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[tab title=”Italiano”]Scegliendo di diventare un artista di strada per seguire suo marito e condividendone il rifiuto a combattere durante la guerra in Vietnam, The Space Lady fa una scelta dalla quale si dipaneranno molte delle sue successive avventure, una delle ultime, quella di partire per il suo primo tour europeo a 66 anni. Susan Dietrich, nome di The Space Lady, inizia a suonare per le strade di San Francisco durante gli anni ’70: con una fisarmonica propone sue versioni di canzoni popolari ma è con il provvidenziale furto dello strumento che The Space Lady decide di investire in una tastiera Casio e le sue canzoni rivisitate assumono una nuovo aspetto, etereo e ultraterreno. Sempre in scena, che sia per strada o su un palco, con un elmetto da vichingo con le ali, The Space Lady ha risposto ad alcune domande sulla sua straordinaria vita.
Ho letto da qualche parte che durante un’operazione chirurgica hai avuto un’esperienza extracorporea di incontro con degli alieni. Cosa ti ha lasciato quell’esperienza?
L’impressione che ho avuto di questa esperienza è che non siamo soli nell’Universo e che alcuni di questi esseri sono compassionevoli e benevoli, per non dire brillanti e al di là di quanto noi possiamo immaginare, con la nostra intelligenza limitata.
La tua musica sembra profondamente ispirata. Oltre alle tue esperienze, a quale tipo di informazioni attingi?
Mi sento più come se fossi un veicolo per qualcosa di extraterrestre o ultraterreno che si manifesta musicalmente attraverso di me. Ho la possibilità di scegliere una grande canzone e fare del mio meglio per suonarla come il compositore forse vorrebbe sentirla, fedele alla versione originale… ma poi succede qualcosa di trascendentale. Naturalmente i miei arrangiamenti hanno molto a che vedere con le limitazioni e gli attributi della mia tastiera e dei pedali per gli effetti. Ma questi strumenti troppo spesso sembrano essersi materializzati nella mia vita con un intento esatto ben oltre la casualità.
Il tuo tour europeo parte dall’Italia, da un festival, Ficana Terra di Mezzo, totalmente gratuito, organizzato da giovani e audaci ragazzi.
Ho fatto affidamento sul mio agente europeo per organizzare i concerti e il loro ordine, quindi dal mio punto di vista è stata una scelta piuttosto arbitraria.
Come ti senti adesso che stai per partire con il tuo primo tour europeo e che sai che ti stai per rivolgere ad un pubblico che verrà esplicitamente ad ascoltare e vedere te, diverso quindi da quello incontrato durante le tue performance in strada?
Suonare per il pubblico europeo che è venuto a vedermi, che fossero o meno dei fans, è stato come essere lanciata nello spazio! Avevo un’idea astratta su cosa aspettarmi, ma ricevere il calore e l’entusiasmo in tempo reale è stato sicuramente un culmine emozionante per me. È stato anche un po’ sconcertante riflettere su cosa piace della mia musica esattamente, e che a me sembra piuttosto normale.
Come scegli le tue canzoni?
Ascolto che abbia una buona melodia, passione, e sicuramente con un messaggio positivo. Naturalmente le mie orecchie vengono sempre catturate pungere quando sento una canzone che parla di spazio e di sovrannaturale.
Quali sono le tue influenze e quali artisti ti piacciono in questo momento?
Ho così tante influenze che quasi non oso iniziare a nominarle… ma andando indietro al 1969, quando ho sentito Laura Nyro suonare il pianoforte e cantare le sue canzoni fantastiche in TV, ho pensato che fosse l’artista più incredibile che avessi mai sentito! D’altra parte, non avevo idea che anche io avrei mai potuto fare una cosa del genere. Quando ho iniziato a suonare la tastiera per strada più di 10 anni dopo, non è stato in nessun modo per un senso di aspirazione ad essere una musicista di talento, ma il desiderio di trasformare la mia scelta di hippie e mendicante in qualcosa di gioioso, creativo, e rispettabile. Ora vedo che mi ispiro e vengo influenzata dalle persone che creano situazioni di autenticità. La compilation di Irwin Chusid, “Songs in the Key of Z” mostra molti musicisti outsider diversi da me, che mi hanno toccato, commosso ed ispirata con la loro umile disponibilità a mettere a nudo le loro anime musicali. Sono anche ispirata dalle canzoni che scrive mio marito, “canzoni del risveglio”, come le chiama lui. In realtà, sono state le canzoni che aveva pubblicato online che mi hanno attirato a lui, in un primo momento. Ha scritto centinaia di canzoni e può suonare una qualunque senza esitazione e senza prepararsi! E qualunque scelga, eleva gli spiriti di chi l’ascolta.
