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[tab title=”Italiano”]Peter Kremeier in arte Losoul proviene dalla scena tedesca più remota, da sempre autore consapevole di quel groove profondo arricchito da elementi con matrice che spazia dal jazz al funk. Tra gli artisti storici di casa Playhouse il suo nome è comparso e compare sulle migliori label da Freak n’ Chic ad Hypercolour, un’artista completo e capace di spaziare senza la necessità di reinventarsi completamente. Tra il suo lavoro in studio e la sua agenda ricca di impegni siamo riusciti a scambiare due parole sul vecchio e nuovo che c’è nel mondo della musica con schema 4/4, dalle sue parole emerge la maturità di chi ha vissuto e continua con gioia a vivere della propria passione, del proprio concetto, senza spazio a nessun criticismo verso il nuovo che avanza.
Vorrei iniziare parlando un po’ di te, com’è cominciato tutto?
È stato tempo fa, tutto è iniziato in famiglia intorno agli anni ’70 quando i miei genitori erano soliti andare con i loro amici a prendere una birra e ascoltare jazz, musica classica e musica “nera” in genere. Al tempo mio zio viveva in Africa e ogni volta che veniva a trovarci in Germania portava con se cose nuove dal cibo alla musica, così che spinto dalla curiosità iniziai a comprare dischi insieme ai miei amici e mi appassionai al lato tecnico della questione, dal djing alla produzione musicale. Negli anni ’80 è arrivato il momento dei primi synth, poi le drum machine e i miei amati Technics 1210. Inizialmente suonavo jazz e funk anni ’70 poi iniziai a scoprire il suono precoce di Chicago e la new wave di stampo europeo.
Provieni dal periodo più giovane della musica elettronica, il periodo in cui tutti i dischi erano prodotti in hardware studio, oggi grazie alla tecnologia abbiamo software e plug-in che rendono tutto più semplice, cosa pensi di questa evoluzione?
Mah in realtà io non appartengo alla prima generazione di produttori di musica elettronica anche se non ci sono stati molti in giro a fare house e techno come noi la conosciamo sino ad oggi, specialmente in Germania ed Europa. Si all’epoca c’era solo hardware e questo significava che tu potevi fare una sola cosa con una macchina allo stesso tempo. Oggi tu puoi usare i plug-in e sfruttare tutte le potenzialità di un computer, questo è il tipico fenomeno dei giorni nostri o meglio dell’era della tecnologia. Molte cose come l’arte e la musica non sono legate alla realtà fisica, tuttavia tu puoi vedere le tue produzioni anche come un immagine della realtà o almeno come un’ impressione, un’idea che tu hai di essa. In ogni caso non è un problema se tu sei giovane e non hai mai realmente visto i “vecchi tempi” o non li hai vissuti, tutti noi stiamo vivendo e lavorando oggi e quindi dovremmo usare tutta la nostra conoscenza ed esperienza per andare d’accordo con quello che accade. Potremmo addirittura avere la possibilità di progettare le cose che si sviluppano.
Ascoltando le tue produzioni, dal tuo primo album ”Open Door” a “Show Me Yours” rimani fedele al tuo schema. Pensi sia importante per un artista rimanere con il suo schema? Hai mai pensato di trascinare il tuo talento in altre “vie” della musica elettronica?
Cosa intendi? Stai parlando del sound e degli arrangiamenti delle musiche o guardi al contenuto della musica? Le musiche possono avere delle cose in comune ma specialmente queste due sembrano molto diverse l’una dall’altra direi… “Open Door” riguarda più un grande spazio, ha una parte più scura e un lento ma forte movimento, mentre “Show Me Yours” è più sulla parte leggera e fresca dell’energia e suggerisce del movimento dinamico. Ma tu hai ragione d’altro canto! Sono ancora in un simile stato d’animo e rappresento alcune delle stesse idee oggi, penso che questo sia importante per un artista. Nel frattempo ho fatto anche sound diversi ma non sembrano essere molto conosciuti fino ad ora. Forse le persone riscopriranno la mia musica degli ultimi 10-15 anni. Chi può dirlo?
