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[tab title=”Italiano”]Se oggi parliamo di acid house è grazie ad una leggenda vivente che risponde al nome di DJ Pierre. Una carriera ormai trentennale, un passato che molti di noi avrebbero voluto vivere in quella Chicago degli anni ’80 che ha dato luce al primo vero movimento house. Un presente fatto di evoluzione, cambiamento e voglia di uscire dai soliti standard per creare qualcosa di nuovo, così come fu ai tempi con “Acid Tracks”. Una chiacchierata che racchiude perle di storia, esperienze, ricordi ma soprattutto molti messaggi diretti e consigli utilissimi per chi intraprende questo tipo di carriera, dai più giovani ai più esperti.
Partiamo da Chicago, Anni ’80, il gruppo Phuture. Sacrifici, impegno, costanza e soprattutto una 303. Spiegaci brevemente come è nato tutto questo e come si è evoluto.
Beh, è come un qualsiasi rapporto. Ci volle del tempo per farci spazio. Io e Spank (l’altro membro del Phuture) ci conoscevamo al liceo. Sapeva che ero un dj locale e mi diceva sempre “un giorno prenderò una drum machine e quando lo farò, voglio che sia tu a suonare le tracce nei tuoi mixati”. Beh, un giorno ha davvero comprato una drum machine. Abbiamo iniziato a metterci le mani e dopo poco abbiamo notato che potevamo effettivamente iniziare a fare le nostre tracce. Poi un giorno mi capitò di essere a casa di un amico di nome Jasper G, stava suonando una traccia e rimasi incuriosito dalla bassline. Gli chiesi che cosa aveva usato per farla e mi disse la “303”. A quel punto chiamai subito Spank per dirgli che avevamo bisogno di questa macchina chiamata Roland 303. Fin dalla mia prima volta che la provai, capii che potevo usarla per fare qualcosa di davvero interessante. Il resto è storia. Abbiamo prodotto “Acid Tracks” e ci siamo imposti come gruppo.
A Chicago a dettare legge in quegli anni c’erano maestri del calibro di Ron Hardy, Frankie Knuckles, Lil Louis, Farley. Cosa hai potuto imparare ascoltando i loro set dal vivo?
Posso dirti che sono stato influenzato da tutti i nomi che hai citato. Ron Hardy spicca di più perché è stato un vero e proprio modello da imitare nei miei dj set. Dopo averlo visto ho imparato a suonare con energia e passione. Ho anche imparato ad interagire di più con la gente e a portare maggior dinamica al mio set lavorando con gli oscillatori. Ma prima di tutto, ho imparato a mixare. Suono set afro-acid e li mixo con tutto e devo questo modo di pensare proprio a Ron Hardy. Lil Louis è un’altra persona che per me ha avuto una grande influenza. Mi regalò il mio primo grande momento da dj quando mi fece aprire per lui ai famosi Bismarck parties a Chicago. Mi aprì la porta ad un livello superiore di Chicago. Facevo set da 4-5 ore ed in questo modo ho imparato molto a cercare di intrattenere la gente per così tanto tempo. Praticamente ho imparato a raccontare una storia. Lil Louis è stato il primo dj ad avere tutti i tipi di persone nei suoi set. Louis aveva le persone appassionate e tranquille e persone più difficili da gestire allo stesso evento. Perciò mi ha influenzato nel pensare che è giusto anche uscire dagli schemi. Frankie (RIP) era conosciuto più per i suoi set con molti vocali ma una volta mi invitò ad una delle sue serate e suonò anche “Acid Tracks” che in realtà era ben lontana dal suo stile abituale. E’ stato un onore per me. E fondamentalmente mi ha detto “Pierre…sai questo non è il genere di cose che suono solitamente, ma volevo comunque congratularmi con te e Phuture…ottimo lavoro”. Farley mi ha influenzato nel mio modo di pensare grazie alla sua spettacolarità.
