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[tab title=”Italiano”]M.in, all’epoca Markus Ferdinand è produttore, dj e label owner molto rispettato e seguito nel mondo della musica elettronica. Il suo album “M.in – To The Max” uscito per la label italiana Zoo:Technique ha già ottenuto ottimi feedback in tutto il mondo. E’ un lungo viaggio che mescola house old school, jazz, soul e latin in un prodotto molto ben costruito e pensato per il dancefloor, con molta personalità, gusto e stile. Abbiamo passato un po’ di tempo con lui facendogli domande su tanti temi a proposito del suo lavoro, delle sue labels, della sua musica e dei suoi amici. E ne è valsa la pena.
Qual è il tuo background musicale?
Alle elementari suonavo lo xylofono, il triangolo e un po’ il piano, ma ho dimenticato tutto su come si suona uno strumento e si leggono le note.
Come hai iniziato a fare musica?
Quand’ero giovane ho seguito la musica hip-hop tedesca fino a quando non ho sentito per la prima volta la dutch hardcore. E’ stata la prima volta in cui mi è piaciuta la musica elettronica. All’epoca facevo ancora breakdance, graffiti e rappavo. Abbiamo cominciato a registrare loop e a suonarci sopra dei vinili, registrando più e più volte per creare la nostra musica breakdance. Non mi ricordo il nome del programma che usavamo, ma credo fosse “waveditor” o qualcosa di simile. Siccome mio fratello era un dj per hobby, ho cominciato anch’io nel 1991, avevo 11 anni. Il primo party privato l’ho organizzato nel 1996 ed è stato un successo, era una jam hip hop dove suonava DJ Jellin, nella scena è uno dei più famosi in Germania. Dopo quel party mi sono spostato sempre di più verso la techno e la house music. Nel 1998 sono entrato nella Tinnitus Liga, un team di dj e organizzatore di eventi di Mainz. Da quel momento ho iniziato a suonare regolarmente in vari party e club e ho iniziato a produrre con una groovebox Roland 303 che avevo preso in prestito da un amico. Dopo la groovebox ho avuto un sequencer Yamaha RMX1-X e varie Korg Electribe. Con questo setup ho suonato vari live set. Ho sempre cercato di produrre anche con un computer ma Cubase su Atari o Reason non erano gli strumenti adatti per me. Più tardi un amico mi ha fatto vedere come fosse facile usare Fruity Loops e mi è piaciuto subito. Così ho cominciato a produrre col computer e ho pubblicato il mio primo vinile sulla label di Ibrahim Alfas, Semi Automatic.
La tua discografia e relativa lista di supporter è impressionante, hai una traccia che preferisci?
Una mia traccia preferita? Sicuro! La mia preferita è “M.in & Bastian Schuster – New Orleans” perché ha segnato l’inizio della mia carriera, mentre il mio remix preferito è “Marquez Ill – Sparks Fly (M.in Remix) Voltage Musique”.
Hai detto che la cosa più importante di un brano è “l’atmosfera” e la tua musica ne è piena, hai una specie di “ricetta magica”?
Cerco di sentire la musica! Se non senti l’idea o il ritmo non riesci a ottenere una bella atmosfera. Non ascolto musica elettronica a casa. Cerco di concentrarmi sui miei brani e sui miei dj set. Una ricetta segreta? Non saprei. Faccio musica!
Dopo singoli e EP un album è una specie di punto di svolta, cosa ti aspetti da questo momento in poi?
Siccome “M.in – To The M.ax” è il mio secondo album, so cosa vuol dire. Il primo era più melodico perché ho lavorato con un pianista classico. Ho cercato di dimostrare al pubblico che potevo fare molto di più oltre che usare solo campioni. Le riviste hanno apprezzato l’album, ma non era per la discoteca, per questo il mio secondo album! Un album è molto di più che qualche traccia su un cd o vinile. Un album racconta una storia e siccome la mia vita ha sempre avuto alti e bassi, questo non è una line retta, è un disco tech-house pensato per la discoteca ma con ritmi e atmosfere molto varie. Quest’album è anche un’affermazione “non sono ancora al massimo ma ci sto arrivando!”. Spero che le persone e i dj lo apprezzino e al momento ho già cominciato a ricevere degli ottimi feedback. Da qui in poi non mi aspetto altro, sono già molto felice del risultato.
