Ho conosciuto Simone Gatto qualche mese fa in Salento, durante un workshop organizzato da Out-Er, l’etichetta che ha co-fondato. Simone è un’altra forza della natura, lo è lui e lo è l’etichetta che porta avanti da anni, proponendo quel suono fresco che difficilmente si sposa con il territorio nel quale è coltivato, ma ci riesce e questo è un merito che non posso perdermi per strada. Oltre a questo, tutto ciò che ho appena detto traspira chiaramente da ciò che segue.
Passo numero uno: qual è il disco o la traccia che ti ha cambiato la vita? La primissima. Quella che ti ha fatto capire che la musica era veramente un’emozione particolare, più intensa di altre.
È un disco di Lucio Battisti – La Collina dei Ciliegi. Mio padre era un fan di Battisti e suonava spesso a casa i suoi LP. Ricordo che la prima volta che ascoltai questo disco avevo sei anni e guardando l’espressione di mio padre, mi trasmise una sensazione di benessere e felicità tale da farmi capire che con la musica si potevano provare stati d’animo veramente intensi.
Passo numero due: quando hai capito che la musica, produrla o suonarla, sarebbe stata una parte fondamentale della tua vita?
I primi mesi dopo aver fondato Out-Er con un gruppo di amici dj/producer, affittammo uno studio a Berlino e passavamo le giornate ad ascoltare, suonare e fare un sacco di musica assieme. Oltre a notare una crescita morale dovuta al continuo rapportarmi con produttori spesso più grandi ed esperti di me, mi resi conto che la musica sarebbe stata motivo di unione e condivisione con le persone per gran parte della mia vita. Fare musica oggi lo vedo come un modo di esprimere la mia giornata o un vissuto che mi è rimasto particolarmente in mente, qualcosa che è impossibile esprimere con le parole e a cui non potrò più rinunciare.
Passo a margine: quali sono stati i momenti di maggior crisi, nel tuo rapporto con la musica?
Non c’è stato mai un momento di crisi vera in cui mi sono allontanato dalla musica. Nel 2009 sono stato ricoverato per due mesi in ospedale per una patologia piuttosto grave e son dovuto rimanere lontano dalla vita notturna per un lungo periodo. In quell’occasione proprio la musica mi aiutò a trovare la forza di continuare a sperare e il coraggio di ricominciare da zero.
Passi importanti: quali sono stati finora i momenti più importanti, nella tua carriera?
A livello artistico il recente featuring con Orlando Voorn è stato importante. Lo scorso anno è stato in generale un anno ricco di emozioni intense in cui ho consolidato dei rapporti in varie capitali del mondo suonando in club ed eventi importanti come l’Output di New York, il Suicide Circus di Berlino o l’Altavoz di Venezia. Il mese scorso ho presentato in una Masseria nel Salento il mio ultimo lavoro su Out-ER remixato da Legowelt e per l’occasione ho tenuto un workshop sull’empatia che si genera tra il performer e l’ascoltatore. Il riscontro estremamente positivo da parte dei presenti, mi ha motivato a continuare ad ampliare la mia ricerca nell’immediato futuro.
Passi per prendere un po’ d’aria e trovare ispirazione ed energia: quali sono le tue altre passioni? Come le sviluppi? Quanto tempo riesci a dedicare loro?
Il mare e le corse in auto sono due altre grandi passioni che mi concedo nel tempo libero. Sono cresciuto e vivo tutt’ora in una casa a pochi metri dal mare e fortunatamente il clima nel Salento ci permette di godere di questa risorsa per gran parte dell’anno. Appena posso, andare a fare un tuffo lo vedo come un modo per ricaricare le batterie. Per quanto riguarda le corse in auto, è un fattore che ho ereditato da mio padre e mio nonno, grandi appassionati di auto sportive. Correre in auto mi trasmette una stupenda sensazione di libertà. Durante la mia adolescenza ho corso per anni con i go kart a livello agonistico, partecipando a vari campionati internazionali e ottenendo dei buoni risultati; dovetti interrompere nel 2009 in seguito a quel problema che ho accennato prima e adesso sono in procinto di ricominciare a correre in qualche gara amatoriale per vetture Gran Turismo.
Passi perduti: quali sono finora i tuoi più grandi rimpianti, musicalmente parlando?
Nessun grande rimpianto fin ora. Per seguire la mia visione musicale negli anni ho dovuto prendere alcune decisioni drastiche che poi hanno condizionato determinate amicizie e cambiamenti, ma questa è la vita.
Passi che consiglieresti: quali sono secondo te i cinque album (o brani) che consiglieresti e che non dovrebbero mancare nella discografia di tutte le persone a cui vuoi bene o che stimi?
Aphex Twin – I Care Because You Do – LP 1995 – Warp Records
A Tribe Called Quest – People Instinctive Travels and the Paths of Rhythm – LP 1996
Flying Lotus – You are Dead – LP 2014 – Warp Records
Pink Floyd – The Dark Side of The Moon – LP 1973
Efdemin – Decay – LP 2014 – Dial Records
Passi in biblioteca o videoteca: quali libri o film consiglieresti?
