Stefan Goldmann è di gran lunga una delle menti migliori all’interno della scena elettronica odierna. Lo dice la sua attività da producer (con vette altissime e per nulla banali come il rifacimento del capolavoro di Stravinsky “Le Sacre Du Printemps” commissionato direttamente dalla Deutsche Grammophon), lo dice quella da label manager (con Finn Johannsen porta avanti l’ottima Macro, la label fra gli altri di Elektro Guzzi e Raudive), lo dice anche quella da editorialista (date ad esempio una letta a questo articolo).
La sua ultima impresa, prevista per settembre, riunisce un po’ tutte le sue qualità ed attività in un unico progetto: il Goldmann acuto teorico, il Goldmann producer, il Goldmann giornalista. Progetto che si divide in due parti: da un lato un libro, “PRESETS – Digital Shortcuts To Sound”, dove si racconta la storia dei preset – sì, proprio loro! – in modo approfondito e per nulla scontato, con interviste tra gli altri a Robert Henke (leggi Ableton), Mike Daliot di Native Instruments, Cory Arcangel (lo sviluppatore originale del Korg M1) ma anche a uno come Michael Wagener – produttore negli anni di gente come Metallica, Ozzy Osbourne, Janet Jackson, perché i preset non si usano solo nell’elettronica. Dall’altro, un vero e proprio album: il titolo è – beffardamente – “Industry”, il concept produttivo è molto interessante perché si tratterà di un lavoro composto esclusivamente di preset presi da tre workstation semi-dimenticate (Yamaha TG33, Technics WSA1R, Korg Triton Rack).
Per informazioni più approfondite e per sapere come recuperare verso la seconda metà di settembre disco e libro, basta andare qui.