Tredici tracce per un totale di trenta minuti scarsi: se non si trattasse di Aphex Twin e del nuovo EP – quello su cui nessuno avrebbe scommesso, tanto ci siamo sentiti fortunati per l’uscita di “Syro” a tredici anni da “Drukqs” – ci sarebbe da scuotere la testa e riflettere sulle controverse scelte dell’autore.
Sì, perché a leggere la tracklist e il timing dei singoli lavori, senza nemmeno prendersi la briga di premere play, ci si rende subito conto che “Computer Controlled Acoustic Instruments pt2 EP” è tutto tranne che un lavoro guidato da una conseguenza logica, o legato da una fil rouge in grado di condurne l’evoluzione. Evoluzione comprensibile da tutti noi che non siamo Aphex Twin, è chiaro. Troppe pause a soffocarne la corsa, troppi imprevisti – trame di pianoforte, rullate di snare e batteria o noise caotici, c’è di tutto – piazzati volutamente lungo il cammino per confonderci o magari ricordarci che il campionario è valido e ben assortito. Il talento e i suoi assi nella manica, tuttavia, non sono mai stati messi in dubbio né ora né mai, nemmeno da chi ha scelto di trattare “Syro” come un disco normale, finendo per ferire la sensibilità dei militanti che marciano al fianco di Richard D. James sempre e comunque. Quindi no, forse non ce n’era davvero bisogno, forse il rischio di annacquare “Computer Controlled Acoustic Instruments pt2 EP” non è stato del tutto scongiurato, soprattuto se anche questo sembra un EP di un’altra epoca.
Ci sono dei momenti magici, però, ne abbiamo contati due di una bellezza inequivocabile; momenti di una dolcezza al tempo stesso inquieta e viva come solo quelli pensati e composti da menti geniali sanno essere. È la dolcezza di “DISKPREPT1”, per esempio, dove il piano si poggia greve sulla nostra cassa toracica e la costringe a quei tormenti dapprima soffocanti, poi rassegnati; quella di “piano un10 it happened”, che in un baleno ci rispedisce indietro fino ad “Avril 14th”, ci tiene lì un attimo e scappa via effimera.
Sembra poco ma non lo è, perché, al netto degli alti e bassi e delle digressioni, “Computer Controlled Acoustic Instruments pt2 EP” è un disco da ascoltare con calma e attenzione. Non fosse altro per “piano un10 it happened” e i suoi centootto secondi, i più intensi dell’intera release.