Parlare di the Golden Toyz significa parlare di trap music. Significa provare a cogliere l’essenza di uno stile dal doppio volto, giovane e sfacciato ma anche autocosciente e ragionato. Lui d’altronde è quello che cura la serie Bass Island “Italians Meet Trap”, ormai al terzo volume. È il ragazzaccio della Doner Music, ma anche quello che insieme ad Aquadrop ha dato vita all’accoppiata più inafferrabile della trap italiana. Lui è un ragazzo di strada, inspira sporco ed espira cattiveria, nelle forme di arroganza urbana di cui la trap music è recentemente diventata primo canale espressivo. È uno a cui non importa esser corretti, né raffinare il linguaggio, come vedrete nelle sue risposte. Ma nello stesso tempo è uno che ha testa, sa osservare la visione d’insieme e riesce a ragionare sulle cose. Esattamente la stessa doppia potenzialità della trap stessa: può metterti di fronte a qualcosa che non avresti immaginato prima, ma magari è la stessa che ti aspetta la notte all’angolo della strada. Mentre leggete l’intervista attaccate il mix qui sotto, realizzato per la Seclusiasis di Starkey e in premiere streaming solo qui da noi. Vi darà l’idea completa del personaggio.
Passo numero uno: qual è il disco o la traccia che ti ha cambiato la vita? La primissima. Quella che ti ha fatto capire che la musica era veramente un’emozione particolare, più intensa di altre.
House Of Pain “Jump Around”. 1992, avevo dieci anni, trovai il walkman del fidanzato più grande di mia sorella sul tavolo. Da buon zanza lo presi senza dire nulla e schiacciai play… partì la trombetta, la testa iniziò a muoversi “a piccione” e la mente capì che c’era un’altra cosa fichissima oltre al calcio in cortile con gli amici. La musica.
Passo numero due: quando hai capito che la musica, produrla o suonarla, sarebbe stata una parte fondamentale della tua vita?
Quando un ragazzo che prestava servizio civile al Centro Giovani sotto casa dei miei mi regalò una SoundBlaster 16 che non usava più e un CD con dentro Fruity Loops e molti sample. Questa cosa, mischiata alla mia sempre maggiore passione per i PC e all’uscita di Homework, mi fece capire che mi piaceva un sacco fare questo.
Passo a margine: quali sono stati i momenti di maggior crisi, nel tuo rapporto con la musica?
Quando a 18 anni me ne andai alle cozze con l’allora fidanzata che sì, era una gran bella gnocca, ma ragionava già come una trentenne e mollai tutto per tre anni per lavorare e mettere su casa, convincendomi che continuare sarebbe stata una perdita di tempo. Poi un giorno mi sono ripreso e sono scappato. Meglio tardi che mai.
Passi importanti: quali sono stati finora i momenti più importanti, nella tua carriera?
Potrà sembrare una marchetta, ma uno è stato quando ho vinto il vostro contest per andare a suonare allo Sziget, oltre all’esperienza indimenticabile è stata l’ennesima scintilla per continuare ad inseguire il sogno di poter dire alle persone che ti chiedono che lavoro fai: “Faccio musica elettronica, per semplificartela, faccio il DJ!”. E poi l’entrata in Doner Music, dove ho trovato oltre a delle persone che mi aiutano, un progetto che reputo valido e fattibile, cioè creare un realtà italiana che possa competere e creare qualcosa qui in Italia e all’estero.
Passi per prendere un po’ d’aria e trovare ispirazione ed energia: quali sono le tue altre passioni? Come le sviluppi? Quanto tempo riesci a dedicare loro?
Il Texas Hold’em ultimamente è lo svago che preferisco per staccare, è sempre l’occasione giusta per stare con gli amici, bere, fumare, offendersi e prendersi per il culo, sopratutto per i bluff riusciti male. Una delle mie passioni che da un po’ di tempo e tra mille impegni non riesco a fare è la Muay Thay o boxe thailandese. La trovo elegante e potente allo stesso tempo, l’ho praticata per diversi anni e spero presto di iniziare di nuovo. E’ proprio quando il mio corpo è in movimento o faccio lavori manuali che trovo ispirazione e idee per portare avanti i miei progetti, staccando la mente a volte le le melodie o le idee si palesano in testa all’improvviso. Infatti in questo periodo faccio l’EP mentre ristrutturo casa.
