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[tab title=”Italiano”]Di Martin Buttrich sappiamo ormai tutto: padre fondatore insieme a Loco Dice della Desolat, label seminale che è riuscita a coniugar sapientemente atmosfere scure e distorte con la deep e la tech-house, nonché convincente talento della club culture dell’ultimo decennio e instancabile sperimentatore. Anzi no, non sappiamo tutto, o meglio quasi. Qualche settimana fa è partito da Leeds, #9414, un tour in giro per il mondo insieme a tanti amici producer per festeggiare i suoi venti anni di attività.
Spiegaci meglio cos’è #9414.
Ho pubblicato il mio primo disco nel 1994 su un’etichetta tedesca chiamata Adam & Eve. È l’anniversario dei miei 20 anni di creazione e pubblicazione di musica originale. Una buona scusa per festeggiare.
Dal 20 Settembre al 20 Dicembre sono venti date proprio come i tuoi vent’anni di attività. Sei un’amante della cabala?
Per quanto ne sappia io non sono un esoterico e il fatto che il tour inizia e finisce il 20 è solo una coincidenza, ma l’idea era quella di fare lo spettacolo in venti luoghi diversi. Volevo farlo con 20 artisti diversi, ma purtroppo non è stato possibile trovare date che coincidessero con alcuni artisti.
Insieme con te suoneranno Loco Dice, Carl Craig, Mathew Johnson, Pete Tong, Ryan Crosson, The Martinez Brothers e molti altri. È stata una scelta voluta avere a fianco a te questi personaggi? Come li hai scelti?
E’ un mix di amici e artisti con cui ho lavorato o semplicemente ammirato e anche persone che mi hanno sostenuto per anni. Sono molto onorato di avere questo calibro di artisti accanto a me in questo tour.
Proprio quasi tutti questi artisti saranno guest del tuo prossimo album previsto per il 2015…
Ho iniziato a lavorare con alcuni degli artisti su del materiale che fa parte del tour ma ci sto ancora lavorando e non posso dire molto ancora sull’album come molto può cambiare.
Come se non bastasse questo sarà anche un tour promozionale per la tua prossima label, Rhythm Assault. Ci puoi dire qualcosa di più a riguardo?
Lancerò il mio album su Rhythm Assault. L’etichetta sarà un parco permanente. Voglio usarla come piattaforma per creare e presentare nuovi progetti. Non voglio alcun limite ma una casa dove posso sempre andare al fine di rilasciare la mia musica ed altri esperimenti.
Tornando indietro, appunto di vent’anni, come pensi sia cambiato il modo di approcciarsi alla musica da quando hai iniziato ad adesso? Trovi delle differenze?
Ultimamente mi è stata chiesta questa domanda molte volte. Sì, ci sono un sacco di differenze in questi giorni. Quando ho iniziato, plug-in e sintetizzatore virtuale e il computer così come sono adesso, i suoni pre registrati non esistevano. A quei tempi le attrezzature erano follemente costose e si doveva essere creativi con quel poco che avevi. Ai tempi un sacco di mia musica è stata fatta campionando. Entrare in contatto con etichette e artisti quando si è di una piccola città come Hannover non è stato facile. In questi giorni, connettersi con l’industria è facile come comprare il latte al supermercato. Un giovane produttore riesce a rilasciare un disco quando l’atmosfera del suo disco è giusta. Ci sono centinaia di etichette e modi per pubblicare la tua musica. Chiaramente non è facile in questi giorni, in realtà è difficile controllare tutto quello che è in uscita, è un’altra sfida in sé. Venti anni fa, per un giovane produttore, c’erano solo un paio di etichette in cui si poteva pubblicare la propria musica. La scena elettronica è esplosa molto e per questo, centinaia di microcosmi hanno creato il loro mondo e le loro scene. Ci sono così tanti movimenti diversi che d’un tratto sembrano saltati fuori e non ne ho sentito parlare. Tutti possono trovare il loro posto oggi. Questo è il grande cambiamento. Almeno dal punto di vista di un produttore musicale.