In quegli anni però non era per niente facile imporsi come artisti. C’erano molti ostacoli, grande competitività ma soprattutto la promozione e la distribuzione dei dischi non tutelavano molto gli artisti in fatto di royalties. E’ stata questa la motivazione che ti ha spinto a muoverti a New York?
Assolutamente. Non volevo più dare “le mie perle ai porci”. Le etichette a Chicago erano molto furbe e io ero consapevole del mio valore. La concorrenza era altissima e pericolosa. Ci sono così tante storie incredibili provenienti dalla mia città natale che potremmo stare qui tutto il giorno a parlarne. Siamo stati i primi ad esporre al mondo quel preciso stile musicale, la gente impazziva a causa dell’attenzione che avevamo ottenuto e io personalmente non riuscivo a gestire la cosa. Mi sono visto allo sbando e la mia energia creativa stava svanendo. Così, quando Jive Records mi ha offerto un lavoro a NY sono andato subito. Semplicemente ho lasciato tutto alle spalle e a quel punto mi sono completamente affermato come DJ Pierre.
Chicago è stato il primo step, New York il secondo. Tu che hai vissuto in prima persona entrambe le situazioni in quegli anni, quali erano le differenze sostanziali nell’approccio musicale di ogni artista? Leggevo della curiosità riguardo le tue prime produzioni adattate da 128 a 120 bpm, perché a New York come diceva Marshall Jefferson “si suonavano cose più lente”.
E’ come se avessi vissuto vite separate. Ho sperimentato due generi distinti in una sola vita. Questo non ha fatto altro che dimostrarmi che le mie pazze idee in realtà sono innate. Fanno parte di me e sono stato designato per creare questo tipo di cose. “Acid Tracks” in origine era a 128 bpm e quel genio di Marshall Jefferson ci suggerì di rallentare a 120 bpm. Funzionò alla grande. Le cose prodotte come Wild Pitch in realtà erano per lo più a 123 bpm, cioè più veloci rispetto ad “Acid Tracks”, ma, come sai, erano diverse, non c’era la stessa “cattiveria”. Perciò sembra tutto molto più lento e morbido rispetto ad “Acid Tracks”. Quando ho rilasciato come Wild Pitch nessuno stava rilasciando tracce così veloci… tutti volevano seguire il ritmo della UK garage, ma io avevo bisogno di un po’ di energia in più.
Con Phuture avete sconvolto la concezione di musica elettronica e creato scenari inediti, impensabili se parliamo del 1986. Il termine “acid” ha aperto un mondo e ha coinvolto chiunque, tant’è che “acid” da alcuni è stato abusato solo per avere più appeal e richiamare qualcosa di sconvolgente ma che nulla aveva a che vedere con il vostro suono. Vero? Qual è la tua reazione quando senti questo genere di cose? E’ cambiato qualcosa in questi anni o questo termine è ancora abusato?
Hai ragione nel dire che il genere “acid house” sia stato il precursore di quella che ora chiamiamo EDM. Non c’era niente di simile in giro in quegli anni e si è sviluppato pian piano tra i vari produttori del momento, a prescindere dal fatto che ne fossero a conoscenza o meno. Ma io ne ho avuto la prova dopo che l’acid house è entrata realmente in scena. Ho avuto questa stessa discussione con un’etichetta su cui sto lavorando – Halocyan Records e il suo fondatore Dimitri Fergadis – il quale è molto ben informato sulla storia di questo genere. Discutiamo continuamente, l’EDM è il risultato diretto della musica house e l’acid house è sua figlia. Pertanto è inutile perdersi in teorie o discussioni. Quando ti siedi a creare una traccia acid l’intenzione deve essere giusta. Ripeto, l’acid house è un sentimento alimentato da una corretta intenzione. Troppe persone pensano che con una 303 o un basso si possa fare acid. Non è così. E’ solo rumore se non è nelle mani giuste.
