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[tab title=”Italiano”]Dopo il debutto con “One Night In The Borough”, i 6th Borough Project tornano a tre anni di distanza con “Borough 2 Borough”. I due componenti del progetto, gli scozzesi Graeme Clark aka The Revenge e Craig Smith, anche individualmente e prima di collaborare, non si sono mai fermati dal produrre musica e suonare; ed è proprio da questa continua ricerca e scoperta, da questo continuo scambio di energie che nella fusione in 6th Borough Project i due hanno disegnato scenari musicali nuovi con una deep house vibrante e calda. Tessiture fitte di suoni indolentemente sexy e appassionanti bassi si rincorrono e rotolano in “Borough 2 Borough”: in questa intervista Graeme e Craig ci raccontano come hanno fatto.
Trovo fantastico quando due, o più, menti creative lavorano insieme per creare qualcosa perché il risultato è sempre molto di più che la somma delle parti. Cosa succede durante il vostro processo creativo?
Graeme: È un processo molto rilassato. Ascoltiamo alcuni dischi, chiacchieriamo sulla vita in generale e poi facciamo un po’ di musica. Veniamo da diverse generazioni, ma questo ci dà ad entrambi una nuova prospettiva sulle scelte musicali dell’altro.
Craig: A volte due teste sono meglio di una, aiuta sicuramente nella prospettiva delle cose. Quando si lavora da soli ci si può facilmente isolare e talvolta perderne il quadro generale.
“Borough 2 Borough”: mi raccontate la scelta del titolo?
Graeme: Be’, abbiamo voluto mantenere il ‘Borough’ nel titolo. In realtà avremmo voluto fare ‘Burgh 2 Borough’, riferendoci a Edimburgo (EdinBURGH), che è la capitale della Scozia. Ma abbiamo pensato che il senso avrebbe potuto perdersi nella traduzione.
Quali immagini vi piacerebbe evocasse questo disco negli ascoltatori?
Graeme: Credo che sia una fusione di molte delle nostre influenze musicali. La cosa importante è sempre avere una ‘base’ nel disco. Qualcosa che si può sezionare, ma che semplicemente è quello che è.
Craig: Mi piace pensare che l’ascoltatore scelga le proprie immagini, questa è la bellezza della musica.
E voi dove vi immaginate suonarlo?
Graeme: Penso che sia più un disco da ascoltare che un disco da ballare. Trovo difficile pensare all’album in termini di tracce – lo immagino più come una cosa unica. Ci sono troppo dentro al momento per immaginare di suonare un sacco di tracce. Sarà bello vedere i remix che ne verranno fuori adesso, e che mi faranno vedere i brani in una nuova luce.
Spesso si sente dire che il secondo album è più difficile del primo. È un luogo comune?
Graeme: Io in realtà penso che questo sia stato più facile, ad essere onesti. Avevamo un punto di partenza. Il primo era più una raccolta di idee che abbiamo tirato fuori da anni di lavoro insieme. Ci sono voluti 3 anni, ma questo disco si sente ancora più immediato.
Craig: Per me è stato solo diverso, ne’ più difficile, ne’ più facile.
Anche con Borough 2 Borough siete riusciti a ridurre all’essenziale i suoni originali di New York, Detroit e Chicago, con un approccio rinnovato e fresco. Era il vostro obiettivo o è stato un naturale percorso?
Graeme: La geografia della musica non mi preoccupa quando faccio musica. La mia tavolozza musicale è costituito dalla musica di tutti i luoghi. Gravito verso idee che hanno un forte groove e mi muovono emotivamente; penso che per Craig sia lo stesso. E’ del tutto naturale che venga fuori un po’ in fase di missaggio.
Craig: le nostre influenze sono decisamente evidenti, ma non è mai una cosa cosciente. Abbiamo entrambi gusti abbastanza ampi in fatto di “dance music”, così speriamo che un po’di tutto questo venga fuori.
