È sempre bello tornare indietro nel tempo, soprattutto se guidati da mani esperte. Perché ormai viviamo nell’era post-tutto, il passato che abbiamo alle spalle è troppo imponente e si rischia di perdere i pezzi per strada. È per questo che gran parte della produzione musicale contemporanea trova più affascinante lasciarsi ispirare dalle proprie radici e da momenti storici cruciali ancora attraenti, invece che spingersi troppo in là verso il futuro. È questo lo spirito della serie “House Masters” di casa Defected, ed è in quest’ottica che la house label londinese qualche giorno fa ha pubblicato un articolo di presentazione al nuovo volume curato da Joey Negro, articolo che ci è piaciuto parecchio: cinque pezzi per riscoprire la primissima fase house britannica, emersa intorno al 1988 sulla scia delle nuove intuizioni made in USA. Ovviamente niente di esaustivo e oggettivo, una selezione guidata dal cuore sulle naturali ispirazioni degli ambienti Defected, integrabile a piacimento da chiunque (“e lo splendore acid di Baby Ford dove lo mettiamo?“), ma ben curata e integrata da un commento in ogni caso autorevole. Ve li riportiamo qui sotto. Le discese nella storia dei nostri sound non sono mai abbastanza.
[title subtitle=”M-D-Emm – ‘Get Busy (It’s Partytime!)’”][/title]
L’incisivo debutto di Dave Lee aka Joey Negro, prodotto nell’88 insieme ai colleghi Mike Cheal e Mark Ryder. Già allora, “Get Busy” mostrava tutta la ricchezza del ventaglio sonoro che successivamente avrebbe caratterizzato la produzione di Joey Negro – beats rotondi, synth accattivanti, assoli di piano e la solita collezione di campioni vocali soulful. I groove in crescendo non solo hanno ufficializzato la credibilità della dance prodotta in UK, ma hanno anche acceso i riflettori su Dave come produttore da tenere d’occhio. Pochi mesi dopo, è lui che avrebbe tirato fuori uno dei primi pezzi house con campioni disco, con l’alias Raven Maize: il pezzo era “Together Forever” e il campione veniva dalla disco jam dell’omonima traccia firmata Exodus, anno 1982. La rivoluzione house britannica era esplosa…
[title subtitle=”T-Coy – ‘Carino'”][/title]
Secondo un’autorità come Greg Wilson, questo pezzo – contenuto in un EP del 1987 che includeva anche il B-side “Regret” – fu il primo pezzo house britannico ad avere un vero impatto a livello nazionale. I T-Coy erano il veterano Hacienda Mike Pickering, l’amico di Factory Records Simon Topping e il tastierista Richie Close e per “Carino” si dichiaravano influenzati tanto dal pioniere della Chicago house Adonis quando dal signore della salsa Tito Puente. Il pezzo si guadagnò subito il successo in pista, anche grazie al supporto di programmi radio come quello di Stu Allan su Piccadilly Radio e quello dei Coldcut su Kiss FM. A suo tempo fu una presenza costante in quella onda house britannica di cui poi fecero parte gente come gli 808 State e A Guy Called Gerald…
[title subtitle=”Perfectly Ordinary People – ‘Theme From P.O.P’”][/title]
“Theme From P.O.P”, tutta bassi baldanzosi e frizzanti linee acid, fu un gigantesco inno nei rave illegali di tutto il Regno Unito, dopo che fu pubblicata nel 1988 su Urban. A tempo debito fu inclusa su “Urban Acid”, la più venduta compilation acid house di quell’anno. Per questa perla va ringraziato l’artista goa-trance Martin – Perfectly Ordinary People fu uno dei tanti suoi pseudonimi. Nel 1990 iniziò a pubblicare sotto l’alias Man With No Name – la sua identità principale, responsabile di successi crossover come “Teleport” e “Floor Essence“.
[title subtitle=”Paul Rutherford – ‘Get Real’ (Happy House Mix)”][/title]
Questo particolare remix di “Get Real” fu un’autentica gemma underground nel 1988 – correnti acide sotterranee alternate a robuste linee vocali, voci robotiche e lussureggianti melodie sintetiche. In quel periodo Rutherford era clubber, tastierista e anche vocalist coi Frankie Goes To Hollywood at the time. La loro hit ‘Two Tribes” aveva già incantato il Musik Box di Chicago e il suo leggendario resident, Ron Hardy. E ovviamente, Rutherford ha avuto un ruolo cruciale nei party house UK come lo Shoom. C’era la sensazione che “Get Real” fosse proprio quel che doveva essere…
[title subtitle=”Bang The Party – ‘Bang Bang Your Mine’”][/title]
Il duo composto da Kid Batchelor e Keith Franklin si è guadagnato il miglior tipo di notorietà londinese col botto sensazionale di “Bang Bang Your Mine”. Prodotta nel 1989 (ristampata su Embassy Records nel 1990 e poi su Classic nel 2002), miscelava il classico jack di Chicago e l’urban soul londinese dei pattern di sfondo (successivamente riprese da Murk), con linee vocali deliziosamente squallide, e drum machines taglienti. Una meravigliosa prova di energia che resiste nelle piste ancora oggi. Per i collezionisti è uno di quei dischi che non hanno prezzo.