Come si è evoluta in generale negli anni la performance in strada? E la tua?
Sin dall’inizio ho amato la suonare musica in strada! Anche nei giorni peggiori, quando non facevo un soldo, mi sono comunque divertita a fare musica, a rinnovare una canzone o due, o a imparare una nuova. E c’era sempre almeno una persona che mi diceva di essere stata toccata dalla mia musica. Ora che sono tornata a suonare, dopo una lunga pausa, lo sto facendo con maggiore tranquillità, anche grazie all’incoraggiamento dei miei fan in tutto il mondo, e grazie in particolare a mio marito, Eric (“The Space Manager”), che mi ha dimostrato che non devo lasciare che la paura mi fermi. Per quanto riguarda la seconda parte della tua domanda, ho sempre trovato che suonare in strada sia pieno di sfide. Hai costantemente a che fare con rumore, gente scortese, intemperie e restrizioni legali, per non parlare del fatto di essere “sulla strada”, e che quindi purtroppo le persone tendono ad ignorarti – come quando Joshua Bell ha suonato in modo anonimo nella metro di Washington. Ma quando io stessa sento persone che suonano in strada, sento il mio spirito salire. Amo la spontaneità e l’imprevedibilità di queste situazioni, e molti artisti di strada hanno un talento incredibile. Joni Mitchell lo ha detto perfettamente nella sua canzone “For Free”.
A quale delle canzoni del tuo Greatest Hits sei più legata?
Questa è una domanda molto difficile, anche se io ho i miei preferiti. Credo che dovrei dire “Ghost Riders”, perché amo quella canzone da quando ero una ragazzina che cresceva nel selvaggio West del Colorado. Ho fatto il mio arrangiamento della canzone il primo giorno che ho provato il mio nuovo amplificatore per basso in una fermata della metropolitana di Boston. Ero in una stazione piuttosto tranquilla con una buona acustica, e la Casio Pops drumbeat accelerata suonava come se un battito di zoccoli riecheggiasse sulle pareti di cemento. Con questa base della canzone, il resto dell’arrangiamento è andato facilmente a posto, compreso il mio finale aggiunto: il tema di vecchio show televisivo di Clint Eastwood,”Rawhide”.
Come ti senti quando suoni?
Di solito molto felice e a mio agio, come se stessi facendo quello che dovrei fare, e pienamente espressa.
Quali sono le tue ispirazioni non musicali?
Le mie influenze non musicali sono la natura, le regioni selvagge, il cielo notturno come visto da una montagna o la prateria sconfinata, gli animali, soprattutto gli uccelli, che non solo possono cantare, ma volare! E di recente, io ed Eric abbiamo partecipato due ritiri guidati da Thich Nhat Hanh, che insegna il Buddismo socialmente impegnato e il concetto dell’inter-essere, e da allora siamo suoi studenti. Durante il tour europeo eravamo felicissimo di poter trascorrere due giorni a Plum Village, in Francia, il suo monastero e casa dopo essere stato esiliato dal Vietnam nel 1973. Alcuni maestri spirituali o religiosi estendere la dottrina della compassione a tutti gli esseri senzienti, compresi gli animali,gli insetti, e anche i minerali, ma lui lo applica… e questo è il motivo per cui l’ho scelto come mio maestro, e il suo braccio destro, Sister Chan Khong, come mio modello.[/tab]
[tab title=”English”]By choosing to become a street artist to follow her husband and by sharing the refusal to fight in the Vietnam war, The Space Lady makes a choice from which will unravel many of his subsequent adventures, one of the last, is to start at 66 years for his first European tour. Susan Dietrich, name of The Space Lady, began playing in the streets of San Francisco during the ’70s: with an accordion proposes her versions of popular songs but with the almost providential theft of the instrument that The Space Lady decides to invest in a Casio keyboard and her songs revisited assume a new aspect, ethereal and otherworldly. Always on stage, it’s on the street or on a stage, with a Viking helmet with wings, The Space Lady answered some questions about her extraordinary life.
I read somewhere that during a surgery you had a out-of-body experience and an encounter with the aliens. What has that experience left you?
It left me with a first-hand experience that we are not alone in the Universe; and at least some of those beings are compassionate and benevolent, not to mention brilliant far beyond what we as humans experience, with our very limited intellect.
Your music seems to be profoundly inspired. In addition to your experience, what kind of information are you inspired by/tap into?
