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[tab title=”Italiano”]I fratelli Burden aka Octave One stanno per tornare con il loro live in Italia, al CirQ di Venezia il prossimo 22 novembre. Abbiamo chiacchierato con questi veterani della Detroit techno che dopo oltre venti anni di carriera non sembrano avere alcuna intenzione di spegnere le macchine né tanto meno di scendere a compromessi.
Gli Octave One sono due fratelli che assieme lavorano e fanno musica. Questo comporta spendere tanto tempo assieme, prendere decisioni comuni e gestire inevitabili conflitti. E considerando la vostra lunga carriera pare che ci riusciate da un bel po’ di tempo. Che il progetto Octave One sia un “affare di famiglia” lo rende più facile o difficile?
Un po’ tutte e due le cose. Il lato positivo dell’essere un “affare di famiglia” è che ci si conosce a vicenda e si sa come motivare il proprio familiare a dare il meglio, il che è una ottima cosa quando le cose stanno andando bene. Ma il tutto può tramutarsi in una arma a doppio taglio se le cose invece stanno andando male… lol! La cosa migliore è che quello che desideri davvero è il meglio possibile per tuo fratello e nel profondo entrambi ne sono consapevoli. Grazie a questo si va sempre avanti e non ci blocca nelle difficoltà.
Ho visto che usate diversi nomi come produttori oltre a Octave One, tra i quali Random Noise Generation che è il più ricorrente. Di solito suonate dal vivo canzoni (mi sembra di capire che il termine traccia non vi piaccia) di entrambi i progetti. La vostra identità musicale è troppo complessa per stare in un singolo progetto o ci sono altre ragioni per l’utilizzo di nomi differenti?
Per noi i diversi nomi rispecchiano diversi approcci alla produzione. Come regola generale, buona parte delle canzoni degli RNG ruotano intorno a dei campioni, o almeno così era nelle prime produzioni uscite con questo nome, mentre le produzioni degli Octave One sono principalmente produzioni originali. Abbiamo anche prodotto alcune canzoni sotto il nome di “Never On Sunday”, per il quale abbiamo già qualche idea per il futuro. Vedrete arrivare nuove canzoni sotto tutti e tre gli pseudonimi molto presto.
Sarò onesto, sono più che altro un tipo da musica house. Ogni tanto la techno, specialmente quella più contemporanea, mi sembra troppo scura e “quadrata” per me. Invece, la vostra techno mi trasmette sempre emozioni positive e profonde. Può anche la techno trasmettere “amore” e “speranza”? Mi sembra che la vostra lo faccia.
Assolutamente! Amore, Speranza, Determinazione, Identità, Movimento, Emozione… questo è quello che la techno fu per noi quando abbiamo iniziato a far parte di questo genere anni fa e non ci è mai sembrato di lasciar andare via questi aspetti dalle nostre produzioni. Per noi la musica ha sempre e tuttora continua ad avere l’obiettivo di risvegliare qualcosa di profondo. Se così non fosse perché noi la ascolteremmo e ci intratterrebbe? Se non comunicasse nulla, sarebbe qualcosa di inutile.
“Per noi la musica ha sempre e tuttora continua ad avere l’obiettivo di risvegliare qualcosa di profondo.“
Avete sempre usato un set complesso di strumentazioni quando suonate dal vivo. Solo macchine e un mixer ma nessun computer ora. Perché questa scelta? E’ una questione di resa sonora oppure è legato al feeling che solo le macchine possono dare quando si suona? O c’è qualche altra ragione?
Così come in un’orchestra o in una band dal vivo, diversi musicisti producono diverse sensazioni nella performance che sono essenziali e/o appositamente scelte. Nel nostro caso i diversi musicisti sono rappresentati dalle diverse macchine che scegliamo di usare. Abbiamo deciso di utilizzare le macchine invece che il computer perché quando ci siamo avvicinati alla scena esistevano sole macchine e quindi su queste abbiamo imparato e ci siamo innamorati di quanto con queste riuscivamo a produrre. Ancora oggi l’amore per il feeling che ci danno le macchine ci eccita e motiva a divertirci ed improvvisare quando le usiamo. Una volta abbiamo provato a fare un live con il computer ma non ci sentivamo stimolati, né tantomeno ci sentivamo di star stimolando e divertendo il pubblico.
Vi muovete e ballate spesso quando state suonando. Sembrate sempre davvero nel groove della vostra musica. Quanto è importante l’aspetto “corporeo” di quello che producete e suonate dal vivo?
lol! La cosa per noi più divertente è che non ci siamo mai accorti che dondoliamo in questo modo sul palco fino a quando non abbiamo iniziato a vedere dei video delle nostre esibizioni dal vivo… è quello che ci succede anche quando lavoriamo in studio o quando ci divertiamo. La musica ci fa venire voglia di muoverci senza controllo!
