne passano parecchi fortunatamente. Lo sappiamo tutti, Milano non è Berlino ed è stimolante poter fare il proprio lavoro con persone che hanno una conoscenza del dancefloor a livello mondiale. Come di consuetudine, in base al nome che ci fa visita, le tip vengono da sè. Tra gli affezionati direi Trevor Jackson, Marcel Dettmann, Howie B, Nina Kraviz, Soul Clap…
A cosa è dovuto secondo voi il ritorno d’interesse verso un supporto come il vinile?
Alla necessità di ascoltare la musica con il miglior supporto al mondo, ma c’è anche un po’ di trend negli ultimi anni, bisogna ammetterlo.
I dati di vendita del vinile, a livello mondiale, sembrano essere più incoraggianti rispetto a qualche anno fa, è un trend che avete registrato anche voi?
Sì, decisamente.
Da esperti del settore, collezionisti e venditori di vinili, quanto incide l’usato sulle vendite totali?
Nel nostro store l’usato incide minimamente sulle vendite totali, abbiamo diverse sezioni “oldies” in cui passarci le ore ma fondamentalmente spingiamo molto sulle novità.
Continuare ad avere un negozio fisico in un mondo digitalizzato è sicuramente arduo. Avete un vostro corrispettivo on line?
Abbiamo un sito che funge a livello comunicativo un po’ come vetrina per il nostro store. Non è possibile acquistare direttamente da lì ma è possibile farsi riservare qualsiasi articolo si voglia…prediligiamo il rapporto umano.
Come pensate ci si possa difendere dalla forza di webstore come Juno o Decks?
Come detto precedentemente, siamo per il rapporto umano e non crediamo ci sia bisogno di difendersi. Sono due cose separate tra loro, mondo reale vs mondo virtuale. L’essenza di un vero negozio di dischi è nulla in qualsiasi webstore, puntiamo tutto su questo: il negozio di dischi è un mondo in cui perdersi.
[title subtitle=”Bologna”]DISCO D’ORO[/title]
Disco D’Oro non è un negozio di dischi, è probabilmente IL negozio di dischi, punto fondamentale per lo sviluppo della scena musicale bolognese e italiana, dal 1976. Entrare e spulciare tra i dischi in questo negozio è un’attività che richiede molto tempo, vista l’enorme collezione. Storico e fondamentale.
Qual è stata la molla che ha fatto scattare il desiderio di aprire un proprio negozio di musica?
La passione per la musica. Ero già cliente del Disco D’Oro e un giorno dissi al proprietario che il sogno della mia vita sarebbe stato lavorare al Disco D’Oro ed il sogno si avverò.
Avete un vostro cliente tipo?
Appassionato, competente, collezionista.
Com’è cambiata la vostra clientela da quando il negozio è stato aperto?
Esiste uno zoccolo duro che ci segue dall’apertura, cresciuto a punk e new wave, ed un pubblico più giovane che segue le orme tracciate dalla scena di Detroit e di Chicago.
Cosa avete in serbo per il Record Store Day?
Oltre 300 titoli limited.
Quale dj è entrato nel tuo negozio e non ti aspettavi e che gli hai detto/consigliato?
Qua sono entrati molti tra i dj più influenti della scena elettronica (alcuni dei quali inaspettati) da Jeff Mills a Carl Craig, Dave Morales, Frankie Knuckles, Satoshi Tomiie, Theo Parrish, Omar S e tanti altri.
Più che di un nostro consiglio, loro erano attratti dalle migliaia di dischi che avevamo e dalla quantità di generi trattati.
A cosa è dovuto secondo voi il ritorno d’interesse verso un supporto come il vinile?
Semplicemente perché il vinile è meglio!
I dati di vendita del vinile, a livello mondiale, sembrano essere più incoraggianti rispetto a qualche anno fa, è un trend che avete registrato anche voi?
Assolutamente sì…oramai il vinile rappresente circa il 50% delle vendite.
Da esperti del settore, collezionisti e venditori di vinili, quanto incide l’usato sulle vendite totali?
L’usato incide per circa il 20% delle vendite totali.