Cosa significa essere un musicista oggi?
Graeme: Come è sempre stato. Esprimi te stesso per te stesso.
Craig: Come Graeme dice, basta fare la tua cosa e tirarla fuori.
Quali sono le vostre influenze non musicali?
Graeme: I film, la vita, l’amore… direi che la maggior parte delle mie influenze sono non musicali.
Craig: I miei amici, la storia e uscire a scoprire come è il mondo adesso.
Se non foste stati dei musicisti, cosa vi sarebbe piaciuto fare?
Graeme: Avere un piccolo ristorante sul mare da qualche parte in Scozia.
Craig: Essere un bibliotecario.[/tab]
[tab title=”English”]After the debut with “One Night In The Borough”, the 6th Borough Project return three years later with “Borough 2 Borough”. The two components of the project, the Scots Graeme Clark aka The Revenge and Craig Smith, individually and as before to collaborate, they never stopped from producing and playing music; it is from this continuous search and discovery, from this continuous exchange of energies that in fusion in 6th Borough Project the duo has drawn new musical scenarios with a surrounding, vibrant and warm deep house. Dense textures of sound lazily sexy and exciting bass chasing each other and rolling in “Borough 2 Borough”: in this interview Graeme and Craig tell us how they did it.
I find it amazing when two, or more, creative minds working together to create something because the result is always much more than the sum of its parts. What happens during your creative process?
Graeme: It is a very relaxed process. We just listen to some records, chat about life in general and then make some music. We come from different generations, but that gives us a fresh perspective on each others musical choices.
Craig: Sometimes two heads are better than one, it definitely helps with perspective. When you are working on your own can pretty insular and sometimes miss the bigger picture.
“Borough 2 Borough”: can you tell me the choice of the title?
Graeme: Well we wanted to keep the ‘Borough’ bit in the title. We actually wanted to do ’Burgh 2 Borough’, referring to EdinBURGH which is the capital of Scotland. But we thought it might get lost in translation.
Which images would you like to create for your audience with this record?
Graeme: I guess it’s a fusion of a lot of our musical influences. The important thing always is to have a ‘tone’ to the record. Something which you can dissect, but it just is what it is.
Craig: I like to think the listener will come up with their own images, thats the beauty of music.
And where can you imagine playing it?
Graeme: I think it’s more of a listening record than a dance record. I find it difficult to think of the album in terms of tracks – I think of it more as one piece. I’m too close to it at the moment to imagine playing a lot of the tracks. It’s nice to see the remixes coming out now, which makes me see the tracks in a new light.
It is often said that the second album is more difficult than the first. Is it a clichè?
Graeme: I actually think this one was easier to be honest. We had a starting point. The first one was more a collection of ideas that we pulled together from years of working together. Even though this one took 3 years to make it still feels more instant.
Craig: For me it was just different, neither harder or easier.
Even for Borough 2 Borough have been able to reduce the essential original sounds of New York, Detroit and Chicago, with a fresh and renew approach. It was your goal or a natural path?
Graeme: The geography of music doesn’t concern me when I make music. My musical palette is made up from music from all over the place. I gravitate towards ideas that have a strong groove and move me emotionally and I think Craig is the same. It is completely natural expression that gets pimped a bit at the mixdown stage.
Craig: our influences are definitely apparent but it’s never a conscious thing. We both have fairly wide tastes out with just “dance music” so hopefully a bit of everything comes through.
What does it mean to be a musician today?
Graeme: The same as it always did. Express yourself for yourself.
Craig: As Graeme says just do your thing and get it out there.
What are your non-musical influences?
Graeme: Movies, life, love… I would say most of my influences are non-musical.
Craig: My friends, history and finding out how the world actually is.
If you were not musicians, what would you like to do?
Graeme: Have a little restaurant by the sea somewhere in Scotland.
Craig: Be a librarian.[/tab]
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