Si chiama Gunver, un nome che, in danese, unisce la saggezza alla guerra. Il suo nome è legato ad un videogioco attesissimo, in uscita nel 2015; “Inside” della Playdead, i creatori di LIMBO. Ovviamente lei non può rivelare nulla e ce lo dice chiaro e tondo. Aspetteremo, ma sappiamo che si sta occupando della colonna sonora, insieme a Martin Stig, compositore del fortunatissimo precedente. La incontriamo in occasione del Berlin Atonal 2014, tenutosi a Berlino poco più di un mese fa. Il suo live ci ha colpito molto, come anche il pubblico presente, considerando la quantità di applausi che si è presa durante l’inchino finale. Lei è un tipo particolare, capelli biondissimi e un’energia negli occhi che, a tratti, pare innaturale.
Ti abbiamo visto di recente al Berlin Atonal 2014: è stata davvero una buona performance con magnifiche atmosfere. Come hai vissuto l’esperienza?
E’ stata la migliore esperienza live che ho avuto fino ad ora. Grandissima energia da parte del pubblico. Suonare lì dentro è stato davvero unico: lo spazio acustico era potente e il sistema audio perfetto. Gli organizzatori e le persone che ci hanno lavorato hanno reso quest’esperienza indimenticabile.
E’ stato un set veramente impattante: cosa volevi trasmettere al pubblico?
Il mio obiettivo principale è quello di riuscire a creare un’espressione che risuoni “dal dentro” ed esplorare sia la natura interiore che quella esteriore.
Nel finale del tuo show hai cambiato radicalmente attitudine, diventando molto violenta.
Ma vedi, io non la percepisco una cosa violenta. Per me è pure energia. Sono ispirata dalla forza all’interno dell’essere umano.
Raccontaci qualcosa a proposito di “Inside”, nuovo videogioco della Playdead in uscita all’inizio del 2015, secondo il tuo punto di vista e la tua prospettiva personale.
Sto lavorando alla colonna sonora di “Inside” insieme a Martin Stig, che ha lavorato a sua volta a quella di LIMBO. Non posso rivelare nulla prima che sia fuori, ma sia noi che tutta la Playdead siamo in fremente attesa della release ufficiale.
Immagino che il peso sia molto, anche considerando che LIMBO ha avuto un grande successo e la sua colonna sonora ha vinto l’Interactive Achievement Award for per il sound design.
In realtà io non mi considero propriamente una sound designer. Per me lavorare con media diversi è solo un altro modo per esprimermi. Mi chiedono di collaborare con loro perché sanno che le mie sonorità e la mia musica può entrare in connessione con i loro progetti.
Qual è il tuo background, da dove arrivi?
Prima di scoprire la potenza dei suoni e della musica lavoravo con altri mezzi di comunicazione. La Sound Art e l’Avant-Garde sono stati il varco che mi ha permesso d’iniziare a lavorare e sperimentare con la musica elettronica. Ad ogni modo mi sono laureata al Conservatorio in Electronic Music and Sound Art.
Sound Art e Avant-Garde, quali sono i nomi che ti hanno inspirato, precisamente?
Preferisco elencare dei movimenti che mi hanno dato molta ispirazione all’inizio della mia carriera. Parlo del futurismo, espressionismo, dadaismo, il gruppo neo-dadaista Fluxus, ma anche compositori d’avanguardia come Stravinsky e Ligeti. Questo i primi anni, mentre negli ultimi due ho trovato molta ispirazione della musica sciamanica coreana, perché trasmette energia grezza, ritmi irregolari e complesse dissonanze. Sto esplorando diversi stati di coscienza e voglio sfidare la realtà, il tempo e lo spazio. Per l’autunno mi hanno commissionato una performance specifica molto particolare, insieme al compositrice danese Ane Østergaard, in una grotta carsica un tempo adibita a serbatoio d’acqua potabile per la città di Copenaghen.
Spiegaci meglio la cosa.
Lo spazio è davvero impressionante e ha un’incredibile acustica: quasi diciasette secondi di riverbero. A livello fisico è un ambiente molto stimolante, l’acqua, il freddo, la mancanza di aria fresca. Non sarà facile, ma è un’esperienza unica ricreare una performance in quelle condizioni e comporre con quel tipo di acustica.
Chi o cosa ti consideri oggi?
Ora sto lavorando alla mia prima release, è importante che trovi una buona etichetta. Per il futuro immediato ho già in programma degli show in Germania, Austria e Danimarca. Oggi mi considero una che non “discrimina” fra live set, performance, installazioni, videogiochi, film o spettacoli di danza. Il mio obbiettivo è trovare il giusto timbro sonoro, le vibrazioni. L’energia, il creare un’espressione che possa risuonare.
Cosa vuol dire SØS Gunver Ryberg? Voglio dire, immagino he Gunver Ryberg sia il tuo nome.
Esatto, Gunver è il mio vero nome. E’ un antico nome nordico che sta a significare “Il Saggio in Battaglia”. SØS è un soprannome che mi diedero quando ero bambina. Significa “Mare”, ma è anche l’abbreviazione di “Sorella”. Sono entrambi nomi molto rari. Così ho deciso di scrivere SØS con le maiuscole davanti al mio nome e cognome.
A proposito di film: tu sei una stant, vero?
Sì, mi sono allenata come stantwoman e ho lavorato in qualche film anche come attrice, ma soprattutto nel teatro come performer.
Quali film?
Lascia perdere, non ha senso parlarne. Fa parte del passato. (ride)