Questo é stato il percorso della mia vita fino ad ora. Tre città che a loro modo mi hanno ispirato e influenzato, ma sopratutto ognuna mi ha lasciato un pò della sua cultura, e questo mi ha portato dove sono adesso. Devo tanto a ognuna di queste città, per le possibilità che mi hanno dato di vedere il mondo della mia passione, la musica, da vari punti di vista.
Inanzitutto mi presento, sono Mikhail, cresciuto a Roma (ma non Italiano), dopo aver finito il liceo mi sono trasferito per studio a Londra, sono stato un’anno per lavoro a Berlino e adesso mi trovo di nuovo qui a Londra, sempre per studiare.
Vi voglio parlare un pò della transizione tra Londra e Berlino, e di come vedo io le cose riguardo la scena musicale, i club, la mentalità diversa della gente; tutto questo dal mio punto di vista, visto anche che a Berlino ho avuto la fortuna di lavorare per la label “minimal techno” piu prestigiosa di tutte (per alcuni), e nonostante ho lasciato quel lavoro e sono tornato a Londra per studiare, continuo sempre a lavorare nella scena musicale anche qui. Quindi spero di darvi una visione diversa su tutto questo, una vista diciamo un pò personale, ma anche particolare… un racconto che voglio condividere con voi.
Berlino è il grande centro attuale della musica elettronica, o diciamo meglio, il centro della Techno. Molti di voi ci saranno già stati o magari avranno comprato un biglietto per festeggiare il capodanno li quest’anno, sulla famosa terrazza del Weekend, dove ogni primo Gennaio si festeggia sul quindicesimo piano di un grattacielo, con artisti come Ricardo Villalobos, Richie Hawtin e Troy Pierce che ti mettono dischi per ore e ore senza tregua, e la gente non sembra mai stancarsi, continuando a ballare finché il DJ si stufa di suonare, tanto l’orario di chiusura non c’e… Insomma un sogno per molti. Avrete gia sentito tante storie del genere da Berlino, dei suoi tanti club, delle feste che durano ore e ore, anche giorni. Penso che in tutto un’anno che ci ho vissuto, non ho mai visto una discoteca chiudere prima delle 7 di mattina, sul serio!! Spesso mi chiedevo, ma perché é possibile lasciar fare tutto questo, quando si sa quello che succede dentro questi posti? La polizia non creerebbe problemi?
Alla fine é il modo di pensare collettivo che c’e a Berlino, che rende possibile le situazioni che si sviluppano in queste discoteche e club. A differenza della gente che frequenta questi posti a Londra o a Roma, a Berlino sembra una grande famiglia, dove tutti si conoscono, anche se si sono visti per la prima volta quella sera. E poi, sopratutto, é la musica a far andare avanti tutto. Andando al Panorama Bar il sabato sera, magari notavo uno che stava li nell’angolo vicino alla consolle che ballava tutto preso, poi andavo a casa a dormire un pochino per poi tornare domenica pomeriggio a sentire un DJ che mi piaceva, quando tornavo, lo vedevo che stava sempre li, stesso angolino, 7 o 8 ore dopo, che ballava ancora con lo stesso fomento di prima. E’ questo il bello. Si va a ballare per sentire la musica e non vedere piu nient’altro, cosi dovrebbe essere. E a Berlino si crea quest’atmosfera in quasi ogni locale, la gente segue la musica e quest’atmosfera, non segue il DJ. Può suonare uno conosciuto come Loco Dice, o uno un pò sconosciuto come Red Robin, ma il locale sarà sempre pieno. A qualsiasi ora tra il sabato sera e la domenica pomeriggio in un locale, chiunque sta dietro alla console mettendo i dischi, se e’ buio fuori o c’e la luce, ogni volta che il basso si stacca e poi riparte, si sentono sempre quelle urla, quei fischi della gente in pista, come se sono appena arrivati tutti freschi e pieni di energia. Questo fomento, quest’ energia, l’ho visto ricrearsi veramente poche volte fuori da Berlino…
Londra. Sabato scorso sono ritornato per la prima volta al mitico Fabric, dopo più di un’anno, la discoteca in cui ho assistito ad alcuni dei set piu belli che ho sentito nella mia vita. Suonavano due DJ a cui tengo moltissimo, tutti e due Italiani tra l’altro, Fabrizio Maurizi e Marco Carola. Appena entrato scendo subito giù nella sala 2, dove suonavano loro, e mi aspettavo di vedere una sala non troppo piena, visto che stranamente non c’era molta fila fuori mentre sono entrato. Invece era già tutto pieno, non ci si muoveva come al solito. Questa é la prima diversità che ho notato dall’ultima volta che sono stato li. Prima, al Fabric la fila c’era praticamente sempre, nonostante chi suonava. Può essere che la gente é arrivata più tardi, ma non mi sembrava, é rimasto pieno nello stesso modo per quasi tutta la serata.