Ho visto tra i commenti del vostro video alla Boiler Room che qualcuno ha scritto che i vostri live-set sembrano “una farsa” e sono pre-registrati. La cosa divertente è che ho finito quello stesso video con l’idea opposta (e mi era abbastanza chiaro il perché il vostro lanciare i sample appaia non in sincrono con la musica. Non è forse questo il principio di base della quantizzazione?). Ho davvero apprezzato la pacatezza e correttezza nella vostra risposta. Non tutti sarebbero stati in grado. Com’è la vostra relazione con i fan e il pubblico?
Quindi hai letto quei commenti sul canale YouTube della Boiler Room. Sì, ogni tanto incappiamo in qualche miscredente che dice che quello che facciamo è una farsa o pre-registrato. Quando all’inizio ci portavamo dietro un MiniDisc per registrare i nostri set, alcuni giuravano che il nostro live era stato suonato da questo. In seguito i promoter erano soliti registrare i nostri set su dei DAT e certi dicevano che tutto veniva da lì… ora abbiamo vietato ai promoter di mettere un computer sul palco vicino alla nostra strumentazione per alcune affermazioni che sono state fatte a riguardo. Di solito ci sconvolgevamo quando sentivamo affermazioni come queste, ma un nostro caro amico ci ha fatto capire che quello che queste persone stanno dicendo per davvero è “non è possibile che siate così bravi” e che questi non sono fan ma produttori invidiosi e frustrati perché non riescono a fare carriera. Abbiamo letto questi commenti dall’ennesimo autoproclamato “esperto” e sapevamo che avevamo a che fare con il solito produttore frustrato, e ci siamo quindi rivolti alla sua cosiddetta “competenza” prendendola per quello che era per davvero. Di solito non rispondiamo a commenti di questo tipo ma i nostri fan lo hanno portato alla nostra attenzione e ci hanno implorato di farlo… L’amore dei propri fan è la cosa più bella del mondo! E sì, il sync ai campioni è una necessità. Senza è come ascoltare un dj che non riesce a mixare due dischi assieme, continuerebbe ad andare fuori tempo e farebbe svuotare la pista.
E all’opposto di quello di cui siete accusati, sono molto curioso di sapere come rielaboriate dal vivo le vostre canzoni, specialmente quelle con delle parti vocali importanti considerando che non avere un cantante sul palco. Quando suonate “Black Water” dal vivo sembrate giocare molto con i campioni di voce. L’improvvisazione è un elemento chiave dei vostri live?
L’improvvisazione è una parte così importante di quello che facciamo che non è nemmeno divertente. Ci piace piegare, tagliare, filtrare, girare, mettere effetti, mettere in muto 24 tracce diverse, e con 2 drum machine, un campionatore, tre effettiere e numerosi synth non ci sono soltanto alcune improvvisazioni ma tutto il live diventa una vera e propria jam session!
Inoltre, tutto il cablaggio nel vostro set di strumenti del live sembra davvero complesso e non così semplice da intuire soltanto guardandovi quando suonate. Avete voglia di guidarci all’interno di questo? E quanta libertà vi dà quando suonate dal vivo?
Se chiedeste ai vari fonici con cui abbiamo avuto l’onore di suonare in giro per il mondo, loro non soltanto lo chiamerebbero complesso ma con le parole di uno di loro (…che ci ha fatto ridere) “è del tutto folle!” Ci piacerebbe guidarvici attraverso ma… siamo sicuri che andremo in crash. E’ troppo tecnico da spiegare in un’intervista, ci vorrebbe letteralmente un intero seminario. Ma ci dà una libertà così coinvolgente e spontanea che alle volte non sappiamo se a divertirsi di più sia stato il pubblico o noi stessi sul palco!
Abbiamo parlato dei live, ma come funziona in studio? Usate un set di strumenti completamente diverso? Seguite un’attitudine “live” anche quando producete oppure mentre lavorate in studio e mentre vi esibite dal vivo seguite modalità di lavoro completamente differenti?
In studio usiamo in gran parte una strumentazione completamente differente ma quello che abbiamo sul palco sono una versione ridotta di quello che usiamo in studio. Dipende dal tipo di canzone su cui stiamo lavorando ma l’attitudine “live” in studio può portare un po’ troppo verso un processo di produzione che finisce in un loop senza fine. Quindi principalmente la attenuiamo quando produciamo.