Passi perduti: quali sono finora i tuoi più grandi rimpianti, musicalmente parlando?
Credo che il più grande rimpianto sia stato quello di occuparmi fin troppo della musica e meno di altri aspetti che al giorno d’oggi, purtroppo, sono molto importanti per un artista, per esempio una solida reputazione sui social networks.
Passi che consiglieresti: quali sono secondo te i cinque album (o brani) che consiglieresti e che non dovrebbero mancare nella discografia di tutte le persone a cui vuoi bene o che stimi?
Sono tutti album interi e che possiedo o possedevo perchè ciulati dagli zanza di Baggio, che oltre l’oro si sono rubati anche i cd:
Snoop Dogg “Tha DoggFather” (ce l’ho)
The Prodigy “The Fat Of The Land” (rubato)
Daft Punk “Homework” (rubato)
The Chemical Brothers “Surrender” (rubato)
Pink Floyd “The Dark Side Of The Moon” (ce l’ho)
Passi in biblioteca o videoteca: quali libri o film consiglieresti?
Ahimè, non sono mai stato un grande lettore, però consiglierei:
“Fosca” di Ugo Igino Tarchetti – 2 bei uomini che si innamorano di una cozza assurda.
“Ballando Nudi Nel Campo Della Mente” di Kary Mullis (premio Nobel della Chimica, surfer e puttaniere a 60 anni suonati).
“Straordinaria Storia” di Peter Shlemihls – Albert Von Chamisso (la storia di un uomo che vende la propria ombra per una borsa dai soldi infiniti, ma viene emarginato perchè strano e diverso, costretto a vivere nel buio).
Come film, senz’altro consiglio:
“Lock & Stock” e “The Snatch” di Guy Ritchie
“Perfetto Criminale” con Kevin Spacey
“I Soliti Sospetti” di Bryan Singer
E l’intramontabile “Grosso Guaio a Chinatown”!
Passi fondamentali: qual è il risultato artistico di cui finora vai più orgoglioso?
Il grande successo che ha avuto nell’ambiente trap “Favelas”, sentirla suonare nei maggiori festival da Rl Grime e Flosstradamus per me è stato qualcosa di epico e spero di ripeterlo. Ah, e il prossimo EP che sto preparando.
Passi virtuali: come stai vivendo l’onnipresenza del web nelle nostre vite in questi anni? Visto tra l’altro che questa è una intervista che stiamo facendo per un media on line…
Come ho risposto poco fa, prima vivevo questa situazione male, ipocritamente male. Mi spiego, se non ci fosse stata la mail, i media on-line, SoundCloud, credo che TGT non sarebbe quello che è oggi, non sarebbe uscito per Seclusiasis o per CocoMachete, non sarebbe andato allo Sziget facendo un contest on-line, non sarebbe entrato in contatto con molta facilità con molti altri producers sparsi per l’Italia. Non riuscirei per esempio a sentire anche 100 tracce in un giorno stando comodamente a casa e preparare il set. Lo so, scartabellare pile di vinili è sempre una bella sensazione ma sarebbe anacronistico e controproducente in questo mondo che va veloce, molto veloce, velocissimo. Ignorare questi aspetti e credere che il web non sia importante è l’errore più grosso che un artista possa fare. Quelli che dicono “fai il figo su Facebook!”, credo non abbiano capito che è un modo di canalizzare l’attenzione verso di sè, cosa molto importante visto il numero di concorrenti in giro. E’ ovvio che poi il passo deve essere quello di entrare nella realtà e dimostrare di essere allo stesso livello del proprio ego virtuale, le cose devono andare di pari passo. Ora con la maggior parte delle persone si ha il primo contatto via web, è la nostra vetrina. Se scrivi coglionate, è molto probabile che la gente ti indichi come un coglione, situazione difficile poi da ribaltare quando cammini per strada e incontri le stesse persone. Potrei e vorrei continuare a scrivere ma non voglio essere né prolisso né professore. Concludo dicendo che secondo me è come essere un negozio, se hai la vetrina sporca, confusa e poco curata, le persone passano avanti indifferenti, anche se poi all’interno hai le cose più meravigliose del mondo.