Fabrizio ha iniziato a suonare alle 2, il suo sound solito, spinto, viaggioso, pieno di quei suoni misteriosi e mettalici, che a me fanno sempre ballare. In mezzo ho sentito anche 2 delle sue tracce, almeno dei loop tirati fuori dalle tracce, precisamente quelle sulla Minus, Daddy Diego e Mars Needs Bitches. E alla fine ha chiuso con un “classico” Heron – Afterhour, una traccia che lui mette spesso da quando l’ho sentito per la prima volta, e che ha fatto impazzire tutta la pista. Insomma ha fatto un bel set, non troppo spinto ma neanche troppo tranquillo, il riscaldamento perfetto per Marco che doveva iniziare alle 4.
L’atmosfera durante le 2 ore di Fabrizio è stata buona, più di cosi non la saprei descrivere. La gente ballava, si sentivano le urla e i fischi ogni tanto, ma niente di troppo eccezionale. Osservando un pò la folla, ho notato che non erano in moltissimi li fermi sul posto a ballare, erano più intenti a girare, lottando con gli altri per arrivare chissà dove, ed é questo una della prima cose che mi ha fatto pensare a Berlino. Come vi ho raccontato prima, quell’atmosfera l’ho ritrovata pochissimo al di fuori di Berlino, e quella sera posso dire che era molto lontana. E’ una critica forte questa, visto che magari si pensa che proprio al Fabric, la discoteca più famosa e rinomata per questa musica a Londra, ci si aspetta di trovare quest’atmosfera. Invece sono due cose proprio opposte, non si può mettere a confronto il Fabric con un locale qualsiasi a Berlino, potrei spiegarvi, ma preferisco lasciarlo per un’altra volta.
Dunque arriviamo a Marco, per me il miglior DJ Italiano. Il genere che preferisco io va molto verso la musica house, ma con lui é sempre un’eccezione. Fa ballare chiunque con il suo sound spinto, che molto spesso mi ricorda il vecchio Carola, quello che metteva la Techno a 135BPM. Sabato sera ha suonato anche un pochino piu forte in confronto alle ultime volte che l’ho sentito, ma nella sala 2 del Fabric per qualche motivo, ogni DJ alza il BPM un po di più. Ha messo quella musica che, almeno a me, mi fa muovere e non mi fa stare fermo, quei stacchi continui, i suoi effetti soliti che mi fanno sempre ripartire. E il bello é che lui sembra sempre tanto tranquillo, ma come fa?!
Finisce di suonare verso le 8, da quello che mi ricordo… Visto che durante tutto ciò avevo consumato anche un bel pò di alcool, non scordiamoci mai che io, cosi come molti di voi, andiamo in questi locali per sentire questa musica e ballare, per puro divertimento e in altri casi per passione. Insomma posso dire che il mio ritorno al Fabric e alla scena Londinese é stato divertente, come daltronde mi aspettavo. Ho visto amici che non vedevo da tanto, riascoltato l’impianto mitico del Fabric, pagato prezzi assurdi per quantità ridicole di alcool e mi sono svegliato domenica con un portafoglio molto più vuoto di quello che mi ricordavo il giorno prima.
Insomma, bentornato a Londra.