Com’è iniziata la collaborazione con la label Italiana Zoo:Technique?
Alex Gori mi ha chiesto di remixare una sua traccia per Zoo:Technique. E’ stato il primo vero contatto che ho avuto con l’etichetta, anche se avevo già acquistato alcune delle tracce distribuite. Nicolò è un ragazzo molto gentile e simpatico e ho visto che stavano lavorando moltissimo sulla label. Il design è favoloso, il mastering ottimo, il sound molto bello e tutti insieme sono un’ottima realtà. Mi sono sentito subito nel posto giusto!
Alessandro Facco e Nicolò Simonelli sono il duo dietro al progetto Kasbah Zoon che insieme a Oniwax ha firmato il remix della tua traccia “People In The Front”, suonata e messa in chart da tantissimi dj in tutto il mondo. Sappiamo che il remix è stato una specie di regalo e che non te lo aspettavi, tu cosa ne pensi?
Onestamente pensavo che gli altri remix non fossero forti come l’originale finché non ho ricevuto questo remix! L’ho ascoltato un po’ di volte in macchina e ho detto a Nicolò che secondo me il loro era il più forte di tutto l’EP. E avevo ragione. Mi è piaciuto molto anche il remix di Ray Okpara e The Glits, anche Jules & Moss ha fatto un ottimo lavoro ma questo remix è favoloso! Non c’è da meravigliarsi se i big l’hanno inserito nei loro set. Anche gli altri remix stanno avendo un ottimo riscontro, Re.you qualche giorno fa ha suonato la versione di Jules & Moss, mentre gli originali li sta spingendo molto Roger Sanchez. Kasbah Zoo ha dimostrato di essere un ottimo team! Teneteli d’occhio!
La tua musica contiene tantissime influenze e mescola generi differenti, dal jazz al latino con tanta house old school. Qual è stata la tua inspirazione?
Principalmente l’hip hop old school, perché a sua volta è stato influenzato da stili molto diversi. Ho ascoltato tantissimo De La Soul, Arrested Development, Jungle Brother, Ledars of The Newschool, N.W.A., 2 Live Crew e tante altre crew. Anche l’house che ascolto contiene molti stili differenti, uno dei miei pezzi preferiti è “Dimitri From Paris – Talkin All That Jazz”. Non c’è da meravigliarsi che mi sia innamorato della musica jazz, ethno, african rhythms etc. Ascolto un sacco di jazz, reggae e soul anche a casa.
Anche se la tua musica è molto variegata, il tuo approccio alla produzione è minimalistico e con un setup molto semplice, come mai?
Dipende da che stile sto producendo. Ho fatto anche tracce dove ho usato la mia voce, suoni che avevo registrato, melodie da vari synth, il mio clone 303 per le basslines e ho cercato di trovare qualche effetto speciale per I brani o I remix. Qualche volta faccio una traccia in 1 giorno e qualche volta ci vogliono 6 mesi per finirla, tipo “M.in feat Nick Maurer – Acid Test (Cecille)”. Ma sì, tento sempre di essere molto “ballabile”, è per questo che cerco di restare un po’ più minimalista. Per me Ableton Live è il miglior software in circolazione al momento perché ti permette di lavorare molto velocemente. Ma ho ricominciato anche a usare più macchine analogiche e ad esempio uso la JoMoX MBase11 per i Kick, Mode Machines XoXboX per le bassline stile 303 e Korg Volca Bass per aggiungere qualche linea sporca di basso e melodie. Presto comprerò un Moog Sub 37. Ho ricominciato a collezionare hardware e penso che in qualche mese molte ritorneranno nel mio studio. Il mio più grande errore è stato vendere I miei vecchi sequencers ma tutta la vita serve per imparare!
A proposito delle tue produzioni, come inizi a sviluppare un’idea? Da dove parti?
Da quando ho la Korg Volca Bass parto giocandoci un po’ e cercando di creare una bassline sporca e bella grossa. Poi ci costruisco intono I miei beats e provo qualche vocal, oppure chiedo una mano ai miei cantanti! La Volca Bass è un synth molto semplice ma è perfetto per il mio stile e sono f@#u!a*mente felice di averla! Dopo che ho buttato giù l’idea principale inizio ad arrangiare la traccia. Alla fine aggiungo gli effetti e tutti sound fx nei posti giusti e cerco di riempire I buchi che rimangono.
