Metà agosto, caldo, afa, città semideserte. Per i clubbers non sembra esserci vita al di fuori di Ibiza, Gallipoli e Pag, chi ha la fortuna di esserci (o esserci stato) se la gode, suscitando le invidie di chi, invece, non può far altro che accontentarsi dei mille bollettini giornalieri sui social: è così, fa parte del gioco, oggi tu, domani io. Anche nel mercato discografico sembrano essere giorni di calma piatta, il numero di uscite è sensibilmente inferiore al resto dell’anno, e all’orizzonte non si intravedono colpi di scena. Ma a cercare bene, qualcosa si trova sempre: in fondo, siamo qui per questo!
[title subtitle=”Winkee – Awakening (Giuseppe Ottaviani Remix) (Pure Trance)”][/title]
Ok, ok, lo sappiamo: ultimamente è più facile trovare Giuseppe Ottaviani tra queste pagine che a casa sua. Non è colpa nostra, se il portabandiera della trance italiana non ne sbaglia una da un bel pezzo! Questo remix è solo l’ultima in ordine cronologico, di una serie ininterrotta di release semplicemente perfette. Merito, certamente, di una melodia senza tempo, figlia dell’Original Mix di Winkee, (già contenuto in Electronic Architecture 3) cui la versione di Giuseppe fa da “spalla” in questo ep. Ma merito anche, e qua diamo a Cesare quel che è di Cesare, di una reinterpretazione sensazionale del nostro, che va completamente controcorrente rispetto alle aspettative, scendendo di due bpm e costruendo su un groove solido, un castello di synth inafferrabili, dal gusto leggermente retrò, che portano a spasso la mente per otto, bellissimi minuti. Senza dubbio, una delle uscite più valide dell’intera estate!
[title subtitle=”Andrew Bayer – The District (Anjunabeats)”][/title]
L’Anjunabeats, con il suo stile inconfondibile, frutto di una calibrata miscela di electro e trance, rimane una delle poche certezze di una scena trance i cui confini sono sempre più labili e indistinguibili. I suoi padri, gli Above&Beyond, hanno scelto tempo fa quale sarebbe stato il loro sentiero musicale, e come è naturale, si sono portati dietro la loro creatura, che tutto si è dimostrata tranne che riluttante. Anni dopo, la scelta si è rivelata più che azzeccata, e l’Anjuna (per gli amici), rimane una delle etichette più apprezzate, sia dentro che fuori i deboli confini della trance di cui sopra. L’ultima nata della casa viene da uno dei suoi pupilli, Andrew Bayer, e rispetta in pieno i canoni estetici che hanno permesso alla label di costruirsi quell’identità sonora che ne è diventata il principale punto di forza: un beat robusto, quasi aggressivo, e una melodia gioiosa e malinconica al tempo stesso, suoni curati e produzione dettagliatissima. Una ricetta semplice, ma dannatamente efficace! Ci vorrà poco, scommettiamo, per vedere “The District” in cima alle classifiche, come del resto ha fatto finora la stragrande maggioranza delle tracce rilasciate da Anjunabeats.
[title subtitle=”John O’Callaghan – One Special Particle (Guy J Remix) (Subculture)”][/title]
Fitti tessuti musicali, che si incastrano, si mescolano, fino a definire un soundscape unico e parecchio sofisticato. Un ritmo lento, cadenzato. Questi gli ingredienti che costituiscono lo scheletro del remix di “One Special Particle” dell’israeliano Guy J, che quasi nulla ha voluto mantenere dell’originale O’Callaghiana da cui è partito. Anzi, si potrebbe dire che le due tracce siano praticamente agli antipodi: se da una parte il producer irlandese aveva creato la perfetta killer track, cruda e dritta, dall’altra, Guy J ha deciso di optare per sonorità più ricercate, ma soprattutto ha scelto di spaziare in molteplici generi mettendoci quindi di fronte ad hi-hat tipicamente techno, a synth con richiami deep/ambient e a sample minimali. Tanto di cappello per la grande cura dei suoni in questo remix che non presenta, in nessuna delle parti, sgranature o carenze, e che è capace di trasportarci in un ambiente tanto vasto quanto può esserlo l’infinito spaziale, strizzando l’occhio alla tedesca Kosmische Musik della fine degli anni ’60.
[title subtitle=”Will Atkinson – Victims (Subculture)”][/title]
Sta scalando le classifiche di genere raccogliendo una serie di primi posti tutti meritatissimi, l’ultima release del giovane produttore di Glasgow, Will Atkinson, e non sembra avere alcuna voglia di fermarsi. È incontestabile il fatto che “Victims” sia veramente una traccia favolosa, in ogni suo aspetto. Già dalla partenza ci innamoriamo della sua energia, della cassa dritta, delle grezze e spartane linee di basso sempre vive nelle loro ascese e discese, mentre tutto intorno sta prendendo forma. Il break è paradisiaco: insolito nella durata, ma mai tedioso, col fondo che si riempie di un denso insieme di note, appena appena sfiorate. Lead tipicamente uplifting rompono poi l’atmosfera misteriosa, accendendo la traccia, come un falò d’estate che continua ad alimentarsi, bruciando avidamente. Regina indiscussa dell’intero brano resta la cassa, anche quando sembra prendere una piega diversa, divenendo una specie di ibrido d’uplifting dark trance. In chiusura, ecco infine tornare quell’irruenza e incontenibile impetuosità che ci ha fatto perdere la testa di primo impatto per questa sublime produzione. Non è un caso il fatto che Atkinson possa vantare per questa sua uscita il supporto di artisti del calibro di O’Callaghan, Kearney e Patterson.