Continuare ad avere un negozio fisico in un mondo digitalizzato è sicuramente arduo. Avete un vostro corrispettivo on line?
Come pensate ci si possa difendere dalla forza di webstore come Juno o Decks?
Con la professionalità e la ricerca continua.
[title subtitle=”Perugia”]MUSIC BOX[/title]
Se è arduo vendere vinili in città più metropolitane, figuriamoci in provincia. Music Box è un negozio di vinili di Perugia, non proprio un centro nevralgico per la musica elettronica. Eppure è vivo e vegeto, come fa? Con il rapporto umano prima di tutto e con un uso intelligente del web, che gli ha permesso di vendere anche in tutte le parti del mondo.
Qual è stata la molla che ha fatto scattare il desiderio di aprire un proprio negozio di musica?
La musica è parte integrante della mia persona, non potrei vivere senza, sin da ragazzino il mio sogno era di poter lavorare in un negozio di dischi. Nel 2004, dopo anni passati dietro ad una scrivania, decisi di cambiare vita e scommettere su me stesso. Il vinile ancora era in piena crisi e Traktor si stava diffondendo, ma ero ben consapevole che in Umbria (piccola regione ma con un alto livello di cultura musicale) c’era un bel movimento di dj, appassionati e cultori del vinile, che in quel momento non avevano più un punto di riferimento.
Avete un vostro cliente tipo?
Trattando prevalentemente musica dance (dalla techno all’house, in ogni sua forma purché non commerciale) e pochi altri generi (jazz, funk, soul, classic disco, balearic, italo disco), la maggior parte dei clienti, che si rivolgono al mio negozio, hanno un’ottima cultura musicale; non capita raramente infatti vedere clienti che acquistano prevalentemente dischi house o techno prendersi anche un classico di Roy Ayers, Gil Scott-Heron, Ahmad Jamal o Freddie Hubbard.
Com’è cambiata la vostra clientela da quando il negozio è stato aperto?
Fino a 3/4 anni fa la clientela era prettamente locale o proveniente dalle regioni limitrofe, più alcuni clienti sparsi in giro per l’Italia. Dal 2011, con la creazione del negozio Discogs e grazie ad altri supporti di commercio elettronico la clientela on line è notevolmente incrementata superando quella fisica. Attualmente spedisco giornalmente pacchi di dischi ovunque in Italia, in Europa e nel resto del mondo prevalentemente negli Stati Uniti, Canada, Australia e Giappone ma capita talvolta di spedire anche in Sud America nonché in paesi come gli Emirati Arabi o Taiwan.
Cosa avete in serbo per il Record Store Day?
Sto organizzando un party con un ospite a sorpresa, ce farà un dj set all’interno del negozio, ma ripeto è una sorpresa che verrà svelata oggi.
Quale dj è entrato nel tuo negozio e non ti aspettavi e che gli hai detto/consigliato?
Molti dj famosi sono venuti negli anni al Music Box, ma quando entrò DJ Harvey fu veramente una bellissima sorpresa. Rimase affascinato dall’alta qualità musicale del negozio e mi ricordo che gli proposi, tra gli altri, un raro singolo di Pino Daniele e la ristampa di Marimba do Mar di Roberto Lodola.
A cosa è dovuto secondo voi il ritorno d’interesse verso un supporto come il vinile?
Molte persone hanno capito che la musica, almeno quella a cui ciascuno tiene di più, non può essere solo iPod o cd ma qualcosa da vedere, toccare, annusare nonché ascoltare come dio comanda.
I dati di vendita del vinile, a livello mondiale, sembrano essere più incoraggianti rispetto a qualche anno fa, è un trend che avete registrato anche voi?
Assolutamente sì, dal 2010 le vendite sono incrementate ogni anno.
Da esperti del settore, collezionisti e venditori di vinili, quanto incide l’usato sulle vendite totali?
Nel mio negozio vendo soprattutto dischi di nuova produzione, ma essendo anche io un collezionista posso sicuramente affermare che l’usato conti il 50% delle vendite totali, non a caso stanno ristampando (più o meno lecitamente) praticamente di tutto.