Hai qualche strumento preferito parlando di DAW e plugins?
Si! Amo I plugin D16 Group e gli Arturia. Suonano molto bene. Da poco uso anche il Minotaurus, è un plugin free che mi ha consigliato il mio amico Broombeck. Per gli effetti uso molto Il bundle della Waves poi Lexicon, Classic Reverb, Korg Legacy Collection, URS EQs e il CamelPhat. Hanno tutti un suono particolare e alcune funzioni speciali.
Cos’è la tua “ossessione per le facce sorridenti”?
Significa che voglio vedere le persone che sorridono quando faccio il dj o ascoltano la mia musica. Amo vedere le persone che mi sorridono!
Dennis Lee Taylor ci ha parlato della vostra collaborazione in “I Don’t Dig This”, ci puoi dire come ti è venuta l’idea della traccia?
Dennis è una persona speciale che ha tantissime idee e una gran voce. Quando ci siamo incontrati la prima volta Dennis parlò tantissimo e così mi è venuta l’idea di lui che raccontava qualcosa a me. La prima versione era diversa da quello che poi abbiamo fatto alla fine, anche se non così distante. Mi piacciono le persone quando raccontano delle storie! E’ stata la stessa cosa che ho fatto con Nick Maurer o Harold Todd. Gli ho detto di raccontarmi qualcosa in base alle loro esperienze personali. Harold ha registrato la sua storia su com’è diventato sassofonista in “M.in & Patrick Kunkel feat. Harold Todd – Saxophone Story”. Nick Maurer (nella traccia come K. Mason) ha raccontanto la sua prima esperienza in un club house. Mi piaceva il vocal ma l’ho dato a Patrick Lindsey perchè pensavo avremmo collaborato ma poi alla fine lui l’ha usato per la traccia “Patrick Lindsey feat K. Mason – What I Remember”. Così ho detto Dennis che mi sarebbe piaciuta una sua storia su persone che lo avevano insultato o stressato. All’epoca aveva avuto qualche problema con un promoter e qualche giorno dopo mi ha parlato. Alla fine è nata “M.in feat D-Lee – I Don’t Dig This”. Abbiamo finito anche un’altra traccia insieme con il mio amico Yost Koen da Israele e ne abbiamo un’altra in cantiere. Voglio integrare di più Dennis nel mio lavoro e faremo anche un live insieme.
Hai collaborato anche con Harold Toxx, il saxofonista di Lenny Kravitz, come lo hai conosciuto?
Harold ha vissuto per molto tempo in Germania prima di tornare negli USA. E’ un buon amico di Patrick Kunkel che anche un mio amico. Ho collaborato per tanto tempo con questo amico comune ed è così che ci siamo incontrati la prima volta. Ha suonato il sax su un dj set house e ha formato una “Electric Scharmhaar” band. E’ un mix di inglese e tedesco e significa Electric Sharm Hair Band. Ok, è stato un gioco di parole divertente a un concerto ma non riesco a dimenticarlo. La band si chiamava Sexy Pie Band. Harold era il frontman e Patrick Kunkel faceva le basi e le melodie. Poi con Patrick abbiamo fatto vari eventi e poi ci siamo persi di vista. Quando anni dopo ho rivisto Patrick siamo tornati subito amici, abbiamo ricominciato a lavorare insieme e collaborato subito con Harold.
Hai anche una label, come fai a mettere insieme il lavoro di produttore, dj e manager?
Purtroppo sono anche a capo di due promo pool (“Kaufemusik Promopool” e “My Favourite Freaks PR”), insieme a Lars Brankatschk gestisco l’agenzia di booking My Favourite Freaks Booking Agency e mi occupo del podcast My Favourite Freaks Podcast. Poi è nata la nuova bambina, My Favourite Freaks Music Label dove ho curato tutto il concept e la grafica. Con la mia Weplayminimal pubblico i miei amici o talenti emergenti e con My Favourite Freaks Music solo i membri dell’agenzia di booking. Il mio lavoro principale consiste nel caricare musica sui vari promo pool, lavorare sul design dell’etichette e fare musica! Comporta tantissimo lavoro e qualche volta è davvero dura ma lo amo e non lo cambierei mai per un lavoro normale. Lunedì lavoro ai promo pools, martedì faccio le intro e gli upload per il nostro podcast settimanale, mercoledì produco e sbrigo qualche lavoro delle labels, giovedì produco e lavoro sui remix, venerdì ascolto i promo e compro musica su Beatport, sistemo i miei pezzi nuovi e li metto sulle SD o sulle chiavette USB. Venerdì, sabato e domenica sono in tour oppure con la famiglia.