Dove pensi che sia la Desolat in questo momento e dove sarà?
Penso che la Desolat è una grande label con una reputazione fantastica. Dove andrà è meglio che ti risponda Loco Dice. Negli ultimi due anni mi sono allontanato giorno dopo giorno dall’etichetta concentrandomi sulla mia musica e la produzione di progetti.
Sei a tutti gli effetti un ingegnere del suono, un personaggio che ama stare nell’oscurità: ma ti piace di più stare in studio o suonare in giro nei club?
Non è facile rispondere, è la stessa domanda tra dj e performance dal vivo. Mi piace stare in studio ma è sempre una grande esperienza e ispirazione andare per strada. Se dovessi scegliere uno o l’altro me ne starei probabilmente in studio. A proposito. In realtà non mi piacciono gli studi al buio. Mi piacciono le finestre e lavorare durante il giorno.
In una carriera così lunga qual è l’esperienza da producer che più ti ha soddisfatto?
È stato ed è ancora quel preciso momento in cui ti rendi conto che una traccia è completata, ed è perfetta così com’è.
C’è qualcuno con cui ti piacerebbe collaborare ma che ancora non ci sei riuscito?
Sì, Prince. Ma non gliel’ho mai chiesto il che significa che potrebbe esserci ancora un modo per farlo un giorno.
Nella scena tech house mondiale ormai satura come un producer riesce a fare la differenza?
Con il duro lavoro, pazienza e un po’ di fortuna, in sostanza chiunque può farlo. Dovete credere in quello che state facendo e allora sarà inevitabile per il vostro lavoro essere riconosciuto.
Trovi più stimolante portare nei club un dj set o un live set? Quale dei due preferisci?
Quello che mi piace di più è un mix di entrambi. Quando faccio entrambi posso avere infinite possibilità di spostare il mio set in qualsiasi direzione io voglio.
Puoi dirci tre dischi che per te sono stati fondamentali per la tua carriera e che noi dobbiamo assolutamente ascoltare?
Grandmaster Flash & the Furious Five – The Message. Questo ha avuto un impatto enorme su di me. Non perché quando avevo sette o otto anni ero un ragazzino fico. Ma perché mio fratello non smetteva di ascoltare questa traccia. Era tutto rap, graffiti e breakdance ed ero seduto accanto e mi ha trascinato subito. Quando sento questa canzone vengo spedito indietro agli anni ’80 e alla mia infanzia.
Daft Punk – Da Funk. Non dimenticherò mai il momento in cui ho sentito “Da Funk” per la prima volta. E’ cambiato molto per me. È stato semplicemente il migliore di tutti i generi musicali che mi piacevano. Aveva hip-hop, punk, acid e funk tutto combinato in una canzone.
Carl Craig – Sandstorm. Per me un capolavoro assoluto della musica elettronica strumentale. Non c’è molto altro da dire su questo.[/tab]
[tab title=”English”]About Martin Buttrich we know everything: founding father’s Desolat with Loco Dice, seminal label that managed to expertly combined dark and distorted atmospheres with deep and tech house, and convincing talent of last decade’s club culture and a tireless experimenter. A few weeks ago has started from Leeds, #9414, a tour around the world with many friends producer to celebrate his twenty years of activity. We stopped him for a few questions about his new project and what came out is a nice interview to read all in one go.
Explain us more what is #9414.
I released my first record in 1994 on a german label called Adam & Eve. It’s my 20 years anniversary of creating and put out original music. A good excuse to celebrate.
From 20th of September to the 20th of December twenty gigs are like your twenty years of activty. Are you a cabala lover?
I’m not esoteric as far as I know and the fact that the tour starts and ends on the 20th is just a coincidence but the idea was to do the show in 20 different places. I wanted to do it with twenty different artists but unfortunately it was not possible to find dates with some artists that match.