“L’acid house è un sentimento alimentato da una corretta intenzione. Troppe persone pensano che con una 303 o un basso si possa fare acid. Non è così. E’ solo rumore se non è nelle mani giuste.“
Essere considerato il pioniere dell’acid house è senza dubbio un’etichetta che inorgoglisce il tuo ego ma allo stesso tempo potrebbe essere anche molto riduttiva. Voglio dire, DJ Pierre è molto di più dell’acid house. Creare altri alias è stato il tuo modo per dire “faccio anche molto altro e lo so fare molto bene”?
Sono un artista al di là di qualsiasi altra cosa. Sono molto altro oltre l’acid house, ma l’acid house è sempre legata a me ed io ad essa. E questo a me va benissimo. Ciò che non mi va sono i tentativi di catalogarmi. Ovunque mi trovo, sento il bisogno di creare. Questo è il motivo per cui ho creato la mia etichetta Afro Acid. Avevo bisogno di esplorare qualcosa di diverso. Anche per questo mi piace lavorare con etichette come Halocyan Records perché mi capiscono come artista. Sono molto di più di acid house e Wild Pitch ma non c’è dubbio che sono soprattutto Acid e Wild Pitch. Voglio essere in completo controllo di me stesso e decidere “che cappello indossare” quando creo. Potrebbe essere il cappello Acid o il cappello Wild Pitch o un genere totalmente nuovo che possa influenzare o innovare. Devo essere al posto di guida in fase creativa.
E’ giusto sottolinearlo perché forse qualcuno non ne è a conoscenza. Un aspetto sul quale tu hai voluto dire la tua opinione è anche l’uso di droghe (cocaina), molto comune in questo mondo. Il messaggio forte e chiaro l’hai dato con “Your Only Friend”. Ritieni la musica sia utile per comunicare un aspetto serio come questo?
La musica è una piattaforma. Siamo artisti e la musica è la nostra voce. Dobbiamo sempre cercare di parlare alla gente e non solo cercare di influenzarla. Ormai sono da 30 anni nel giro e sono arrivato ad un punto dove so per certo che c’è un potere superiore. C’è un potere che guida il mio percorso. Ora so che parte del mio lavoro è quello di elevare e portare il sorriso alle persone che ne hanno bisogno. La musica è il mio veicolo per farlo. La musica è vita.
La buona e vecchia 303 ormai ormai viene sempre più frequentemente riprodotta dai più comuni plug-in con risultati poco distanti dal suono analogico. Cosa pensi riguardo la facilità di accesso di tutti questi programmi? Non si rischia di abbassare gli standard qualitativi con tutti questi nuovi “home producer o bedroom djs”?
Beh tutta questa tecnologia, se nelle mani sbagliate, può comportare il rischio di sperimentare una forma distorta di dance music. Penso ci sia bisogno di tornare alle basi. Il termine “bedroom dj” non dovrebbe neanche esistere. Se sei dj, impari il mestiere ed esci dalla camera da letto. Se sei un produttore e sei consapevole che questa è la tua reale passione, allora inizi a fare quello che sei destinato a fare. Se hai veramente talento, non rimani sicuramente nascosto in camera da letto e le tue produzioni dovrebbero parlare per te. Non tutti sono dj o produttori. Quindi non è colpa della tecnologia. La tecnologia cercherà sempre di creare nuovi modi migliori per fare le cose. Tendo a osservare chi usa la tecnologia. C’è sempre bisogno di persone preparate sotto questo aspetto. Certo, il suono può essere diverso con la roba digitale recente. Ma ora va così, in futuro cambierà. Le cose più incredibili succedono quando sai chi sei, nonostante i cambiamenti. Se riesci a capire come colmare entrambi i mondi del vecchio (analogico) e del nuovo (digitale), allora sì che accadono le cose incredibili che dicevo.
La tua fortuna, se così possiamo definirla, è aver potuto contare sull’apertura mentale di artisti che avevano il coraggio di cambiare i vari cliché. Uno su tutti, Ron Hardy, il primo ad aver proposto le tue “Acid Tracks” in tempi non sospetti o ancora di più Marshall Jefferson grazie al quale sei riuscito a stampare le tracce. Ritieni che attualmente la capacità di osare e spingersi oltre gli schemi sia una delle formule giuste per poter avere giusti riconoscimenti dei propri sacrifici?