Hai qualche consiglio da dare ai produttori quando approcciano un’etichetta?
Lavora duro! Non fare cose a metà! Pensa a tutto due volte! Tutto il concetto deve avere un significato. Devi avere un bel design per essere notato. Realizza un bel promo per fare in modo che lo suonino i big. Cerca di avere un artista ben conosciuto come remixer per avere supporto da altri artisti conosciuti e far crescere la tua immagine. Mantieni un tuo stile e non fare troppe release. Cerca di trovare un bel gruppo di produttori che ti supportino al 100% e lavora a stretto contatto con loro!
Pensi che per essere ascoltati sia necessario avere conoscenze nel business o il talento è ancora qualcosa su cui fare affidamento?
E’ sempre meglio se hai qualche tipo di contatto con artisti conosciuti o labels ma se hai talento, trovi sicuramente la tua strada! Se non hai conoscenze nel business, puoi cercare aiuto dai vari promo pools o agenzie di PR, ma se non hai talento, nessuno può aiutarti!
Quali pensi siano le principali differenze nell’industria della musica rispetto a quando hai iniziato?
Senza vinili abbiamo perso il controllo sulla buona musica e sulle produzioni di massa! Quando ho iniziato, dovevi essere un buon produttore per avere un contratto. Adesso tutti possono pubblicare la propria musica in modo indipendente. E con tutta questa distribuzione di massa non riesci a trovare nuovi musicisti di talento, tutti seguono l’onda del momento per avere audience e attenzione da labels e altri produttori. Per esempio, quando ho pubblicato il mio primo EP come M.in ha venduto 3000 copie in vinile e ho avuto visibilità in tutto il mondo. La label era sconosciuta (Off Recordings di Andre Crom) ma il mio EP è stato una hit e siamo diventati entrambi famosi. Dopo quello ho fatto il mio primo set fuori all’estero e ne ho fatti tantissimi in Germania. Due anni fa ho pubblicato il mio primo singolo dall’album di debutto, “M.in & Mr. Pong – My Hands Are Closed (Dan Caster & Rene Bourgeois Remix)” ed è stato anche lui una hit, ha venduto più di 3000 Mp3 ed è arrivato #5 nella chart techhouse di Beatport. Il brano è stato suonato ovunque ma il pubblico si è focalizzato solo su Rene Burgeois perchè le persone non hanno capito che io avevo fatto la traccia originale e la maggior parte non l’aveva nemmeno mai ascoltata. Il remix ha avuto un grande successo ma per me non lo è stato perché nessuno ha parlato di me. La gente vuol vedere i suoi eroi e non gli interessa se hanno fatto un remix o un edit, ascoltano solo gli artisti che conoscono. Se gli dai un CD pieno di musica tua lo ascoltano e gli piace, ma se non glielo dai, non ti ascolteranno, anche se sei ben conosciuto. Quando abbiamo iniziato le nostre carriere amavamo ascoltare musica da artisti che non conoscevamo! Cercavamo musica sconosciuta per trovare qualcosa di speciale. Oggi nessuno è interessato a questi brani, tutti seguono la moda!
Hai programmato un tour per promuovere l’album?
Sì, il tuor è già cominciato e abbiamo iniziato a collaborare con varie agenzie per trovare più date intorno al mondo. Stiamo aspettando varie conferme per un tour in Sud America che farà tappa in Perù, Chile e Brasile e anche uno in Asia (Tailandia e China), Svizzera, Italia, Spagna, UK etc.
Qual è l’artista con cui ti è piaciuto di più lavorare?
Oggi mi piace molto lavorare con Yost Koen. Volevo lavorare con lui da tanto tempo ma avevo troppi impegni, adesso abbiamo iniziato e i primi risultati sono ottimi, è molto rilassato e siamo in sintonia. Insieme anche a Dennis Lee Taylor (D-Lee) siamo un gran bel team.
3 album che consideri un riferimento?