Molte delle tue produzioni sono su Playhouse, etichetta storica tedesca. Puoi parlare dello spirito di questa label?
Ho iniziato con la diffusione su Playhouse all’inizio della mia carriera. Con appena cinque release in programma la stessa label era molto giovane, tutti avevamo tante cose di fronte a noi. A quel tempo vivevo vicino Francoforte dove è basata l’etichetta e lì si usciva, si andava alle feste e facevamo i dj. Ad un certo punto capimmo che stavamo cercando le stesse cose e così abbiamo cominciato a lavorare insieme. E’ stato un bel periodo per Francoforte, sai tutto ciò stava accadendo prima che molti musicisti si muovessero verso Berlino e l’etichetta cresceva di continuo. Ci sono state tante feste e collaborazioni. Nacque il Robert Johnson ed era un impegno continuo fra tour e album. Abbiamo lavorato tanto e siamo rimasti soddisfatti dei feedback ricevuti.
Negli ultimi anni, con artisti come Raresh, Rhadoo, l’house con micro influenze ha conosciuto parecchio successo, qualcuno afferma che la “Romania” ha cambiato il volto della house music. Cosa pensi in merito?
Verso la fine degli anni ’90 l’espressione “microhouse” arrivò a descrivere alcuni dei sound che abbiamo fatto. Ai ragazzi rumeni piaceva il nostro sound e per quello ricordo Ricardo che spesso andava in Romania creando un collegamento fra il nostro sound e loro. E’ bello vedere che uno stile venga proseguito da altri, d’altra parte se noi ci rifacciamo al wave e al jazz degli anni ’70-’80, le generazioni più giovani possono trovare nella nostra musica la loro ispirazione. È così che accadono le cose, noi guardiamo ciò che loro fanno da questo punto di vista.
Tu sei un pioniere della scena tedesca. Puoi descrivere questo scenario per ciò che è ora e darci una tua impressione su come potrà svilupparsi?
Alla fine degli anni ’80 e all’inizio degli anni ’90 la scena della musica elettronica in Germania era prevalentemente americana, inglese e delle altre parti europee. La house music era ancora uno stile di specifico interesse. Playhouse era una delle prime etichette in Germania a portare il suo sound con una seria attitudine. Siamo stati influenzati anche dalle origini house, ma eravamo familiari con le nostro radici, il nostro modo di concepire la musica. Rispetto ad oggi la scena era più ristretta e noi presentavamo il nostro vibe alla nostra gente, al nostro pubblico. La scena oggi si è notevolmente ingrandita e molte più persone hanno iniziato a produrre. Negli anni ’90 e dopo il 2000, quando Berlino divenne un “melting pot” di cultura globale, il mondo iniziò a guardare alla Germania per vedere cosa sarebbe successo in seguito. Quando abbiamo iniziato, non c’era internet o e-mail, nessuna comunicazione mobile o tecnologia virtuale. Si usava il telefono, il telefax o le lettere. Per distribuire la musica era necessario fare un pacco postale ed era difficile rimanere in contatto con le persone con cui lavoravi. Comunque, sia oggi che 20 anni fa, tutti avevano le stesse possibilità e per la mia opinione è sempre una sfida a fare qualcosa di diverso.
Cosa pensi degli altri paesi, pensi che nel futuro altre città europee avranno l’energia della scena tedesca? E la scena italiana?