Grande domanda. Ormai nessuno osa andare oltre. Quello che vedo, dal mio punto di vista, sono produzioni molto simili e standardizzate. Penso che dovremmo essere in grado di godere di una forma più vera e originale di house music. La musica che sembra più in voga al momento negli Stati Uniti è l’EDM. Ma ciò che noi chiamiamo EDM in realtà è house! Perché prendiamo le distanze da chi fa questo tipo di musica? Penso che il desiderio di creare EDM sia dovuto alla paura di prendere realmente gli elementi su cui si è fondata la scena house. Alcune persone lo stanno facendo. Alcuni stanno prendendo rischi. Il più delle volte può solo sembrare un tentativo di un ragazzo qualunque che ha per le mani una traccia molto commerciale con un certo suono che però nell’insieme manca di fondamento. Manca l’anima. Sto dicendo che bisogna essere abbastanza coraggiosi da esplorare tutti i generi, ma dando loro una sostanza. L’unico modo per farlo è quello di riconoscere la musica madre di tutto: la house music.
“Sto dicendo che bisogna essere abbastanza coraggiosi da esplorare tutti i generi, ma dando loro una sostanza. L’unico modo per farlo è quello di riconoscere la musica madre di tutto: la house music.“
Sei un artista molto aperto a qualsiasi tipo di collaborazione, anche tendente al “commerciale”. Hai rilasciato materiale su Dim Mak (label di Steve Aoki), elogiato il lavoro di LMFAO, Skrillex o David Guetta (solo per citarne alcuni), artisti osannati da milioni di fans ma bersaglio di numerose critiche da altrettanti addetti ai lavori che li considerano soltanto macchine da business. Che cosa rispondi alla gente che si scaglia contro questi artisti?
Sono molto aperto a lavorare con chiunque mi permetterà di essere me stesso. Anche in questo caso non ho alcun confine creativo. Pensateci, se fossi il tipo di artista che rimane legato allo status quo, Acid House e Wild Pitch non sarebbero mai nati. Devo poter pensare fuori dagli schemi e, talvolta, questo può significare fare le cose che viste dal di fuori possono non avere senso. Ma allo stesso tempo devo capire che tipo di artista sono, in maniera tale da non dover mai abbandonare le mie radici. Ho sempre portato la musica house e gli elementi della house music in quello che faccio. Non importa con chi lavoro. Io non ammiro LMFAO, in realtà li ho soltanto citati perché anche loro hanno usato qualcosa di acid in alcuni loro lavori. Proprio per ribadire come Phuture e l’acid house siano stati influenti. Io dò credito a Guetta, perché contrariamente a quello che molti pensano, è un ragazzo della vecchia scuola. Lui stesso mi ha ricordato quando all’epoca era un promoter ed aveva organizzato la mia prima serata in Francia oltre 15 anni fa. Lui conosce la storia. Skrillex invece mi ricorda me stesso in quanto lui rimane fedele a quello che vuole creare. Mi ha impressionato quando abbiamo trascorso un po’ di tempo nella sua stanza una volta prima di un festival a Chicago. Sapeva la storia della musica. Conosceva la dubstep, non è uno sprovveduto. Lo rispetto ed è uno che lavora sodo. Se mi piace una traccia la suono, anche se di Guetta o Skrillex. Se mi smuove qualcosa dentro a livello emotivo, la suono. Questo non cambia chi sono io. Sono sempre DJ Pierre. Ho provato spesso una cosa divertente. Ho suonato tracce di cosiddetti artisti “commerciali” e la gente ha sempre apprezzato. Non avevano idea di chi fosse la traccia ma anche se lo avessi svelato non penso si sarebbero rivoltati perché la traccia era stata prodotta da questa o da quella persona. Questo non ha nulla a che vedere con la musica. La musica, soprattutto la musica house, è stata creata per unire. La musica è anche amore. Si può dare vita e ricevere vita. Dare amore e ricevere amore. E’ davvero forte.