Jamie Lidell – Compass (Warp)
Chopstick & Johnjon – Twelve (Suol)
Becks Record Clubs covering of Skip Spences – Oar[/tab]
[tab title=”English”]M.in, born Markus Ferdinand, is a producer, dj and label owner highly respected and followed in the electronic music biz. His new album “M.in – To The Max” has been released under the Italian label Zoo:Technique and already started getting great feedbacks from all over the world. It’s a long trip that mix old school house, jazz, soul and latin into a well crafted product aimed at the dancefloor but with lots of personality, style and taste. We’ve spent some time with him asking question on lots of things about his work, his labels, music and friends. And it’s worth it!
What is your musical background?
In elementary school I played Xylophone, triangle and a bit piano but I forget everything about playing Instruments and read notes.
How did you start making music?
When I was young I always followed German Hip Hop music until I listened for the first time to Dutch hardcore. This was the first time I liked electronic music. At the same time I still did breakdance, graffiti and rappin’. We started to record loops and played some vinyl over it, recorded again and again to create our own breakdance music. I can‘t remember the name of the program but I think it was “waveditor” or something like this. As my brother was a hobby dj I also started to Dj in 1991 (I was 11 years old). First private party I’ve organized was in 1996 and was a big success. It was a Hip Hop Jam where DJ Jellin was playing, he’s now one of the most booked hip hop DJs from Germany. After this party I was more and more into techno and house music. In 1998 I became part of the Tinnitus Liga, an event organizer and Dj team from Mainz. Since this time I played regularly on different parties and clubs and I started to produce with a Roland 303 Groovebox that I rent from a friend. After the Groovebox I had a Yamaha RM1-X Sequencer and also some different Korg Electribes. With this equipment I played several live acts. I always tried to produce with a computer too but Cubase on Atari Computer or Reason wasn’t the right things for me. Later a friend showed me Fruity Loops and how easy it was to make music with it and I liked it. So I started to produce with a computer and got my first vinyl release on Ibrahim Alfas label Semi Automatic.
Your discography and list of supporters is impressive, do you have a favorite track?
A favorite of my own tracks? Sure! My favorite track is “M.in & Bastian Schuster – New Orleans” as this was the beginning of my career as M.in and my favorite remix is “Marquez Ill – Sparks Fly (M.in Remix) Voltage Musique”.
You’ve said that the most important thing is “the vibe” of a track and your music is full of it, do you have a sort of “secret recipe”?
I try to feel the music! If I don’t feel the idea or the groove it can’t get a cool vibe. I also don’t hear electronic music at home. I try to be focused on my own music and my dj sets. Any secret recipe? I don’t know. I do music!
After Singles and EP, an album is a sort of a turning point, what do you expect from this moment on?
As “M.in – To The M.ax” is my second album I know what an album means. The first one was more melodic because I worked together with a classic pianist. I tried to develop myself and show the people that I can do more than only sampling. The magazines liked the album but it wasn’t for the dancefloor. That’s why I did my second album! An album is more than only some track on a CD or Vinyl. An Album is a story and as my life always has had ups and downs, this album also has no straight line. It’s a tech-house album for the dancefloor but with different grooves and vibes. This album is also a statement … not that I came to my maximum but that I’m on my way to it. I hope that people and DJs like the album and they already gave me very good feedback. From this point on I don’t expect anything as I’m already very happy with the results.
How have you started the collaboration with the Italian label Zoo:Technique?
Alex Gori asked me to remix one of his tracks for Zoo:Technique. This was the first contact I had with the label but I realized that I already have bought some of their tracks. Nicolò is a pretty nice guy and I saw that they are working intensively on the label. The designs are great, the mastering is cool, the sound of the label Is pretty nice and together they form a good unit. I felt I’m in the right place!
Alessandro Facco and Nicolò Simonelli are the duo behind Kasbah Zoo and the huge remix of your track “People In The Front” along with Oniwax, played and charted by DJs worldwide. We know that the remix was sort of a gift from them and you didn’t expect it. What do you think about it?
Honestly I thought the other remixes weren’t stronger as the original but then I got this remix! After listened sometimes in my car I told Nicoló that I think their remix were the strongest on the EP. And I got it right. I also loved the Ray Okpara and The Glitz Remixes, and also Jules & Moss did a great job, but this remix was outstanding! So it was no wonder that the big player choosed their remix for their sets. But also other remixes got great feedback, Re.you told me last Sunday is playing the Jules & Moss remix and the originals were supported heavily by Roger Sanchez. But Kasbah Zoo showed that they are definitely an up and coming producer team! You should keep an eye on them!