Together with you will play Loco Dice, Carl Craig, Mathew Johnson, Pete Tong, Ryan Crosson, The Martinez Brothers and many others. It was a deliberate choice to have alongside with you these people? How did you choose them?
It’s a mixture of friends and artists I have worked with or simply admire and also people that have supported me for years. I am very honored to have this calibre of artist alongside me on this tour.
Just about all of these artists will be guests of your next album planned for 2015…
I started working with some of the artists on material that are part of the tour but I am still in the process and can’t say much yet on the album as a lot can change.
As if that were not enough this will be also a promotional tour for your next label, Rhythm Assault. Can you tell us something more about it?
I will launch my album on Rhythm Assault. The label will be a permanent playground. I want to use it as a platform to create and showcase new projects. I don’t want any boundaries but a home I can consistently go to in order to release my music and other experiments.
Back in the days, just twenty years ago, how do you think has changed the way of approaching to the music from when you started to now? Do you find some differences?
I have been asked this question many times lately. Yes, there are a lot of differences these days. When I started, plugins and virtual synthesizer and computer as they are now, pre made sounds did not exist. Gear/equipment was insanely expensive at the time and you had to get creative with the little you had. A lot of my music at the time was made by sampling. Getting in touch with labels or artists when you are from a small town like Hannover was not easy. These days, connecting with the industry is easy as buying milk at the supermarket. A young producer can manage to release a record when the vibe of his record is right. There are hundreds of labels and ways to publish your music. Clearly its not easy these days, in fact it’s difficult to monitor everything thats going on, which is another challenge in itself. 20 years ago, as a young producer, there were only a few labels where you could release your music. The electronic scene has exploded extremely and because of this, hundreds of microcosms created their own world & scenes. There are so many different movements that all of a sudden seem to have popped up that I haven’t heard of. Everyone can find their place nowadays. Thats the big change. At least from the perspective of a music producer.
Where do you think the Desolat is and where will it be?
I think Desolat is a great label with a fantastic reputation. Where it will go next Loco Dice is better to answer. For the past two years i’ve removed myself from the day to day runnings of the label focusing on my own music and production projects.
You are a sound engineer, a character who loves being in the dark: but do you like being in the studio or playing around in the clubs?
Not easy to answer, it’s the same kind question of dj or live performance. I love being in the studio but it is always a great experience and inspiring to get on the road. If I had to choose one or the other I would probably stay in the studio. By the way. I actually don’t like dark studios. I like windows and work during the day.
In a career so very long, what is the experience as a producer that most satisfied you?
It was and still is that moment, when you just know, a song has come together.
Is there someone you would like to work but have not succeeded yet?
Yes, Prince. But I have never asked him which means the might be still a way to do this one day.
In the global tech house scene so saturated how a producer can make the difference?
With hard work, patience and a bit of luck, pretty much anyone can make it. You have to believe in what you are doing and then it will be unavoidable for your work to get recognized.
Do you find more exciting bring into a club a dj set or a live set? Which of the two do you prefer?
A mix of both worlds is what I like the most. When I do both I can have a endless possibilities to move my set in any direction I want.
Can you tell us three records that for you have been fundamentals for your career and we must absolutely listen?
Grandmaster Flash & the Furious Five – The Message. This had a massive impact on me. Not because I was such cool kid when I was seven or eight years old. It was because my brother wouldn’t stop listening to this track. He was all over rap, graffiti and breakdancing and I just was sitting by and got dragged in right away. I still get pulled back to the 80′ and my childhood when I hear this song.
Daft Punk – Da Funk. I will never forget the moment when I heard “Da Funk” for the first time. It changed a lot for me. It just was the best of all worlds of music that I liked. It has hip hop, punk, acid and funk all combined in one song.
Carl Craig – Sandstorm. For me an absolute master piece of electronic instrumental music. Not much more to say about that one.[/tab]
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