Come ti ho detto negli ultimi 10-15 anni Berlino è stata la capitale della musica elettronica. Io direi che non è solo una città tedesca ma anche e soprattutto uno spazio per azioni culturali, come club, festival e altri progetti connessi. Nello stesso tempo il governo della città è stato intelligente e libero da preconcetti rendendo Berlino uno spazio attivo. Naturalmente c’è anche tanta storia in Germania. C’era molta musica classica. Era il centro della guerra fredda che sicuramente influenzò la scena musicale. C’erano Neue Musik, Krautrock, Kraftwerk, Neue Deutsche Welle e anche la musica disco. Queste cose accaddero indipendentemente dalla scena musicale dominante in America e in Inghilterra. L’energia è uscita fuori dall’underground o almeno da una qualità che è meno ovvia e meno aperta, a me piace tutto ciò.Questa è la base culturale della scena tedesca che non è facile da trovare altrove nei giorni nostri. Naturalmente ogni città può presentarsi e vedere cosa accade. Viaggiando abbastanza vedo Londra e Parigi, come due città piene di cultura musicale e artistica, credo che queste città rappresentino l’esempio perfetto. L’Italia si sa che da sempre ha una grande cultura e spesso da voi proviene musica di qualità, un groove che sprigiona vibrazioni emozionanti. Bisogna essere orgogliosi di ciò che si è e allo stesso tempo essere interessati agli altri.
Il tuo remix di “Underpool” di Renato Figoli è nel Watergate Mix 15 di Kerri Chandler. A maggio vedremo il tuo nuovo EP sulla label italiana “Amam”. Ti va di parlarci un po’ di questo remix e di “New Day” EP?
Con queste due uscite sono diretto verso un altro lato ombroso e cupo del mio lavoro. Nel remix ho dato alla traccia di Renato un po’ più di intervallo, una via emozionale in cui andare, e si, direi proprio che sono rimasto più che onorato di trovarlo nel mix di Kerri Chandler. In “New Day” EP sono andato più in direzione della mia visione personale, le due tracce dell’uscita rappresentano due vie infinite della vita emozionale che tu puoi trovare andando avanti in te stesso, sono frutto di un opposto stato d’animo ma entrambe condividono una vasta intensità, delle vibrazioni che sono inseparabili tra loro.
A proposito del tuo futuro, quali sono i progetti che hai nel cassetto?
In questi giorni sta uscendo un 12” sulla londinese Hypercolour. Le tracce di questo EP hanno il mio classico groove ma sono in linea con i tempi. Dopo l’estate uscirà un ulteriore EP con un mio amico della parigina Karat, questi ragazzi stanno facendo dei party davvero fantastici.Dopo essere stato un po’ lento con le mie release negli ultimi anni adesso sto iniziando nuovi progetti e collaborazioni. Quindi tenete orecchie ed occhi aperti!
Puoi darci il nome di qualche giovane talento secondo quella che è la tua opinione e il tuo concetto di musica?
Bene, c’è un giovane di nome Florian Kupfer che ha fatto delle uscite sulla label L.I.E.S che è abbastanza ben conosciuto. Siamo intimi amici e sta facendo delle cose veramente “raw” provando a non prendere un percorso troppo alla moda. Per il resto vedo parecchie facce interessanti a Francoforte, dopo che molti musicisti si sono spostati a Berlino, ho visto che negli ultimi anni ci sono parecchi talenti qui in giro e sono sicuro che è lo stesso in molti altri posti. Al momento sto facendo un remix per un ragazzo di Parigi di nome Pit Spector, anche lui sta emergendo con parecchi party ed eventi molto “crazy”.
In conclusione, salutaci con tre dischi che hanno influito sul tuo percorso artistico.
Can – Ege Bamyasi (United Artists) 1972
Jungle Brothers – Straight Out Of The Jungle (Warlock) 1988
Maurizio – M6 (Maurizio) 1996[/tab]
[tab title=”English”]Peter Kremeier as know as Losoul derive from remote German scene, all along aware author of deep groove with jazz and funk elements. All along artist of Playhouse label his name be present on the better label such as Freak n’ Chic and Hypercolour, a complete artist able to range without need to overturn his sound schema. Between his studio-work and his diary full of responsibility we succeed to have a little talk about old and new things of 4/4 music world, from his words come to light the maturity of who lived and live with own passion, own concept, without criticism focused on new progress.
First of all let’s talk about yourself, how you started?