Come libri consiglio ‘l’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica’ di Walter Benjamin e ‘Electrosound’ di Giacomo Fronzi che considero il primo manuale completo scritto in italiano sulla musica elettronica. Come film cito su tutti Cloud Attlas e Inception, ma ne potrei elencare un centinaio, sono un appassionato di film.
Passi fondamentali: qual è il risultato artistico di cui finora vai più orgoglioso?
Oltre alla soddisfazione come A&R nel veder crescere sempre più la label, come produttore sicuramente gli ultimi EP su Night Vision, Vosnos e Out-ER hanno ricevuto spontaneamente l’attenzione di stampa e ottimi artisti. Questo mi stimola a continuare a fare il tipo di musica che faccio. Negli ultimi anni ho speso molto tempo ad imparare ad usare al meglio il mio set up in studio. Oltre al sequencer, uso diversi synth, drums ed effetti analogici ormai da anni e grazie al costante lavoro e alla sperimentazione sto riuscendo sempre meglio ad esprimere le mie influenze nelle tracce che produco, creando un mix tra techno, ambient, broken beat e dub house.
Passi virtuali: come stai vivendo l’onnipresenza del web nelle nostre vite in questi anni? Visto tra l’altro che questa è una intervista che stiamo facendo per un media online…
Sicuramente in maniera positiva. Il web ha abbattuto molte barriere permettendoci di essere tutti connessi e dando la possibilità a noi artisti di essere continuamente in contatto con il pubblico. Così grazie alla tecnologia anche i più giovani o chi non ha possibilità economiche può permettersi di sperimentare ed esprimere se stesso senza pretese. Questo è grandioso. Come al solito però c’è il rovescio della medaglia, infatti questa assenza di barriere ha generato un inflazione pazzesca in molti settori e specialmente in quello della musica. Data l’enorme presenza di siti per comprare o ascoltare musica online abbiamo una considerevole diminuzione del valore attribuito ad ogni singola traccia. Nascono così migliaia di tracce ‘usa e getta’ che vengono prodotte, suonate e poi dimenticate da molti dj/producer che nascondono dietro l’essere artista il principale interesse verso business e immagine. Ecco perché sono un inguaribile amante del vinile.
Passi in compagnia: quali sono i dj e producer con cui senti più affinità, e con cui vorresti sempre e comunque condividere parole, progetti, obiettivi?
Il mio socio e grande amico Andrea Santoro con cui porto avanti la label e mi confronto per qualsiasi cosa. Ci sono anche i producers / amici con i quali sento particolare affinità artistica e mi relaziono giornalmente: Buck, Mirror 1, Limo, Orlando Voorn, Ed Davenport, The Analogue Cops, Regen, Haiku, Luciano Esse… giusto per citarne alcuni. Con loro c’è profonda stima e cerco sempre di includerli nei miei progetti.
Passi incrociati: qual è la situazione, musicale e non, più assurda che ti è capitato di vivere?
Viaggiando spesso ho avuto la possibilità di visitare svariate città e club e di vivere diverse situazioni particolari. Tra quelle che posso raccontare, mi viene in mente lo scorso Marzo a New York quando un sabato sera suonai in un party in un attico all’80° piano di un grattacielo a west Manhattan. La consolle era vicino a una grande finestra e mentre suonavo vedevo tutta la città illuminata, una sensazione stupenda ve lo assicuro. La mattina andai a suonare in un after che alcuni amici facevano in un capannone a Brooklyn. Fu veramente divertente cercare l’empatia con due tipologie di persone così diverse.
Passi sbagliati: quali sono le cose che più ti danno fastidio nella scena musicale italiana?
In Italia vantiamo artisti molto talentuosi e diverse organizzazioni che si stanno distinguendo per gli ottimi parties. Detto ciò quando vado a suonare in giro noto talvolta che promoters e organizzatori di eventi entrano in concorrenza tra loro piuttosto che collaborare e quindi rafforzare i loro eventi. Questo se ci rifletti è abbastanza stupido e qualche volta succede anche tra gli artisti. Ci vorrebbe una maggiore collaborazione e condivisione tra addetti ai lavori per far si che la scena cresca in maniera considerevole. Inoltre capita, per una questione di esterofilia credo, che si rivolga più attenzione ad artisti stranieri lasciando a casa dj/producer italiani molto stimati e abili sia in dj set che in produzione.
Passi che stai per compiere: quali sono i tuoi prossimi progetti?
Come A&R di Out-Er sono proiettato sulle prossime release che vedranno un EP di quattro tracce degli Analogue Cops in uscita per Natale e un VA con Regen, Fabrizio Lapiana, Civilian e Jean Pierre Enfant in uscita per fine Febbraio 2015. Come produttore, oltre ad alcuni EP in uscita su delle label interessanti nei prossimi mesi, sono totalmente concentrato sul mio album che ho intenzione di presentare ad Ottobre 2015 insieme alla crew Sheik’n’Beik in un loft a New York. Per l’occasione farò un live show che includerà un 3D mapping che sto preparando insieme ad uno staff di tecnici audio e video.
Passi sinestetici: salutaci non con delle parole, ma con una traccia, non importa se tua o di altri.