In cosa è cambiato DJ Pierre negli anni? Voglio dire rilasciare i primi dischi per Marshall Jefferson e gli ultimi più recenti per Steve Aoki non può essere (e non è) la stessa cosa…
Sono sempre in evoluzione. Ma la mia evoluzione è sempre un modello del passato che colpisce il futuro. Quindi, qualunque cosa ho imparato da Marshall lo porterò su Dim Mak o da Steve Aoki o Boys Noize. Penso che questo sia il motivo per cui sono interessati a me. Vogliono un pezzo di storia nei loro brani. I giovani ragazzi su Dim Mak o i dischi di Boys Noize hanno bisogno di sentire il passato. Io, insieme a pochi altri, sono in grado di far loro conoscere le vere origini di questa musica. Per me quindi è un onore poter collaborare con queste persone.
Hai affermato una volta che “non è importante se un dj suona bene, ma l’importante è essere famosi e rilasciare tracce valide”. Non pensi ci sia una grande differenza tra essere buoni dj e buoni produttori?
In realtà non ho detto questo. Non lo credo nemmeno. Forse era una citazione fuori contesto. Penso che le persone credano che non sia più importante ormai essere un dj con determinate abilità. Le persone sono più interessate all’etichetta e a ciò che gira intorno rispetto alle abilità di un dj nel suo set. La generazione più giovane, quella che non ha un certo tipo di cultura, si fa ammaliare da tutto questo. Ci sono ancora buoni dj e produttori ma sono molto pochi. In realtà non molte persone ormai hanno a cuore l’arte del djing e la produzione di tracce. Purtroppo, lo dico ancora una volta, nessuno vuole andare fuori dagli schemi e ha il coraggio di creare qualcosa di nuovo.
Quali sono i programmi futuri di DJ Pierre?
Ho un sacco di cose in cantiere. Oltre ad un fitto programma del tour che mi mantiene in movimento, sto lavorando a stretto contatto con Halocyan Records. Abbiamo analizzato gli ultimi anni per capire quello che vogliamo fare insieme. Restate aggiornati su questo per ulteriori novità. Sto anche lavorando su un Phuture EP e un album. Ho iniziato “Afro Deep” e “AA Trax”, entrambe le etichette sono le sorelle minori di “Afro Acid”. Ho voluto ampliare il campo di azione per permettere a più persone di raggiungerci. Attualmente ho anche in uscita un remix di una traccia molto popolare di Wild Pitch, originariamente chiamata “Roach Motel” di Terry Farley, pioniere della Uk house. Il mio remix si chiama Wild Luv. E’ uscito su Get Physical, lì ci lavorano persone fantastiche. Phuture (io e Spank) ci dividiamo tra tour e studio. I fan ci caricano e supportano in ogni occasione. Siamo stati invitati a suonare al Sydney Opera House, poi ci saranno date al Berghain, al Fabric di Londra e qualche altro show di grande qualità negli Stati Uniti. Perciò rimanete in allerta anche per uno show di Phuture vicino a voi.[/tab]
[tab title=”English”]If we talk about acid house today is thanks to a living legend. His name is DJ Pierre. A thirty-year carrier, a past that many of us would have wanted to live in the Chicago of the 80s that gave birth to the first and real house musice scene. A present where evolution and change find space, the desire to go outside the box and dare to create something new, as it was at the time with “Acid Tracks“. A chat that contains pearls of history, experiences, memories, but especially many direct messages and advices for those embarking on this type of career, from the youngest to the most experienced.
Let’s start from Chicago, 80s, Phuture group. Sacrifice, commitment, perseverance and above all one word: 303.Explain briefly how this group start and how it evolved.
