Giusto una settimana fa, il buon Alexander Robotnick stava viaggiando verso la Svizzera, precisamente Leysin, per suonare all’Haute Frequences festival. Al passaggio doganale è stato perquisito e gli è stata trovata addosso una modica quantità di hashish (“Non mi ricordavo nemmeno di averlo“).
Senza voler stare qua a discutere sull’utilità di certe politiche così strettamente repressive e proibizioniste, Robotnick – al secolo Maurizio Dami – rischia di veder revocata non solo la patente ma anche i documenti per l’espatrio, in quanto recidivo (gli è già successa la stessa cosa un’altra volta, per una quantità ancora più risibile di droga leggera). Ecco che quindi vuole avvertire urbi et orbi che se nel prossimo futuro dovrà rinunciare a delle date all’estero (che arrivano, eccome, perché lo status di Robotnick è di leggenda a livello mondiale) non sarà per pigrizia o stronzaggine.