La solita, abbondante vagonata di uscite italiane a due mesi dall’ultimo #crumbs a tema. Anche stavolta le segnalazioni sono innumerevoli e filtrarvi le proposte migliori è stato un lavoro enorme, ma noi siam buoni e vi diremo anche quel che è rimasto fuori e che potrete approfondire separatamente: c’è la nuova vita degli Aucan, ovviamente, cominciata con l’ultimo, controverso “EP 1” che sta ancora facendo discutere; c’è un notevole mix di psichedelia ed emozione firmato HDADD/UXO (per giunta in free download) e un gran bell’EP del neonato progetto sUb_modU, fatto di intelligent, ambientalismi, dub e infiltrazioni esotiche; per gli amanti della house per pista vi consigliamo “Sweet Earthquake” di Dis & Dat, mentre chi vuole roba electro più aggressiva potrà andare da LNRipley col nuovo album su Nomad e il video di “Even Stronger”; in più, altri video suggeriti sono quelli degli Omosumo (“Nowhere”, è arrivata la bella stagione), i “Calci In Culo” caustici dei Magellano, l’ancora più caustico “Grande Paese” de Lo Stato Sociale e la “R*Evolution” verso Londra di Ckrono & Slesh + Fuuku. Proposte estremamente variegate di una scena musicale che ha ancora intenzione di stupirci, coglierci alla sprovvista e lasciarci a bocca aperta quanto meno te l’aspetti. E quelli che trovate a seguire sono i casi più clamorosi. Quelli che a sentirli fan tanto Londra, Parigi o Chicago ma che invece sono di fattura squisitamente italiana. Bravi ragazzi, questo è il tipo di sostanze stupefacenti che vogliamo da voi.
[title subtitle=”Lynch Kingsley: a noi non serve Chicago”][/title]
Lynch Kingsley è un producer footwork. Ma non a Chicago, a Roma. Ma non uno che sperimenta in studio e fa trasparire per caso una certa influenza juke nei suoi pezzi: conosce alla perfezione quel linguaggio e non sapresti distinguere la sua musica da quella di uno Spinn o un Traxman, garantito. È uno che dalla morte di Rashad ha ricevuto un colpo davvero intimo, al punto da dedicargli un epitaffio in studio. Ma non solo: è uno che Machinedrum non solo l’ha tutto in testa, ma ha ormai imparato a pensare e creare musica come lui. Ma anche come Goldie. Un tipo con mille potenzialità, insomma, tutte finalmente risolte nel suo primo album, “Time-Lapse“, in uscita questo mese: un lavoro inappuntabile che triangola alla grande le traiettorie dette sopra e offre pure un interessante versante d’ascolto suggestivo. E quando uno dice “dimensione internazionale” non parla in senso figurato: ascoltate il pezzo qui sotto e diteci se esiste una sola ragione per parlare semplicemente di realtà locale. PS: prendete la release fisica, l’artwork è spettacolare.
[title subtitle=”Rocca & Dimitri, tutti giù per terra”][/title]
C’è uno che si chiama Dj Rocca. Fa ballare, produce musica, conosce gente. Since mid of 90s. Poi c’è un certo Dimitri, viene da Parigi, dicono che con la house non se la cavi male. Non è la prima volta che i due vengono avvistati insieme, anzi pare che esista tanta stima e affiatamento tra loro. Ogni volta che finiscono insieme, però, gli appassionati entrano in fibrillazione. Mani all’aria e lodi sperticate per entrambi. Strano, vero? Ora a Giugno esce “Disco Shake” e succederà ancora, mentre noi cerchiamo sempre di capire il perché. Il singolo è qua sotto. Mica è una meraviglia di stile e energia house, raffinata con le sfumature funky di cui loro son maestri, ispirata allo spirito genuino della disco e capace di farti partire la testa pure se sei di sera sul divano di casa. No, vero? Ah, tra i remix c’è anche quello di un certo Tom Moulton. Un giovane che promette bene. Si farà.
[title subtitle=”Ivy: nascere già grandi”][/title]
La descrivono come una voce salda e intensa come quella di Cat Power, Anna Calvi o Florence Welch, nomi che in effetti ti tornano in mente per ragioni di pura timbrica. Ma più di tutte, le quattro tracce di questo primissimo EP a noi han ricordato Francesca Belmonte. Quella musa dal cuore enigmatico che ha folgorato più di una volta Tricky. Quel Tricky che sa intagliare così bene le atmosfere scarne e gocciolanti fatte di pochi suoni essenziali e di voci fuori dalla realtà. Esattamente le stesse che troviamo in “Rubik”: controllate, dosate al contagocce e dominate dalle evoluzioni vocali di una ragazza che sa metterci un carattere e una passione esemplari. Noi non vogliamo convincervi di nulla. Sentite il pezzo qui sotto e fatevi la vostra idea, ma fossimo in voi il nome di Ivy ce lo appunteremmo con caratteri in rilievo. Con scritte accanto giusto una manciata di parole chiave utili a ricordare: atmosfere rarefatte, voce strepitosa, 17 anni. Ah, l’età non ve l’avevamo ancora detta?
http://soundcloud.com/ivy_i/alpha