Your music has lots of influences and mix different genres, from jazz to latin with lots of old school house in it. What have been your inspirations?
Old School Hip Hop because this was also influenced by many styles. I listened a lot to De La Soul, Arrested Development, Jungle Brother, Leaders Of The Newschool, N.W.A., 2 Live Crew and other cool crews. Also house music I listened always includes a lot of styles like one of my favourite tunes “Dimitri From Paris – Talking All That Jazz”. So it was no wonder that I also fall in love with Jazz, Ethno, African Rhythms and more. But I also listen to a lot of Jazz, Raggae, Soul and more at home.
Even if your music is full of flavors your production approach is very minimalistic, with a very simple studio setup why?
I depends on what kind of style I produce. I also produced some tracks where I used my own vocals, some different sounds I recorded by myself, played different melodies with synthesizers, used my 303 clone for basslines and tried to find special effects for the tracks or remixes. Sometimes I produce a track in 1 day and sometimes it need half a year to get finished like “M.in feat Nick Maurer – Acid Test (Cecille)”. But yes, I always try to be more danceable that’s why I try to keep it a bit minimalistic. For me Ableton Live is the best producing software at the moment because you can work very fast. But I also started again to use more analog stuff and like I use the JoMoX MBase11 for kick drums, Mode Machines XoXboX for 303 basslines and a Korg Volca Bass for some dirty basslines and melodies. Soon I will buy a Moog Sub 37 Synthesizer too. I just started to collect analog stuff again and I think in some month there will be more in my studio again. My biggest fault was to sell my old sequencers. But the whole life is a learning process.
About your productions, how do you start do develop an idea? Where do you start first?
Since I got the Korg Volca Bass I often start to play around with this synth and try to create a fat dirty bassline. Then I build my beats around and loog for some vocals or I ask my singers! Volca Bass is a pretty simple synth but fit totally my style, that’s why I’m f@#ing happy that I’ve got this! When I lay down the ground idea I start to arrange the track. At the end I put all fx and effects sounds on the right place and fill some gaps!
Do you have some weapons of choice when talking about DAW and plugins?
Yes! I love the D16 Group and the Arturia plugins. Their sound pretty cool. I also use the Minotaurus since a short time, It is a free plugin that Broombeck recommended to me. For effects I use a lot the Waves bundles, Lexicon, Classic Reverb, Korg Legacy Collection, URS EQs and the CamelPhat plugin. All have their special sounding and some cool features!
What is your “Obsession for smiling faces”?
This means that I want to see people smile when I’m djing or when they listen to my music. I love to see all people smiling at me.
Dennis Lee Taylor told us about your occasional collaboration on “I Don’t Dig This”, could you tell us how you’ve got the idea of the track?
Dennis is a special person that has a lot of ideas and a great voice. When we met the first time Dennis talked a lot and so I got that idea that he must have talked something for me. My first idea was a bit different from what we did finally but not far away. I like when people telling a story! This is what I also did with Nick Maurer or Harold Todd. I told them to tell something about their experience. Harold recorded his story about how he became a saxophonist at “M.in & Patrick Kunkel feat. Harold Todd – Saxophone Story”. Nick Maurer (in this track as K. Mason) talked about his first experience in a house club. I loved the vocal but gave it to Patrick Lindsey because I thought we would collaborate with this track but he used it for “Patrick Lindsey feat K. Mason – What I Remember”. I also told Dennis that I would like to have a story about people who talking shit or stressing him. He should talk about his experience in the last days (at this time he had some trouble with a promoter). And finally “M.in feat D-Lee – I Don’t Dig This” was born. We already finished another track together with my friend Yost Koen from Israel and another one is in progress now. I want to integrate Dennis more into my work and maybe we will do a live performance together.
You’ve collaborated also with the Harold Todd, saxophone player of Lenny Kravitz, how have you met him?