Thats a long time ago. I think it was in the family. As far as I can remember back since the 70s my parents were always ready to gather with friends to go at least for a beer but also to have some party with, of course, some music playing. They used to listen to some Jazz, Classical and Black Music. My uncle resides in an African country since that time and he always brought some new things when he came back to Germany, be it little pieces of art, some special food or music. Another aunt and her husband used to run a club in the early 80s. When I was a teenager I started to buy records and go out with friends and started to develop an interest in the technical side of djing and making music. In the mid 80s it was the high time of synths and drum machines and of course the Technics 1210 turntable! My friends and me we were listening to some 70s and 80s funk, soul, jazz and disco and also the early sounds of rap and electro, later we discovered the early house sound of Chicago and the more European New Wave and Electronic Body Music as well…
You come from a youngest period of electronic music, a period when all the records were produced in hardware studio, today with software and plug-in all is more simple, what do you think about this “evolution”?
Well, I am not from the first generation of electronic music producers. But actually there haven’t been many around doing the house and techno sound as we know it until today – especially in Germany or Europe, that’s right. Yes, there was only hardware back then which meant you could do only one thing with a machine at the same time. Today you can use a plugin as often as your computer’s power allows it… a typical phenomenon of the digital or better: virtual era of technology. Many things such as art and music are no longer bound to physical reality which can be surely interesting but as you might see your productions also as an image of real life or at least of impressions and ideas you have from it this could take you away being too easily entertained by the many possibilities which are not even our own in some cases. But no matter if you are a younger person who never has really seen those old times or if you have been around for long – we all are living and working today and so we should use either our curiosity or our experience to get along with what is happening. We might even have the chance to design the way things develop.
Listening your production from your first album “Open Door” to “Show Me Yours” you remain faithful at your “schema”, do you think it’s important for an artist remain his schema? Have you ever thought to drag your talent in “another way” of electronic music?
What do you mean? Are you talking about the sound and arrangement of the tracks or are you looking at the content of the music? The tracks might have some things in common but especially these two are sounding quite different from each other I’d say ‘Open Door’ is more about a wide space, has a darker tone and a slow but strong movement to it while ‘Show Me Yours’ is more on the light and fresh side of energy and suggests some dynamic movement. But you are right on the other hand – I still am in a similar state of mind and I represent some of the same ideas until today which I think is good for an artist having the chance to do this. In the meantime I also did different sounds as well but these seem not to be very well-known nowadays. Maybe my music from the last 10 to 15 years will be rediscovered by people at some point. Who knows?
Lots of your productions are on Playhouse, historical German label, can you talk about the spirit of this label?
I started to release on Playhouse from an early stage of my career. Also – with just five releases on the clock – the label was very young, too. So we all still had a lot of things in front of us. At that time I was already living in the Frankfurt area where the label is based and where we all were going out, doing parties and were djing. At some point we realized that we were looking for the same vibe to get busy with and started working together. It was a lively scene in Frankfurt – you know all this was happening before many music people moved to Berlin – and the label was growing continuously. There have been many parties, releases and collaborations… The Robert Johnson was founded and we were doing tours with the label, quite many artist albums have been released as well.. It was a lot of work and we enjoyed some great feedback from many places we travelled.
In the last years with artists like Raresh, Rhadoo the house with micro influences knew a lot of success and someone tell that “Romania” changed the face of house music, what do you think about it?
At some point of the later 90s the expression ‘micro house’ came up to describe some of the sounds we did, that’s right… The Romanian guys you talk about liked our sound and as far as I remember Ricardo was touring to Romania a couple of times and making the link to them. It’s nice to see that a style is carried on by others. While we are referring to – let’s say – 70s and 80s Wave, Jazz. Soul and Rap music the younger generation might have found some inspiration in our sound. That’s how things happen. Let us see what they are doing from there.
You are a pioneer of German scene, so, can you describe this scene now and give an opinion about the development of this scene?