Avere prodotto diverse hit nel corso della vostra carriera ma sicuramente “Black Water” è stato ed è tuttora il vostro grande successo. Come è la vostra relazione con questa canzone? Per chi la ascolta è probabilmente uno dei pochi evergreen techno. E per voi? Non vedete ancora l’ora di suonarla ogni volta o in qualche modo vi ci trovate costretti per soddisfare il pubblico?
Amiamo ancora “Black Water” così come amiamo tutta la musica che abbiamo prodotto. Si riferisce ad un certo periodo nelle nostre vite che mai dimenticheremo e che cogliamo l’opportunità di condividere con i nostri fan. E ogni volta non vediamo l’ora di suonarla. Ci diciamo sempre scherzosamente che tutti i grandi artisti hanno un pezzo che la gente non può fare a meno di cantare ai concerti e questo è il nostro! Alle volte i nostri fan cantano così a squarciagola che non riusciamo a sentire il suono dei monitor che abbiamo sul palco vicini a noi!
Ho letto che vi siete trasferiti da Detroit ad Atlanta e che la ragione è stata l’aeroporto. Avete molte date in tutto il mondo, specialmente in Europa e avete viaggiato davvero molto in questi anni. Il viaggiare è una parte facile o difficile del vostro lavoro come artisti? Considerando anche che girate con molto più che con una semplice chiavetta usb.
Atlanta è l’hub principale della Delta Airlines che fa parte di Skyteam, che esclusivamente usiamo nei nostri viaggi da e verso gli USA. Quindi sì, è per noi importante essere vicino a un aeroporto principale. Onestamente, per noi viaggiare è in assoluto la parte più difficile e stancante di quello che facciamo. Ci piace viaggiare in paesi diversi ma spingere casse e valige di strumentazione è dura… è ora di avere con noi qualche facchino.[/tab]
[tab title=”Inglese”]The Burden brothers aka Octave One are coming back to Italy with their live-set at CirQ, Venice, on 22nd November. We talked with this techno veterans that after a career of more than twenty years don’t seem to have any intention neither to give up with their machines nor to agree to any compromise.
You are two brothers working and making music together. This implies spending a lot of time with each other, taking common decisions, resolving inevitable conflicts. And it’s been quite a while you succeed in this considering your long career. Does it make it harder or easer being Octave One a “family affair”?
Actually, a bit of both. The upside of being in a “family affair” group is that you know each others moods and how to motivate your family member to get the best out of them, which is great when things are going well. But that same positive experience can sometimes turn into a double edge sword and can cut you good if things aren’t…lol! The best thing about it is that at the end of the day you truly want what’s best for your sibling and deep inside you both know it and you move on and not harbor the negative.
I see you use different names as producers beyond Octave One, the main been Random Noise Generation. And during your live-set you usually play songs (I understand you don’t like the word “tracks”) from both of them. Is your musical identity too complex to fit in just one project or are there other reasons beyond these different names?
For us the different names meant the differences in how we would approach producing for that particular artist. As a rule we generally would base a lot of the RNG songs around samples at least for in the earlier days of producing under this group and the Octave One works are pretty much original productions. We also have produced quite a few songs also under our group “Never on Sunday” which we think we have some ideas that we want to express soon. You might be looking at new music from all 3 artist real soon.
Honestly, I’m mainly a house guy. Sometimes I feel like techno, especially most of the one today one, it’s too dark and “squared” to. Instead, your techno always gives me a kind of positive and deeply emotional vibe. May techno be also about “love” and “hope”? I think yours is indeed.
Sure! Love, Hope, Purpose, Identity, Movement, Emotion… that’s how Techno was for us when we entered into the genre years ago and we just have never seemed to let those things go from our productions. For us, music was and is still suppose to awaken something inside of you and if it doesn’t why would we listen and entertain it if it’s not entertaining?! If it does nothing, you do nothing…
“For us, music was and is still suppose to awaken something inside of you and if it doesn’t why would we listen and entertain it if it’s not entertaining?!“
You’ve always used a complex kit made up of several gears while playing on stage. Only machines and a mixer now but no laptops. Why this choice? Is it a matter of sound “resolution” or is more about the “machine feeling“ that physical gear can provide? Or else?
Just like in an orchestra or live band various musicians can provide different feels to the performance that are essential and/or motivate. With us our various musicians are represented by the different pieces of gear that we choose to use. We chose gear over laptops because when we were introduced into the scene that was all that was available to use was hardware so we learned on that and feel in love with the things that we were able to make hardware to. even till this day that love of feeling the hardware and tweaking it excites and motivates us to have fun and jam when we use it. And we did try doing a laptop performance once and it just didn’t do anything to inspire us on stage and thus we didn’t like we were inspiring or entertaining to our audience.