Harold was living in Germany a long time before he moved to the US again. He’s good friend with Patrick Kunkel and another friend of us. I collaborated a long time with our common friend and this is also how I met Harold the first time. He played saxophone over house dj sets and started a, how he called it, “Electric Scharmhaar” Band. It’s a mix between English and German and means electric scharm hair band. Okay, it was a joke of him at a gig but I can’t forget it. The Band was called Sexy Pie Band. Harold was the front man of the band and Patrick Kunkel done the beats and melodies. Patrick Kunkel and I did different events together but then we had no more contact with each other. When I met Patrick Kunkel again after years we get good friends again and started to produce together and also collaborated with Harold in our work.
You also run a label, how do you fit all the task of being a Producer, a dj and a label owner together?
Incidentally I’m the head of two professional promo pools (Kaufemusik Promopool and My Favourite Freaks PR) and together with Lars Brankatschk I’m also the head of My Favourite Freaks Booking Agency too and I’m the host of our My Favourite Freaks Podcast too. Then I started our new baby the My Favourite Freaks Music label where I also did the whole concept and the graphic design. With my label Weplayminimal I’m releasing my friends or talented newcomers and with My Favourite Freaks Music we support only our booking members. So my main work is to upload music for the promo pools, working on new designs for the labels and making music! It is a lot of work and sometimes it is very hard but I love it and I wouldn’t change it for a normal job. Mondays I work on the promo pools, Tuesday I’m doing the intros and uploads for our weekly podcast, Wednesday I produce or do some label work, Thursday I produce or work on remixes, Fridays I check promos and buy music on Beatport, sort my new music and pull them on my sd cards and sticks. Friday, Saturday and Sunday I’m on tour or together with my family.
Do you have any advice to share with other producer when they try to approach a label?
Work harder as before! Don’t do half things! Think about everything twice! The whole concept should be thoughtful. You should have a cool design to be noticed. Do a good promo to get plays by big names. Try to get well known artists as remixers to get more support by well known artists and to build up your own image. Keep your style and don’t release too much artists. Try to find a good crew of producers that stands 100% behind you and try to work hand in hand with them!
Do you think that to get heard you need to have some knowledge in the business, or true talent is still something to rely on?
It’s always better if you already have your connections to well known artists or labels. But if you have talent you will find your way for sure! If you don’t have any knowledge in the business you can get help from different promo pools or PR agencies but if you have no talent, they can’t help you!
What do you think are the main differences in the industry comparing from when you’ve started?
Without vinyl we lost the control about good music and mass of producers! When I started to make music you must have been a good producer to get a record deal. Now everybody can release his music on his own label. And under mass of producers you can’t find good new talented musicians, that’s why many people follow the hype to get attention by the audience and from other producers and labels. For example, when I released my first EP as M.in I sold 3000 vinyls and got attention from all over the world. The label was unknown at this time (Off Recordings of Andre Crom) but my EP was a hit and the label and I got famous. I got my first gigs outside Germany and a lot in Germany. Two years ago I released my first single of my debut album and the “M.in & Mr. Pong – My Hands Are Closed (Dan Caster & Rene Bourgeois Remix)” was also a hit. It sold more than 3000 MP3s, reach #5 of the Beatport techhouse charts and was played everywhere but the audience only focused Rene Bourgeois. People didn’t realize that I did the original track and the most never heard the original version. The track had a big success but for me it wasn’t a success as nobody talked about me. The people only want to see their heroes don’t care if they did only a remix or an edit. People only listen to artists they know. If you give them a CD full of your music they will listen to it and they will like it but if you never give them a CD they would not listen to your music even if you are well known. When we started our career, we loved to hear music from people we don’t know! We searched cool new unknown music for something special. Now nobody cares about that special ones, they only follow the hype!
Have you scheduled a tour for promoting your album?
Yes the tour is already running and we start to collaborate with different agencies to get more gigs around the world. We still were waiting for the confirmation of different tours like one in South America that will stop in Peru, Chile and Brasil, and also one in Asia (Thailand and China), Swiss, Italy, Spain, UK and more.
Who is the artist you’ve enjoyed the most working with?
At the moment I love to work with Yost Koen. I wanted to work with him since a longer time but I had too much to do. But now we started and the first results are really cool. He is pretty relaxed and we are on the same level. Together with Dennis Lee Taylor (D-Lee) we are a great producer team.
3 albums that you consider a reference?
Jamie Lidell – Compass (Warp)
Chopstick & Johnjon – Twelve (Suol)
Becks Record Clubs covering of Skip Spences – Oar[/tab]
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