Passi in compagnia: quali sono i dj e producer con cui senti più affinità, e con cui vorresti sempre e comunque condividere parole, progetti, obiettivi?
Più o meno stimo e rispetto tutta la scena bass italiana, con cui per adesso condivido i vari progetti legati alle compilation (la Doner Bombers e Italians Meet Trap) e noto che c’è per la maggior parte delle volte una grande affinità, anche perchè siamo tutti “cazzoni” allo stesso modo, purtroppo ci sono state poche occasioni di collaborare a più mani su nuovi progetti. Ovviamente il producer con cui lavorerei sempre e comunque è Aquadrop, per il semplice fatto che è nata prima l’amicizia della collaborazione musicale, quindi abbiamo un affinità tale per cui ci è capitato di improvvisare dj set al momento e tirare fuori qualcosa di sensato e divertente. Credo che Favelas sia il modo migliore per spiegarlo.
Passi incrociati: qual è la situazione, musicale e non, più assurda che ti è capitato di vivere?
Musicale:
Ad una festa privata di una nota marca di cialde per caffè a Portofino, chiamati per fare selezione musicale insieme ad Aquadrop. Eravamo in questo castello talmente esclusivo che non esistono foto su internet se non due, il fotografo chiamato per l’evento fu fatto uscire dai proprietari senza che l’azienda potesse dire “beh”. Insieme al gruppo jazz che doveva performare, siamo stati trattati come se fossimo dei menestrelli di corte nel tempo feudale, dove l’unico spazio a disposizione per i lavoranti era un loculo nel sotterraneo del palazzo umido e poco illuminato. Fui anche ripreso perchè andai a fare pipì: ovviamente risposi con un sonoro “Vai a cagare!”.
Non Musicale:
Un viaggio di ritorno dalla Croazia durato circa 27 ore. Senza entrare troppo nel dettaglio… il tassista croato che mi stava accompagnando a Trieste è stato allontanato dalla frontiera Slovena con una scusa ridicola, ovvero fare una telefonata al cellulare a 30 mt dal controllo per potersi slacciare la cintura. Sono rimasto bloccato alla frontiera per svariate ore perchè ho aggredito il tassista che prentendeva che lo pagassi comunque fino a Trieste… una volta “rilasciato” sono stato caricato da due tedeschi su un pullman vuoto fino alla frontiera italiana, dove come benvenuto sono stato perquisito a fondo e lasciato lì finchè sono stato autorizzato a chiedere un passaggio. Dopo svariati rifiuti da parte di ragazzi della mia età (maledetti bastardi dovrebbe capitare a voi), una coppia di vecchietti che ancora ringrazio mi ha finalmente portato dopo 24 ore esatte alla stazione di Trieste.
Passi sbagliati: quali sono le cose che più ti danno fastidio nella scena musicale italiana?
Molte volte dimostriamo essere un popolo con una cultura musicale troppo nostalgica, confusa, presa male e timorosa sopratutto per quanto riguarda la situazione dei live. In giro vedo troppe serate con artisti che non producono da anni, ma sono serate “sicure” perché alla fine c’è sempre gente. Nonostante ciò, ci si lamenta che ci sono sempre gli stessi nomi, ma che allo stesso tempo i nomi nuovi sono rischiano di generare potenziali serate “a rischio”; molti partono già critici e scettici prima di vivere la serata, che non vivono ma fanno vivere a chi li segue su Facebook perché riprendono il tutto con lo smartphone, dimostrando che è più importante dire di essere stati all’evento che averlo realmente vissuto. Io sono fondamentalmente un romantico ottimista, e so che prima o poi questa cosa esploderà andando di pari passo alla cultura. Le realtà fighe e vere in giro per l’Italia esistono, devono solo crescere.
Passi che stai per compiere: quali sono i tuoi prossimi progetti?
Sto per ultimare il mio nuovo EP, che sarà trap ma più contaminato rispetto ai precedenti. Nel frattempo lavoro alla nuova Doner Bombers Compilation che uscirà a ottobre, e ho altri due progetti che vorrei portare a termine ma di cui è ancora troppo presto per parlare.
Passi sinestetici: salutaci non con delle parole, ma con una traccia, non importa se tua o di altri.
Hustlin’ toda la vida!