You keep on moving and shaking while playing during your shows. You always really seem into the groove of your music. How much important is the “body side” of what you produce and play live?
lol! The funny thing for us is that we never knew we were rocking and swaying the way we were on stage until we started seeing vid clips of our shows…really it’s just what we do when we’re working in the studio or just greeting for fun. The music motivates us kind of uncontrollably to just want to rock out!
I saw among the comments of your Boiler Room performance that someone wrote your live acts seem “fake” and pre-recorded. The fun thing is that I finished to watch the video with the opposite idea (by the way it’s quite clear to me why the sample lunching is async with the music. Isn’t it the basic functioning of quantization?). I do really appreciate your calm and balanced answer. Not everyone is able to do so. How is you relationship with your fans and the audience?
So you’ve read those comments on Boiler Room’s YouTube. Yea, every once in a while you get a non-believer that says that what we’re doing is fake or pre-recorded. When we first started performing we used to carry a portable minidisc player with us to record our sets, a few people swore that it was being played from the MiniDisc player. Later promoters used to record our sets to DAT and guys claimed our set was coming from it…now we have to ban promoters from having a laptop on stage anywhere near our equipment because of the same claims. We used to get upset when we heard people make claims like this, but a very good friend of ours made it a point to tell us that what those guys are actually saying is “you can’t possibly be that good and those are not your fans but envious producers who are frustrated because they can’t get on”. We read these comments from this self-proclaimed ‘technical expert’ and knew we were dealing with just that type of frustrated producer, addressed his so-called ‘expertise’ for what it was. We don’t usually address these kind of comments but our fans brought it to our attention and begged us to…Love you fans you’re the best in the world!!! And yes, the syncing of the samples is a necessity. Without it, it’s like listening to a dj who can’t mix two records together, it would keep falling off beat and eventually you would clear out the dancefloor.
And at the opposite of what you being accused of, I’ve always been curious about how you live rework your songs, especially those with lead vocal parts considering that you don’t have a vocalist during the act. In “Black Water” you seem to play a lot with vocal samples on stage. Is improvisation a key element to make you enjoy to play live?
Improvisation is such a major part of what we do that it’s not even funny. We like to twist, chop, filter, crank, add effects, mute 24 different tracks during our show and with 2 drum machines, sampler, 3 effect units and numerous synths it turns into not just improvisational but an all out jam session!
Also, the signal routing of your kit seems very complex and not so easy to understand just looking at you playing. Would you like to drive us through it? And how much freedom does it give you on stage?
If you’d ask the various soundmen that we’ve had the honor of working with around the world, they wouldn’t call it complex but in the words of one of the soundmen (…had us laughing) that’s just insane! We’d love to ‘drive’ you through it, but…we know we’d crash. It’s just too technical to explain in an interview, it would literally take a seminar to get you through it all. But it does give us a freedom that is so exhilarating and spontaneous that we sometimes don’t know who had more fun, our fans on the floor or us on stage!
We talked about live acts but what about in studio? do you use a completely different kit there? Do you follow a “live” attitude also when producing or are studio and live plying two distinct worlds with two separate working flows?
In the studio, we use completely different gear for the most part, but the stage gear is a lot of the downsized versions the equipment we use there. Really it depends on what the song is we’re working on in the studio but the “live attitude” can be a bit much for a recording that’s gonna get played over and over for eternity. So we tone it down for the recording process most of the time.
You made several hits along your career but of course “Black Water” was a huge and still living success. How is your relationship with this song? To listeners, it’s probably one of the few techno evergreens. What about you? Still looking forward to playing it in every act of somehow forced to satisfy the audience?
We still love “Black Water” like we love all of the music that we create. It relates to a certain time in our life that we’ll never forget and get the opportunity to share it with our fans. And we, always look forward to playing it out. Our running joke to ourselves is, every great artist has a sing-a-long and here is ours! Sometimes our fans sing so loud that we can’t actually here the monitors that are on stage right next to us!
I read you moved from Detroit to Atlanta and you said it was all about the airport. You play a lot of gigs all around, especially in Europe and you’ve been traveling really much for many years. Is travelling an easy or a hard part of your life as artists? Considering also you bring around with much more than just a USB stick.
Atlanta is a major hub for Delta Airlines who is a member of Skyteam which we exclusively use in our travels back and forth from the states. So yea it was important for us to be near a really good major airport. For us honestly, the actual travel is the most absolute hardest and outright most tiresome part of what we do. We love being in different countries but pulling cases and lugging cases of hardware is rough…time for some roadies![/tab]
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