La fine dell’anno, si sa, è il tempo delle classifiche. È il momento in cui si chiudono i bilanci, ci si guarda indietro e si tirano le somme di ciò che è stato negli ultimi dodici mesi, in cui si stilano le liste dei buoni e dei cattivi, dei momenti migliori e di quelli peggiori, delle cose che hanno funzionato e di quelle da rivedere. Anche qui in Pulse, ovviamente, non potevamo esimerci dallo stilare una nostra lista, ma invece di scegliere tracce, EP, o album da mettere in fila dalla numero uno alla numero x, abbiamo deciso di selezionare quelli che secondo noi, sono stati i dieci producer più prolifici e costanti dell’ultimo anno, quelli che hanno saputo trovare il giusto compromesso tra qualità e quantità (perché può essere relativamente facile azzeccare la hit e vivere di rendita, ma lo è sicuramente meno fare tante ciambelle e farle venire tutte col buco). Eccola qui, dunque, la nostra top 10, decisamente eterogenea ed in ordine assolutamente casuale.
[title subtitle=”Ilan Bluestone”][/title]
Il 2014 è stato senza dubbio l’anno della consacrazione, per il golden boy di casa Anjunabeats, coronato dalla mastodontica esibizione al Madison Square Garden di New York al fianco dei suoi maestri, Above & Beyond. Roba che fino a qualche mese fa, il ventiquattrenne londinese non avrebbe neanche osato sognare, ma che oggi, dopo la serie praticamente perfetta di release iniziata già nel 2013, sembra il naturale compimento di un percorso di maturazione e crescita artistica riuscito alla perfezione. Tra le tante, bellissime tracce rilasciate da Ilan negli ultimi 12 mesi, scegliamo il suo remix della storica “Satellite”, e per capirne il perché, basta premere play.
[title subtitle=”Standerwick”][/title]
Annata d’oro anche per il produttore di Bristol, già comparso più volte tra queste pagine, che tra collaborazioni e remix si conferma uno dei nomi più caldi in ambito uplifting. Tra le prime, non possiamo non citare quella con ReOrder, sotto lo pseudonimo di Skypatrol, che ha dato vita ad un vero e proprio progetto parallelo, mentre per quanto riguarda i remix, arte in cui il nostro sembra davvero specializzato, la lista sembra davvero interminabile, ma se dovessimo sceglierne per forza uno, sarebbe probabilmente quello di “Skin Deep”, a pari merito con “Games”.
[title subtitle=”Ben Nicky”][/title]
Un 2014 tutto in ascesa anche per un altro inglese, Ben Nicky, con una miriade di tracce rivelatesi grandi successi, culminati con l’ultima arrivata “Drop”, nata proprio da una collaborazione con il concittadino Standerwick. Lo stesso Ben Nicky, che aveva dato il benvenuto al 2014 regalando in free download la sua versione “Cheese Removal” di “Animals” di Garrix (si, proprio quell’“Animals” di QUEL Garrix), è stato poi eletto “VANDIT Artist of The Year”, una carica che gli è valsa il compito di occuparsi della “Best of VANDIT Compilation”, un continuous mix delle migliori tracce siglate Vandit dell’anno corrente. Il suo brand “Headf**k” ormai è ovunque, coniato come sigla distintiva dello stile dei suoi remix, ad oggi è ormai diventato un aggettivo a tutti gli effetti, tanto che i suoi fan sono stati simpaticamente ribattezzati Headfuckers. Impossibile non omaggiare la sua versatilità, le sue partenze psy e i suoi break epici e certamente, grazie anche a “Drop”, possiamo virtualmente incoronarlo re dell’uplifting dell’annata 2014.
[title subtitle=”Simon Patterson”][/title]
Potremmo risultare ripetitivi, lo sappiamo, ma è un rischio che è necessario correre: Simon Patterson è forse il miglior produttore degli ultimi anni, e non ci stancheremo mai di ribadirlo. Tecnicamente mostruoso, estremamente versatile, contaminatore, eclettico sperimentatore, passa dall’uplifting, alla psy, poi ancora alla tech, con l’agilità di una gazzella, e sempre con risultati che lasciano a bocca aperta. Ogni cosa su cui mette le mani diventa oro, e la prova è il suo remix della tanto discussa “Ping Pong” di van Buuren, che spazza via ogni dubbio e mette d’accordo tutti, con la solita furia che contraddistingue le produzioni di Patterson.