Well it’s like any relationship. It took time to come into our own. Spank and I (the other member of Phuture) knew each other in high school. He knew I was a local dj and he would always say to me “one day i’m gonna buy a drum machine and when that happens I want you to play my beats in your mixes”. Well one day he did buy a drum machine. We started messing around with it and then noticed that we can actually start making our own tracks. I happened to be at a friend’s house-guy named Jasper G-and he had a track playing and I was intrigued by the the bassline. I asked him what he used to make it and he said the “303”. I then called Spanky and said I got it! We need to get this machine called the Roland 303. My first time hearing it-I knew we could use it to do something interesting. The rest is history. We made “Acid Tracks” and that solidified us as a group.
In Chicago to “lay down the law” in the main events during those years there were masters like Ron Hardy, Frankie Knuckles, Lil Louis, Farley. What did you learn by listening to their live set?
I can tell you that I was influenced by all of the guys you mentioned. Ron Hardy stands out the most because I patterned my dj sets after him. I learned to play with energy and passion by watching him. I also learned how to really work the crowd and bring dynamics to my dj set by working the oscillators. Man I also learned to mix it up. I play an afro acid set which is a mixture of everything. I owe that way of thinking to Ron Hardy. Lil Louis is another person who was a great influence. He gave me my first big moment as a dj when he hired me to open for him at the famous Bismarck parties in Chicago. He opened that door for me on a bigger level in Chicago. I would play for over 4 to 5 hrs so I learned a lot trying to hold the crowd for that long. I learned to tell the story basically. Lil Louis was the first dj to have all kinds of people in his sets. Louis had the soulful cats and the more harder edged cats at the same event So he influenced me in thinking that its ok to go outside the box. Frankie (RIP) was known more for his vocal sets-but he invited me out to his gigs one night and he played Acid Tracks which is far from his normal style. That was an honor for me. He basically was saying Pierre…you know this is not my thing. BUT i’m giving you and Phuture a thumbs up saying..good job! Farley was the one who I saw showmanship in. He influenced the way I thought about my presentation.
It was not easy to have success as artist during that period. There were many obstacles, high competitivity but above all the promotion and distribution did not protect artists in terms of royalties. Was it this motivation that prompted you to move to New York?
Absolutely. I didn’t want to give my pearls to swine anymore. The labels in Chicago were crooked-and I knew my worth. Competition was toxic. There are so many crazy stories coming out of my hometown that we would be here all day. We were the first to expose the world to this style of music so I think People got crazy with the attention we got and just couldn’t handle it. I saw myself being drained… my creative energy was going. So when Jive records offered me a job in NY-I went. Just left. DJ Pierre was truly established at that point.
Chicago was the first step, New York the second one with Wild Pitch and Strictly Rhythm experiences. So, you have personally experienced both situations in those years…What were the major differences in the approach of each musical artist? I read of curiosity about “Acid Tracks”, adapted from 128 to 120 bpm, because in New York as Marshall Jefferson said that tracks were “Too fast, New York won’t accept it”.
It’s as though I was living two separate lives. I experienced being responsible for 2 separate genres in one lifetime. That proved to me that my crazy ideas are innate. They are part of my makeup and I was designed to create. Acid Tracks was originally 128 and the genius who is Marshall Jefferson told us to slow it down to 120 bpm. It worked. Wild Pitch was actually 123 bpm which was faster than Acid Tracks but as you know, it’s stripped of the hardness. So it “seems” more mellow than Acid Tracks. When I did Wild Pitch no one was really putting out tracks that fast… they wanted me to follow the UK garage tempo but I needed a bit more energy you know.
We can say with no doubt that Phuture gave new possibility for electronic music creating new scenarios, something unthinkable if we talk about 1986. Term “acid” has opened up a world and anyone was involved, so much so that “acid” has been abused by someone just to have more appeal but that had nothing to do with your sound. True? How is your reaction when you say or heard this things? Is something changed during these years or this word is still abused?
