Un riff, una melodia, un suono particolare, il forte impatto che hanno su un dancefloor… Per un motivo o per l’altro, ci sono tracce che colpiscono più di altre, restano lì incastonate in un momento perfetto all’interno di un set. A volte hanno la forza di trasformarlo, in una manciata di minuti, da mediocre a formidabile. Sono quelle per cui ringrazi l’inventore di Shazam, quelle che quando ancora non c’era, Shazam, ti frullavano in testa per giorni, finché non riuscivi a scovarne titolo e autore. Nel nostro genere, spesso e volentieri sono quelle che ti regalano attimi impagabili di euforia, che fanno esplodere l’energia di una folla, che ti fanno sentire parte di qualcosa di epico. Di tracce così ce ne sono ancora, eccome: ecco qualche esempio.
[title subtitle=”Dan Thompson – Propaganda (A State Of Trance)”][/title]
“Che bomba!” è la prima cosa che abbiamo pensato, mandandolo in play. E l’abbiamo pensato anche la seconda volta, la terza, e quelle successive. “Propaganda” è il classico disco spaccapista, massiccio nel beat, tagliente nei suoni, epico nel break ed esaltante nella ripartenza. Cavallo di battaglia dell’estate di Armin van Buuren (per dirne uno), conferma lo stato di grazia del giovane inglese, che bissa alla stragrande il successo di “Outcast”, uscita all’inizio di Agosto sempre su ASOT, e lo proietta verso un futuro discografico decisamente radioso. Speriamo vivamente che sappia tenere il passo con questa qualità, perché di dischi come “Propaganda” ce n’è sempre bisogno!
[title subtitle=”Fisherman & Hawkins – Underworld (Coldharbour)”][/title]
Synth grossi e corposi, basse frequenze come onde marine che al loro passaggio inondano tutto valicando qualsiasi confine, ma soprattutto le tipiche sonorità da anthem. Si può ben dire che “Underworld” racchiuda in sé tutti i segni distintivi delle classiche produzioni alla Fisherman & Hawkins. Uno stile particolare, che emerge sempre e costantemente in ogni traccia del duo olandese, basti confrontare quest’ultima release con l’acclamatissima e intramontabile “Apache”, che li ha incoronati, oppure con la successiva “Virus”. Un brano capace di spingere molto, pur non arrivando mai alla vera e propria esplosione di suoni, con un break in grado di farsi apprezzare tanto quanto le piene ripartenze, introdotto da una bassline man mano sempre più frenetica.
I lead suonano dritti, da soli, facendo crescere un’inarrestabile voglia di alzare le mani al cielo. Senza dubbio, con questa traccia, Isaac Vissers e Rob Koopmans colpiscono nuovamente il centro del bersaglio, mantenendo alto il nome della Coldharbour.
[title subtitle=”Tepes – Aeneas (Interstate)”][/title]
Visitando la fan page di Facebook di Tepes, giovanissimo produces originario di San Josè, inevitabilmente si finisce a fare il tifo per lui. Perchè è un ragazzo come tanti che si è messo in gioco e ce la sta facendo, e seguire i suoi progressi, passo dopo passo fino alla tanto desiderata stretta di mano con la Coldharbour, non può che metterci il sorriso. La sua ultima release “Aeneas”, che in quresto momento sta scalando le classifiche top trance, è un vortice di sonorità che ruota intorno al tema principale, un sintetizzatore che disegna una melodia a tratti ipnotica, che scende e sale concitatamente. La cassa fa sentire la sua presenza e si arricchisce sulla ripartenza di synth in levare, in un’atmosfera a tratti big room. Un brano dall’anima dualista, che nella parte centrale suona molto fresco, estivo, ma che poi si scurisce e si carica.Il perfetto asso nella manica quando serve quel pezzo che dia il cambio di marcia ad un set.
[title subtitle=”Paul Van Dyk & Ummet Ozcan – Come With Me (We Are One) (Ultra)”][/title]
La semplicità che paga: semplicità dei suoni, della melodia, delle strutture, tutto molto immediato, ma assolutamente efficace! Quel giro di synth era presente già da qualche tempo nei live set di PvD, ed ora finalmente, ha un nome. Di più, è addirittura l’anthem di quest’anno del suo festival berlinese, il We Are One, andato in scena lo scorso 16 agosto alla Zitadelle Spandau. L’effetto sulla pista è travolgente, e l’abbiamo sperimentato sulla nostra pelle all’ultimo Nature One: sarà per via del ritmo serrato che quei pochi, perfetti, elementi di groove riescono a imprimerle, che si inserisce alla perfezione nella furiosa energia dei suoi live, sta di fatto che quando suona “Come With Me”, Paul sembra prenderti per mano e trascinarti a ballare!