[title subtitle=”Jerome Isma-Ae”][/title]
Anche il signore dei groove incalzanti e delle atmosfere progressive si è dato parecchio da fare, quest’anno, firmando con il suo inconfondibile tocco collaborazioni con i Cosmic Gate per “Telefunken”, con lo stesso Ilan Bluestone per “Tension”, giusto per citarne un paio, e sfornando, sulla sua etichetta JEE Productions, perle come “Refused”, “Overdrive” e, ultimo in ordine cronologico, il remix del classico di Roger Shah e Sian Kosher “Hide U”.
[title subtitle=”Bryan Kearney”][/title]
Dodici mesi decisamente proficui anche per Bryan Kearney e per la sua Kearnage, sempre più portavoce del sound uplifting dalle contaminazioni acide. Bryan ricorderà sicuramente il 2014 per il successo riscosso dal suo remix di “U” di Gareth Emery, incoronato addirittura “Tune of The Year” nell’A State of Trance, ma le sue produzioni degne di nota sono davvero tante, da “Need You Now” con Plumb, a “Te Amo”, che rimane una delle nostre preferite in assoluto.
[title subtitle=”Driftmoon”][/title]
Il duo ceco-finlandese è sicuramente una delle sorprese positive di quest’anno, e senza dubbio tra i più prolifici in termini di produzioni. Se un anno fa avevano catturato la nostra attenzione con la bella “Howl At the Moon”, nel 2014 hanno prontamente provveduto a confermare il loro spessore con una lista davvero sterminata di release, tra cui l’anthem del prossimo Trancefusion “Time To Say Goodbye”, in collaborazione con Thomas Coastline e con la voce di Susana. Per riassumere l’annata dei Driftmoon, scegliamo la malinconica melodia di “Effervescence”, selezionata anche da Aly & Fila per la loro etichetta Future Sound of Egypt.
[title subtitle=”Harry Square”][/title]
Tra i produttori emergenti, Harry Square è sicuramente uno dei nostri preferiti, uno di quelli dal sound ben definito, fortemente ispirato dal primo periodo della Coldharbour (non a caso viene spesso e volentieri supportato dallo stesso Markus Schulz), che tanto ci piace. Ha lavorato parecchio, Harry Square, negli ultimi mesi, e abbiamo già avuto modo di parlare di alcune sue produzioni proprio qui tra le righe di Pulse, ma non abbiamo mai citato questo remix di “Love Rain Down”, che forse è passato un po’ troppo inosservato. Rimediamo subito!
[title subtitle=”Sneijder”][/title]
Un anno pieno di sperimentazioni quello dell’irlandese Sneijder, membro della cavalleria Pure Trance ma allo stesso tempo creatore di ibridi intrisi di sonorità tech e psy. Quest’anno, con “Next Level”, è stato in grado d’insegnarci che in una traccia è possibile far convivere stili contrastanti, e che anzi, a volte, può essere proprio la scelta vincente per non rischiare di proporre le solite sonorità sentite e risentite. Per il primo mese del 2015 ha già voluto svelare un’importantissima anticipazione: uscirà il suo primo artist album, anticipato dal singolo “#Acid”.
[title subtitle=”Solid Stone”][/title]
Forse Solid Stone all’inizio del 2014 era il meno conosciuto fra tutti i producers proposti da questa nostra “classifica”, ma è stato proprio questo il momento della sua maturazione, l’anno che ha segnato il passaggio da produzioni meno significative a sonorità proprie, in grado d’identificarlo e renderlo riconoscibile fra tutti gli altri. Il canadese ha finalmente spiccato il volo, tanto da finire sotto l’ala protettrice di Max Graham, che oltre ad ospitarlo sulla sua etichetta Re*Brand, gli riserva costantemente più di un posto nella sua storica compilation “Cycles”. Lo premiamo per questo suo anno di crescita, augurandogli di continuare su questa stessa via che un giorno potrà portarlo nell’olimpo dei big.
[A cura di Jacopo Rossi e Marina Caruso]