You are correct in saying acid house was the forerunner for this thing we call Electronic Dance Music. There was nothing around like it and it seeped into the consciousness of other creators at the time-whether they were aware or not. But we see the proof after Acid House came on the scene. I have been having this very discussion with a label I’m working with Halocyan Records and it’s founder Dimitri Fergadis, who is very knowledgeable on the history of this music. We discuss constantly that EDM is a direct result of house music and its baby is acid house. So this is a conversation that we cannot sweep under the rug. When you sit down to create an Acid Track your intention has to be right. Acid House is a feeling fueled by the right intention. Far too many people feel if they get a 303 or the bass bot then they are making Acid. Far from it. It’s just noise if it’s not in the right hands.
“Acid House is a feeling fueled by the right intention. Far too many people feel if they get a 303 or the bass bot then they are making Acid. Far from it. It’s just noise if it’s not in the right hands.“
Be regarded as the pioneer of acid house is undoubtedly a “label” that prides your ego but at the same time could be very simplistic. I mean, DJ Pierre is not only acid house. Create other aliases was your way of saying “I like everything about electronic music and I have no limits when I start producing”?
I am an artist beyond anything else. I am more than Acid House but Acid House is forever tied to me and I to it. That is ok with me. What is not ok are the attempts to put me in a box. I have to create from wherever I am. This is why I started my own label Afro Acid. I needed a place to explore. This is why I enjoy working with labels like Halocyan Records because they understand me as an artist. I’m more than Acid House and Wild Pitch but I am Acid and Wild Pitch. I want to be the one in control and the one to decide what hat I wear when I create. It could be the Acid hat or the Wild Pitch hat or a totally new genre that I may influence or innovate. I have to be in the creative driving seat.
One aspect on which you wanted to say your opinion is the use of drugs (cocaine), very common in this clubs scene.You gave a loud and clear message with “Your only friend.” Do you think that also house music can be considered as a way to communicate about such sensitive issues?
Music is a platform. We are artists and music is our voice. We should always seek to speak to the people and not only that influence them. I’m going on 30+ years in the biz and I’m at a point where I know for a fact, there is a higher power. There is a power directing my path. I now know that part of my job using this platform is to uplift and bring a smile to a broken person. So Music is my vehicle. Music is Life.
The only and original 303 is increasingly being played and emulated by the most common plug-ins with results not far from the analog sound. What do you think about the ease of access to all of these softwares? Don’t you think that it could be a risk lowering the quality standards with all these new “bedroom DJs”?
Well with all technology – if it’s in the wrong hands – we stand the risk of experiencing a watered down form of Dance music. I think we need to go back to the basics. The term bedroom dj should not exist. If you are dj learn the craft and get out of the bedroom. If you are a producer and you know this is your passion then start doing what you were divinely created to do! If you are truly talented you would not hide in your bedroom and your product would speak for itself. Not everyone is a dj or a producer. So it’s not the fault of the technology. Technology will always seek to create newer better ways of doing things. I really tend to look at who is using the technology. We need more students of the game. Yes, the sound may be different with the newer digital stuff. But that’s life things will change. The amazing happens when you know who you are despite the changes. IF you figure out how to bridge both worlds of old and new-analog and digital – amazing happens.
Your luck, if we may so call it, was being able to be closer to artists who wanted to change music clichés. One for all, Ron Hardy, the first person who played “Acid Tracks” or even more Marshall Jefferson through which you could release that tracks. Do you think that currently the ability to dare and go beyond music schemes is the right way for being considered as a good artist and become popular?
Great question. I was just saying that no one dares to go beyond anymore. What I see from my perspective are cookie cutter productions. I think we should be able to enjoy a more true and original form of House music. The music that seems to be exploding in the US now is EDM. But the thing is what we are calling EDM is actually house music! Why are we pushing them apart? I think the desire to create the same form of EDM style that we hear is out of a fear to really take the elements of what built this scene and build from there. Some people are doing it. A few are taking risks. But besides that-it’s the same attempt to sound like the last guy who had a very popular track with a certain sound which lacks the foundation. Lacks soul. I’m saying be brave enough to explore in all genres but give it substance. The only way I think that can be accomplished is to recognize the mother-house music.