I feel more like I’m a vehicle for something extraterrestrial or otherworldly to manifest musically through me. I can choose a great song, and do my best to play as it’s composer might like to hear it done, true to the original version… but then something transcendental happens, when I get it all polished up and play it before a receptive audience. Of course my arrangements have a lot to do with the limitations and attributes of my keyboard and effects pedals. But those tools, too, seem to have materialized in my life in a purposeful way far beyond happenstance.
Your european tour starts from Italy, from a festival organized by a bunch of young and bold people (called Ficana Terra di Mezzo). Can you explain this choice?
I relied on my European tour agent to arrange the gigs and their order of occurrence, so from my point of view it was fairly arbitrary.
How do you feel now that you’re going to start with your first european tour and that you know that you’re to perform in front of a public who will be explicitly there to listen to and to see you, thus different from your usual public on the street?
Playing for European audiences who had come to see me, or were already fans, was like being launched into space! I had an intellectual idea of what to expect, but receiving their warmth and enthusiasm in realtime was certainly an emotional pinnacle for me. It’s also a little baffling to ponder exactly what it is they love about my music, which seems rather ordinary to me.
How do you choose your songs?
I listen for a good melody, passion, and definitely a positive message. Of course my ears always prick up when I hear a song about outer space or the supernatural.
What are your influences and who are your favorite artists at the moment?
I have so many influences I hardly dare to start naming them….but going back to 1969, when I heard Laura Nyro playing piano and singing her own fantastic songs on TV, I thought she was the most amazing artist I’d ever heard! On the other hand, I had no inkling that I could ever do anything like that myself. When I started playing keyboard on the street over 10 years later, it was not out of a sense of myself as an aspiring or talented musician, but a desire to transform my career as a hippie pan-handler into something joyful, creative, and respectable. Now I see that I am inspired and influenced by people who create from a place authenticity. Irwin Chusid’s compilation album, “Songs in the Key of Z” showcased many Outsider musicians other than me who touched, moved, and inspired me with their humble willingness to bare their souls musically. I am also inspired by the songs my husband writes, “songs of awakening,” as he calls them. In fact, it was the songs he had posted online that drew me to him in the first place. He has written hundreds of songs and can play any one of them at the drop of a hat! And no matter which one he chooses, it will uplift the spirits of anyone who hears it.
How as performing on the street evolved in general over the years and What has your personal experience as a street performer been like?
From the get-go, I loved playing music on the street! Even on the bad days, when I made no money, I still enjoyed making music, re-vamping a song or two, or learning a new one. And there was always at least one person who was touched by my music and told me so. Now that I’ve returned to playing music after a long hiatus, I’m doing so with much more confidence, thanks in part to the encouragement of my many fans around the world, and thanks especially to my husband, Eric (“The Space Manager”), who has shown me that I don’t have to keep letting fear stop me. As to the second part of your question, I’ve always found playing on the street fraught with challenges. You’re constantly dealing with noise, rude people, inclement weather, and legal restrictions, not to mention the context of being “on the street,” which regrettably, tends to make people ignore you – like Joshua Bell playing anonymously in that Washington, DC, subway. But when I, myself, hear people playing on the street, my spirits soar. I love the spontaneity and unexpectedness of it, and many buskers are talented beyond belief. Joni Mitchell said it perfectly in her song “For Free.”
Which song of your Greatest Hits do you feel the closest/dearest to you?
That’s such a tough question, although I do have my favorites. I guess I would have to say “Ghost Riders,” because I’ve loved that song since I was a young horse-crazy girl growing up in Wild West Colorado. I made my arrangement for the song the first day I tried out my new bass amp in a subway stop in Boston. I set up in a rather quiet station with good acoustics, and the Casio’s Pops drumbeat speeded up sounded just like hoof beats echoing off the concrete walls. With that as the song’s basis, the rest of the arrangement easily fell into place, including my tacked-on ending, which is the theme from Clint Eastwood’s old TV show “Rawhide”.
How do you feel when you play?
Usually quite happy and at ease, like I’m doing what I should be doing, and being fully expressed.
What are your non-musical influences?
My non-musical influences are nature, the wilderness, the night sky as seen from a mountaintop or the wide-open prairie, animals, and especially birds, who not only can sing, but fly! And recently, Eric & I attended two retreats led by Thich Nhat Hanh, who teaches engaged Buddhism and the concept of Interbeing, and we have since been his practicing students. During the European tour we were thrilled to be able to spend two days at Plum Village in France, his home monastery after he was exiled from Viet Nam in 1973. Few spiritual or religious teachers extend the doctrine of compassion to all sentient beings, including animals, insects, and even minerals, but he does….and that’s why I chose him as my teacher, and his right-hand woman, Sister Chan Khong, as my role model.[/tab]
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