C’è un’Italia che non delude, che da tutta se stessa e che quotidianamente non smette di stupire. E’ fatta da persone che si impegnano costantemente, che si sporcano le mani per provare a realizzare quei sogni che spesso meriterebbero di avere in pugno, ma che non sempre gli vengono riconosciuti. C’è un’Italia con un’etica vera e radicata, una morale che parla la lingua della musica di qualità.
Oggi su Suoni & Battiti è il turno di alcuni dei nostri connazionali e alcune delle nostre label, quelli che escono comunque a testa alta.
[title subtitle=”Stump Valley – Hollywood EP (Off Minor Recordings)”][/title]
Ve l’avevamo butta lì un giovedì di Febbraio, quando Mattia Tommasone decise di presentarvi gli Stump Valley, misterioso duo italiano che nel giro di poche settimane ha riversato sul suo canale Soundcloud una tale quantità di materiale interessante da non poter passare inosservato nemmeno alle orecchie dei più distratti. House music sensuale e raffinata, talmente ben fatta da finire immediatamente in orbita Rush Hour: è il caso di “Hollywood EP”, la quarta uscita dell’olandese Off Minor (la label di Juju & Jordash), un disco capace di combinare il sapore balearico di “DS 23 Pallas” e le vibrazioni profondissime della title-track con le reminiscenze cosmiche del background degli Stump Valley (qui padrone del B-side). Non c’è che dire, disco da comprare e custodire gelosamente, poi non venite a lamentarvi che non ve l’avevamo detto e ridetto.
https://soundcloud.com/stump-valley/stump-valley-hollywood-ep-off
[title subtitle=”The Normalmen – Dorko’s Antruum (Early Sounds)”][/title]
La sesta release firmata Early Sounds rappresenta l’ennesimo pezzo di bravura: house music bollente, come il catalogo della label partenopea esige, che trova la sua massima espressione nel passo sexy di “Mazine Orfer”, nei chord da mani al cielo di “No Limits”. Ce ne fossero di label come Early Sounds.
[title subtitle=”Charles & George – Puas Puas 004 (Puas Puas)”][/title]
Prese le due versioni originali di questo nuovo Puas Puas, quarta release del catalogo della label romana, si potrebbe pensare a un disco di matrice francese perfetto per un dancefloor estivo come quello del Circo Loco (sì, sto pensando ad Apollonia e ai tre moschettieri): groove corposo, parlato ipnotico e synth talmente “immediato” da far muovere il culo pure ai bicchieri (provate “Vision Of You”). Poi però qualcuno ha avuto l’idea malsana di affidare il remix di “Dance Your Ass Off” a Ayarcana e la musica cambia radicalmente. Il kick s’imbastardisce, le tinte si fanno tetre e graffianti, così quella che prima era una danza sorridente mano nella mano si trasforma in una serie di schiaffi. E’ la sua musica e qui, malgrado le grandissime differenze con la versione di partenza, continua a starci di brutto. Thumbs up per questo nuovo Puas Puas!
[title subtitle=”Silky Raven – The Path Of The Silky Raven (Universal Consequence)”][/title]
Messa via la voce di Florian Schirmacher, ecco che i Wareika si trasformano nei Silky Raven e presentano su Universal Consequence un maxi EP davvero interessante. Gli elementi vincenti del trio di Amburgo, quelli legati prevalentemente alle parti strumentali delle loro release, hanno modo, qui, di focalizzarsi sugli aspetti più apprezzati dal dancefloor: il tiro funk delle loro bassline, la profondità/semplicità del groove e il tentativo di creare sempre degli intrecci melodici originali diventano il focus imprescindibile e il fine ultimo dei loro sforzi. Tutto questo, però, non va interpretato come una semplificazione/banalizzazione del loro “prodotto”, anzi: “The Path Of The Silky Raven” sembra quasi voler dire che, a conti fatti, se i Wareika sono un progetto di livello lo devono prevalentemente al lavoro di Jakob Seidensticker e Henrik Raabe. Il live, è chiaro, fa storia a se, ma “Lucky Luke (Acid) Dub” e “Beat The House” non lasciano spazio a grossi interrogativi per quanto riguarda il lavoro in studio.
[title subtitle=”The Gods Planet – Days (The Gods Planet)”][/title]
Mentre è partita la caccia a “K”, prima vera raccolta firmata Donato Dozzy su Further Records, ecco che l’artista romano viene chiamato in causa da Claudio PRC e Andrea Deplano per mixare la quarta release di The Gods Of Planet. Il suo lavoro è, al solito, un pezzo di bravura bello e buono: la bellissima versione originale, una sorta di equilibratissimo compromesso tra ambiet techno e sonorità baleariche, viene smontata e “raffreddata” in favore di atmosfere più ferme e rarefatte. Le percussioni restano, è vero, ma il groove si compatta su un basso che accorcia il suo passo e su di un pad/drone che fa da trama all’intero lavoro. Bello bello.