“I’m saying be brave enough to explore in all genres but give it substance. The only way I think that can be accomplished is to recognize the mother-house music.“
You are very open to any kind of collaboration, even tending to the “commercial tracks”. You have released material on Dim Mak (Steve Aoki’s label), praised the work of LMFAO, David Guetta or Skrillex (just to name a few). All artists with millions of fans, but considered only as business machines by many others. What do you say to people who railed against these artists?
I am very open to work with anyone who will allow me to be me. Again I don’t have any creative boundaries. Think about it. If I was the type of artist to go along with the status quo… Acid House and Wild Pitch may not have been created. I have to be allowed to think outside the box and sometimes that may mean doing things that from the outside may not make sense. But understand what type of artist I am as well I can never abandon my roots. I will forever bring house music and the elements of house music into what I do. No matter who I work with. I did not praise LMFAO, I actually cited that even they were using acid as part of their work. So I was saying how influential Phuture and acid house are. I do give credit to Guetta because contrary to what the kids think-he’s an old school dude. He reminded me he booked me for my very first gig in France when he was a promoter like over 15 years ago. So he knows the history. Skrillex reminds me of myself in that he stays true to what he wants to create. He impressed me when we spent some time in his trailer at one point at a festival in Chicago. He recognized the history of the music. He knew dubstep did not just happen out of thin air. So he paid homage. I respect that. Plus he walks to beat of his own drum. If I love a track-I will play it even if’s from Guetta and Skrillex. If I am moved by it in my soul, I will play it. It doesn’t change who I am. I’m still DJ Pierre. Funny thing is I’ve done that. I’ve played tracks by so called “commercial” artists and people go nuts. They have no clue who its by and if i told them-then they would just stand there in rebellion because its by this person or that person. That’s not what music is about. Music-especially HOUSE music was created to integrate. Music is also love. It can create life and take life. Create love and take love. It’s powerful.
What has changed over the years on DJ Pierre mind? I mean, releasing the first records for Marshall Jefferson and more recent tracks for Steve Aoki can not be (and is not) the same thing… we’re talking about two different worlds, two different ways of djing and produce music.
I’m always evolving. but my evolution is always a pattern of the past affecting the future. So whatever I’ve learned from Marshall I will bring that to a Dim Mak and Steve Aoki or a Boys Noize. I think this is why they are interested in me as well. They want a piece of that history in the flesh. The young kids on Dim Mak and a Boys Noize records need to hear the past. I along with a few others are in the position to introduce them to the true origins of this music. So I see it as a honor to collaborate with these people.
You once said that now “it is not important if a dj plays well, but the important thing is to be popular and release cool tracks”. Do not you think there is a big difference between being a good dj and good producer nowadays?
I actually did not say that. I don’t believe that. Maybe it was a quote taken out of context. I do believe people believe that it’s not important to be a skilled dj anymore. I do think people are more interested in the manufactured brand as opposed to the skill set of a dj. The younger generation, ones who do not have the knowledge, get caught up in that I think. A good dj and Producer are far and few in between. Not many people cherish the art of djing and actually building a track anymore. Again, no one wants to go outside the box and dare to create something new.
What are the future plans of DJ Pierre? Any new releases and works on your label, Afro Acid?
Lots of things in the works. Besides a tour schedule that keeps my moving… I’m working very closely with Halocyan Records. We’ve been brainstorming the past few years on what we want to do together exactly. Stay tuned for that. I’m also working on a Phuture EP and album. I’ve started Afro Deep, and AA Trax, both sister labels to Afro Acid. Just broadening the playing field for people to reach us. Right now I have a remix of a very popular Wild Pitch Track originally called Roach motel by Terry Farley, UK house pioneer. My remix is called Wild Luv. It’s out on Get Physical. Awesome people over there. PHUTURE (spank and I) are touring and were in the studio. The fans have embraced us 200%. We got invited to Play Sydney Opera House, Berghain, Fabric London coming up, and a select few high profile shows in the USA. So look out for a Phuture show near you.[/tab]
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