Continuare ad avere un negozio fisico in un mondo digitalizzato è sicuramente arduo. Avete un vostro corrispettivo on line?
Ho solo un negozio sulla piattaforma Discogs; poi ho un’ampia banca dati di clienti a cui invio continuamente mail d’aggiornamento.
Come pensate ci si possa difendere dalla forza di webstore come Juno o Decks?
Cercando di avere con i clienti (seppur lontani fisicamente) un rapporto più umano possibile, curando la comunicazione e dando consigli.
[title subtitle=”Roma”]ULTRASUONI[/title]
Ultrasuoni è uno dei negozi più rinomati di Roma, vero e proprio punto di riferimento per gli appassionati di vinili nella capitale. Anche loro notano un miglioramento delle vendite ma fanno presente la moda del mercato dell’usato del vinile che fa figo, usando il parallelismo con il vintage nell’abbigliamento.
Qual è stata la molla che ha fatto scattare il desiderio di aprire un proprio negozio di musica?
La grande passione per la musica, per il clubbing e la grande svolta di avere tutti i dischi per me.
Avete un vostro cliente tipo?
La nostra clientela è molto ampia, va dall’ascoltatore di musica ambient sperimentale, neo classica, collezionisti, fino al dj techno, passando dal compratore del primo vinile.
Com’è cambiata la vostra clientela da quando il negozio è stato aperto?
All’inizio principalmente erano dj, poi la nostra continua ricerca di altri generi, oltre la musica elettronica, ha portato gente molto piu attenta, che ad oggi è la maggior parte della nostra clientela.
Cosa avete in serbo per il Record Store Day?
Effettueremo degli sconti del 30% e offriremo vino bianco.
Quale dj è entrato nel tuo negozio e non ti aspettavi e che gli hai detto/consigliato?
In una città come Roma è facile far capitare, specialmente nel weekend, dj di un certo calibro, sia piu commerciali che underground, da un Loco Dice, Ben Klock, Marcell Dettmann ad un Morphosis, TM 404 fino ad arrivare ad un Teho Teardo. I grandi dj romani, conosciuti ormai in tutto, il mondo non mancano mai. La cosa che nn mi aspettavo è che tutte le volte tornano a trovarci, siamo diventati un punto di riferimento per molti di loro. Difficile consigliare a chi ne sa quanto te, se non di più.
A cosa è dovuto secondo voi il ritorno d’interesse verso un supporto come il vinile?
Gli appassionati di musica seria, cultori di qualità audio, collezionisti, non hanno mai perso l’interesse. Gli ultimi 10 anni hanno tolto molto non solo al vinile ma un po’ a tutto, il digitale è stato un supporto sicuramente piu economico, facile da procurare e meno ingombrante. Tutti parlano di Design Week ma comprano da Ikea. Ad oggi fa figo comprare il vinile usato, come il vintage per l’abbigliamento.
I dati di vendita del vinile, a livello mondiale, sembrano essere più incoraggianti rispetto a qualche anno fa, è un trend che avete registrato anche voi?
Abbiamo registrato dei miglioramenti, diciamo che la gente si sta rendendo conto che comprare in formato digitale sui siti è un po’ come navigare in un mare senza confine.
Da esperti del settore, collezionisti e venditori di vinili, quanto incide l’usato sulle vendite totali?
Ripeto, fa figo comprare líusato ma per tanti invece è una scoperta di un passato mai vissuto. Altri compreranno i dischi, che potevano comprare oggi, tra un 6/7 anni su Discogs.
Continuare ad avere un negozio fisico in un mondo digitalizzato è sicuramente arduo. Avete un vostro corrispettivo on line?
Sì, abbiamo il nostro sito www.ultrasuonirecords.com e siamo anche su Discogs, ma il negozio fisico dove puoi ascoltare l’intera traccia, capire la qualità del pressing, del mastering, dell’artwork e sicuramente essere consigliati da chi, prima di te, fa una ricerca e selezione accurata, il web non te lo da.
Come pensate ci si possa difendere dalla forza di webstore come Juno o Decks?
Da chi?