In the later 80s and early 90s the electronic music scene in Germany was mainly about American, British and other european dance and techno music. House music was still a style of special interest. Playhouse was one of the first labels in Germany that brought its own house sound with a serious attitude. Sure we have been influenced by the House originators, too, but we were also familiar with their musical roots. Compared to today the scene was still small and we were presenting the vibe of our people. Over time the scene has grown very much and many more people began performing and producing, so many labels came around and a lot of events were about to happen. Much more music was released and you cannot check everything to find the really outstanding stuff that easy anymore. In the 90s and later after 2000 when Berlin became such a melting pot of global culture at some point things turned around and the world started looking at Germany (or just went there) to see what will happen next. Back when we started our work there was no internet or email, no mobile communication and no virtual technology. For example when I did my first release on a label in Chicago I had to reach these people via telephone or telefax or send a letter. To send the music for release I had to send a parcel with the master recording by post. It was more difficult to be in touch with the people you were about to work with. But no matter if you are looking at the situation of today or go back 20 years everybody has had the same options at the given time and in my opinion it was always a challenge to do something that stands out from the rest of what is done at that moment.
And about the other countries, do you think that in the future other European cities will have the “energy” of german scene? And about italian scene?
As said during the last 10 to 15 years Berlin used to be a capital of electronic music. I think this is not so much a matter of being a German city but more of being a place that still had a lot of open space for cultural action – such as clubs, festivals and any other projects related. At the same time the city government has been liberal and smart enough to let all this happen to keep the city busy. Of course there is a lot of history in Germany. There used to be very much Classical music. It was the epicenter of the Cold War conflict, which definitely influenced the music scene, too. There used to be Neue Musik, Krautrock, Kraftwerk and the Neue Deutsche Welle and some Disco music as well. These things happened rather independent from the dominating music scenes of the US and England. The energy has always come out of the underground or at least from a quality that is less obvious and more open. I like that. Looking at such a cultural background the German scene embodies a certain variety which might not easily be found somewhere else these days. But I’m sure every country or city can show its face to the world’s scene and see what it gets back. I do quite some travelling and if you look at Paris or London – these cities have so much of a strong history and confident culture of music and arts. And these are just two well-known examples. As we know Italy has a significant history and lively culture and there was always some very interesting and passionate music coming from there. I usually sensed a special groove with a playful as well as an emotional vibe. Be proud of what you are and be interested in others at the same time!
Your remix of “Underpool” by Renato Figoli is in Watergate 15 mixed by Kerri Chandler. In may the italian label “Amam” will release your new EP Can you talk about this remix and about “New Day EP”?
With these two releases I turned to another emotional shade of my work. In the remix I was giving Renato’s soundtrack-like original some more spaced out and as said emotional way to go. And yes, I am very honoured to find it being used in Kerri Chandler’s mix. On the New Day EP I was going a step further towards my own vision. The two pieces of music represent two timeless ways of emotional life that you can find yourself going along. While the tracks are of an opposite kind of mood they both share a vast intensity and excitement about being where they are. You cannot really have the one side without the other.
What you got in store for your future?
Besides the release we just talked about I have a 12-Inch coming out on Hypercolour records from London these days. The tracks on that one represent some more classic Losoul grooves but appearing in the guise of today. After summer there is going to be another one with my friends from Karat records from Paris. These guys are also doing amazing parties. Then I have some remixes going on. After having been a bit slower with own releases in the last couple of years I am about to start with some new projects and collaborations. So keep your eyes and ears open!
Can you give us a name of few young talents in your opinion and in your concept of music?
Well, there is that kid Florian Kupfer who did some releases already also on the L.I.E.S. label that is pretty well-known these days. He is pretty confident about what he does and he is also doing very much his own raw thing not trying to walk a fashionable path too much. Hope he keeps it where he’s got it. Then I see some interesting new faces coming on here in Frankfurt. After many music people moved away to Berlin during the last years there is a lot of new talent growing again around here and I’m sure things are the same in many other places. At the moment I’m about to do a remix for this guy Pit Spector from Paris. He is also part of the Antislash bunch and he is just about to rise up with some crazy releases and events.
At the end, tell us three records that marked your music walk.
Can – Ege Bamyasi (United Artists) 1972
Jungle Brothers – Straight Out Of The Jungle (Warlock) 1988
Maurizio – M6 (Maurizio) 1996[/tab]
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